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Autore: littleAUSTEN    13/02/2012    3 recensioni
La rivisitazione comica della tragedia di Sofocle, con un Edipo un po' stupido e molti colpi di scena...
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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EDIPO, UN RE COMPLESSATO
CORO: Straniero, il popolo tebano richiede il tuo aiuto! Salvaci da colei che terrorizza la città, e verrai ricompensato con doni inimmaginabili!
EDIPO (arrivando di corsa): Chi parla? Sento delle voci! Chi devo sconfiggere? Chi devo salvare? Ho appena ucciso diversi uomini, non posso neanche riposarmi cinque minuti? Uffa!
(Compare la Sfinge)
EDIPO: E questa cos’è ora? Chi ha lasciato in giro il gatto?
SFINGE: Oidipus...sei giunto, finalmente, in questo luogo...risolvi quest’indovinello, e diverrai ciò che il Destino vuole che tu sia...
EDIPO: Da quando i gatti parlano? E poi questo cos’è, un quiz? Cosa si vince?
SFINGE: Il tuo Destino, Oidipus...
EDIPO: Per prima cosa io mi chiamo E-D-I-P-O, chiaro? E poi non so cosa sia questo Destino, ma io non ne ha mai avuto uno e se stai insinuando che io l’abbia rubato a qualcuno, sappi che non è vero!
SFINGE: Insomma, vuoi ascoltare questo indovinello o no? Guarda che io avrei anche una vita, dei figli... non posso mica star qua tutto il giorno ad aspettare che tu faccia i tuoi comodi, mio caro!
EDIPO: Dai, avanti, spara! Ti dimostrerò quanto sono intelligente!
SFINGE (alquanto scettica): ...chi è quell’essere, che al mattino cammina su quattro zampe, il pomeriggio su due, e la sera su tre?
EDIPO: Ma che cavolo ne so io? Non è che passo tutto il giorno a risolvere questi rompicapo, non sono esperto di queste cose! Un uomo ha anche altro da fare...
SFINGE: Hai indovinato, Oidipus...
EDIPO: Davvero?... E la risposta qual è?
SFINGE: Ora vai, e compi il tuo triste Destino... (scompare)
EDIPO: Ancora? Non ce l’ho io questo cavolo di destino!
CORO: Straniero, Tebe ti è riconoscente! Diverrai nostro Re, da oggi in poi, che tu lo voglia o no, perché Tebe paga sempre i suoi debiti, siano essi nei confronti di un cretino quale sembra sei tu! Seguici a palazzo, dove sposerai la nostra regina da poco rimasta vedova, e sarà meglio per te che non ci costringi ad usare la violenza!
EDIPO: Va bene va bene, mi arrendo...non volete neanche sapere chi sono né da dove vengo?
CORO: No, non amiamo soffermarci sui dettagli... (tirando fuori le daghe)... e ora muoviti!
 
QUALCHE ANNO DOPO...
EDIPO: Popolo, mio amato popolo Cadmeo! Perché ti poni dinanzi a me con i rami incoronati dei supplici?...Popolo? Dove sei? Cavolo, ho sbagliato orario: i ricevimenti cominciano tra un’ora!...Vabbè, vado a farmi un bagno caldo mentre aspetto... (Rientra a palazzo)
 
 
DOPO UN’ORA...
EDIPO: (Giocando con una paperella di gomma) Popolo, mio amato popolo Cadmeo! Perché ti poni dinanzi a me con i rami incoronati dei supplici?
CORO: Edipo, nostro amato sovrano! Il tuo popolo richiede il tuo aiuto! La città è in pericolo!
EDIPO: Che genere di pericolo? Parlate, e io vi aiuterò!
CORO: Parleremo, adorato Re! La Dea dai terribili effluvi, la dissenteria maligna, è piombata sulla città e la tormenta!  Aiutaci, perché da sola Tebe non riuscirà a risollevare il capo dalla burrasca di sterco che l’ha colpita!
EDIPO: Ecco cos’era quella puzza, mio adorato popolo! Va bene, vi aiuterò!
CORO: Crea degli ospedali, nostro Re! Chiama dei dottori da Atene! Chiama il Dottor House!
EDIPO: No, mio popolo, tu non capisci! Bisogna trovare l’assassino del Re che regnò prima di me, Laio! Solo così la città potrà guarire!
CORO:...Perchè, è un medico?
EDIPO: Ma no! Questa malattia è una punizione divina, e l’unico modo per placarli è trovare l’assassino di Laio, e condannarlo all’esilio! Ora vai, mio popolo! Devo riflettere.
CORO: (Andandosene) Oh, convinto eh...
EDIPO (Riflettendo): chi può aiutarmi nella mia indagine? Mi servirebbe qualcuno di Tebe, che non viva lontano da qui e che sappia...un momento, ho un’idea! (Sfogliando le Pagine Gialle) Ecco qua: << TIRESIA SA! L’indovino Tiresia sa tutto, ed è a vostra disposizione 24 ore su 24 per dimostrarvelo! Chiamate e fissate un appuntamento con la segretaria! Ufficio nella seconda casa a destra dietro il palazzo reale! Fidatevi, e non ve ne pentirete! La dimostrazione vivente che anche i ciechi possono integrarsi non vi deluderà! Soddisfatti o rimborsati!>>
Così sia: Mandate a chiamare Tiresia!
 
TIRESIA: Buongiorno, mio amato sovrano! Immagino che mi abbiate mandato a chiamare per quella spinosa questione... l’assassino di Re Laio...
EDIPO: Wow... Allora è vero che sai tutto tutto...
TIRESIA: No, me l’ha detto la mia segretaria... comunque io so chi uccise il Re...
EDIPO: E che aspetti, indovino? Dimmelo!
TIRESIA: No, mio sovrano, non voglio dirti ciò che mi potrebbe costare la vita! E poi saperlo ti costerà il doppio di quanto avevamo pattuito inizialmente, perché io avevo capito che cercavi solo informazioni, non la verità, e la verità viene il doppio!
EDIPO: Va bene, pagherò, ma ora parla!
TIRESIA: Ebbene, parlerò: sappi che il colpevole che tanto cerchi si trova nella tua casa, e vive in unione incestuosa con i suoi, anche se non lo sa!
EDIPO: (Come illuminato) Ehi Ismene! Ascoltami bene! Stai ancora con quel punk del cavolo? Ti ho già spiegato che non è importante il fatto che sia figo! È tuo cugino di primo grado, non puoi sposarlo, sarebbe una cosa abominevole!
TIRESIA: (Esterrefatto da ciò che ha sentito e dal fatto che il punk va ancora di moda) No, non è tua figlia... l’assassino che tanto cerchi giunse a Tebe straniero, ma poi verrà alla luce che è nato a Tebe, ma non potrà rallegrarsi di ciò, perché sarà troppo preoccupato dal fatto di aver scoperto di essere padre e fratello dei figli che ha generato, figlio e sposo della donna da cui è nato, assassino del padre sconosciuto. Ora però il mio tempo è scaduto, ho un altro appuntamento. Ti giungerà la parcella nei prossimi giorni. Me ne vado!
 
(Entra Giocasta, Edipo le corre incontro e l’abbraccia iniziando a frignare)
GIOCASTA: Edipo, piccolo mio, che è successo?
EDIPO: (Tra i singhiozzi) Tu non ti rendi conto, donna... oscure parole mi sono state predette...
GIOCASTA: In nome degli Dei, spiega anche a me sovrano!
EDIPO: Quell’indovino cattivo, quel Tiresia... ha detto cose brutte...
GIOCASTA: Cosa ha detto? Dimmelo!
EDIPO: Ecco...a dir la verità... non ho capito tutto tutto...
GIOCASTA: Ecco, come al solito! Te l’ho già detto mille volte che ti devi sempre far spiegare le parole difficili! Raccontami cosa hai capito, avanti!
EDIPO: Ha detto che sono stato io ad uccidere Laio! Ma io questo qua neanche lo conosco!
GIOCASTA: Andiamo con ordine... sarà la centesima volta che ti spiego che Laio era mio marito prima di te...
EDIPO: Mi hai tradito! Cattivaaaa!!
GIOCASTA: Non ti ho tradito, scemo, neanche ti conoscevo a quell’epoca! E poi comunque tu non puoi aver ucciso Laio: esso venne assassinato da un bandito ad un incrocio, nei pressi della Focide.
EDIPO: Un bandito... uno solo?
GIOCASTA: Sì, uno solo, ma era bravo a quanto pare, dato che non uccise solo il Re, ma anche la sua scorta. Rimase in vita solo uno di loro, un servo che però rimase così traumatizzato che dovetti mandarlo in analisi in una clinica specialistica a Sparta, ed ora si trova ancora lì.
EDIPO (Smettendo improvvisamente di piangere): Un uomo con una scorta, eh? (Iniziando a sudare) Sicuramente vi sarete fatti un’idea di chi sia questo bandito, vero? Insomma, te lo chiedo perché lo sto cercando anche io, non per altri motivi...
GIOCASTA: Ah, se è per questo si sono fatti molti nomi: Robin Hood, Zorro, Jesse James, uno dei Fantastici 4 o del Team Rocket, Lex Luthor... ma purtroppo tutti avevano un alibi inattaccabile per quel giorno...
EDIPO (Sudando sempre di più): A proposito, donna: che giorno successe?
GIOCASTA: Oh, guarda caso proprio il giorno che tu sconfiggesti la Sfinge e diventasti Re... pensa te, sono rimasta vedova per circa cinque minuti, perché subito dopo il popolo mi ha fatto sposare con te!
EDIPO: Taci, donna! Cosa stai insinuando, eh? Che io uccisi Re Laio? Non è così, non lo conoscevo neanche!
GIOCASTA: Per tutti gli Dei, non ti rendi neanche conto di quanto caspita sei paranoico!
EDIPO: Cosa osi dire? Io sono una persona perfettamente normale ed equilibrata!
GIOCASTA: Sì, come no, infatti non sei fuggito da Corinto per una paranoia, no... una paranoia tra l’altro assurda: una profezia di Apollo aveva detta che tu un giorno ti saresti congiunto con tuo padre e avresti ucciso tua madre! E tu come un cretino ci caschi e te ne vai! Ma per favore!
EDIPO: Veramente non era esattamente come hai detto tu: Apollo aveva detto che mi sarei congiunto con mia madre e avrei versato il sangue di mio padre. Tu hai detto il contrario, e comunque è una cosa plausibilissima!
GIOCASTA: Certo, come no! Tua madre minimo sarà vecchia decrepita, ed è arrivata oggi la notizia che tuo padre è morto!
EDIPO: Questo significa che sono riuscito ad evitare il compimento della profezia! Comunque, donna, ti dispiacerebbe mandare a chiamare quel servo che ha assistito all’uccisione del Re? (Ricominciando a sudare) Chiarirà molti punti oscuri...
 
(Entra il servo)
EDIPO: Dimmi, servo! Eri tu uno schiavo di Laio?
SERVO: S....s....si...mio signore... e lo sono ancora! Non capisco perché sedete voi sul suo trono!
EDIPO (rivolto a Giocasta): Ti sei accorto che questo è pazzo, vero?
GIOCASTA: Non è pazzo, mio Re. Non si è ancora ripreso del tutto dall’aggressione.
EDIPO: Ma è successo sette anni fa! Comunque servo continua: hai visto in facci l’assassino?
SERVO (Fissando il soffitto cn aria persa): AAAh, quello che ha attaccato il Re... mi è tornato in mente un piccino nato nella casa di Laio, un amore di bambino, sapete, che mi fu chiesto di sopprimere perché accompagnato da profezie nefaste... Non ce la feci ad abbandonarlo in un bosco, e lo consegnai ad un uomo che aveva il compito di portarlo lontano da Tebe... ma a quanto pare aveva una strana concezione della lontananza, visto che voi siete qui...
EDIPO: Io, che c’entro io?
GIOCASTA (Divenuta pallidissima): Edipo, ma non lo senti che delira? Lascialo in pace e riportiamolo in clinica, dai! Non ci dirà nulla di utile!
EDIPO: Ma finiscila! Stai tentando in ogni modo di impedirmi di scoprire la verità!
GIOCASTA: Ma la verità potrebbe far soffrire molte persone! Ascoltami, lascia perdere!
EDIPO: Vattene, donna! Mi hai rotto!
GIOCASTA: Oh, che cretino che sei! Solo così posso chiamarti, anche perché altrimenti diventerei troppo volgare! (Esce)
EDIPO: Avanti, servo, continua! Quel bambino era figlio di Laio e di Giocasta?
SERVO: Sì, mi pare proprio di sì... fu proprio la tua attuale sposa a consegnarti a me...però che strana usanza che avete qui a Tebe, non me lo sarei mai aspettato! Non vi fa neanche un po’ schifo?
EDIPO: Quale usanza? Aspetta ma...quel bambino...
SERVO: Cioè, quando la madre rimane vedova, il figlio maggiore se la sposa?
EDIPO: Stai dicendo che ero io quel bambino, schiavo? Che, come se non facesse già abbastanza senso il fatto che io abbia sposato mia madre, abbia anche ucciso mio padre?
SERVO (Guardandosi intorno con aria sognante): Non ho detto questo, ho semplicemente detto che tu ci assomigli molto... sia al bambino che all’assassino... tra l’altro, il bambino lo feci portare a Corinto, presso il sovrano della città e sua moglie perché lo allevasse...e loro lo chiamarono Edipo, me lo ricordo bene... però non sei necessariamente tu...ce ne saranno a centinaia di casi identici!
EDIPO: (Ignorando il servo) Ormai tutto è chiaro... io sono quel bambino... io ho compiuto quei terribili gesti... Devo fare delle cose... Ismene! Scherzavo prima, puoi stare con tuo cugino quanto vuoi, il tuo papino- fratellino non ti giudicherà più! Giocasta! Ehi, dove sei? Mamma? Devo dirti cosa ho scoperto, non ci crederai mai!
CORO: Tua moglie non verrà, Re Edipo... Giocasta ha ricevuto poco fa le risposte del test del DNA che ha fatto fare a tua insaputa un po’ di tempo fa. Saputa la verità, ha chiamato gli avvocati e se n’è andata. Si farà rivedere solo in tribunale. Tu, piuttosto, hai già fatto i bagagli? Non obbligarci ad usare la forza come quando ti abbiamo eletto sovrano, lo sai benissimo che devi andare in esilio!
EDIPO: Misero me! Quanto dolore ho generato... vagherò esule per terre straniere, rispettando la maledizione che io stesso ho lanciato... Mi porterò dietro Antigone, che tanto non ha né amici né vita sociale, e diventerò cieco, perché almeno avrò il sussidio dallo Stato...
(Si acceca usando due spille di Giocasta)
EDIPO (Indifferente al sangue che esce a fiotti dai suoi occhi): Wow, che figata! Fa stranissimo non vedere niente!
CORO (Tirando fuori le daghe): Allora Edipo, te ne vai o dobbiamo usare le maniere forti?
EDIPO (Sempre indifferente al sangue): Sì sì ora me ne vado... Antigoneeee!!!! Dove sei amore di papà? Devo chiederti un favore!
 
                        FINE
  
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