Fumo
azzurro degli occhi
Fumo.
Scuro dei sigari e grigiastro
nelle sigarette dei molti fumatori del pub. Ma il suo era chiaro, quasi
latteo,
liberato dalle labbra si dipanava lento nell’atmosfera densa
e dalle luci
soffuse. Rilassarsi. Pensare fluidamente per una sera, lontano da tutto
tranne
che dal proprio collega, che ora sedeva al suo fianco. Per questo la
piccola
dose d’oppio aggiunta al tabacco, il lusso di una serata
sonnolenta.
Watson sbuffò, facendo roteare
pigramente il liquido ambrato nel suo bicchiere.
Holmes si voltò, lentamente,
lasciando che assorbisse tutta la sua attenzione. Era annoiato, lo
vedeva
chiaramente dalla posa languida con cui la sua schiena si abbandonava
all’imbottitura della poltrona e nell’indolenza con
cui le sue dita
circondavano il calice, il capo sorretto dall’altra mano.
Inspirò, trattenendo per un
attimo l’aroma d’oppio e tabacco in bocca prima di
soffiarlo piano verso di
lui. Osservò il fumo distendersi nell’aria,
voluttuoso, spingersi verso il
dottore e circondargli il polso a cui poggiava la testa prendendo i
riflessi
carta zucchero della sua giacca. Quello si scostò con una
smorfia, agitando leggermente
il braccio per dissiparlo, e al detective la scena parve rallentare,
prendere
un’altra consistenza. E fu la sua stessa mano che vide in
quel fumo ceruleo, la
sua mano a stringersi saldamente al polso del compagno e scorrere verso
la
spalla, il petto, fino a sfiorare il viso. Sentì sotto le
dita il battito
leggero e la camicia, il raso della giacca e la sua guancia calda.
Si spinse in avanti, come per
alzarsi, ma il suo corpo addormentato dall’oppio non gli
obbedì. Un singhiozzo
leggero gli sfuggì dalla gola.
- Holmes? Holmes, si sente bene?
–
La voce di Watson sembrò arrivare
da un punto lontano, imprecisato, ma bastò per fargli alzare
il capo, incontrare
i suoi occhi vigili puntati nei propri. Il dottore si era spinto verso
di lui,
preoccupato dall’espressione liquida che aveva preso il suo
volto: fece per
avvicinargli la mano, ma venne afferrato saldamente al polso.
- I Suoi occhi… - mormorò il detective,
in trance: ogni cosa gli sembrava annebbiata tranne la percezione di
quel corpo
davanti a sé e di quegli occhi. Occhi cristallini,
leggermente socchiusi a
scrutarlo, occhi che ora sembravano sfumare e far sfumare il resto del
mondo.
Gli parve di vederli chiaramente
emanare una sorta di nebbia azzurrina, avvolgendolo.
Rabbrividì mentre quello
stesso fumo diventavano le mani del collega a lambirlo lievi e
sensuali, a
scendere lente sul collo per attirarlo a sé. Fu lui, invece,
che stringendogli
il polso lo attirò a sé.
E lo baciò.
Watson sussultò a quel contatto
così intimo, inaspettato, le labbra che affondavano nelle
sue lente ma
impossibili da respingere per lunghi, lunghissimi attimi.
- Holmes, ma cosa…? - annaspò
quando riuscì a liberarsi, le guance in fiamme, la testa
già stordita dalla
sostanza che aveva inspirato. Senza potersi trattenere sentì
il corpo invaso da
un calore che lo fece tremare e inspirare più volte in cerca
di aria.
- La prego… - sussurrò l’altro
–
me lo lasci rifare… -.
Giudizio
Premio
Giuria: Ho letto questa storia come in uno stato di trance.
Il ritmo è
scandito alla perfezione così come, ogni piccolo gesto, ogni
piccolo
particolare, dal colore del fumo alla lentezza con cui esso viene
ispirato ed
espirato, è splendidamente particolareggiato. Mi
è sembrato quasi di assistere
alla scena in prima persona, di ascoltare i dialoghi io stessa e di
sussultare
al bacio che coglie Watson di sorpresa. Ho adorato ogni parola di
questo
racconto e lo stile specialmente: ricco, colorato, quasi poetico. Mi
sono
innamorata ancora di più dei personaggi che, specialmente
Holmes, sembrano
essere stati prelevati dal film e posti nel racconto. E infine sono
rimasta
affascinata dalla tua capacità di lasciarmi addosso come un
alone di fumo. Questo,
a mio parere, denota la splendida scrittrice che sei poiché,
trasportare il
lettore nella propria storia, è di quanto più
difficile ci sia e tu ci sei
riuscita alla perfezione dimostrando quanto questa piccola storia sia
ben
riuscita e ottimamente scritta.
Ria-chan