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Autore: LyndaWeasley    13/02/2012    11 recensioni
Sebastian/Thad | Slash | Long Fiction;
Passò qualche istante prima che Nick riprese a parlare. «Tu... tu credi nel karma?».
Thad arricciò l’angolo della bocca. «E’ quella roba sul fatto che, prima o poi, tutto torna? Cioè, se fai un’azione cattiva... prima o poi la natura te la farà pagare?».
«Più o meno».
Ridacchiò. «Beh, dopo ore e ore di preghiera, un’impalcatura è crollata nel museo sabotando la nostra noiosissima gita... non vedo perché non dovrei credere al karma».
~~~
«Non farlo, Thad» replicò Sebastian fermandosi improvvisamente e rivolgendogli uno sguardo fin troppo serio.
Ah-ha! Colpito e affondato.
«Non ti piace? Bene. Smythy Smythy Smyyyyyythy!» ridacchiò l’altro, scuotendo la testa in maniera completamente idiota.
Inaspettatamente Sebastian gli si parò di fronte, bloccandolo: ma che stava succedendo? Non sembrava offeso, piuttosto... incazzato. Ma perché? Lui lo chiamava con ogni genere di nomigliolo insopportabile, non sarebbe successo niente se lui avesse cominciato a ricambiargli il favore.
«Mio fratello mi chiamava in quel modo» disse soltanto.

Enjoy! :)
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Warblers/Usignoli | Coppie: Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedico questa storia a tutti gli amanti degli Warblers,
perché loro sono ON.
And remember:
Once Warbler, always Warbler
 
*lancia granite*

 

 

AWAKE

 

 

Capitolo I.

Mai giudicare un libro dalla copertina

 

 

 

 

Thad fissava la bacheca con occhi adoranti in stile cartoon.

Era bello come alcuni avvisi affissi dagli insegnanti riuscivano a tirare su il morale di uno studente, soprattutto se uno di quelli recitava : “Il giorno 13 settembre l’Accademia rimarrà chiusa per disinfestazione”. Accadeva di rado, ma era pur sempre qualcosa.

Lo sguardo di Thad si spostò un po’ più in basso, su un post-it verde acido era stato appiccicato sopra al regolamento scolastico generale.

Jacob ce l’ha piccolo.

Jacob era il bidello più rompipalle che una scuola potesse avere, ma nonostante tutto a Thad dispiacque leggere di quell’umiliazione pubblica: così, con un sorriso ebete e l’aria un po’ incerta, strappò via il biglietto e lo gettò nel cestino accanto. Forse era un po’ mattacchione, ma rispettava le persone, anche se queste si chiamavano Jacob ed erano bidelli odiosi.

Subito dopo la sua attenzione venne catturata da un altro post-it – questa volta arancione fluorescente – che recitava: Messaggio per i novellini: cambiate scuola finché siete in tempo, qua non cambiano mai la carta igienica nei bagni.

Thad scoppiò a ridere, attirando l’attenzione di alcuni passanti. Beh, quello non l’avrebbe tolto di certo! Era dementissimo... e per di più anche vero.

Scosse la testa, ancora sghignazzando per la frase appena letta, quando la sua attenzione venne catturata nuovamente da un altro messaggio: in questo caso non era scritto su un foglietto, bensì era inciso sulla superficie di sughero della bacheca. C’era scritto in caratteri cubitali: Thad Harwood puzza.

Ma co-? Come si permettevano!? Chiunque fosse stato meritava come minimo un calcio dove non batte il sole; aggrottò la fronte, infuriato, e sfregò sul pannello di legno come se cercasse di togliere quella scritta, ma l’unica cosa che ottenne erano delle schegge infilzate nelle dita.

Imprecò sonoramente, per poi rovistare nel cestino della spazzatura ed estrarne il fogliettino gettato pochi minuti prima: lo appiccicò sopra la scritta accusatoria rivolta a lui, che venne coperta da “Jacob ce l’ha piccolo”.

Mi dispiace, Jacob, pensò, ma già la mia reputazione qui a scuola è pari ad una mosca in tutto l’universo. La tua non rischia, è già sotto terra.

Sentendosi un po’ in colpa per quel gesto, girò i tacchi e fece per dirigersi verso il dormitorio, quando una voce lo richiamò.

«Thad! Ehi, Thad!».

Un ragazzo panciuto lo raggiunse in men che non si dica, illuminandosi con un sorriso. «Ti ho cercato dappertutto, dov’eri?».

Thad sorrise. «Ciao, Trent. Sono sempre stato qua, perché?».

«Ma come? Non ti ricordi?» gli chiese Trent, gli occhi leggermente sbarrati per la sorpresa.

Il ragazzo aggrottò la fronte. «Ahem... no».

«Ma dai! Non facciamo altro che parlarne da settimane!» esplose l’amico.

Fu come se un fulmine colpisse Thad. Si batté pesantemente una mano sulla fronte. «Oh, cacchio! Oggi è il compleanno di Flint! Diamine, come ho fatto a dimenticarmene? E’ che sono troppo presto da questi ultimi compiti. Cavolo, e adesso? Ce l’avrà a morte con me perché stamattina non gli ho nemmeno fatto gli auguri!».

Trent lo fissò accigliato. «Thad, il compleanno di Flint è stato la settimana scorsa».

Se possibile, Thad sprofondò ancor di più nell’abisso, vergognandosi come mai in vita sua. Addirittura più di quella volta in cui, per una scommessa, era entrato in un negozio di orologi per chiedere l’ora.

«Oh... questo significa che ho fatto una misera figura, vero?».

«Io direi pure di merda» lo corresse Trent, sghignazzando. «Comunque ora, nell’aula canto, si sta per esibire quello nuovo. Cioè, quello forse nuovo. Sai come sono fatti Wes e David! Vogliono prima fare una specie di provino e vedere come se la cava di fronte a tutti e se agli altri Warblers può piacere. Ho sentito che questo qui è bravetto, comunque».

Thad si era completamente dimenticato di quel provino. Con tutte quelle cose che erano accadute durante la settimana appena passata – tra cui il fatto che gli fosse piovuto in camera perché quelli di sopra avevano lasciato il rubinetto della vasca da bagno aperto... due volte –, era passato in ultimo piano. Non era così grave, no?

Tuttavia non era necessario che Trent lo sapesse.

«Ah, ero convinto fosse questo pomeriggio» mentì, deglutendo. «Lo conosciamo?».

Trent scosse il capo. «Io no» disse. «Nick mi ha detto che frequenta il corso di Storia assieme a lui e Jeff, ma che non si sono mai rivolti la parola».

Chissà come sarebbe stato avere un altro Warbler nel gruppo. Thad non riusciva ad immaginare qualcuno che sostituisse Blaine, ma d’altronde ormai lui se n’era andato e loro avevano bisogno di una voce in più. Diciamo che quello non era un vero e proprio ‘rimpiazzo’, ma solo un arrangiamento.

Improvvisamente Trent spostò lo sguardo sulla bacheca.

«Oh, lo hanno già tolto. Lo immaginavo» sogghignò.

«Che cosa?».

«Avevo scritto-» ma s’interruppe di colpo. «Ah, no, eccolo!» disse indicando il post-it in basso a destra. Jacob ce l’ha piccolo.

Thad spostò lo sguardo dal post all’amico, dall’amico al post.

«Ma... sei stato tu!» rise, indicandolo. «Non ci posso credere, è una cosa meschina!».

«Non quanto lui!» si giustificò. «E’ un pazzo... io sono buono e caro, ma non vedo l’ora che lo licenzino, sul serio. E ora andiamo, o faremo tardi!».

 

 

L’aula canto pullulava di studenti: c’era anche qualche ‘sconosciuto’ qua e là, probabilmente erano amici del ragazzo che si sarebbe presentato al provino. Thad riconobbe anche qualche suo compagno di corso che però non aveva niente a che fare con il coro. Evidentemente la voce del provino aveva viaggiato velocemente in tutta la scuola e i più curiosi erano accorsi ad assistere.

D’altronde era una specie di evento importante. Forse da quel giorno in poi, gli Warblers avrebbero avuto un voce in più che non fosse Blaine.

«Trent, dimmi la verità» disse Thad senza preavviso.

«Mh?».

«Hai inciso tu sulla bacheca “Thad Harwood puzza”?».

Il ragazzo si voltò verso Thad con un sopracciglio alzato e si rivolse a lui in tono offeso. «Per chi mi hai preso?».

«Beh, per uno che appiccica foglietti in cui informa l’intera scuola che il bidello non è ben piazzato!» rispose.

«Shhh!» lo riprese Trent, poggiandogli una mano sulla bocca, quando notò che alcuni ragazzi lì vicino si erano voltati a causa del volume fin troppo alto della voce di Thad. «Lo sanno in pochi, okay? Comunque no, non sono stato io».

Meglio per te, vecchio mio, pensò Thad. Non che lo avrebbe ucciso se fosse stato lui, ma avrebbe di certo trovato il modo per vendicarsi.

Thad spintonò via alcuni ragazzi che lo stavano ostacolando nell’attraversata della sala, per poi raggiungere il suo gruppo di compagni: a giudicare dalle loro facce... no, non c’era niente da giudicare. Non riusciva a comprendere se fossero contenti del fatto che di lì a poco ci sarebbe stato un provino di ammissione – cosa che non accadeva da molto tempo – o se fossero in disaccordo... o se non gliene fregava assolutamente niente. Vide Flint ridere con gli altri, e si chiese se si fosse offeso del fatto che si era dimenticato il suo compleanno.

Notò Wes e David che confabulavano in un angolo, come al solito. Il primo era passato all’Accademia per un saluto ai suo ex compagni, prima di buttarsi completamente nello stile di vita universitario; a Thad mancava un sacco, davvero. I corsi erano iniziati da poche settimane e già loro sentivano la sua mancanza come non mai. Soprattutto David, con il quale aveva un rapporto decisamente più stretto rispetto agli altri.

Già che c’era, gli avevano chiesto se gli avrebbe fatto piacere presenziare al provino e a dare la sua approvazione: ovviamente non aveva rifiutato. Era nel suo carattere da ‘comandante’.

«Stanno decidendo in che modo spaventare il novellino, cosicché rimarremo per sempre perseguitati solo dall’ombra di Blaine?» azzardò Thad indicando i due ragazzi.

Jeff arricciò l’angolo della bocca. «Visti da questa prospettiva sembra che stiano pomiciando»

«Anche da qua» commentò Flint, inclinando la testa leggermente.

«Se sposto la testa un po’, lo sembra anche da qui» aggiunse Trent.

«Che stiano pomiciando davvero? Thad, vai a vedere».

Thad roteò gli occhi al cielo. Possibile che fossero sempre così invadenti e rompipalle?

In quel momento David voltò lo sguardo verso di loro – probabilmente si era sentito osservato e gli stavano fischiando le orecchie – e corrugò la fronte in vista dei compagni che li stavano fissando, curiosi. Conscio del fatto che ognuno di loro era convinto che provasse qualcosa per Wes, fece spallucce e tornò a parlare con l’amico, ormai rassegnato.

«Eddai, lasciateli in pace» intervenne Nick, sorridendo. «David è super etero, ha anche la ragazza!».

«Dicevano la stessa cosa di mio cugino Mark, e ora è sposato con il suo giardiniere!» azzardò Richard.

 Anche Thad sorrise e poco dopo si ritrovò accasciato sulla poltrona accanto a Jeff. Era curioso di vedere come se la sarebbe cavata quello nuovo, ma nel contempo non vedeva l’ora di tornare nel dormitorio a farsi una lunghissima doccia ristoratrice. E poi doveva finire anche i compiti di Algebra, o avrebbe preso l’ennesimo brutto voto.

Si stava quasi per appisolare, quando la voce di Trent lo fece tornare alla realtà.

«E’ quello?».

«No, quello lì a sinistra» lo corresse Nick.

«Eh, quello con i capelli biondi».

«No! Quello che sta camminando verso Wes...».

«Ce ne sono due che stanno camminando verso Wes!» brontolò Trent.

«Quello con i capelli sul castano... marroncino... quasi biondo».

«Nick, se avessi tra le mani una spranga te la sbatterei sulla fronte!».

Thad scoppiò a ridere, seguito a ruota dagli altri. «Ma dici quello con quintali di pece sui capelli?».

«Sì, quello che si è appena grattato il pacco» disse infine Nick, con un sospiro.

«Quello che dicevo io! Quello biondo!» ululò Trent.

«Ma non è biondo!».

«Ragazzi, avete rotto le palle!» esplose Jeff, leggermente intontito da tutto quel confabulare.

Ci fu un attimo di silenzio poi risero, catturando l’attenzione di tutti, perfino del diretto interessato – il quasi nuovo Warbler: Thad si accorse che li stava fissando con uno sguardo perplesso, come per dire “e io dovrei far parte di quel gruppo di squilibrati?”. E non aveva tutti i torti, sinceramente. O magari era uno squilibrato anche lui e stava analizzando i suoi simili.

Era ancora perso nei suoi pensieri e neppure si era accorto del fatto che il ragazzo avesse spostato lo sguardo su di lui. Lo fissò per un millesimo di secondo, cercando di capire che tipo di persona fosse: a Thad piaceva fare quella specie di giochetto, guardare qualcuno negli occhi per cercare di vedere qualcosa, di capirne l’essenza. La maggior parte delle volte ci riusciva, a parte in un’occasione tempo addietro, quando aveva conosciuto Nick... al primo sguardo aveva pensato che fosse la persona più gay e nerd del mondo, ma aveva sbagliato completamente su entrambi i campi.

Distolse lo sguardo dal ragazzo facendo finta di nulla, per poi realizzare di non essere riuscito nel suo intento: a prima vista gli era sembrato una persona quasi... timida. Ma non ne era del tutto sicuro.

«Sembra coccolo» commentò Jeff, facendo spallucce.

Nick scosse la testa. «Non ci scommetterei» disse solamente, attirando a sé gli sguardi curiosi dei compagni.

Però sì, aveva la faccia simpatica, secondo Thad.

Qualche istante dopo il ragazzo raggiunse il centro della sala, dove i compagni strumentisti lo attendevano per cominciare il provino: Thad non aveva idea di cosa avrebbe cantato, ma sperava non fosse una canzone noiosa o deprimente. Già stava facendo scendere tutti i santi perché era costretto a stare lì, mentre il suo cervello e le sue gambe optavano per tornare in dormitorio.

«Sebastian» disse la voce di Wes, «puoi cominciare».

Sebastian rivolse un sorriso smagliante a tutti e con un cenno fece intendere di essere pronto: gli strumentisti cominciarono a suonare e a Thad prese un infarto.

Quella musica...

Il ragazzo cominciò a cantare e ci fu un mormorio di approvazione in tutta la sala: aveva una bella voce – non particolare, come quella di Nick, ad esempio – ma era piacevole e intonata. E se la stava cavando benissimo, rendendo davvero giustizia agli artisti originali.

Thad deglutì così forte che Jeff, accanto a lui, si voltò per dargli una piccola spintarella.

«Forte, eh?» sorrise.

Sì, forte, fin troppo.

Quella era la canzone preferita di Thad da sempre. E quel Sebastian la stava interpretando nel migliore dei modi. Tra i trilioni di canzoni che esistevano al mondo, lui era riuscito ad azzeccare quella che più faceva battere il cuore a Thad tanto era bella.

In base a quanto il cervello di Thad riusciva a captare, quel ragazzo era davvero capace di stare al centro dell’attenzione: alcuni tra gli Warblers, quando fecero avevano fatto il provino per entrare a far parte del gruppo, avevano un po’ lasciato a desiderare a causa dell’agitazione, ma lui sembrava davvero adatto per un pubblico.

Si voltò verso Wes e David e notò che annuivano involontariamente entrambi. Ciò significava che Sebastian sarebbe stato accolto a braccia aperte nel gruppo.

Sarebbe stato strano, Thad già lo sapeva, però suppose che era tutta questione di abitudine. Poi meglio uno in più che uno in meno, no?

Quando gli strumentisti suonarono l’ultima nota di “What about now” degli Westlife, tutti applaudirono, ammirati. Perfino Sebastian concedette un piccolo applauso a se stesso.

Tutti gli Warblers si alzarono e lo raggiunsero per complimentarsi e David se ne uscì con un “ti faremo sapere”, anche se praticamente era già nel gruppo. Era giusto per dare un po’ più di ufficialità alla cosa, lui e Wes erano fatti così.

Thad raggiunse gli altri e si complimentò anche lui con Sebastian, che gli sorrise.

«Sei stato forte!» si congratulò Trent, stingendogli la mano.

«Grazie, sarebbe un onore per me esibirmi con voi» rispose Sebastian, ampliando ancora il suo sorriso – per quanto fosse possibile. Thad percepì una strana sensazione e non riusciva a spiegarselo: tutti lo prendevano sempre in giro per questo, ma la maggior parte delle volte aveva ragione. Era come se tutto quello, il provino, la riunione, i sorrisi, le battute, Sebastian... fossero la più grande farsa mai messa in scena.

Perché avrebbe dovuto pensarlo? Non c’era niente a suggerirglielo, se non quella stupida sensazione.

«Thad, che hai?» lo sorprese Nick, leggermente preoccupato.

Thad si accorse che, perso nei pensieri, aveva corrugato la fronte talmente tanto che ora gli pizzicava. E doveva avere anche una faccia da ebete proprio in quel momento. «Oh, no, niente! Stavo guardando... le scarpe di Sebastian. Mi piacciono» mentì.

Sebastian inarcò elegantemente un sopracciglio. «Sono identiche alle tue».

«Lo so» deglutì l’altro, «per questo sono belle».

Jeff gli lanciò un’occhiata indecifrabile e così fecero gli altri compagni, per poi scoppiare a ridere. Anche Thad accennò un sorriso imbarazzato.

«Ora devo andare» li informò Sebastian. «Devo prepararmi per il test di domani... E’ stato un piacere cantare per voi!».

Tutti annuirono e si congratularono ancora con lui, mentre si voltava per andarsene.

E Thad avrebbe giurato su tutta la sua collezione di bustine di zucchero di aver visto un ghigno malefico attraversare il volto di Sebastian prima che uscisse dalla stanza. Qualcosa glielo suggerì nella sua testa: sì, quella era la più grande farsa a cui avesse mai assistito, più di quella volta in cui sua madre si era finta sua nonna per entrare al cinema con gli sconti per anziani.

 

 

 

 

 

 

 

To be continued...

 

 

 

 

 

Angolo Me.

 

Tadàààààààà! Buonasera!
Come avrete ben capito dagli avvertimenti – e se non l’avevate capito... .__. – questo è il primo capitolo della mia Long Fiction sugli Warblers, ambientata durante la terza stagione di Glee.
Avevo in mente una valanga di cose da dire, di anticipazioni, di avvertimenti, ma ora non me ne viene in mente nessuna, ed è tutta colpa di un video Niff che sto continuando a vedere/piangere da circa un’ora e mezza.

Comunque non temete: qua Sebastian è stato fin troppo carino. E io non faccio mai Sebastian puccioso *risata diabolica*
Questa storia non sarà basata solo su Sebastian/Thad, ma anche su altre ship che ultimamente mi uccidono le cervella. Ah, e se state pensando “che palle! Un’altra Sebastian/Thad... ora spuntano come funghi”, beh in questo caso dovete sapere che lo ship per questa coppia è partito da me e dalla mia collega Somo, ecco... prima non ce n’era manco l’ombra. Insomma, a chi poteva venire in mente di associare due personaggi che non hanno un briciolo di contatto nel telefilm? A me, e per un motivo che ho già spiegato nella mia prima Seb/Thad u.u
Stessa cosa per le Niff, comunque .-. prima non le cagava nessuno, e ora... xD
Ma evito di esprimermi, purtroppo di questi tempi l’originalità è molto rara.

Aaaaaaanyway, spero davvero che il capitolo vi sia piaciuto e che continuerete a seguirmi *w* Ovviamente nella storia inserirò TUTTI gli Warblers, non saranno sempre gli stessi al centro dell’attenzione! Spero di renderla una cosa piuttosto interessante e spero che voi mi aiuterete nell’impresa (:

E ci terrei a ribadire che io ho amato fin dall’inizio, amo tuttora e amerò sempre Sebastian ;_; L’ho amato quando nessuno ancora lo conosceva ♥

Beh, ora vi lascio in pace! Approfondirò altri vostri dubbi nelle risposte alle recensioni e nel prossimo capitolo.

Grazie in anticipo a chi lascerà un parere ** (ancora non sono una cannibale)

 

Lin ♪

   
 
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