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Autore: Shira94    11/02/2012    2 recensioni
La Marukawa Shoten ha allargato i suoi contatti all'estero.
Così Ritsu e Takano si ritrovano a dover andare in Francia, ma per problemi tecnici il volo viene dirottato a Milano. Dopo una bellissima giornata in città, i due pernottano in un albergo, ma i sogni di Ritsu sono pervasi da Takano. La mattina dopo devono ripartire, ma Takano nota il turbamento del compagno e intuito il motivo non rinuncerà ovviamente a farselo scappare ;)
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Data creazione: 31.‎7.‎11
Nella versione originale scaricabile al  sito in fondo alla
FunFic, vi sono parti in corsivo e cambi di carattere qua non riportati.
Spero lo stesso che la comprensione sarà senza complicazioni.
Grazie :)
 

 
 
La richiesta dei manga pubblicati dalla Marukawa Shoten era cresciuta a dismisura. Ormai non solo occupava più del 60% del mercato dei manga in tutto il Giappone, ma la richiesta si era estesa anche all'estero. Erano davvero troppe le case editrici che reclamavano i diritti delle varie opere per mettere in commercio l'equivalente tradotte. La scelta da prendere era estremamente difficile: buttarsi nel commercio all'estero?
Takano rilesse ancora una volta la presentazione della proposta del suo piano di azione: mandare dei mediatori in ogni paese la cui richiesta non era consistente, per proporre l'adozione dei diritti degli autori che la Marukawa trattava. Era un piano altamente rischioso, poichè il successo sarebbe stato determinato soltanto dalla bravura dei mediatori e dall'interesse che essi avrebbero suscitato nelle case editrici straniere. Le spese per le diverse spedizioni sarebbero state alte, ma Takano, una volta terminata la terza lettura, si disse che il gioco valeva la candela.
Si alzò dalla scrivania e andò nell'ufficio del direttore.
 
L'intera situazione era assurda. Lo aspettavano ben 12 lunghe ore di volo. Lui amava gli aerei, ma ciò che lo entusiasmava era vederli prendere il volo e atterrare sulle piste negli aereoporti. Di salirci non se ne parlava. E ora invece si ritrovava proprio lì dove non aveva mai minimamente pensato di poter essere: a bordo di un aereo. La cosa era diventata assurda quando realizzò che affianco a lui c'era proprio Takano.
'Ma perchè hanno scelto proprio lui per questo viaggio di lavoro??'
Ritsu stacco la faccia dal finestrino e si girò verso di lui. Nell'appurare l'eleganza dei suoi tratti, la lucentezza dei suoi capelli e la bellezza dei suoi muscoli che si indovinavano sotto la camicia, gli ritornò alla mente quella volta di ritrono dalla biblioteca della scuola, a casa sua.
 
Era scoppiato un acquazzone e per ripararsi erano corsi a casa di Takano, ma poco era servito perchè tutte le divise erano completamente bagnate. Di ritorno dal bagno, con gli asciugamani in mano, Ritsu lo aveva visto e ogni forza per muovere un muscolo gli era mancata. Takano, in piedi davanti al suo letto, senza maglietta, si stava lentamente spogliando.
 
Dei lunghi brividi lo inebriarono dietro la schiena e la testa gli girò leggermente, andando ad aumentare la nausea che aveva già a causa dell'aereo. Non era affatto il momento di mettersi a fantasticare su vecchi ricordi, soprattutto se erano ricordi legati a quella certa persona che in quel momento gli sedeva accanto.
 
Takano guardò l'orologio. Erano le 6 di pomeriggio, ancora un’oretta e sarebbero arrivati in Francia. Continuò a sfogliare pigramente la guida che aveva trovato prima di partire in aeroporto. L'elenco dei ristoranti raccomandati era lunghissimo e anche se la ricerca si limitava a Parigi, numerose pagine erano dedicate alla gastronimia. Molti dei ristoranti erano situati in posti molto romantici. Si voltò verso Ritsu, che come preso da una forte febbre era leggermente sudato e arrossato, e ogni tanto dei piccoli brividi lo smuovevano. Takano pensò seriamente se avesse la febbre, ma poco dopo vide che si era ripreso e con una finta calma si era appoggiato allo schienale del sedile per rilassarsi.
'Mi piacerebbe davvero portarlo a mangiare in tutti questi posti. Purtroppo abbiamo una sola giornata a disposizione e non potremo proprio fermarci a mangiare in nessun ristorante', pensò tristemente Takano.
Poi però si rese conto di quanto fosse stato fortunato ad aver avuto la possibilità di fare questo viaggio da solo con Ritsu. Si sporse verso di lui e gli sussurrò:
'Onodera, sono davvero felice che tu sia venuto con me.'
Ritsu avvampò nuovamente e si tirò sù dallo schienale. Poi si girò verso di lui e con un tono di voce adirato, ma con uno sguardo che tradiva completamente la sua rabbia, gli rispose:
'Ma sei stato tu a costringermi! Non ho avuto affatto scelta!'
Takano gustò ogni emozione che attraversava quel delizioso viso davanti a lui. Poi con infinita dolcezza, spostò la sua mano e andò a prendere quella di Ritsu.
 
Era assolutamente vero! Era stato costretto da Takano a partecipare a quell'insensato viaggio d'affari. Certo, aveva sempre desiderato andare a visitare l'occidente, ma questo non lo scusava per niente. 
La sua rabbia però evaporò presto davanti allo sguardo indagatore di Takano. L'aria di superiorità lo schiacciavano e affascinavano completamente.
Poi Takano posò la sua mano sul dorso della sua e accarezzandola dolcemente gliela prese. Ritsu riusciva solo a sentire il calore di quel contatto arrivare in tutto il suo corpo, sciogliendolo. Takano lentamente la sollevò fino davanti il suo viso. Lo guardò negli occhi come per avere la sua completa attenzione e poi posò le labbra sulla sua mano. Ritsu aprì la bocca dallo stupore. Passo qualche frazione di secondo, dopodiché esplose rosso dalla vergogna:
'Che cosa hai fatto!? Ci potrebbero vedere tutti, non fare idiozie del genere!'
'Abbassa la voce. Non ci vede nessuno...'
Ritsu di vergognò ulteriormente per il gesto sconsiderato, ma non fece in tempo a ribattere che lo vide avvicinarsi, bloccarlo in uno stretto abbraccio e baciarlo.
 
Sapeva perchè Ritsu era sempre così nervoso: voleva che tutto fosse sempre perfetto e ogni pensiero fuori controllo o gesto impulsivo lo mettevano sulle spine quando era con lui e finiva per scusarsi o arrabbiarsi. E tutta questa confusione nella sua testa e nel suo cuore era dovuta soltanto alla sua presenza. Era per questo motivo che lo adorava ancora di più quando si innervosiva. E allora non ci pensò due volte. Si sporse nuovamente verso di lui, gli bloccò le braccia con fermezza e lo baciò. Le sue labbra non indugiarono sulle sue e lo baciò subito con trasporto. Lentamente gli lasciò il braccio destro e la sua mano corse sul suo viso, accarezzandolo e fermandosi dietro nuca, facendo passare i suoi capelli tra le dita. Solo allora sentì quel bacio essere corrisposto e come ogni volta il desiderio incominciò a farsi sentire sempre più prepotente. Si staccò di colpo, con una smorfia di dolore. Soffriva terribilmente perchè non lo poteva avere. Non era possibile su quell'aereo. No, non poteva, assolutamente.
 
La testa era piena del suono di un assordante tamburo che suonava forsennato al ritmo del suo cuore. Sentiva le tempie premergli e la testa gli girò quando si accorse di avere ancora sulla lingua il suo sapore. Ritsu aveva ancora la bocca semiaperta. Takano si era allontanato improvvisamente da lui, che cosa significava quel gesto?
Si vergognava terribilmente al solo pensiero di desiderare che quel bacio non fosse finito mai. Aveva forse sbagliato? Provò a ricordare le volte precedenti e nulla gli sembrò essere andato male. Chiuse la bocca e arrossì al solo pensiero che le altre volte, ovvero gli altri suoi baci, erano appartenuti sempre e soltanto a Takano.
Era troppo. La testa gli girava sempre più e per via del lungo viaggio si sentiva terribilmente disabilitato. Cercò di non pensare a quello appena successo e con un leggero velo di preoccupazione riuscì ad addormentarsi rannicchiato verso il finestrino.
‎04.‎8.‎11
La sera stessa andarono in un delizioso hotel nel centro di Parigi.
'Come c'è una sola camera?!?', urlò Ritsu.
'Mi dispiace, ma c'è stata una prenotazione improvvisa e urgente e non siamo riusciti ad organizzarci meglio'.
Il padrone dell'hotel cercava di esprimersi con il suo cattivo giapponese, terribilmente desolato.
Controvoglia Ritsu si caricò le pesanti valige addosso e si diresse verso l'ascensore, seguito da Takano. L'ascensore era piccolo ed entrambi si trovarono schiacciati uno all'altro. Ritu provò a scorgere l'espressione di Takano e con imbarazzo si accorse che lo stava guardando con un sospettoso sorriso stampato sulle labbra. Fremette di rabbia verso il destino così ostinato a volerli sempre così vicini.
Una volta arrivati nella loro stanza, sistemarono le valige a terra e come aveva immaginato, Ritsu appurò il peggio. C'era un unico letto matrimoniale.
Le fantasie di Ritu dilagarono nella sua mente senza freno, nonostante fosse contrariato. Un misto di imbarazzo e furente rabbia si mescolavano dentro di lui. Takano si sporse per prendere qualcosa dietro Ritsu e inavvertitamente sfiorò il suo braccio. Quel poco bastò per farlo sussultare sul letto dov'era seduto e metterlo sulla difensiva.
'Io dormirò a terra!! Non devi preoccuparti!', sbottò immediatamente Ritsu.
Takano lo guardò con aria sorpresa e contrariata. 
'Non pensarci nemmeno, Onodera...'
 
'... Onodera? Onodera! Svegliati, siamo atterrati, dobbiamo scendere.'
Ritsu socchiuse gli occhi e si ritrovò ancora sull'aereo. Takano, affianco a lui, gli teneva un braccio. Di scatto lo sollevò respingendolo e ringraziò che quello appena vissuto era stato solo un sogno. Ripreso dallo shock, sussurrò: 'Mi ha svegliato in tempo...'
'Che cosa stavi sognando? Qualcosa di bello?', gli chiese Takano con un sorrisetto poco innocente.
'No, era un incubo!', scattò Ritsu.
'Me lo racconterai dopo, ora non c'è tempo, dobbiamo scendere.'
Takano si affettò a prendere i bagagli a mano e Ritsu subito lo seguì. La voce all'auto-parlante assomigliava vagamente al francese, ma di sicuro non lo era. Ritsu ebbe conferma della sua supposizione quando lesse le scritte in aeroporto e il disordinato via vai di persone che affollavano quel luogo.
'Takano-san, non siamo in Francia vero?'
'No. Ci sono stati problemi tecnici e hanno dirottato il volo. Dal punto che ormai la riunione sarebbe salta, Shinzu ha detto che se ne sarebbe occupavo lui tramite videoconferenza. Speriamo bene.'
'E dove siamo stati dirottati?'
'Ora siamo a Milano, ma domani mattina prenderemo il volo per Lecce, dove si terrà il nostro secondo meeting'
'Milano? Ma allora...'
Ritsu non ci credeva, erano già in Italia! Quanto ne aveva sentito parlare. Molti suoi amici ci erano andati e lui non vedeva l'ora di arrivarci. Per nulla al mondo si sarebbe fatto rovinare questo viaggio. Si convinse a non pensare al sogno fatto da poco nè tanto meno a Takano. Con la testa più leggera si guardò intorno meravigliato.
 
La loro prima e unica giornata a Milano fu delle più deliziose. Appena usciti dall'aeroporto si diressero verso un ristorante, nel quale ordinarono un semplice menù.
Il sapore del risotto allo zafferano che aveva preso Ritsu non lo colpì particolarmente, ma quando assaggiò una cotoletta milanese di pollo rimase deliziato. D'altronde chi non viene conquistato dalla cotoletta milanese? Girarono la città con la testa perennemente per aria, ammirando le chiese che Ritsu aveva visto solo in foto e osservando curiosi il comportamento della gente intorno a loro. Non lo trovarono particolarmente diverso da quello caotico di Tokio. Quando Takano si avvicinava a lui, per qualsiasi motivo, Ritsu prendeva con cura le distanze e con disinvoltura aumentava il passo senza smettere di parlare. Spesso, quando erano seduti ad un bar per un caffè, che Ritsu trovò davvero gustoso, la gente si girava attirata dalla sua parlantina. Le loro lingue erano così differenti.
La sera il suo incubo non si avverò. Le camere erano divise da un bellissimo solido muro bianco e Ritsu si addormentò subito, rapito dalla giornata appena passata ed emozionato per l'avvenire.
 
Mentre giravano la città, Takano più che ammirare il panorama osservava divertito Ritsu, che come un bambino  girava per le piazze e le vie con in mano la sua macchinetta digitale. Ogni volta che cercava di avvicinarsi però notava che lui si irrigidiva e con immenso dispiacere osservava come prendesse le distanze. L'avrebbe voluto anche solo accarezzare, sfiorargli la mano. Desiderava il contatto con lui. In giro vedeva gente troppo impegnata per notarli e quando vide una coppia di ragazzi baciarsi pubblicamente, pensò che quel paese avesse codici morali davvero diversi dal Giappone.
Mentre Ritsu correva allegro davanti a lui, Takano era pervaso da un leggero velo di mestizia. Ritsu però nemmeno se ne accorse. Sembrava troppo preso da ciò che lo circondava per dedicargli la benché minima attenzione.
Nell'hotel rimase a lungo a fissare il muro bianco che li divideva. Illuminato dai raggi della luna attraverso le finestre, più che bianco sembrava azzurro. Non riusciva a spiegarsi il perchè lo desiderasse così tanto. Come faceva Ritsu a far finta di niente e saltellare sereno davanti a lui? Si addormentò con un'espressione turbata sul viso.
L'indomani mattina si svegliò di buon'ora e senza indugiare, dopo essersi cambiato, era sceso nella hole per fare colazione. Quando finì notò con preoccupazione che Ritsu non era ancora sceso. Quando bussò alla porta della sua camera lo vide affacciarsi con aria assonnata.
'Non puoi più fare colazione, non c'è tempo. Tra mezz'ora dobbiamo uscire, sii pronto', sbottò Takano e si sorprese del suo tono di voce così freddo. In realtà mancavano ancora più di quattro ore al loro volo, ma era leggermente innervosito per il fatto che Ritsu non fosse sceso con lui.
Ritu non gli rispose, ma mentre stava chiudendo la porta Takano vide una strana espressione sul suo volto.
 
Ritsu non ne poteva davvero più. Ogni notte, a volte più a volte meno, sognava la sua adolescenza con Takano. Era terribile, perchè ogni volta che si svegliava, madido di sudore, doveva realizzare dove si trovasse. Nello stesso momento in cui finì di vestirsi per scendere a fare colazione, sentì bussare la porta: era Takano. 
Nell'ascoltre le parole che gli rivolgeva gli sembrarono così fredde che con grande delusione pensò intensamente che non poteva essere lui l'uomo che aveva tanto amato in passato. Doveva smetterla di stare al suo gioco. La sua reazione triste a quel pensiero lo sorprese e senza rispondere si stava accingendo a chiudere la porta, quando Takano con una mano la bloccò.
'Tutto bene?', gli chiese.
La confusione prese forma nella sua testa. Come aveva fatto a capirlo senza che parlasse? E come aveva potuto dubitare anche solo per un secondo che non era lui lo stesso che gli aveva preso il cuore dieci anni fa? Più passava il tempo più ritrovava in lui quegli atteggiamenti che lo rapivano. Arrossì e si sbrigò a borbottare un sì, abbassando immediatamente lo sguardo.
Takano, prendendolo alla sprovvista entrò nella sua camera, chiudendo velocemente la porta. Ritsu si oppose con energia, ma in realtà la sua difesa era alquanto fiacca, perchè era ancora in parte assonnato.
Takano lo serrò in un bacio senza vie di fuga. La sua lingua, come un fiume, imperversava nella sua bocca. Ritsu ancora non capiva, mai aveva sentito in lui tanto desiderio. Il modo in cui le sue mani scorrevano con forza lungo la sua schiena, stringendolo, lo fece rabbrividire. Takano, mentre con una mano lo spogliava della camicia, con l'altra lo premeva contro di sè. Ritsu sentiva il suo corpo essere così caldo e invano cercava di respingerlo. Solo allora si accorse che entrambi non avevano più la camicia. 
Serrandolo in un possessivo abbraccio Takano faceva scivolare la sua lingua lungo il suo collo, baciandolo, fino a scendere poco più giù.
'Nn... Takano, basta... N-no...'
Takano con una mano lo abbracciava, mentre con l'altra e la bocca lo stuzzicava. Ritu si trovò a stringere con veemenza la sua schiena, finendo per graffiarlo. Allora Takano rabbrividiva di piacere e continuava a far suo lentamente tutto il corpo di Ritsu. Le sue grandi mani lo accarezzavano dappertutto.
 
Come aveva potuto resistere? Pensò al lungo viaggio che li aspettava e alle remote possibilità che avrebbero avuto di trovarsi soli insieme. Takano entrò nella camera di Ritsu e il desiderio furente che lo straziava dentro si appropriò di lui. Ogni volta lo baciava non gli sembrava abbastanza e cercava di averlo il più possibile. I momenti in cui si sentiva appagato erano brevi e voleva sempre di più. Fece sua ogni parte di lui, ma ancora non gli bastava. Quando sentiva le sue mani graffiarlo si soffermava su quel dolore misto a piacere che provava. Poi Ritsu gli sollevò il viso. Erano entrambi caduti a terra, con i vestiti sparsi intorno a loro. Mentre lui aveva il respiro irregolare, Ritsu lo cullò con il suo di respiro, che ora procedeva calmo e profondo. Lo guardò dritto negli occhi. I suoi occhi verdi erano molto lucidi, e un piccola lacrima cadde sul suo viso. Poi lo avvicinò e con estrema dolcezza lo baciò. Lo sentì come miele scendergli giù nella gola. E come per non rompere quel dolce incantesimo, Takano si sollevò lentamente da terra per mettersi a sedere al livello di Ritsu. Avvolgendolo in un morbido abbraccio, rimasero a lungo così, scambiandosi effusioni e lunghi baci. Per Takano quella fu una bellissima dichiarazione.
Ritsu si addormentò abbracciato a lui sul suo petto. Dopo averlo osservato a lungo, stampando nella testa ogni dettaglio, lo rivestì e mise nel letto.
 
La luce che arrivava dalle finestre aperte lo svegliò. Ritsu, dopo essersi ripreso dallo sconvolgente sogno appena fatto, si chiese dove fosse un po' spaventato. Poi realizzò che si trovava in un hotel... a Milano. Un bel sorriso gli si disegnò sul volto: Milano, Italia... non vedeva l'ora di arrivare alla prossima città. Poi sollevò lo sguardo e vide Takano che con calma metteva in ordine la camera che era stata precedentemente messa a soqquadro. Vedendolo Ritsu ebbe un brutto presentimento: 'Come hai fatto ad entrare qui??', borbottò infastidito.
Takano gli rivolse un buongiorno con una faccia interrogativa.
Che strano, quel sogno era stato davvero così reale. Poteva sentire ancora l'intero corpo bruciargli ovunque Takano lo avesse toccato, e non c'era parte che non gli bruciasse. Nel vedere Takano Ritsu capì che non era stato affatto un sogno e rosso di vergogna in una maniera assurda si buttò sotto le coperte, tirandole fin sopra la testa.
Là sotto aveva incominciato a fare un caldo insopportabile. Al riparo dalla luce dell'evidenza, provò a riflettere su quello che era appena accaduto, ma riuscì a ricordare solo un immenso e interminabile momento di piacere. Si vergognò di sè stesso: perchè era sempre così debole di fronte a quel dolcissimo amore che gli offriva Takano? Non riusciva proprio a resistergli. 

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