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Autore: _Velvet_    11/02/2012    4 recensioni
Song-fic ispirata alla canzone Heroes di David Bowie, al suo testo drammatico, alla storia di disperazione di questi amanti divisi.
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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HEROES
 
 

Io, io sarò re
E tu, tu sarai la regina
Sebbene niente li porterà via
Li possiamo battere, solo per un giorno

Possiamo essere Eroi, solo per un giorno
 

Olga si svegliò di soprassalto: soltanto un altro brutto sogno, non era successo nulla. 
Ripensò alla giornata precedente, ripensò a Henry e alla forza dei suoi baci, al loro grande, pericoloso segreto. E poi con un senso di timore crescente, ripensò al muro che si alzava alto tra di loro. Quel muro che non si poteva abbattere, che divideva così nettamente una città in due, spezzando i loro cuori. Volevano sconfiggere quelle regole, abbattere le barriere della politica con la forza della disperazione. Avrebbe dato tutta sé stessa nel nome del grande amore che provava. Non le interessava il dolore con cui sarebbe morta. Voleva dimostrare loro che un muro, per quanto alto possa essere, non sarebbe mai riuscito a dividerli.
 

E tu, tu puoi essere mediocre
E io, io berrò tutto il tempo
Perché siamo amanti, e questo è un fatto
Sì siamo amanti, è proprio così

 

“Olga, abbiamo sbagliato?” Henry si tormentò il viso stanco, sapeva bene che avrebbero potuto morire per la loro relazione. Avrebbe potuto morire in ogni singolo minuto, ogni singolo passo che avrebbe fatto lo avrebbe potuto tradire.
Ma si ricordò dei capelli neri di Olga, della sua carnagione pallida, degli occhi sofferenti. Ricordò la sua voce roca, ruvida ma così sensuale. Ricordò dell’abito grigio che indossava, dello sguardo perso nel vuoto mentre cantava. Era una canzone mediocre quella che stava cantando, ma la forza dell’interpretazione lo aveva sbattuto al muro: era innamorato di quella misteriosa cantante.
Tutto era capitato così velocemente, senza che nessuno dei due si rendesse conto dell’enormità di quello che stava accadendo.
“Olga, devo rivederti”, pensò Henry, versandosi l’ennesimo bicchiere di liquore.
 

Sebbene niente ci terrà uniti
Potremmo rubare un po' di tempo,
per un solo giorno
Possiamo essere Eroi, per sempre
Che ne dici?

 
L’idea cominciò a farsi strada lentamente nella sua mente, e più acquisiva nitidezza, più la spaventava e ne era affascinata. Quale gioia, quale battaglia sarebbe stata vedersi ancora una volta, solo una, non importava. Un bacio, uno solo, un bacio in cui dirsi tutto, un bacio che non era un atto politico ma lo sarebbe diventato.
In piedi, davanti a quel Muro, senza timore, senza ripensamenti.
“Solo io e te, Henry. Due eroi innamorati che lottano per sé stessi. Dimmi, potremmo essere quegli eroi, solo per un momento, finché non ci separeranno per sempre?”.
    
Io, io vorrei che tu sapessi nuotare
Come i delfini, come i delfini nuotano
Sebbene nulla,
nulla ci terrà uniti
Possiamo batterli, ancora e per sempre
Oh possiamo essere Eroi,
anche solo per un giorno

 
Sulla scrivania era appoggiata una bottiglia mezza piena di un liquido incolore, dall’odore penetrante. Henry era comodamente seduto sulla poltrona di pelle dell’ufficio, circondato da pile di fogli. Fissava con noncuranza la macchina da scrivere, pensando a quello che avrebbe potuto scrivere; non riusciva a pensare però ad altro che a Olga, alla luce che la illuminava e al suo viso. Pensava allo strano sguardo che gli aveva rivolto nel camerino quando lo aveva visto arrivare, ai baci che si erano scambiati quasi involontariamente, alla dolcezza delle sue mani che gli accarezzavano la schiena.
“Olga, dove sei?” si chiese. E mentre le immagini scorrevano veloci nella sua mente, un’idea gli si fece strada nella mente, un’idea pericolosa, mortale. Ma era davvero preferibile vivere nel tormento della lontananza a morire? Sarebbe stato bello poter vivere insieme, senza pericolose leggi che lo impedivano. Sarebbe stato bello essere creature libere come i delfini, nuotare nell’oceano.
 
Io, io sarò re
E tu, tu sarai la regina
Sebbene niente li porterà via
Possiamo essere Eroi, solo per un giorno
Possiamo essere noi, solo per un giorno

 
Sì, sarebbe stata la sua regina senza nemmeno pensarci. Voleva rivederlo, voleva urlare al mondo il suo amore per lui, voleva andarsene da quell’infimo albergo, scavalcare il Muro e stringerlo di nuovo  a lei, fosse anche l’ultima volta. E più cercava di convincersi della stupidità della sua idea, più si rendeva conto che era l’unica strada.
Scese le scale buie, corse in strada. Arrivò al Muro, vide il sole al di là di quello, sapeva che Henry era lì, la stava aspettando. Non le importava di morire, non le importava di soffrire, quel tormento era già la più atroce delle torture. Sì infilò in una sottile breccia nascosta da un bidone della spazzatura e si ritrovò dall’altra parte del Muro, dove Henry l’aspettava: non si era sbagliata.
 
Io, io posso ricordare
In piedi accanto al Muro
E i fucili spararono sopra le nostre teste
E ci baciammo,
come se niente potesse accadere
E la vergogna era dall'altra parte
Oh possiamo batterli, ancora e per sempre
Allora potremmo essere Eroi,
anche solo per un giorno

 
Henry cadde in ginocchio al centro della cella piccola e buia. Ma la sua mente era rimasta vicino al Muro, stava ancora stringendo Olga tra le braccia, la stava baciando con tutta la sua passione, si stavano dicendo tutto in quel bacio. E si stavano ancora guardando negli occhi quando era arrivato quel proiettile che aveva tolto la vita di Olga, che si era accasciata contro di lui, completamente priva di vita.
Che senso aveva avuto quello che avevano fatto? Come aveva potuto permettere che colpissero lei? Erano davvero gli eroi che si era immaginato che sarebbero diventati?
Il dolore era insopportabile, il rimorso un peso sempre più pesante.
“È questo che si prova ad essere un eroe?”
Chi avrebbe mai narrato la storia di due amanti maledetti che avevano sovvertito le leggi solo per scambiarsi un ultimo bacio, chi era così pazzo da voler testimoniare la fine di un amore per mezzo di un proiettile?
Henry si accasciò sul pavimento, continuando ad annegare nel fiume del rimorso.
 
Siamo un nulla, e nulla ci aiuterà
Forse stiamo mentendo,
allora è meglio che tu non rimanga
Ma potremmo essere più al sicuro,
solo per un giorno

 
“Olga, Olga, che n’è stato di te? Tu sei una vera eroina, io sono solo la caricatura del tuo degno eroe, ti ho lasciato colpire, ti ho lasciato morire.
Ma forse è stato meglio così, non vorrei che ciò succedesse a te, non vorrei vedere te chiusa in questa cella a disperare sulla mia fine.
Che senso ha questa vita senza te? Amore mio, sei un delfino che nuota nel mare? Portami via con te! Prendimi, allontanami da questa esistenza priva di senso, di significato”.
Henry cominciò a togliersi le stringhe degli scarponi. Le annodò insieme per formare una corda, la assicurò alle sbarre della finestra. Con l’altra estremità formò un cappio che si mise al collo. Salì sulla panca e poi via, verso il vuoto, verso l’oceano dove Olga lo stava aspettando.

   
 
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