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Autore: Love_in_idleness    19/09/2006    6 recensioni
Breve fic su hide, perché ce ne sono veramente troppo poche. E' una cosa che avevo in mente da tempo ma che non avevo mai buttato giù per distrazione.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eyes love you

Eyes love you

 

 

It’s a dream, I’m in love with you…

 

Mi sono sempre chiesta come una persona del genere possa essersi lasciata scivolare nella debolezza e nel sonno fino a sbiadire nel vuoto della distruzione. A volte, guardando le sue foto, ascoltando le note della sua musica, mi sembra di vedere una luce sincera, pura e candida scaturire dai quei lontani simulacri di vita. Osservando i fenomeni del mondo non posso non riconoscere il suo legame coi momenti più belli della giornata, con l’alba, con la pioggia estiva e sottile, coi colori vividi, violenti, impressivi che gridano nella mescolanza e nei contrasti della scala cromatica. Mi sembra impossibile che tanta luce sia sparita dal mondo con una facilità spaventosa ed una velocità incalcolabile, perché adesso ho paura che ognuno di noi possa morire più facilmente. Capitemi bene: ogni dettaglio di lui, di quella sua esteriorità scintillante rivestita di allegria gialla e arancione e rosso splendente mi riconduce sempre a delle sensazioni positive di vitalità, di gioia e di una forza interiore così grande da essere custodita segretamente nel cuore di poche persone predisposte –come hide era-, ma sconosciuta al resto del mondo. Mi chiedo se il suicidio sia stato così facile, se sia stato così immediato ed inevitabile. Allora io, che  non ho capelli rosa e sorrisi sincerissimi ed abbaglianti, posso morire ancora più rapidamente? Io che non ho quella forza, quella luce abbacinante, mi spegnerò più in fretta consumandomi nelle tenebre? Magari mi sbaglio. Magari ci siamo sbagliati tutti quanti ed abbiamo presunto davvero di scorgere in quella maschera di colori ed energia inarrestabile la sua essenza più intima, mentre, al di sotto di un sottile strato di apparenza, lui nascondeva turbato un mondo di contraddizioni e di dolori che non lasciava mai sfiorare a nessuno perché potesse essere sanato. O magari, ancora, stiamo vivendo solo un sogno nel quale ci siamo tutti innamorati dei suoi capelli rosa e della sua immagine senza tempo impressa nel destino, mentre questa tragedia non è stata altro che una banale, ebbra distrazione mai cercata. Adesso ci siamo svegliati e lui è morto.

Anche se non conoscerò mai la sua verità, potrò riscoprirlo per sempre nelle sue foto e nelle sue canzoni.

Io non avevo neanche dieci anni quando un fiume di persone si riversava grondante e piangente nelle strade incredule di Tokio, che si svegliava un timido giorno di primavera per dare l’addio a quest’uomo pieno di luce ed ombra, di forza e di fragilità sconosciute eppure ben impresse nella memoria quasi per un caso fortuito, per un insieme contingente di fattori artistici ed estetici mai coscienti; non avevo neanche dieci anni quando i suoi compagni cantavano sulle sue ceneri di continuare per sempre ad amare e continuare per sempre a sognare fra le lacrime che scorrono finché la stagione splendente si trasforma in Eternità; o quando suo fratello gettò al vento i suoi resti finalmente liberi, e, forse, anche la sua anima finalmente libera. Il momento in cui lo vidi in foto per la prima volta sapevo di stare osservando l’immagine di una persona già morta. Non credevo fosse morto. Nessuno lo crede, all’inizio, perché attorno a lui si sprigiona costantemente una certa energia vibrante e piena di fascino. Quella luce tutta sua particolare, quella sorta di vigore, sembra essersi depositata in qualche dettaglio immortalato del suo viso, dei suoi occhi dal taglio orientale pieni di un sentimento indecifrabile, dei suoi capelli rosa e poi rossi e poi rosa mai ordinati.

L’immagine persistente del ragazzo che era mi si è depositata nel cuore senza che io me ne potessi rendere conto per fermarla. Prima ancora di conoscerlo come artista, valore per cui è rinato nella memoria e nell’immortalità, io sentivo di amarlo come persona, e di essere, senza una ragione particolare, senza un senso accettabile, incredibilmente triste e malinconica per la sua scomparsa prematura. Forse è questo il suo potere. Intendo, il potere di una leggenda. Si potrebbe continuare per millenni a chiedersi come si riesce a morire in quel modo eppure continuare a trasmettere inconsapevolmente una strana, vivissima luce.

 

The dream is over

In your voice still words are repeated that I’m not accustomed

On a colourful wall is passed an amount of ash

After, the emotions of that day I repeat in my dreams

Until I can forget your love

 

Endless rain fall on my heart, in the wounds of the heart

Let me forget all of the hate, all of the sadness

 

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“Eyes love you” è stato il primo singolo di hide, mentre la canzone quotata è “Endless rain”. Ho riportato il testo in inglese e non nella versione originale in giapponese e inglese (dato che il giapponese non lo so e non vorrei scrivere stupidate). La parte in corsivo nel testo è la versione adattata di “Forever Love”, che per chi non sapesse è la canzone suonata dagli X al funerale di hide. Le ho messe un po’tutte ^_^’’’.

 

 

   
 
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