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Autore: Shannara_810    19/09/2006    10 recensioni
Se un giorno vi saranno da catturare delle Carte Magiche lasciate che a farlo siano un ragazzo e una ragazza. Lasciate che provino odio, invidia e gelosia. Lasciate che formino un’alleanza. Lasciate che provino amicizia e amore. Ryouka Lunar
Genere: Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Eriol Hiiragizawa, Li Shaoran, Sakura, Sakura Kinomoto, Tomoyo Daidouji, Un pò tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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When the moon will call the little wolf

                        When the moon will call the little wolf

                Capitolo I: Il destino di colui che possiede il potere della luna

 

                   Se un giorno vi saranno da catturare delle Carte Magiche

                       lasciate che a farlo siano un ragazzo e una ragazza.

                           Lasciate che provino odio, invidia e gelosia.

                                  Lasciate che formino un’alleanza.

                               Lasciate che provino amicizia e amore.

 

               Prima sarà la volta delle carte che possiedono il potere del Sole;

              e sarà un giovane Fiore di Ciliegio chiamato a questa ardua impresa.

                    Protetta sempre da un Giovane Lupo dagli occhi dorati,

                           ella troverà in sé il potere di una nuova stella.

 

          Poi verranno liberate queste carte che possiedono il potere della Luna. 

                E sarà la luna stessa a richiamare il Giovane Lupo al suo destino.

      Un ragazzo in cui saranno rinati i miei poteri, che per amore del Fiore di Ciliegio

                       supererà il Giudizio Finale e una nuova forza infonderà

                                           alle mie preziose Moon Cards.

 

                                                                                                    Ryouka Lunar

                                                               ******

“Sakura” Correva a perdifiato lungo un corridoio buio, senza sapere dove andare, senza una luce a guidarlo. Correva a perdifiato con il terrore nel cuore, alla ricerca del suo preziosissimo Fiore di Ciliegio.                                         

“SAKURA!!!” La chiamava, continuava a gridare il suo nome con tutta la forza che gli rimaneva ma lei non c’era. L’oscurità l’aveva inghiottita. Lo aveva lasciato solo.                

"Shaoran… Shaoran…” La sua voce argentina lo chiamava, ridendo lo invitava a raggiungerla, ma non riusciva a trovarla. Non riusciva ad uscire da quelle tenebre che lo tenevano prigioniero.                                                                                

Eccola. Un piccolo lampo di luce rischiarava un punto laggiù, all’orizzonte,  ma per quanto si sforzava era sempre troppo lontano.  

“Shaoran… Shaoran…” Il richiamo di Sakura s’era fatto più lieve. Era andata via… perché non era riuscito a trovarla… perché non ne era stato capace…perché era troppo debole… 

 “Sakura!” Shaoran Li si svegliò di soprassalto, una mano che afferrava l’aria mentre candide gocce di sudore gli imperlavano il viso. Ancora quel sogno. Tentò di chiudere gli occhi e ricacciare indietro quelle immagini ma era tutto inutile. Anche se era sveglio, il gelo di quel luogo senza luce gli attanagliava lo stomaco in una morsa d’acciaio.                                                                           

La sveglia segnava le 4:47. S’alzò ed andò alla finestra, spalancando le grandi persiane di vetro. La pungente brezza della notte acuì i suoi sensi ma era niente innanzi al gelo che si sentiva dentro. S’incantò a fissare la luna piena, la fonte del suo potere.                                                  

Essa non era come il Sole di Eriol o la Stella di Sakura. Non risplendeva di luce propria. Poteva solo riflettere l’energia emanata dagli altri. Non si era mai tanto sentito così vicino al satellite terrestre come in quel momento. Anche lui doveva dipendere dagli altri, vivendo alla loro ombra. Un giorno, tutti si aspettavano che avrebbe guidato il grande Clan Li verso la gloria ma quello era un peso troppo grande per le sue giovani spalle. Non si sentiva pronto.                                                                                       

Si voltò a guardare il suo giaciglio disfatto. Scosse la testa, sconfitto. Era inutile restare a letto, non sarebbe più riuscito a dormire per quella notte. Tanto valeva la pena utilizzare quelle ore per allenarsi con la sua spada. Per quello che poteva servire.                        

Erano trascorsi due anni da quando era tornato a Tomoeda per stare vicino a Sakura ma in tutto quel tempo non era riuscito a combattere quello strano e forte senso d’inadeguatezza che provava standole a fianco. Lei era diventata così forte, anche più forte di Eriol, anche più forte dello stesso Clow Leed. E lui, invece? Cosa aveva fatto lui in quei lunghi mesi?

La paura gli mozzava il respiro. E se un giorno Sakura si fosse stancato di lui, se avesse trovato qualcuno di più degno e capace, che cosa avrebbe fatto?                      

L’avrebbe lasciata andare, certo, tutto pur di vederla felice ma il suo cuore sarebbe stato infranto per sempre. Aveva bisogno di lei come dell’aria, anche se non ne era degno.                                                                                                                                          

Era questo che i suoi sogni gli volevano comunicare? Che l’avrebbe persa per sempre?

                                                           ******

Una figura incappucciata era arrivata nella città di Tomoeda portata dal gelido vento del nord; silenziosa come un’ ombra, vagava per le strade deserte alla ricerca di qualcosa. Un’altra ombra la seguiva tentando di tenere il passo, ma quella sembrava non accorgersi di lei. Guidata dagli argentei raggi lunari continuava ad avanzare nel silenzio della notte.                                              

Camminarono per un tempo che parve loro infinito finché non giunsero in uno spiazzale abbandonato. Era un buon posto. Le case intorno ad esso non erano molto fitte e grandi alberi di ciliegio crescevano rigogliosi nel parco vicino. Sì, le piaceva. 

"Qui va bene”. L’altra figura si limitò ad annuire.

La prima ombra scavalcò agile una vecchia catena che delimitava quel terreno spoglio e si diresse a passi lenti verso il suo centro. Sorrise sotto il pesante mantello. Aveva proprio scelto un bel posto.                                                                            

Si portò una mano al collo dove una brillante croce d’oro bianco risplendeva di magia. La gemma rossa che vi era incastonata brillava di una luce sanguigna. Lui era vicino.                                                                                         

Strinse una mano a pugno e con l’altra l’afferrò in una sorta di cerchio. Chiuse gli occhi richiamando a raccolta tutto il suo potere. L’aria e la terra, gli alberi e le case, tutto intorno a loro iniziò a tremare. Una magia spaventosa sarebbe stata evocata.                      

“Magia degli Spiriti, rispondi al mio appello! Sciogli il sigillo delle tenebre e risveglia il mio potere!” Urlò alla luna.                 

A quella invocazione una luce fortissima investì le due figure, scagliandosi verso il cielo e avvolgendo tutta la città di Tomoeda. Quando, finalmente, essa di disperse un nuovo bizzarro edificio dai colori pastello si ergeva in quello che un tempo era stato uno spiazzale vuoto. Sull’insegna, adornata da mille soli, lune e stelle una scritta d’argento brillava nella notte.

                                              MIDNIGHT’S MOON

                                                  BOOKSHOP

“Tu credi che questo sia il posto giusto?” La figura più giovane chiese, in una gentile voce di donna un po’ insicura. Erano giunte da un posto molto lontano senza sapere bene chi cercare. Attirate semplicemente dalla straordinaria magia della Luna che proveniva da questa città.                                                                                                                                    

“Si”. L’altra figura s’abbassò il cappuccio, rivelando una donna dai lunghi capelli castani e dagli occhi color del Cielo. Alzò gli occhi verso la volta stellata e sorrise alla pallida luna d’argento. “È qui che vive. Ryouka è stata molto chiara al riguardo. Presto lui verrà da noi ed, allora, la nostra missione avrà inizio".

“Come fai ad esserne così certa?” Anche l’altra ragazza abbassò il suo copricapo lasciando che il vento notturno accarezzasse i suoi soffici capelli dorati. I suoi occhi grigi risplendevano curiosi.                                                                                                                     La donna mora si toccò il naso con un dito. “Ho semplicemente seguito l’odore dei fiori di ciliegio. È un richiamo così potente a cui nemmeno un giovane lupo può resistere”.                                                                                               

La ragazza bionda annuì. “A proposito di fiori di ciliegio. Tu credi che la nuova padrona delle carte di Clow possa crearci qualche problema?”                                              

“Penso di no. Ne è così innamorata che sarebbe impossibile per lei potergli fare del male, anche involontariamente. Ma il futuro è troppo imprevedibile perché  si possa divinarlo con certezza. In ogni caso né lei né la mezza reincarnazione di Clow riusciranno a fermarmi dal mantenere la mia promessa. Ho dato la mia parola a Ryouka Lunar e ho intenzione di mantenerla costi quel che costi”. 

S’avviarono verso la porta del negozio che si aprì per loro con un dolce suono di campanelli. “Vieni, sono stanca. Ho proprio bisogno di una cioccolata calda”.                                                                                                                                                       

La bionda entrò sorridendo ma la donna mora si soffermò ancora un istante ad osservare il cielo. Spero che tutto si avveri come volevi tu, Ryouka. Lo spero davvero, amica mia.

                                                                ******

Dall’altra parte della città i guardiani Cerberos e Yue, che aveva subito abbandonato le sembianze del mite Yukito, furono risvegliati da quella straordinaria ondata di magia. Cosa stava succedendo?

                                                                ******

“Ahh!com’è tardi! Non ho sentito la sveglia e sono ancora in ritardo! Uffa, Kero-chan perché non mi hai svegliata?”Come ogni mattina Sakura, la giovane padrona delle carte scelta dal potente mago Clow Leed, era caduta giù dal letto… per l’ennesima volta in ritardo. Aveva cominciato il primo anno delle superiori ma poche cose nella sua vita erano cambiate. Sebbene ormai fattezze di donna stessero quasi completamente sostituendo quelle della bambina che era stata, la sua innocenza era rimasta immutata.      

 Il suo giallo pupazzetto di peluche, meglio noto come Grande e Splendido Guardiano del Sigillo (così almeno si definiva lui) Kero-chan si limitò a sbuffare e a rigirarsi nel suo lettino. Anche se quella ragazza era una delle più grandi maghe al mondo ancora non riusciva ad alzarsi in tempo. Bah! Avrebbe dormito ancora un po’, sì, ancora un po’. Aveva passato quasi tutta la notte a tentare di battere il nuovo record di Spinel, l’antipatico guardiano di Eriol ed ora aveva bisogno di un meritato riposo. Sicuramente papà Fujitaka gli avrebbe lasciato da parte una bella porzione di frittelle allo sciroppo. Quindi non doveva preoccuparsi. Un sorriso di vittoria illuminò il suo visino giallo mentre la sua padrona sbuffava infastidita dalla sua totale indifferenza intanto che si lasciava cullare nel mondo dei sogni.                                             

All’improvviso il piccolo Kero si ricordò di una cosa molto importante. “Sakura” la richiamò. “Non hai avvertito nulla di strano la notte scorsa?”                                                                                                          

La ragazzina scosse la testa e l’animaletto sospirò. “Cosa dovevo aspettarmi? Quando dormi non ti sveglierebbero nemmeno un branco di elefanti!”                                                 

Lei non fece in tempo ad arrabbiarsi con Kero, quello stupido peluche come lo definiva il suo adorato Shaoran (al solo pensiero di lui tornava ad arrossire come un peperone), che il suo sguardo cadde sulla sveglia. 7:40. Era tardissimo, pensò, precipitandosi giù per le scale! “Beh, ormai potresti anche alzarti da sola, mostriciattolo!” Touya, naturalmente. Anche se ora suo fratello frequentava l’università, insieme a Yukito, passava molto più tempo a casa di prima. Visto che era già venerdì, aveva deciso di trascorrere il fine settimana insieme alla sua famiglia e questa era naturalmente un’ottima occasione per stuzzicare la sua sorellina.               

Sakura arrossì ancora, almeno fino alla cime dei capelli, e non per la prima volta si ritrovò a pensare a come sarebbe stato bello usare The Big, la carta dell’ingrandimento, per dargli una lezione. Ma quello non era il momento… era tardissimo!                                                                             

“Su non litigate di prima mattina”. Fujitaka li richiamò con il suo eterno sorriso. I loro continui battibecchi lo riuscivano sempre a divertire. “Sakura fermati a fare colazione”. Le consigliò ma la ragazza si era già infilata la cartella in spalla e stava salutando la foto della sua cara mammina.                                                                                                                                                               

“Prendo una merendina e scappo, Shaoran mi starà già aspettando! Oggi vado a studiare a casa sua!”Rispose. Con un gesto fulmineo aveva addentato un toast, afferrato le scarpe ed era schizzata via correndo. Come sempre!                                        

“Cosa?! Passerai tutto il pomeriggio con quel cinesino antipatico!”. Urlò Touya ma lei era già lontana. Il fatto che sua sorella e il cinesino si amassero lo rendeva ancora più geloso e iper-protettivo. Non riusciva proprio a mandare giù che ora quel ragazzino della malora fosse diventato la persona più importante nella vita del suo mostriciattolo.   

“Sai che non è vero! È un bravo ragazzo e le vuole un bene dell’anima!” Il signor Kinomoto invece era molto felice per i due ragazzi. Ora che sapeva delle loro avventure, cortesia del giovane Eriol, era molto più tranquillo sapendo che la sua bambina sarebbe stata protetta e amata fino alla morte. Guardò con nostalgia la foto di Nadeshiko: spesso quei due gli ricordavano quando era giovane e la sua adorata sposa era ancora con lui. Prese a canticchiare. Anche adesso era lì con lui, anche se solo uno spirito. Ma sempre lì e sapeva che non l’avrebbe mai lasciato solo.

                                                          ****** 

Anche se era corsa via poteva bene immaginare cosa suo fratello stesse sbraitando. Infondo era una situazione che si ripeteva praticamente tutte le mattine. Kero-chan aveva anche accettato che ora lei e Shaoran fossero una coppia ma Touya… Che nervi! Tuttavia la sua rabbia scomparve subito, come neve al sole, non appena lo vide: come ogni mattina, Shaoran la stava aspettando per fare la strada insieme. Era sempre così dolce e premuroso con lei, i suoi occhi dorati le infondevano una carica eccezionale.

Ma quella mattina lui era strano, diverso dal solito. Il ragazzo, infatti, era molto pallido e sembrava affaticato.             

“Shaoran!” Lei gli corse tra le braccia e lui la baciò sulla fronte. Come sempre. “Hey, stai male? Sei così pallido!”              

“Non ti preoccupare. Stanotte non ho dormito molto: sarà per questo. È meglio andare: è tardi!” Non voleva turbarla ma la situazione era più seria del previsto. Era da più di un mese che quell’incubo spaventoso continuava a ripetersi e sentiva che le sue forze non erano più quelle di un tempo.                                                                                                

In quei due anni in cui Shaoran era tornato da Hong Kong, Sakura non era mai stata più felice e nulla sembrava poterla turbare, perché aveva accanto il ragazzo che amava più di qualsiasi altra cosa al mondo. Shaoran era sempre molto dolce con lei. Spesso aveva cenato a casa sua e per suo padre ormai era un membro della loro famiglia, anche se suo fratello Touya continuava a guardarlo con antipatia. Durante l’estate era stata in visita a Hong Kong e la madre del ragazzo si era subito affezionata a lei, capendo immediatamente il grande amore del figlio.          

Vederlo quindi così, in quello stato era per lei una stretta al cuore. Prima che potesse aggiunger altro, Shaoran l’aveva presa per mano e insieme si erano incamminati verso la scuola.

                                                          ******

“Sakura, hey, Sakura!” Tomoyo la scosse leggermente, cercando di attirare la sua attenzione. I suoi occhi di smeraldo erano come ipnotizzati dalla vista del suo adorato piccolo lupo, profondamente addormentato con la testa scomodamente appoggiata al banco. La loro ultima ora era libera e nonostante tutto quel chiasso, Shaoran era sprofondato in un sonno senza sogni, sfinito.       

“Sakura, Li forse sta male? Non ha una bella cera”. La ragazza dai lunghi capelli corvini era sinceramente preoccupata per il loro amico e sapeva quale turbamento si era scatenato ora nell’animo di sua cugina.                                         

“Non lo so, Tomoyo. Mi ha detto che è solo stanco, ma sono sicura che c’è dell’altro!”  

La giovane Daidoji sorrise. “Non ti preoccupare. Sono sicura che con una buona dose del tuo amore tornerà subito come nuovo!” I suoi occhi s’illuminarono di mille stelline mentre la Cattura-carte arrossiva fino all’inverosimile. “Non vedo l’ora di riprendere i due piccioncini che si coccolano e si abbracciano dolcemente. Sarà una scena impedibile per la mia collezione!”                                                                                                                     

“TOMOYO!”

                                                           ******

“Sei sicuro di stare bene, Shaoran?” Gli chiese preoccupata. Si erano seduti su una panchina vicino al parco dei Pinguini mentre il vento, ancora freddo per quell’inizio di primavera, faceva volteggiare nell’aria mille petali di ciliegio.                                 

“Non ti preoccupare”. La rassicurò con uno dei suoi rari sorrisi, quei sorrisi che rivolgeva soltanto a lei. “Te l’ho già detto: sono solo stanco".                                                                                                                                                                                                       

Ma lei non ne era convinta. Avvicinò le sue labbra alla fronte del ragazzo e cercò di sentirne la temperatura. Immediatamente a quel contatto, Li cominciò a bollire come un pentolone pieno d’acqua.                                                                                                 

 “Sei caldo, Shaoran”. Gli fece notare.                                                                

“S-Sto b-benissimo!” Quella sua timidezza era davvero buffa alle volte.                                                                                      

“Oh, come siete carini!” Da un cespuglio era spuntata Tomoyo, brandendo la sua fida telecamera davanti a sé. “Perché ora non vi baciate? Sarebbe un finale perfetto per le mie riprese!” Li implorò con i suoi occhi sbrilluccicosi.                             

Entrambi i cattura-carte avvamparono sempre più.    

“Tomoyo. Q-questa n-non è u-una cosa che s-si fa a-a comando!” Riuscì a balbettare il cinesino. "Ci vuole il momento giusto!”                                                                 

A quella parole lui e il suo adorato Fiore di Ciliegio iniziarono a sperimentare tutti i più inimmaginabili stadi del colore rosso mai creati da Madre Natura. Mentre la ragazza tentava di resistere alle suppliche della sua amica, uno strano richiamo attirò l’attenzione di Li. C’era qualcosa alla fine del parco, oltre gli alberi di ciliegio.                       

Iniziò a camminare in quella direzione, quasi senza rendersene conto.                                            

“Hey, Shaoran!” Lui le ignorò così si precipitarono a raggiungerlo. Sembrava che conoscesse bene la strada, che qualcosa lo stesse attirando a sé. Un qualcosa di magico che, però, Sakura non riusciva ad avvertire.                                                                                                                            

Nessuno dei tre poteva immaginare cosa li avrebbe aspettati, niente di meno quello strano negozio immerso fra il rosa dei fiori… un negozio che nessuno dei tre aveva mai notato.                                                                                                

“Midnight’s Moon” Lesse Sakura. “Ma voi sapevate che avevano aperto una nuova libreria?” Gli altri due scossero la testa.    

C’erano tanti scatoloni intorno alla porta d’ingresso. “Forse si sono appena trasferiti. È ancora tutto in disordine”. Fece notare Tomoyo.             

Il volto di Sakura s’illuminò. “Chissà se è gestita da persone simpatiche”.Prima che gli altri le potessero rispondere una voce alle loro spalle li fece sobbalzare.   

“Salve. Posso esservi utile?” I tre si abbracciarono spaventati.                                                                                                                      

 “Oh, scusatemi. Vi ho fatto molta paura?” Scossero la testa anche se era chiaro il contrario.

Era una ragazza dai grandi occhi azzurri, visibili chiaramente dietro dei sottili occhiali rettangolari. Portava i lunghi capelli castani raccolti in una grande treccia e li osservava con dolce sorriso. Aveva in mano quello che sembrava un pacco molto pesante. “Mi spiace davvero. Posso offrivi qualcosa per rimediare? La mia cioccolata calda è una delle migliori del paese!”                                                                   

I tre si guardarono ancora un po’ impauriti prima di annuire.                                                          

“Io sono Dara e gestisco questo negozio. Voi come vi chiamate?”                                             

“Sakura”.           

“Shaoran”.                                            

“Tomoyo”.                                                                                  

 Sakura piegò un po’ il capo di lato. “Hai un nome molto particolare, Dara”.                                                                               

“È gaelico” Spiegò. “Significa quercia. Mi è stato dato da una persona molto importante per me” Divenne quasi triste a quel ricordo ma si riprese subito. “Molto bene”. Sorrise ancora. “Seguitemi. Scusate per il disordine ma siamo in città solo da qualche giorno”.  

I tre ragazzi seguirono la giovane, che prese a canticchiare una dolce melodia.

                                                            ******

Li aveva condotti in una piccola saletta da the, tutto perfettamente in ordine a differenza dei numerosi scatoloni sparpagliati ancora qua e là nella stanza adiacente fra i giganteschi scaffali.                                                                                                                

“Potete guardare un po’ in giro mentre preparo la cioccolata. Non apriremo fino alla settimana prossima ma mi piacerebbe avere un parere su come procedono i lavori”.                                                 

Sakura e Tomoyo erano rimaste subito incantate dalla dolcezza di quella ragazza e subito avevano preso a complimentarsi per la bellezza di quel negozietto. La sala da the era deliziosa, emanava una calore molto piacevole, ed era perfettamente arredata come una tipica stanza inglese.                                                                                                                                                                                   

"Wow" Sakura era estasiata. "Ci sono così tanti libri!" Si meravigliò la ragazza. "E tutti così diversi!" Anche Tomoyo ne era rimasta sorpresa. C'erano libri diversissimi, in decine di lingue diverse.                                                                                                     

"Ho viaggiato molto" Spiegò la mora. "Ci sono culture così diverse che ho pensato di condividerle anche con gli altri: è un peccato che la gente d'oggi legga così poco". Osservò, versando la cioccolata in grandi tazze decorate con orsetti colorati.                                       

"Mi piacerebbe tornare un giorno con mio padre". Continuò la cattura-carte. "Lui insegna archeologia e sono sicura che adorerebbe un posto del genere!"                                                                                                   

Dara annuì. "Sì, farebbe piacere anche a me".                                                                                                                     

Anche a Shaoran Li quella ragazza era piaciuta. Era strano ma aveva avvertito un che di familiare.                                                         

Di nuovo quella sensazione. Di nuovo quella specie di richiamo. Proveniva da lì. Dall’angolo più buio del negozio. Aspettava lui. Prese ad avanzare a passi lenti, che risuonavano cupi nel silenzio che regnava fra quei pesanti scaffali. Sì, stava chiamando proprio lui. Innumerevoli libri erano stati sistemati ordinatamente in fila, su quell’ultimo ripiano ma non erano quelli che stava cercando. No. Quella voce proveniva dall’angolo più remoto.                  

Come ipnotizzato, appoggiò la mano su un vecchio libro dalla copertina di bronzo. Eccolo… Ecco da dove proveniva la voce…                                                                            

“Ahia!” la voce di Sakura lo risvegliò da quello stato di torpore. Si precipitò verso la sala da the dove la sua ragazza si toccava le labbra, imbarazzata. Si era scottata la lingua. Meno male. Non le era successo niente.                                                                                                                 

Dara rise. “Vieni Shaoran, la cioccolata è pronta”                                                                                                                          

Si sedette accanto alle sue amiche, prendendo tra le mani una tazza fumante.                                                                                      

 “Trovato niente di interessante?” Gli sorrise ancora e lui arrossì. Quella ragazza gli dava una strana sensazione… strana ma piacevole. Era come se si aspettasse qualcosa da lui. Qualcosa che non capiva.                      

Se non fosse stato così imbarazzato avrebbe percepito quello strano libro cadere a terra… aprirsi e rivelare uno scompartimento segreto… avrebbe percepito il simbolo della Luna apparire luminoso al suolo  mentre tante sfere di luce colorate schizzavano in aria prima di oltrepassare una piccola finestra lasciata aperta e disperdersi nel cielo di Tomoeda…                                                                                                   

Così come si era aperto quel libro si richiuse. Sulla sua copertina spiccava uno strano animale simile ad un gatto bianco con la fronte adornata da una luminescente gemma verde. La decorazione sbatté gli occhi prima di prendere vita. Ancora una volta il cerchio magico della Luna comparve nell’istante in cui la Guardiana con il simbolo del Sole si liberava dalla sua dimora di carta…

                                                   ******

La ragazza che si era fatta chiamare Dara sorrise mentre percorreva il lungo corridoio. Aveva dovuto usare un piccolo trucchetto affinché non si accorgessero di nulla ma ne era valsa la pena. Infondo, quei tre le piacevano. Si sarebbe divertita molto in quella città, ne era certa.                                                                                                                                                                                                             Il suo sorriso si tramutò in una vera risata quando lo vide al suolo, il gatto bianco sulla sua copertina scomparso.             

Bene… Il sigillo delle Moon Cards era stato infranto…

 

                                                      Continua…

 

Note: Heylà!  Dopo una lunga assenza eccomi con una nuova fic, stavolta su Card Captor Sakura. Ne avevo abbozzato un po’ la trama parecchi anni fa ma ora vedendo gli episodi, direi inediti, insieme a mia sorella mi è tornata voglia di riprenderla.                                                                                                                                                                                                       Non temete non abbandonerò la mia fiction su Harry Potter ma fra la mancanza di tempo (università, patente e lavoro) e questo str…..tto blocco dello scrittore, devo riordinare un po’ le idee su come continuarla. Spero di scrivere presto il prossimo capitolo.                                                                                                                                                                                                          Quanto a questa mia nuova operetta, ho finito questo cap in tre ore e come avrete notato il mio personaggio preferito è Li Shaoran. Penso che userò i nomi originali quindi se avete bisogno di chiarimenti fatemelo sapere. Credo che sia un peccato che non gli concedano un po’ di spazio in più. Cielo per avere una dichiarazione da Sakura, il povero Li deve aspettare il secondo film. Per la linea temporale siamo circa qualche anno dopo il secondo film, due anni dopo che Shaoran è tornato in Giappone, almeno secondo il manga.                                                                                                                                                                                                                Che dire: recensite. Spero vi sia piaciuto. Sayonara!

  
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