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Autore: Vortex    10/02/2012    1 recensioni
Anche se credeva che sarebbe bastato cambiare il suo nome per voltare pagina, ci sono delle immagini scolpite a ferro e fuoco nella sua testa. Per esempio non riesce a toccare una chitarra senza mordicchiarsi istintivamente l’interno della guancia, il desiderio di avere un lecca-lecca nella bocca a tormentarlo.
{Accenni di MiyavixMaya}
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Smile


A causa di questa "abitudine" di renderti triste,
ho perso un'altra parola
Anche se sono io il motivo di queste lacrime,

mi chiedo perché sarò io quello che si spezzerà?
-The GazettE, Untitled.




Aiji non sorride spesso. All’inizio Maya se l’era chiesto perché il suo volto fosse così luminoso nonostante le labbra rimanessero statiche, ed era arrivato ad una semplice conclusione: Aiji esprime la propria felicità attraverso gli occhi. Effettivamente quando lo infastidisce lui è in grado di lanciargli sguardi omicidi, capaci di farlo quasi rabbrividire; eppure Maya non si lascia intimidire con così poco, bastano pochi secondi ed è di nuovo lì a stuzzicarlo.

Quando non si trovano in tour, Maya arriva sempre allo studio di registrazione alle dieci –più otto minuti di ritardo; ha il passo accelerato perché sa che riceverà l’ennesimo rimprovero da parte del proprio band-mate, comunque non riesce a correre davvero, così gli dimostrerebbe che le sue note di biasimo lo frustrano davvero. Le gambe si muovono rapide, ad ampie falcate, la stoffa dei pantaloni struscia nella parte superiore dell’interno coscia, appena sotto al cavallo. I capelli biondi e scarmigliati si scompigliano ulteriormente a causa dell’aria tagliata dalle ciocche chiare. Il suo zainetto gli colpisce la schiena mentre asseconda il movimento irregolare della camminata, il pupazzetto che ci ha attaccato salta su e giù, tirando il filo rosa che lo tiene appeso alla cerniera. Una volta salite di corsa le scale annuncia il proprio arrivo con un buongiorno allegro e dal tono forte, getta lo zaino sulla prima sedia che gli capita a tiro e si gira con un sorriso un po’ strafottente verso Aiji.

Anche se di primo acchito Maya potrebbe sembrare una delle persone più vitali e vivaci che ci siano a questo mondo, a volte il petto gli fa male e gli occhi pizzicano. Gli capita quando, per qualche motivo, ripensa al proprio passato. Anche se credeva che sarebbe bastato cambiare il suo nome per voltare pagina, ci sono delle immagini scolpite a ferro e fuoco nella sua testa. Per esempio non riesce a toccare una chitarra senza mordicchiarsi istintivamente l’interno della guancia, il desiderio di avere un lecca-lecca nella bocca a tormentarlo.
Aiji lo sa perfettamente ed è per questo che quando i loro sguardi si incrociano per la prima volta in una giornata, pochi secondi antecedenti all’inizio della solita ramanzina, nelle iridi scure del chitarrista c’è anche comprensione, profondo affetto ed un forte desiderio di poter fare di più.
Maya vorrebbe esprimere tutta la gratitudine che prova nei suoi confronti, anche solo perche sono amici, ma lui non è mai stato il tipo troppo sentimentale: ciò che deve dire lo dice nelle sue canzoni, e quindi si limita ad aspettare che passi quella frazione di secondo, prima di ritornare alla loro routine.
Ciò che qualche anno fa faceva stare male Maya, e che anche ora riesce a provocargli quel senso di avvilimento totale di cui cade preda qualche volta, è la consapevolezza di far soffrire qualcun altro. Quel desiderio di poter “fare di più” che ha Aiji, colorava anche i suoi, di occhi, un tempo. Anche se per motivi diversi, certo.

Miyavi sorrideva spesso. All’inizio Maya se l’era chiesto perché il suo volto potesse sembrare così spento in certi momenti nonostante le labbra fossero perennemente incurvate, ed era arrivato ad una semplice conclusione: Miyavi si nascondeva dietro ad una maschera perché così era più facile, rispetto a doversi mostrare per ciò provava davvero. Come ovvia conseguenza si era posto l’interrogativo su quali fossero le angosce all’interno del suo animo. Maya voleva davvero bene a Miyavi. Eppure dopo aver capito cosa nascondesse il suo sorriso non riusciva più a scherzare troppo spensieratamente e soprattutto stava attento ad evitare l’eccessivo contatto fisico.

Ha sempre visto l’amicizia come le dita di una mano: due anime che si toccano senza confondersi. Il desiderio di stare accanto a Miyavi in quel modo lo aveva quasi accecato,
lo aveva reso davvero egoista perché alla fine lo aveva capito che non era quello il modo in cui appariva all’altro. Però Maya aveva bisogno della sua vicinanza per mille e più motivi –alcuni persino dissociati dai sentimenti che provava nei suoi confronti- ed era rimasto nella sua band, premurandosi di evitare accuratamente situazioni che potessero alimentare il desiderio di Miyavi che aveva di lui.
E quindi rendeva una delle persone a cui era più affezionato in vita sua triste …
Una sera gli capitò di passare accanto alla stanza dove sapeva che Miyavi era rimasto da solo, era tardi ed avrebbe già dovuto essere rincasato da un pezzo, forse fu per questo che riuscì ad udire un fiato spezzato dai singhiozzi. Fu come ricevere un pugno nello stomaco. Il dolore, il senso di vuoto e la mancanza di aria nei polmoni era la stessa.
Desiderò ardentemente di poterlo amare. Perché se era in grado di fargli una cosa del genere, allora quello di Miyavi doveva per forza essere amore. Ma evidentemente c’era qualcosa di sadico in tutta quella situazione, visto che Maya non aveva mai provato in vita sua attrazione per il proprio sesso e, per quanto l’affetto che lo legava Miyavi fosse forte –e per quanto bello ed attraente potesse considerarlo-, non riusciva in alcun modo a rendere più profondo quel sentimento.

Dopo essersene andato definitivamente Maya aveva pensato a Miyavi con rabbia, ed al proprio futuro con paura. Era stato allora che Aiji, con i suoi occhi sorridenti e le labbra statiche, gli aveva donato il proprio affetto –affetto che avrebbe potuto finalmente ricambiare- e gli aveva mostrato la strada per staccarsi gradualmente da Miyavi.
Ma anche adesso, a distanza di anni, Maya continua a sentirne la mancanza. Quando pensa che molto probabilmente non lo incontrerà più e non potrà tantomeno parlarci, si sente lacerare dentro. Allora è un po’ come tornare bambino e lasciarsi rassicurare dal calore materno, è per questo che è tanto legato ad Aiji a conti fatti. È lui il suo appoggio. È lui il dito che gli sta accanto, quello che rappresenta l’anima.

<< Quand’è che comincerai a comportarti seriamente, una volta tanto? >>
<< Uhm, scusa Shinji-chan, c’era traffico sta mattina. >>
Bugiardo. Ritardare di proposito può essere considerato come qualcosa di disonorevole? È che Maya se lo sente dentro che deve necessariamente ripetere questo piccolo errore, deve farlo ogni giorno perché è il loro rituale. Qualcosa che gli appartiene. Ed è allora che Aiji comincia a scuotere la testa rassegnato, lo sa bene che è impossibile che ci sia traffico ogni santissima mattina. I ciuffi di capelli ricadono senza un ordine preciso sul volto –ed è comprensibile vista l’assenza di lacca- l’ombra gli copre il volto, ma Maya si avvicina con una certa discrezione al chitarrista e finalmente lo vede, vede il suo sorriso.



Note di Vortex: Allora, salve a tutti, finalmente approdo anche qui ^_^
Questa fanfic non ha molto senso a dire il vero, però volevo scrivere qualcosa su questo fandom e poi, be', l'ispirazione è arrivata guardando un video in cui Maya stava infastidendo Aiji e quest'ultimo lo guardava davvero male, poi però c'era una foto in cui faceva un sorriso dei suoi -risicati ma molto belli- ed allora ho dovuto necessariamente scriverci su.
Chiariamo una cosa, giusto per sicurezza, visto che è il mio esordio qui: amo lo slash/yaoi/omosessualità o come cavolo lo volete chiamare, però nella mia visione Maya ed Aiji sono solo amici, inoltre -sempre secondo me- Miyavi si era invaghito -per usare un eufemismo- del nostro biondino, ma dato che, da quello che abbiamo l'opportunità di vedere, il caro ragazzo sopracitato lo rifiutava sempre perciò mi sono dovuta necessariamente convincere dell'eterosessualità del tizio perché non può essere altrimenti!
Ed ora lasciatemi ai miei vaneggiamenti, se vi va, lasciate pure una recensione, fa sempre piacere ^_^

Avevo dimenticato i disclaimer XD
Disclaimer: purtroppo le persone che stanno all'interno di questa fic non mi appartengono -vi immaginate che bello sarebbe avere un Aiji ed un Maya tutti per sè?- io li ho usati perchè mi piace lasciar correre la fantasia. La fanfic appartiene a me invece.
  
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