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Autore: zeroborine    13/02/2012    2 recensioni
Qualche fan senza fantasia aveva chiesto qualcosa a proposito di appuntamenti e lui, per scherzo, aveva detto che avrebbe invitato Mary Byrne. Harry e Louis allora facevano sesso da così poco che neanche avevano capito come si faceva davvero: erano solo una confusione di angoli acuti, ginocchia appuntite, rossori imbarazzanti ed erezioni instancabili e spesso inopportune, ma Louis era stato geloso.
[ ATTENZIONE! Questa storia contiene Louis/Harry ] [ Autore: zeroschiuma ]
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Oh, ciao! (:
Io sono sempre S., ossia zeroschiuma sotto mentite spoglie, e questo è sempre l'account che condivido con la mia socia: lastscream. Sotto il nickname zeroborine pubblichiamo fanfiction Louis/Harry per il fandom della boyband One Direction. u_u
Questa storia è ufficialmente figlia di tre cose, che adesso riassumerò in un easy elenco puntato. e_e! *Si fa coraggio*.
♥ - Il diary del terzo week dei One Direction ad X-Factor. Bisogna che lo vediate tutto, per capire la storia. e_e Scusatemi, se non ho preso la versione SUB ITA, ma purtroppo trovo la traduzione che gira su Youtube non del tutto corretta ;O; ed ho preferito darne una mia all'interno della storia. Scusatemi, davvero: non sono snob come sembro. *_*;;
♥ - L'episodio di iCarly di San Valentino che va per la maggiore sul web in questi giorni. XD In questo caso i SUB ITA non li ho cercati proprio ò_ò, perché ho riassunto tutto a modino nella storia. Devo aggiungere che ho volutamente glissato sulle faccende degli altri tre ragazzi: non me ne vogliate, suvvia. ;_; In compenso ho omesso anche qualche battuta di Harry e Louis, per par condicio. u_u
♥ - La canzone che cito in mezzo alla storia e che dà il titolo al tutto è, a mio parere, una delle più belle che siano mai state scritte: My funny Valentine di Chet Baker, che oltre ad essere tipo... l'amore çOç è anche perfetta per questi due benedetti ragazzi.
...E, OMG, credo di aver detto sì e no tutto. Non mi resta che annunciarvi che io sono qui e qui per insulti o contatto umano XD e... incollarvi il disclaimer. ._. Intanto: ♥♥♥♥.

***ATTENZIONE!*** Questa storia tratta in maniera piuttosto esplicita di un rapporto amoroso/erotico tra due ragazzi. Chiamatelo bromance, chiamatelo boylove, chiamatelo slash: come vi pare. XD Io so solo che sì, questa è una Louis/Harry e proprio non occorre che vi scandalizziate, perché vi ho avvertiti. E perché è palese? XD










È San Valentino ogni giorno di zeroschiuma

My funny Valentine, sweet comic Valentine,
You make me smile with my heart,
Your looks are laughable, unphotographical,
Yet you're my favorite work of art

"A chi vi piacerebbe di più chiedere un appuntamento, in casa?". I ragazzi avevano dato le solite risposte scontate, quelle che tutti i fan si sarebbero aspettati da loro, con la risata piena ed irriverente di Niall e lo sguardo da genitore apprensivo di Liam.
Harry, con uno sguardo furbo, come a prenderlo in giro, aveva dato una gomitata a Louis. "Avanti" lo aveva incitato, se non altro per vendetta: come gli era saltato in mente di morderlo? Un morso innocente, mentre si comportava da stupido, ma pur sempre un morso: la chiostra dei suoi denti sulla spalla, come dentro la polpa succosa di un frutto; era stata una spremuta di cuore. Cos'avrebbero detto i ragazzi, rivedendo il video? E cos'avrebbero detto le persone a casa?
Ma Louis era così, non pensava. Harry era arrivato a questa conclusione, ad un certo punto, ed era divertente constatarne la veridicità ogni giorno, vedendolo vivere: Louis non rifletteva mai prima di agire, né pensava mai alle conseguenze dei suoi atti. Faceva tutto, mostrando il suo sorriso irriverente, senza una sola preoccupazione. Per questo, alla domanda della fan ed agli incoraggiamenti di Harry, aveva replicato: "non voglio dare la mia risposta, ancora", indicandolo col suo maledetto cookie e rivolgendogli quello sguardo derisorio, un po' da ragazzaccio, che gli veniva così bene.
Harry allora aveva riso, aveva guardato in camera e "la mia probabilmente sarebbe" aveva detto, fingendosi pensieroso, "Mary", provocando un istante di silenzio e poi un boato, risate divertite ed infine, finalmente, quell'espressione: quella che Louis aveva ogni volta, quando Harry diceva qualcosa di inaspettato, qualcosa che non capiva.
Allora Louis aveva continuato a masticare il suo cookie e "Mary" aveva ripetuto, con un'espressione seria, ma guardandolo come stesse staccando a morsi pezzi del suo cuore. Poi si era rivolto alla camera, stronzissimo, e "lei è mia" aveva detto, pacato, leccandosi le labbra per un istante esatto. Allora Harry aveva capito. Un'intuizione istantanea, più dolorosa perché immediatamente riconosciuta come vera: Louis Tomlinson credeva che avrebbe avuto un'altra risposta da lui. Magari camuffata da presa in giro, con una risata a fior di labbra, magari messa lì così, senza darle troppa importanza, ma si aspettava: "lo chiederei a te". Voleva: "Louis, vuoi uscire con me?". Per questo, probabilmente, Harry cominciò a balbettare frasi a caso, senza senso, biascicate, alle quali Louis rispose, col suo innegabile talento nel non dare mai il suo reale peso alle cose, urlando ancora, fortissimo: "lei è mia!".





Is your figure less than Greek?
Is your mouth a little weak?
When you open it to speak, are you smiling?
But don't change a hair for me







Gli altri salirono le scale, tornarono in casa. Zayn, uscendo, disse: "spegnete voi la luce?". Ma nessuno si scomodò a rispondergli.
Anche Harry avrebbe salito le scale e sarebbe tornato in casa, congendandosi da Louis con un sorriso ed una smorfietta dissimulatrice, di quelle che lo stordivano con la loro tenerezza e lo facevano stare zitto, ma lui lo trattenne.
"Mary" ripeté ancora, tenendogli il polso, mentre era di un gradino più in basso di lui.
Harry alzò le spalle, ironico, e "Mary" annuì.
Louis scosse la testa, sorrise, si grattò la testa ed ancora "Mary?" chiese, con una nota di isterica incredulità nel tono di voce.
"Quante volte hai intenzione di ripeterlo?" rise allora Harry, tentando di divincolarsi dalla sua stretta. Louis, semplicemente, glielo impedì.
Il loro rapporto era decisamente un'altalena. Harry, nel corso delle ultime due settimane, aveva pensato a tutte le similitudini e tutte le metafore gentilmente offerte dalla letteratura romanzesca francese, poi era ricorso alla saggezza popolare del popolo britannico, alle poche rimembranze shakespeariane che poteva vantarsi di possedere, ma niente calzava meglio al rapporto che aveva stretto con quello strano ragazzo dello Yorkshire: un'altalena. Erano amici, complici, come fratelli, quando l'altalena si spingeva all'indietro; l'attimo dopo, quando scivolava in avanti, i loro occhi si incollavano, illanguidendosi, i loro bacini si cercavano, le loro bocche sembravano volessero incastrarsi come due pezzi contigui dello stesso puzzle.
Harry si sentì schiacciato tra il muro ed il corpo di Louis improvvisamente, senza alcun preavviso, e la sua schiena cozzò orribilmente con l'interruttore della luce. Allo stesso modo, così irruento da fargli battere il cuore così velocemente da preoccuparlo, intanto, sentì le mani di Louis contro la trama dei suoi jeans, a contatto fin troppo diretto con la sua pelle. Harry, incontrollatamente, sospirò. Batté persino le ciglia sugli occhi, mentre Louis gli diceva: "riformulerò la domanda, di modo che tu possa darmi una risposta soddisfacente, Styles". Nei pochi secondi che trascorsero tra una frase di Louis e l'altra, Harry pensò a più di un modo per espellere il suo maledetto cuore, che continuava a pompare così forte nella sua gabbia toracica da fargli temere che Louis potesse sentirlo: vomitarlo, strapparselo, convincerlo con la forza del pensiero a fermarsi, sbattersi così violentemente contro il muro da provocarsi un arresto... Poi Louis "a chi ti piacerebbe di più chiedere un appuntamento, in casa?" gli sussurrò, dritto dentro l'orecchio, premendo il proprio bacino contro il suo.
Harry perse letteralmente un battito, col suo fiato sul collo, sulla nuca, dappertutto. Poi il suo cuore accelerò ancora, mentre sorrideva in quel modo che doveva essere dolce, perché fece sorridere anche Louis, mentre anche lui gli premeva il palmo di una mano sul cavallo dei pantaloni, sentendo distintamente qualcosa di lui irrigidirsi a contatto col suo tocco.
Allora, semplicemente, "a te" disse a Louis, come di proposito per disegnargli sul viso quel sorriso lì, quello divertito ed eccitato insieme, il suo preferito.
Allora Louis lo spinse e, prima che Harry potesse chiedergli il motivo di questo gesto, aveva spento la luce, provocando un "grazie" urlato dalla stanza accanto. E poi si stavano baciando e tutto il resto, gli altri X-Factor le fan il cookie sbriciolato sul pavimento Twitter l'esibizione, neanche esisteva.





Not if you care for me,
Stay little valentine, stay!
Each day is Valentine's Day

Come avviene praticamente con cadenza settimanale, puntualmente, è successo che Louis si è messo nei guai da solo. Di solito i pasticci che combina coinvolgono Eleanor, furgoncini, polizia o il water otturato, ma 'sta volta l'ha fatta, se possibile, più grossa: "con chi ti piacerebbe uscire a San Valentino?" ha chiesto a Niall, quando quello ha detto, col suo fastidioso accento da folletto dei boschi, di non avere programmi. Ha persino aggiunto, come se non sapesse quanto fare domande del genere davanti ad una dannata telecamera sia una stronzata pericolosa, "puoi avere chiunque al mondo".
Harry, ovviamente, sa già benissimo a cosa stanno andando incontro. I ragazzi dello staff faranno loro un terzo grado di dodici ore, Liam farà scontrare le loro teste così forte che, oltre ai capelli, scombinerà anche i loro pensieri e sicuramente persino le loro madri avranno qualcosina da aggiungere, dopo la storia dei fanvideo su Youtube.
Niall dice qualche cazzata; Liam fa lo stesso, sta al gioco. E poi Louis, proprio quando Harry pensava avessero raggiunto la loro vetta giornaliera, fa la stronzata, quella che si meriterebbe corsivi, lettere maiuscole, definizioni e "in inglese nel testo": domanda, con quella sua aria da bambino dispettoso, ma coi muscoli delineati sotto la t-shirt bianca e verde acqua, "Harry?".
E ad Harry, come se non bastassero le sue, di cazzate irresponsabili, torna in mente uno dei Diary di quando erano ad X-Factor, di quando si conoscevano appena: erano sulle scale, loro vicini, proprio di fronte alla telecamera. Qualche fan senza fantasia aveva chiesto qualcosa a proposito di appuntamenti e lui, per scherzo, aveva detto che avrebbe invitato Mary Byrne. Harry e Louis allora facevano sesso da così poco che neanche avevano capito come si faceva davvero: erano solo una confusione di angoli acuti, ginocchia appuntite, rossori imbarazzanti ed erezioni instancabili e spesso inopportune, ma Louis era stato geloso. E, quella volta, Harry aveva promesso a se stesso che, se ne avesse avuta occasione, non si sarebbe mai perso di nuovo l'occasione di dire davanti ad una telecamera che avrebbe chiesto a lui di uscire.
Allora si finge pensieroso, ma solo per un istante. Louis ha le braccia intorno al busto, un'espressione un po' seccata, ma poi Harry "con te" dice, facendogli scivolare un braccio intorno alle spalle, poi stringendogliene una con le dita, come per staccargliela e mettersela in tasca.
E Harry non è più un ragazzino, non gli batte più il cuore solo per uno sguardo sensuale, o che rechi sottintesi, ma gli viene da sorridere in modo sincero, complice, senza mezze misure, quando "grazie, amico" fa Louis, abbassando per un istante lo sguardo, come colto da imbarazzo, mentre gli altri ci giocano, li prendono in giro, sdrammatizzano.
Il fatto è che Louis non pensa, è questa la verità. È sempre stato così, da quando Harry lo conosce, ma la cosa diventa più chiara ogni giorno che passa. Da quando vivono insieme, Harry scova prove della veridicità della sua teoria ogni secondo, perché non si separano mai. Anche adesso, mentre Zayn parla alla telecamera e loro si sorridono, con la pelle che profuma dello stesso sapone, le bocche dello stesso dentifricio, i vestiti dello stesso detersivo, non sta pensando a niente. E così è facile, quando tocca a lui rispondere alla sua stessa domanda, parlare a caso di un week-end a Parigi che c'è già stato, di una cena sulla Tour Eiffel che è stata la casa discografica a pagare, tacendo a stento i nomi falsi che hanno dato alla reception dell'hotel più costoso della capitale francese e, ringraziando il cielo, quello che è venuto dopo.
Puntano i pollici in alto, mettono su dei sorrisi fin troppo larghi e, quando la telecamera si spegne e il cameraman si allontana, Harry può solo abbassarsi gli occhiali da sole sul naso ed assestargli una gomitata nello stomaco, mentre "idiota" lo apostrofa, tra le sue risate incontenibili e gli sguardi decisamente poco compiaciuti degli altri.
  
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