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Autore: redcokehobos    12/02/2012    9 recensioni
“Che c’è?” mi chiese, con fare innocente.
“Robert” dissi, cercando di reprimere la mia voglia di staccargli la testa “... mi spieghi perché il latte della bambina è marrone?”
“Beh, i biscotti per neonati sono finiti così ho messo quelli al caffè” mi spiegò “sai quelli che mi piacciono tanto, con le gocce di cioccolato...”
Sospirai, rassegnata. “Signore, perché l’hai fatto così idiota?”

Momenti di serenità in un roseo futuro Robsten: Robert e Kristen alle prese con la loro piccola Joy.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kristen Stewart, Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Piccola one shot per questo domenica pomeriggio.
Spero sorridiate almeno un po’.
Ciao :)
 

 

 

I wanna be...

 

Su. Giù. Su. Giù.

Su… e giù.

Scendeva e risaliva.

Scendeva ancora… e risaliva un’altra volta.

Era questo ciò che faceva mia figlia più o meno da mezz’ora, consumando il parquet delle scale che portavano al piano superiore di casa.

Scendeva lentamente in salotto, lanciava un’occhiata indecisa in mia direzione, poi scuoteva la testa e tornava su spedita come un razzo. E questa scenetta si ripeteva all’incirca ogni cinque minuti.  Sicuramente pensava non l’avessi vista.

Sembrava pensierosa. Anzi, piuttosto… combattuta.

«Cosa sarà preso a tua sorella? Eh, bambolotto?» sussurrai a David, che giocava tranquillamente nel suo box al centro del salotto. Ma tutto ciò che mi rispose fu un «ta, ta, ta», mentre sbatteva ripetutamente la testa di un innocente Winnie the Pooh di peluche contro una macchinina di gomma.

Mi alzai dal pavimento e mi sedetti sul divano lì vicino, così da continuare a tenerlo d’occhio ma capire cosa passasse per la testa di mia figlia. Forse aveva combinato qualcosa e aveva timore di dirmelo per non beccarsi un rimprovero. Ma, conoscendola, tutto quello che potevo immaginare era al massimo un brutto voto a scuola.

«Joy?» la chiamai quando vidi il suo bel faccino affacciarsi da dietro il passamano delle scale per l’ennesima volta. Balzò sul posto, come se fosse stata colta a fare qualche marachella e ora avesse paura del rimprovero. Okay, questo è decisamente strano. «Amore, mi dici che succede?»

Sbuffò per essere stata beccata, mollando il pomello del corrimano a cui era poggiata e avvicinandosi al divano. La guardai in attesa che dicesse qualcosa finché non decise di parlare. «Voglio andare a danza» annunciò.

«Cosa?» le chiesi di getto, forse un po’ troppo sbigottita perché lei borbottò un «ecco, lo sapevo» tra sé e sé. «No Joy, sono solo stupita» spiegai subito, tranquillizzandola per tono che avevo usato involontariamente «Cosa hai detto?»

«Che voglio fare la ballerina» affermò, questa volta decisamente più convinta.

«E da quando?»

«Da taaaaaaanto tempo» rispose lei. La fissai, confusa.

«E perché non me lo hai detto?» Non aveva mai espresso il desiderio di frequentare lezioni di nessun genere, specialmente di danza. Certo, andava in giro per casa saltando e facendo qualche piroette qua e là, ma non l’avevo mai presa seriamente. Forse aveva trovato la sua passione, ma non capivo tutto quel timore di pochi minuti prima.

«Avevo paura che mi dicessi di no. Però poi ho chiesto a nonna Jules e mi ha detto “tranquilla, dillo a mamma” perché anche tu hai fatto i film quando avevi la mia età quindi non mi avresti detto di no. E ora te l’ho detto» concluse.

«Okay…» risposi, parecchio sconcertata da tutta quella spiegazione, tornando al punto principale della discussione «Ma ne sei sicura? Perché per diventare ballerina ci vuole tantissimo impegno…»

«Lo so, lo so. Con la scuola siamo andati a teatro e abbiamo visto i saggi di quelli che suonavano, quelli che facevano karate e quelli che ballavano e ci hanno spiegato tutto tutto. Lo so, ma io m’impegno, te lo giuro!» Sorrisi per tutto quell’entusiasmo che potevo benissimo capire. In lei rivedevo veramente me da piccola e sapevo anche qual era la cosa giusta da fare, nonché ciò che avevano semplicemente fatto i miei genitori con me. Incoraggiarmi e sostenermi, sempre.  

«Hai chiesto a papà?» Ma a quella semplice domanda, il visino di Joy si scurì un po’.

«E se mi dice no?» fece, preoccupata.

«Prova a chiederglielo, è nello studio» risposi, indicandogli la porta con il capo. Come se Rob le direbbe mai detto no, pensai. «Dai, vai…» Mi guardò di nuovo indecisa, per poi scuotere la testa.

«Quando esce» affermò. Da dove nasceva tutta questa paura? Solitamente sarebbe andata in giro saltando dalla gioia e ripetendo “tanto Papi mi dice sìììì”, come fosse una cosa scontata. Perché lo era, in effetti. Invece questa volta la vedevo parecchio restia.

«Su, bussa ed entra, tanto sta perdendo un po’ di tempo con la chitarra» la incoraggiai, ma lei scosse ancora la testa sussurrando “dopo, dopo” e sedendosi accanto a me sul divano. «Joy, che c’è? Perché non vuoi chiederlo a papà?» domandai, accarezzandole i lunghi capelli che, man mano cresceva, si scurivano sempre più. Lei fece spallucce, continuando a fissare suo fratello – in quel momento impegnato a torturare un piccolo Tigro – davanti a sé,  il mento poggiato su una mano e l’espressione pensierosa. «Joy…»

«Ma non è che… papà vuole che io faccio pianoforte?»

«Perché dici questo?»

«Perché lui è contento che suono» rispose, un po’ triste «però io non voglio fare quello» Mi si strinse il cuore, intenerita. Aveva paura di deludere suo padre. Era vero, Rob le aveva insegnato qualcosa al piano e alla chitarra, come io le avevo insegnato a leggere e a scrivere già a cinque anni, ma solo perché lo aveva chiesto lei. Era brava perché era estremamente intelligente e noi ovviamente ne andavamo fieri, ma non l’avremmo mai costretta a fare nulla. Volevamo trovasse la sua strada come noi avevamo trovato la nostra.

«Scemina, papà vuole solo che tu faccia ciò che vuoi e che ti renda felice. Non pensare neanche ad una cosa del genere» cercai di rassicurarla, guardandola dritto negli occhi.

«Sicuro?»

«Certo»

«E il pianoforte?» mi domandò, titubante «Perché a me piace, però…»

«Lo suonerai a casa quando vuoi, se vorrai» la tranquillizzai «Ora vai e chiediglielo, su!» Joy mi guardò, ancora un po’ indecisa «Vengo anch’io, dai…»

«Okay» disse rincuorata, scendendo dal divano. La seguii fino alla porta dello studio, alla quale bussò – Joy che bussa in casa? Un miracolo! -, poi aprì piano, infilando la testa dentro. «Papi?» Mi appoggiai allo stipite per osservare la scena. Joy quasi tremava dall’agitazione. Era davvero ipersensibile, ma soprattutto era veramente attaccata a suo padre. Lanciai un’occhiata intenerita a Rob, che mi guardò confuso. Probabilmente aveva notato anche lui la vocina tremante di Joy, cosa che non le si addiceva proprio. Era sempre così sicura di sé.

«Principessa, che succede?» le chiese, avvicinandosi e aprendo del tutto la porta. Joy dondolava sui suoi piedini, agitata, con lo sguardo basso. «Hey piccola, che c’è?»

«Posso… posso andare a scuola di danza?» mormorò, quasi timorosa di ricevere un rimprovero. Notai com’era passata dal voglio andare al posso andare.

«A scuola di danza?» chiese lui, confuso quanto me. Joy annuì, senza alzare lo sguardo. «Vuoi fare la ballerina?»

«Sì…»

«Mamma che ha detto?»

«Ha detto sì»

«Allora lunedì ti accompagno ad iscriverti, okay?» Joy alzò la testa di scatto, fissando il padre incredula.

«Davvero?»

«Certo» rispose lui, tranquillamente. Gli occhi di Joy si illuminarono e un sorriso enorme le comparì sul viso.

«Grazie, grazie, grazie! Grazie Papi, grazie Mami!» esclamò, cominciando a saltellare e scappando via dallo studio mentre urlava «Faccio la ballerina! Sììììììììì!» La seguii con lo sguardo e risi di cuore: quella era mia figlia. Mi avvicinai a Rob, che mi guardò con sguardo interrogativo.

«Aveva paura le dicessi di no» gli spiegai.

«Perché?» domandò, stupito.

«Aveva paura di deluderti… Sai, che volessi prendesse lezioni di pianoforte invece che di danza…» Rob alzò gli occhi al cielo, divertito per quella reazione.

«Che sciocchezze!»

«Già»

«Come se la obbligherei mai a fare qualcosa…»

«Gliel’ho detto anch’io»

«Non potrei mai costringerla a studiare pianoforte… o chitarra…»

«Infatti…»

«Tanto sarà David il musicista!»

 

 

 

 

 

 

 

 

Certo, Rob. Convinto.
E Joy vuole fare la ballerina! Chi se lo sarebbe mai aspettato? Tutti.
Io ho il trauma di quei saggi che ti portano a vedere con la scuola, però grazie a uno di questi ho fatto i miei anni d’oro di pianoforte, che rimpiango come non mai. Perché i miei non mi hanno costretta a continuare? Uffa, ho avuto troppa libertà LOL
Okay, a parte i miei non problemi dell’infanzia… David per cosa sarà più incline? La musica come vuole papino Rob o altro? Vedremo, ma tanto si sa che i figli non fanno mai ciò che sperano i genitori xD
Bene, mon c’è nient’altro da dire. Grazie a chi segue, a chi recensisce (vi adoro!), a chi legge solamente. È una delle mie più grandi soddisfazioni farvi sorridere con così poco, sul serio.
Ieri ho pubblicato il prologo della mia nuova fanfiction, Beautiful Mess – è una EB (AU), se vi va fateci una salto. Come, sempre se vi va, venite a trovarmi su facebook nella mia pagina “autrice”. Anche solo per sclerare, minacciarmi di morte o imbrattarmi la bacheca.
Un in bocca al lupo a Cloe, che domani ha un esame e… alla prossima shot. 
Bye!
 

  
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