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Autore: b r i c i o l a    11/02/2012    12 recensioni
Il Tredicesimo Apostolo.
[Dalla shot]
Riusciva a sentire, anche ad un metro di distanza, il suo profumo, che l’acqua non aveva mandato via. Era un profumo che sognava la notte, era un corpo che voleva sempre al suo fianco. Era un viso che non abbandonava mai i suoi sogni.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’unica cosa davvero importante.

 

I never had the words to say
But now I'm asking you to stay
For a little while inside my arms
And as you close your eyes tonight
I pray that you will see the light
That's shining from the stars above.

(One Direction, More Than This.)

 

- Non posso crederci. È semplicemente assurdo, te ne rendi conto?-

- E perché?-

- Perché … hai anche il coraggio di chiedermelo? No guarda, rimango allibita.-

- Avanti, dimmi perché. Che c’è, tu non ti sei mai innamorata?-

- Claudia … sei sicura che sia amore? Che non sia solo attrazione fisica? Insomma, è un bell’uomo dopotutto.-

- Lo sapevo che saresti arrivata lì, guarda. Cosa credi, che non me lo sia chiesto? Beh no, non è solo una questione fisica. Io lo amo, è la cosa di cui sono più certa in questo momento.-

Il sole era tramontato da un paio d’ore e l’aria della sera era abbastanza fresca per il periodo.

Claudia, un paio di giorni prima, aveva compiuto il madornale errore di telefonare a sua madre, per farla partecipe della sua vita. Non c’era mai stata, non ricordava una volta che le avesse chiesto di una sua cotta o anche del suo gusto di gelato preferito. Ma era sua madre e lei, in quel momento, aveva davvero bisogno di parlare con qualcuno che potesse capirla.

I giorni erano passati lenti, privi di vita, mentre l’autunno avvolgeva con il suo caldo mantello tutta la città. Le strade si erano riempite di foglie secche, le sciarpe avevano ripreso ad avvolgere il collo delle persone. La gente si preparava già all’inverno, ma lei non ne aveva bisogno.

L’inverno era entrato nel suo cuore sin da quando aveva parlato con lui, per l’ultima volta.

- Ed ora?-

- Ed ora, non lo so, mamma. Cazzo, non lo so. Non so niente.-

Claudia si alzò dal divano, avvicinandosi alla finestra. Il cielo era scuro, fitto di nubi gonfie d’acqua. Sembrava essere d’accordo con la sua anima.

- Che ne dici di una vacanza? Tu e la tua mamma. Insieme, così magari trovi qualche bel fanciullo!-

La psicologa si girò a guardare la madre, con un angolo della bocca sollevato in un mezzo sorriso.

- No, ma grazie. Non posso abbandonare tutto e fuggire … non voglio essere vigliacca.-

La madre le si accostò, abbracciandola. Ne sapeva qualcosa, lei, di amori improbabili, ma non impossibili.

- Claudia, se dovessi sentire di non farcela più, di aver bisogno di staccare da tutto e prendere una boccata d’aria, chiamami. So che non ci sono stata molto, ma voglio aiutarti, se posso. Voglio starti accanto.-

La strinse più forte, cercando di nascondere quelle lacrime di amore materno che non sempre si riuscivano a frenare.

- Lo farò, mamma. Lo farò.-

 

La sua auto era una traditrice. Si era fermata così, senza preavviso, in mezzo al nulla. D’un tratto si era messo anche a piovere e lei era minacciata da una crisi di nervi che le avrebbe giocato la sanità mentale, lo sentiva. Prese un respiro profondo, bloccata in quella gabbia di acciaio e plastica, senza un ombrello a portata di mano. Per di più aveva solo un leggero cappottino addosso, e di scendere dall’auto a cercare aiuto non se ne parlava affatto.

Sbuffò sonoramente, afferrando il cellulare dal sedile al suo fianco. Come accadeva sempre in quei casi, non prendeva.

- Merda. -

Passarono un paio d’ore, ma il cielo non voleva saperne di schiarirsi. Claudia si rese conto di non poter più aspettare in quel piccolo bugigattolo e ormai era saturo del fumo di almeno cinque sigarette, che aveva fumato una dietro l’altra. Da quando aveva ripreso il vizio, subito dopo aver conosciuto lui, non c’era stato verso di frenarsi.

Afferrò le chiavi dell’auto e scese in mezzo a quel diluvio universale. Neanche il tempo di fare due passi, ed era già bagnata fradicia.

Camminò per quelle che le parvero ore, prima di giungere ad un sentiero delimitato da alberi che, con i loro fitti rami, creavano quasi una cupola, dalla quale scendeva poca acqua. Probabilmente portava ad una casa di campagna e lei lo intraprese.

Senza rendersi conto che quel sentiero lo conosceva bene.

Il cielo era ormai diventato nero quando raggiunse il cancello della villa.

Villa, che spesso, ricorreva nei suoi sogni.

L’acqua le scorreva gelida lungo il corpo, i vestiti erano inzuppati e la facevano tremare violentemente, i capelli le si erano incollati al viso, ma mentre la riconosceva, nulla aveva più importanza.

Ebbe la fugace idea di ritornare indietro, di rimettersi in auto e di aspettare. Qualcuno l’avrebbe cercata, prima o poi. Avrebbe aspettato anche di morire sotto il violento getto dell’acqua, se non fosse stato per l’attrazione che quella casa esercitava su di lei.

Continuò a fissarla, quasi incantata, mentre lentamente si avvicinava.

Vista da lontano, poteva essere scambiata per un fantasma o un ladro.

Ma tanto non c’era nessuno.

Si sbagliava.

 

Aveva trovato il pesante portone di legno aperto, fortunatamente.

Villa Antinori, al suo interno, era nello stesso stato di quando l’aveva lasciata, alcuni mesi prima, dopo la morte di Demetrio. Salì al piano di sopra, sfiorando con la punta delle dita, le mura bianche e crepate. Non era una donna facile da spaventare, ma quella casa, spesso e volentieri, le aveva sempre messo una strana sensazione di soggezione addosso. Arrivò nella sala del camino, quella dove avevano dormito, lei e lui.

Il fuoco ardeva schietto e vivace.

Ne rimase spaventata.

Chi c’era in casa? Lei non aveva visto nessuno, non aveva sentito nessuno. Non c’erano auto fuori.

- Claudia …-

La psicologa sobbalzò, lasciando cadere a terra le chiavi e il cellulare che aveva ripreso in mano. Si girò lentamente verso la porta e lo vide, fermò lì, con dei rami tra le braccia, come una visione.

Le sembrava di aver dimenticato il suo volto: non lo ricordava così bello, così carico di gioia. Così … così tutto.

- Gabriel … io …-

- Sono contento di rivederti. Mi sei mancata molto.-

Gabriel si avvicinò, dopo aver posato a terra ciò che portava tra le braccia.

Era vero, gli era mancata terribilmente. Aveva sentito la mancanza della sua scetticità, del suo acume, del suo viso. Persino del suo linguaggio troppo colorito.

Claudia era spuntata nella sua vita dal nulla, ma ben presto aveva messo radici profonde nel suo cuore, che non accennavano nessuna voglia di andar via.

- Non lo fare …-

- Cosa?-

- Non dirlo, non provare a dirlo ancora. Non è vero che ti sono mancata, non … non dirlo.-

- Ma cosa dici?-

- È meglio che vada … non so neanche perché sono qui … addio, Gabriel.-

L’uomo le afferrò un braccio, mentre lei cercava di superarlo per uscire dalla camera.

Gli formicolarono le dita e un brivido gli attraversò il corpo. Non era una sensazione spiacevole, però.

- Ti prego, resta. Fuori piove e qui sarai al caldo. Prometto di starti lontano, di non parlare, ma resta.-

Claudia lo guardò negli occhi, prendendo leggermente coraggio. Non voleva andare, voleva rimanere lì a specchiarsi nei suoi limpidi occhi azzurri, lasciando tutto il mondo fuori da quel loro angolo privato. Voleva scoppiare in lacrime e abbracciarlo, sfiorare con le labbra ogni lembo di pelle possibile. Ma non poteva. Non doveva.

- Ti prego, resta.- disse lui ancora una volta, e lei si lasciò convincere.

Si avvicinò al fuoco, tolse il cappotto fradicio e strizzò i capelli per far colare via tutta l’acqua in eccesso. Improvvisamente non riusciva più a capire se sentisse freddo o caldo. Sentiva solo la sua presenza.

- Tieni.- disse Gabriel, porgendogli un cambio e una coperta.

Lei lo guardò stranita, ma grata.

- Li ho trovati nel vecchio armadio di mia madre, credo che siano della tua taglia. Puoi indossarli, mentre i tuoi asciugano.-

Claudia annuì, poi approfittando del fatto che lui fosse uscito, si cambiò davanti al fuoco, per poi sedersi sullo spesso tappeto. Portò le gambe al petto, stringendole con le braccia.

Gabriel tornò dopo una decina di minuti e anche lui prese posto al suo fianco. Indossava un semplice maglione nero con dei jeans ed era bello, terribilmente bello.

- Come stai, Claudia?-

- Avevi promesso che non avresti parlato.-

Gabriel sorrise, tornando a guardare il fuoco.

- È vero, ma non posso. Come stai?-

- Come credi che possa stare? Bene, tutto sommato. Se non fosse che l’uomo che amo è un prete, che sono confinata nella sua casa con lui senza avere la possibilità di andarmene e che inizio a perdere colpi a lavoro perché penso a chi non dovrei.-

L’uomo sorrise, tenendo a freno la voglia di stringersela al petto. Riusciva a sentire, anche ad un metro di distanza, il suo profumo, che l’acqua non aveva mandato via. Era un profumo che sognava la notte, era un corpo che voleva sempre al suo fianco. Era un viso che non abbandonava mai i suoi sogni.

- Non mentivo, quando ti ho detto che mi sei mancata. Mi manchi tutt’ora.-

- Gabriel lo stai rifacendo.-

- Cosa?-

- Mi stai ferendo. Lo capisci che non è facile per me? Non puoi dirmi che ti manco, non quando l’unica cosa che vorrei fare è stare sempre con te. Ma non posso e devi rendermi la cosa più facile, altrimenti rischio d’impazzire.-

- Mi dispiace, non voglio farti star male.-

- Lo so, Gabriel, lo so.-

Rimasero in silenzio per dieci minuti. La stanza si era riscaldata abbastanza, tanto che entrambi sentivano molto caldo, e il fuoco continuava a scoppiettare allegro.

Tante volte, Claudia, si era ritrovata a dire, ai suoi pazienti, che le figure particolari e familiari allo stesso tempo che comparivano nel fuoco, non erano segno di pazzia, ma solo di desideri inconsci o consci, a seconda delle situazioni.

In quel momento, lei, nel fuoco, vedeva solo il viso del’uomo che le stava accanto.

Non si accorse che lui aveva annullato la leggera distanza tra i loro corpi, fin quando non si ritrovò la testa appoggiata alla sua spalla.

Non ebbe la forza di staccarsi, non quando il suo odore era così forte.

- Voglio fare l’amore con te, Claudia. Voglio sentirmi parte di te almeno una volta, almeno per un po’. Non credere che le cose siano state difficili solo per te, fin’ora. Voglio fare l’amore con te.-

Le baciò la testa e dopo che lei l’ebbe alzata, guardandolo con occhi che non lasciavano spazio ad indugi, baciò le sue labbra.

Fu come tornare a casa dopo tanto tempo, come un marinaio che tocca terra dopo mesi, con le gambe tremanti e il cuore gonfio di felicità.

Si staccò dalle sue labbra, per farle riprendere fiato, scendendo lungo il collo liscio e delicato.

Pian piano i vestiti scivolarono a terra, lasciandoli tremanti, ma non di freddo.

Le mani s’intrecciavano tra i capelli, le labbra lasciavano scie infuocate.

Non c’era più nessun’ostacolo, tra loro.

C’era solo voglia di dimenticare i dolori, le tristezze che li avevano tenuti lontano.

C’era solo voglia di perdersi l’uno nelle braccia dell’altro, per sempre.

Non erano Padre Gabriel e Claudia.

Erano solo un uomo e una donna che si amavano, per la prima volta senza paura.

 

Il sole li trovò abbracciati, la mattina dopo. Stesi di fronte al camino ormai spento, i loro corpi ancora avvinghiati, i visi sorridenti e sereni nel sonno.

Ci sarebbe stato il tempo di svegliarsi, di guardare in faccia la realtà e ciò che era accaduto tra loro.

Ci sarebbe stato il tempo di prendere decisioni.

Non c’era fretta.

Si erano amati. L’unica cosa davvero importante.

 

-------

Sono di nuovo qui, in questa sezione, a scrivere sul Tredicesimo Apostolo.

Capitemi, ne sono stata così affascinata che non riesco a fare a meno di pensarci.

Non oso immaginare il vuoto che sentirò mercoledì sera, sapendo che non vedrò il mio amato Gabriel.

Non so cosa dire, se non che è una shot, questa, totalmente distaccata dall’altra. Insomma, due modi diversi in cui le cose sarebbero potute andare. Magari ne scriverò altri, chissà.

Spero di non aver scritto enormi cavolate, ma La Mediaset non mi è stata d’aiuto, visto che ogni cinque secondi passava la pubblicità dei DVD della fiction e io rimanevo imbambolata xD

Non sto bene, me ne rendo conto.

Spero vi piaccia e … grazie alle stupende persone che hanno commentato l’altra, sul serio.

Mi avete fatta felice, siete meravigliose.

Baci ^^

 

 

   
 
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