perché loro sono ON.
And remember:
Once Warbler, always Warbler ♥
*lancia granite*
AWAKE
Capitolo
I.
Mai giudicare un libro dalla
copertina
Thad
fissava la bacheca con occhi adoranti in stile cartoon.
Era
bello come alcuni avvisi affissi dagli insegnanti riuscivano a tirare
su il morale di uno studente, soprattutto se uno di quelli recitava :
“Il
giorno 13 settembre l’Accademia rimarrà chiusa per
disinfestazione”. Accadeva
di rado, ma era pur sempre qualcosa.
Lo
sguardo di Thad si spostò un po’ più in
basso, su un post-it verde acido
era stato appiccicato sopra al regolamento scolastico generale.
Jacob ce l’ha piccolo.
Jacob
era il bidello più rompipalle che una scuola potesse avere,
ma
nonostante tutto a Thad dispiacque leggere di
quell’umiliazione pubblica: così,
con un sorriso ebete e l’aria un po’ incerta,
strappò via il biglietto e lo
gettò nel cestino accanto. Forse era un po’
mattacchione, ma rispettava le
persone, anche se queste si chiamavano Jacob ed erano bidelli odiosi.
Subito
dopo la sua attenzione venne catturata da un altro post-it –
questa
volta arancione fluorescente – che recitava: Messaggio
per i novellini: cambiate scuola finché siete in tempo, qua
non cambiano mai la carta igienica nei bagni.
Thad
scoppiò a ridere, attirando l’attenzione di alcuni
passanti. Beh,
quello non l’avrebbe tolto di certo! Era dementissimo... e
per di più anche
vero.
Scosse
la testa, ancora sghignazzando per la frase appena letta, quando la
sua attenzione venne catturata nuovamente da
un altro messaggio: in questo caso non era scritto su un foglietto,
bensì era
inciso sulla superficie di sughero della bacheca. C’era
scritto in caratteri
cubitali: Thad Harwood puzza.
Ma
co-? Come si permettevano!? Chiunque fosse stato meritava come minimo
un
calcio dove non batte il sole; aggrottò la fronte,
infuriato, e sfregò sul pannello
di legno come se cercasse di togliere quella scritta, ma
l’unica cosa che
ottenne erano delle schegge infilzate nelle dita.
Imprecò
sonoramente, per poi rovistare nel cestino della spazzatura ed
estrarne il fogliettino gettato pochi minuti prima: lo
appiccicò sopra la
scritta accusatoria rivolta a lui, che venne coperta da
“Jacob ce l’ha
piccolo”.
Mi dispiace, Jacob, pensò, ma già la mia reputazione qui a scuola
è
pari ad una mosca in tutto l’universo. La tua non rischia,
è già sotto terra.
Sentendosi
un po’ in colpa per quel gesto, girò i tacchi e
fece per
dirigersi verso il dormitorio, quando una voce lo richiamò.
«Thad!
Ehi, Thad!».
Un
ragazzo panciuto lo raggiunse in men che non si dica, illuminandosi con
un sorriso. «Ti
ho cercato dappertutto, dov’eri?».
Thad
sorrise. «Ciao, Trent. Sono sempre stato qua,
perché?».
«Ma
come? Non ti ricordi?» gli chiese Trent, gli occhi
leggermente sbarrati
per la sorpresa.
Il
ragazzo aggrottò la fronte. «Ahem... no».
«Ma
dai! Non facciamo altro che parlarne da settimane!» esplose
l’amico.
Fu
come se un fulmine colpisse Thad. Si batté pesantemente una
mano sulla
fronte. «Oh, cacchio! Oggi è il compleanno di Flint! Diamine, come
ho fatto a dimenticarmene? E’ che
sono troppo presto da questi ultimi compiti. Cavolo, e adesso? Ce
l’avrà a
morte con me perché stamattina non gli ho nemmeno fatto gli
auguri!».
Trent
lo fissò accigliato. «Thad, il compleanno di Flint
è stato la
settimana scorsa».
Se
possibile, Thad sprofondò ancor di più
nell’abisso, vergognandosi come
mai in vita sua. Addirittura più di quella volta in cui, per
una scommessa, era
entrato in un negozio di orologi per chiedere l’ora.
«Oh...
questo significa che ho fatto una misera figura, vero?».
«Io
direi pure di merda» lo corresse Trent, sghignazzando.
«Comunque ora,
nell’aula canto, si sta per esibire quello nuovo.
Cioè, quello forse nuovo. Sai
come sono fatti Wes e
David! Vogliono prima fare una specie di provino e vedere come se la
cava di
fronte a tutti e se agli altri Warblers può piacere. Ho
sentito che questo qui
è bravetto, comunque».
Thad
si era completamente
dimenticato di quel provino. Con tutte quelle cose che erano accadute
durante
la settimana appena passata – tra cui il fatto che gli fosse
piovuto in camera perché quelli di sopra
avevano lasciato il rubinetto della vasca da bagno aperto... due volte
–, era
passato in ultimo piano. Non era così grave, no?
Tuttavia
non era necessario che Trent lo sapesse.
«Ah,
ero convinto fosse questo pomeriggio» mentì,
deglutendo. «Lo
conosciamo?».
Trent
scosse il capo. «Io no» disse. «Nick mi
ha detto che frequenta il
corso di Storia assieme a lui e Jeff, ma che non si sono mai rivolti la
parola».
Chissà
come sarebbe stato avere un altro Warbler nel gruppo. Thad non
riusciva ad immaginare qualcuno che sostituisse Blaine, ma
d’altronde ormai lui
se n’era andato e loro avevano bisogno di una voce in
più. Diciamo che quello
non era un vero e proprio ‘rimpiazzo’, ma solo un
arrangiamento.
Improvvisamente
Trent spostò lo sguardo sulla bacheca.
«Oh,
lo hanno già tolto. Lo immaginavo»
sogghignò.
«Che
cosa?».
«Avevo
scritto-» ma s’interruppe di colpo. «Ah,
no, eccolo!» disse
indicando il post-it in basso a destra. Jacob
ce l’ha piccolo.
Thad
spostò lo sguardo dal post all’amico,
dall’amico al post.
«Ma...
sei stato tu!» rise, indicandolo. «Non ci posso
credere, è una cosa
meschina!».
«Non
quanto lui!» si giustificò.
«E’ un pazzo... io sono buono e caro, ma
non vedo l’ora che lo licenzino, sul serio. E ora andiamo, o
faremo tardi!».
L’aula
canto pullulava di studenti: c’era anche qualche
‘sconosciuto’ qua e
là, probabilmente erano amici del ragazzo che si sarebbe
presentato al provino.
Thad riconobbe anche qualche suo compagno di corso che però
non aveva niente a
che fare con il coro. Evidentemente la voce del provino
aveva viaggiato velocemente in tutta
la scuola e i più curiosi erano accorsi ad assistere.
D’altronde
era una specie di evento importante. Forse da quel giorno in
poi, gli Warblers avrebbero avuto un voce in più che non
fosse Blaine.
«Trent,
dimmi la verità» disse Thad senza preavviso.
«Mh?».
«Hai
inciso tu sulla bacheca “Thad Harwood
puzza”?».
Il
ragazzo si voltò verso Thad con un sopracciglio alzato e si
rivolse a
lui in tono offeso. «Per chi mi hai preso?».
«Beh,
per uno che appiccica foglietti in cui informa l’intera
scuola che il
bidello non è ben piazzato!» rispose.
«Shhh!»
lo riprese Trent, poggiandogli una mano sulla bocca, quando
notò
che alcuni ragazzi lì vicino si erano voltati a causa del
volume fin troppo
alto della voce di Thad. «Lo sanno in pochi, okay? Comunque
no, non sono stato
io».
Meglio per te,
vecchio mio, pensò Thad. Non che lo avrebbe
ucciso se fosse stato lui, ma avrebbe di
certo trovato il modo per vendicarsi.
Thad
spintonò via alcuni ragazzi che lo stavano ostacolando
nell’attraversata della sala, per poi raggiungere il suo
gruppo di compagni: a
giudicare dalle loro facce... no, non c’era niente da
giudicare. Non riusciva a
comprendere se fossero contenti del fatto che di lì a poco
ci sarebbe stato un
provino di ammissione – cosa che non accadeva da molto tempo
– o se fossero in
disaccordo... o se non gliene fregava assolutamente niente. Vide Flint ridere con
gli altri, e si chiese se si fosse
offeso del fatto che si era dimenticato il suo compleanno.
Notò
Wes e David che confabulavano in un angolo, come al solito. Il primo
era passato all’Accademia per un saluto ai suo ex compagni,
prima di buttarsi
completamente nello stile di vita universitario; a Thad mancava un
sacco,
davvero. I corsi erano iniziati da poche settimane e già
loro sentivano la sua
mancanza come non mai. Soprattutto David, con il quale aveva un
rapporto
decisamente più stretto rispetto agli altri.
Già
che c’era, gli avevano chiesto se gli avrebbe fatto piacere
presenziare
al provino e a dare la sua approvazione: ovviamente non aveva
rifiutato. Era
nel suo carattere da ‘comandante’.
«Stanno
decidendo in che modo spaventare il novellino, cosicché
rimarremo
per sempre perseguitati solo dall’ombra di Blaine?»
azzardò Thad indicando i
due ragazzi.
Jeff
arricciò l’angolo della bocca. «Visti da
questa prospettiva sembra che
stiano pomiciando»
«Anche
da qua» commentò Flint,
inclinando la testa leggermente.
«Se
sposto la testa un po’, lo sembra anche da qui»
aggiunse Trent.
«Che
stiano pomiciando davvero? Thad, vai a vedere».
Thad
roteò gli occhi al cielo. Possibile che fossero sempre
così invadenti
e rompipalle?
In
quel momento David voltò lo sguardo verso di loro
– probabilmente si era
sentito osservato e gli stavano fischiando le orecchie – e
corrugò la fronte in
vista dei compagni che li stavano fissando, curiosi. Conscio del fatto
che
ognuno di loro era convinto che provasse qualcosa per Wes, fece
spallucce e
tornò a parlare con l’amico, ormai rassegnato.
«Eddai,
lasciateli in pace» intervenne Nick, sorridendo.
«David è super
etero, ha anche la ragazza!».
«Dicevano
la stessa cosa di mio cugino Mark, e ora è sposato con il
suo
giardiniere!» azzardò Richard.
Anche Thad sorrise e poco
dopo si
ritrovò accasciato sulla poltrona accanto a Jeff. Era
curioso di vedere come se
la sarebbe cavata quello nuovo, ma nel contempo non vedeva
l’ora di tornare nel
dormitorio a farsi una lunghissima doccia ristoratrice. E poi doveva
finire
anche i compiti di Algebra, o avrebbe preso l’ennesimo brutto
voto.
Si
stava quasi per appisolare, quando la voce di Trent lo fece tornare
alla
realtà.
«E’
quello?».
«No,
quello lì a sinistra» lo corresse Nick.
«Eh,
quello con i capelli biondi».
«No!
Quello che sta camminando verso Wes...».
«Ce
ne sono due che stanno camminando verso Wes!»
brontolò Trent.
«Quello
con i capelli sul castano... marroncino... quasi
biondo».
«Nick,
se avessi tra le mani una spranga te la sbatterei sulla
fronte!».
Thad
scoppiò a ridere, seguito a ruota dagli altri. «Ma
dici quello con quintali
di pece sui capelli?».
«Sì,
quello che si è appena grattato il pacco» disse
infine Nick, con un
sospiro.
«Quello
che dicevo io! Quello biondo!» ululò Trent.
«Ma
non è biondo!».
«Ragazzi,
avete rotto le palle!»
esplose Jeff, leggermente intontito da tutto quel confabulare.
Ci
fu un attimo di silenzio poi risero, catturando l’attenzione
di tutti,
perfino del diretto interessato – il quasi
nuovo Warbler: Thad si accorse che li stava fissando con uno
sguardo
perplesso, come per dire “e io dovrei far parte di quel
gruppo di
squilibrati?”. E non aveva tutti i torti, sinceramente. O
magari era uno
squilibrato anche lui e stava analizzando i suoi simili.
Era
ancora perso nei suoi pensieri
e
neppure si era accorto del fatto che il ragazzo avesse spostato lo
sguardo su
di lui. Lo
fissò per un millesimo di
secondo, cercando di capire che tipo di persona fosse: a Thad piaceva
fare
quella specie di giochetto, guardare qualcuno negli occhi per cercare
di vedere qualcosa, di capirne
l’essenza.
La maggior parte delle volte ci riusciva, a parte in
un’occasione tempo
addietro, quando aveva conosciuto Nick... al primo sguardo aveva
pensato che
fosse la persona più gay e nerd del mondo, ma aveva
sbagliato completamente su
entrambi i campi.
Distolse
lo sguardo dal ragazzo facendo finta di nulla, per poi realizzare
di non essere riuscito nel suo intento: a prima vista gli era sembrato
una persona quasi... timida. Ma non
ne era del tutto sicuro.
«Sembra
coccolo» commentò Jeff, facendo spallucce.
Nick
scosse la testa. «Non ci scommetterei» disse
solamente, attirando a sé
gli sguardi curiosi dei compagni.
Però
sì, aveva la faccia simpatica, secondo Thad.
Qualche
istante dopo il ragazzo raggiunse il centro della sala, dove i
compagni strumentisti lo attendevano per cominciare il provino: Thad
non aveva
idea di cosa avrebbe cantato, ma sperava non fosse una canzone noiosa o
deprimente. Già stava facendo scendere tutti i santi
perché era costretto a
stare lì, mentre il suo cervello e le sue gambe optavano per
tornare in
dormitorio.
«Sebastian»
disse la voce di Wes, «puoi cominciare».
Sebastian
rivolse un sorriso smagliante a tutti e con un cenno fece
intendere di essere pronto: gli strumentisti cominciarono a suonare e a
Thad
prese un infarto.
Quella
musica...
Il
ragazzo cominciò a cantare e ci fu un mormorio di
approvazione in tutta
la sala: aveva una bella voce – non particolare, come quella
di Nick, ad
esempio – ma era piacevole e intonata. E se la stava cavando
benissimo,
rendendo davvero giustizia agli artisti originali.
Thad
deglutì così forte che Jeff, accanto a lui, si
voltò per dargli una
piccola spintarella.
«Forte,
eh?» sorrise.
Sì,
forte, fin troppo.
Quella era la
canzone preferita di Thad da sempre. E quel Sebastian la
stava interpretando nel migliore dei modi.
Tra i trilioni di canzoni che esistevano al mondo, lui era riuscito ad
azzeccare quella che più faceva battere il cuore a Thad
tanto era bella.
In
base a quanto il cervello di Thad riusciva a captare, quel ragazzo era
davvero capace di stare al centro dell’attenzione: alcuni tra
gli Warblers,
quando fecero avevano fatto il provino per entrare a far parte del
gruppo,
avevano un po’ lasciato a desiderare a causa
dell’agitazione, ma lui sembrava
davvero adatto per un pubblico.
Si
voltò verso Wes e David e notò che annuivano
involontariamente entrambi.
Ciò significava che Sebastian sarebbe stato accolto a
braccia aperte nel
gruppo.
Sarebbe
stato strano, Thad già lo sapeva, però suppose
che era tutta
questione di abitudine. Poi meglio uno in più che uno in
meno, no?
Quando
gli strumentisti suonarono l’ultima nota di “What about now” degli Westlife,
tutti applaudirono, ammirati.
Perfino Sebastian concedette un piccolo applauso a se stesso.
Tutti
gli Warblers si alzarono e lo raggiunsero per complimentarsi e David
se ne uscì con un “ti
faremo sapere”,
anche se praticamente era già nel gruppo. Era giusto per
dare un po’ più di
ufficialità alla cosa, lui e Wes erano fatti così.
Thad
raggiunse gli altri e si complimentò anche lui con
Sebastian, che gli
sorrise.
«Sei
stato forte!» si congratulò Trent, stingendogli la
mano.
«Grazie,
sarebbe un onore per me esibirmi con voi» rispose Sebastian,
ampliando ancora il suo sorriso – per quanto fosse possibile.
Thad percepì una
strana sensazione e non riusciva a spiegarselo: tutti lo prendevano
sempre in
giro per questo, ma la maggior parte delle volte aveva ragione. Era
come se tutto quello, il provino,
la riunione, i
sorrisi, le battute, Sebastian... fossero
la più grande farsa mai messa in scena.
Perché
avrebbe dovuto pensarlo? Non c’era niente a suggerirglielo,
se non
quella stupida sensazione.
«Thad,
che hai?» lo sorprese Nick, leggermente preoccupato.
Thad
si accorse che, perso nei pensieri, aveva corrugato la fronte talmente
tanto che ora gli pizzicava. E doveva avere anche una faccia da ebete
proprio
in quel momento. «Oh, no, niente! Stavo guardando... le
scarpe di Sebastian. Mi
piacciono» mentì.
Sebastian
inarcò elegantemente
un
sopracciglio. «Sono identiche alle tue».
«Lo
so» deglutì l’altro, «per
questo sono belle».
Jeff
gli lanciò un’occhiata indecifrabile e
così fecero gli altri compagni,
per poi scoppiare a ridere. Anche Thad accennò un sorriso
imbarazzato.
«Ora
devo andare» li informò Sebastian. «Devo
prepararmi per il test di
domani... E’ stato un piacere cantare per voi!».
Tutti
annuirono e si congratularono ancora con lui, mentre si voltava per
andarsene.
E
Thad avrebbe giurato su tutta la sua collezione di bustine di zucchero
di
aver visto un ghigno malefico attraversare il volto di Sebastian prima
che
uscisse dalla stanza. Qualcosa glielo suggerì nella sua
testa: sì, quella era la
più grande farsa a cui
avesse mai assistito, più di quella volta in cui
sua madre si era finta sua
nonna per entrare al cinema con gli sconti per anziani.
To
be continued...
Angolo Me.
Come avrete ben capito dagli avvertimenti – e se non l’avevate capito... .__. – questo è il primo capitolo della mia Long Fiction sugli Warblers, ambientata durante la terza stagione di Glee.
Avevo in mente una valanga di cose da dire, di anticipazioni, di avvertimenti, ma ora non me ne viene in mente nessuna, ed è tutta colpa di un video Niff che sto continuando a vedere/piangere da circa un’ora e mezza.
Comunque non temete: qua Sebastian è stato fin troppo carino. E io non faccio mai Sebastian puccioso *risata diabolica*
Questa storia non sarà basata solo su Sebastian/Thad, ma anche su altre ship che ultimamente mi uccidono le cervella. Ah, e se state pensando “che palle! Un’altra Sebastian/Thad... ora spuntano come funghi”, beh in questo caso dovete sapere che lo ship per questa coppia è partito da me e dalla mia collega Somo, ecco... prima non ce n’era manco l’ombra. Insomma, a chi poteva venire in mente di associare due personaggi che non hanno un briciolo di contatto nel telefilm? A me, e per un motivo che ho già spiegato nella mia prima Seb/Thad u.u
Stessa cosa per le Niff, comunque .-. prima non le cagava nessuno, e ora... xD
Ma evito di esprimermi, purtroppo di questi tempi l’originalità è molto rara.
Grazie
in anticipo a chi lascerà un parere ** (ancora non
sono una cannibale)
Lin ♪