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Autore: Hagne    13/02/2012    0 recensioni
"Non importa dove ci troviamo, i nostri cuori ci porteranno di nuovo insieme"
[ Aerith Gainsborough - Kingdom Hearts]
Genere: Avventura, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Aerith, Organizzazione XIII, Riku, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Kingdom Hearts, Kingdom Hearts II
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" How the hell did we wind up like this
Why weren't we able
To see the signs that we missed
And try to turn the tables "

[...]




" Someday , somehow
gonna make it allright but not right now
I know you're wondering when
You're the only one who knows that "

( Someday - Nickelback )











Faceva freddo, ed era buio, troppo buio.
La schiena gli doleva, e il poco fiato che aveva non riusciva ad uscire dalla bocca accartocciata in una smorfia di dolore che gli irrigidiva il viso.
Era steso su qualcosa di duro, viscido e ruvido al tatto, una strada forse, non più il manto sabbioso della sua isola o il viottolo pietroso che portava al villaggio.
Era una strada di pietra  intarsiata da ghirigori che si ritrovò a  seguire con le punta delle dita tenendo gli occhi chiusi.

Non che non volesse schiudere le palpebre, ma era stanco, affaticato, dolorante in più punti, come se un gruppo di uomini lo avesse arpionato per ogni suo arto tirando nella propria direzione per vedere quanto a lungo avrebbe resistito prima di spezzarsi.
E c’era una voce, quella voce  che continuava ad urlare il suo nome mentre tutto diventava nero e  quegli occhi azzurri continuavano a cercare sul suo viso una risposta che neanche lui si sarebbe saputo dare.
- Dove stai andando Pluto? Hai sentito qualcosa?
Una voce di donna, gentile e venata di curiosità  rimbalzò da parte a parte, quasi fosse rinchiuso in antro piccolo e limitato, il vicolo stretto e umido nel quale la voce di donna tornò a spezzare il silenzio dei suoi pensieri.
- Allora?  Hai forse …oh!
Quell’esclamazione di sorpresa fu seguita dal fiato caldo e dalla linguetta umida che aveva cominciato a scorrere sul suo volto impolverato prima che un profumo di fiori gli stuzzicasse il naso.
Un odore dolciastro e delicato che lo convinse a schiudere debolmente le palpebre per seguirne la fonte, e quando le ciglia grigie vibrarono sui suoi occhi stanchi Riku non vide  il cielo nero trapuntato di stelle, rinchiuso fra le  due mura di mattoni, ma un viso ovale e pallido che fendeva il paesaggio e la sua vista sfocata.

Perchè c'era una ragazza  china su di lui, seduta sui talloni,  intenta ad osservarlo  con la guancia poggiata su un pugno, gli occhi verdi vibranti di curiosità.
- Stai bene? Hai bisogno di aiuto?
Aveva delle belle labbra si ritrovò a pensare.
Labbra bianche e sottili  piegate innaturalmente verso l’alto, quasi faticasse a non sorridere continuamente,  ed aveva una voce calda e morbida   come quella  di sua madre, una voce che non poteva fare male.
Una voce che forse non avrebbe vibrato dall'orrore come quella di Sora.
- Allora? Non ti ho mai visto da queste parti. Da dove vieni? Ti sei perso?
Parlava troppo, ma aveva una voce allegra,  e Riku era troppo stanco per sentirsi infastidito o quantomeno irritato.
Voleva solo chiudere gli occhi e smetterla di sentire e di pensare a quello che aveva fatto.
A quello che aveva fatto a tutti loro.
- Capisco – mormorò la donna, picchiettando un dito sul mento con aria comprensiva  e decisa.
Riku dubitava che quella ragazza avesse davvero capito il perché della sua presenza in  un vicolo, di notte, ma quando un palmo caldo si accostò alla sua fronte non potè che rabbrividire nel percepire  le parole confuse dell’allegra sconosciuta,  una sorta di litania.
Era fastidioso quel bisbiglio, ma faceva un po’ meno freddo, e il buio cominciava a schiarirsi, ma soprattutto Riku non lo sentiva più urlare.
Ed era quello che più importava, che l’espressione tradita di Sora smettesse di strizzargli il cuore facendolo sentire un mostro.










°°°
 






- Sei la solita sconsiderata! Non puoi portare qui chiunque trovi svenuto per strada!
Fu una voce rabbiosa quella che lo strappò dal faticoso dormiveglia, un vibrare di corde vocali molto simili al gorgoglio profondo di un leone irritato, un tono di rimprovero che non sembrò smorzare l’allegria di quella voce che Riku aveva continuato a sentire persino nei suoi sogni.
- Dovresti smetterla di aggrottare così tanto  le sopracciglia o  ti verranno le rughe! Guarda qui! Sembri una vecchia tartaruga brontolona!
Uno schioppo improvviso lo ridestò completamente, e quando riaprì di scatto gli occhi  ci fu di nuovo quel viso ovale ad attenderlo, delicato e arrossato un poco a causa della risata che ancora le solleticava la gola.
- Scusalo, sembra un tipo scorbutico  ma è solo preoccupato per me – mormorò lei dolce, ammiccando con gli occhi alla porta appena chiusa  con forza.
- Come ti senti? Scusami se ti abbiamo svegliato.
Come stava?
Riku fece mente locale sui dolori alla schiena e al petto che lo avevano fatto gemere di dolore poco prima, ma ora non percepiva nulla se non un piacevole tepore lì dove i muscoli avevano rischiato di accartocciarsi per lo sforzo che stava esercitando su se stesso.
 Stava bene, almeno fisicamente, mentre non si poteva dire la stessa cosa della sua mente.

Nella sua testa cominciavano infatti ad  accavallarsi  i ricordi confusi di una porta, di una voce melliflua che lo chiamava dalle ombre  e dello sguardo sorpreso e spaventato di Sora, inghiottito dal nulla assieme a lui.
E no, non stava bene, almeno, non lo sarebbe stato fino a quando non avesse trovato Kairi e Sora, probabilmente sperduti e confusi  quanto e più di lui .
- Perché quella faccia triste? Hai perso i tuoi amici?
La donna allungò una mano sul suo volto, strofinando i polpastrelli sulla pelle fredda della guancia per raccogliere la lacrima che Riku non si era accorto di aver appena versato, e fu in un moto di disagio che le si allontanò con sguardo duro e diffidente.
Una smorfia dispiaciuta irrigidì il viso della ragazza seduta  sul ciglio del letto, un lampo di tristezza che la sua voce allegra e delicata ripulì dal suo viso.
- È successo anche a te?
Riku si schiacciò contro la parete  tenendo d’occhio la porta dove l’uomo era uscito poco prima e inarcando un sopracciglio alle parole prive di senso della ragazza.
La donna lo osservò con l’ombra di un sorriso consapevole, puntando le iridi chiare sullo stralcio di cielo che si riusciva ad intravedere dalla finestrella .
- Il tuo mondo intendo. Anche il tuo è stato invaso dagli Heartless?
Continuava a non capire, a non comprendere quel suo sguardo così triste e amaro,  ma fu un attimo, un momentaneo sguardo addolorato che la donna scacciò con un lungo sospiro prima di  stirare  le labbra in un sorriso  mite.
- Ti aiuterò a trovare i tuoi amici  – se ne uscì d’improvviso, saltando giù dal letto con gli occhi grandi e colmi di aspettativa.
- Ti aiuterò io! E sono sicura che anche Leon vorrà aiutarti – continuò euforica, battendo le mani tra loro con una risata allegra, e Riku non  ebbe nè la forza nè  la voglia di contraddirla o di andarle contro.
Era troppo felice, troppo gentile, troppo tutto, e lui non avrebbe avuto la forza di smorzare tutta quella sua allegria, non ne vedeva il motivo in quel momento.
Poi lei tornò a guardarlo, e fu uno sguardo che da quel momento in poi, senza saperlo, Riku  non sarebbe  mai più riuscito a dimenticare.
- Non ti ho chiesto la cosa più importante.
Passi frettolosi cominciarono a tuonare fuori dalla porta, passi pesanti , maschili e quasi arrabbiati.
- Qual'è il tuo nome? Io mi chiamo-
- Aerith!
Quello fu il suo primo incontro con Leon.
Durò meno di un istante.
Un  breve scambio di sguardi diffidenti e circospetti, carichi di domande alle quali ogni risposta avrebbe deciso se considerare l'altro nemico o amico.
Riku arricciò le labbra nel sentire  lo sguardo annoiato del ragazzo levitare su di sè, ma ancor prima che potesse sbottargli contro Aerith picchiettò due dita tra le sopracciglia profondamente aggrottate dell’uomo, incurvando l’angolo della bocca verso l’alto con un sorriso affettuoso che presto avrebbe imparato a riconoscere ed amare.
- Vecchia tartaruga – gli ricordò lei  severa, lisciando la pelle arricciata con i suoi polpastrelli,  incurante del colore bluastro assunto dal compagno ma incuriosita dal sorrisetto a mezza bocca del suo nuovo amico  tanto silenzioso.
Mago Merlino fece appena in tempo ad afferrare la pozione esplosiva prima che questa cadesse a terra  sotto l'onda  d’urto generata dalla voce maschile che il mago aveva imparato a riconoscere anche a distanza di  porte spazio-temporali.
Una voce che periodicamente urlava il nome della sua tenera allieva, la ragazza dagli occhi verdi  e dal sorriso misterioso  dalla quale tutta la città di Mezzo sapeva di poter ricevere un aiuto che lei non avrebbe mai negato a nessuno.
 

Continua...

Un crack-pairing nato dalla visione di un video su youtube che mi ha fatto apprezzare questa strana coppia.
Riku & Aerith, una coppia insolita,  ma dai risvolti più che interessanti .
Buona lettura!
Un saluto caloroso,
 Gold eyes.
  
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