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Autore: bambolinazzurra    14/02/2012    2 recensioni
Roxas ha una piccola "disavventura" che lo costringe ad abbandonare la sua prima palestra e a trovarne un'altra. Axel, il suo nuovo istruttore, si diverte a stuzzicarlo e metterlo a disagio.
Chi avrà la meglio?
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Axel, Lexaeus, Roxas, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Era ormai più di un anno che Roxas sapeva di essere gay. L’aveva scoperto nel modo più imbarazzante possibile alla fine di una seduta in palestra decisamente spossante. Stanco che i suoi amici lo prendessero in giro per il suo fisico così mingherlino, aveva deciso di fare il grande passo e sborsare quei 400 munny al mese, scoprendo poi che gli piaceva molto.
Il giorno fatidico, dunque, si era diretto verso le docce massaggiandosi la parte bassa della schiena e imprecando con sentimento contro l’istruttore. Mentre il suo corpo veniva accarezzato dall’acqua tiepida dell’impianto sgangherato, si accorse che un altro ragazzo, un po’ più grande di lui, si stava lavando proprio nel cubicolo di fronte al suo.
“Ma proprio lì doveva mettersi, con tutte le altre postazioni vuote?!” aveva pensato Roxas, non poco seccato.
Senza accorgersene si era ritrovato a osservare il corpo di quel ragazzo: evidentemente era più allenato di lui. Aveva un accenno di pettorali, una vaga tartaruga e muscoli di braccia e gambe definiti, anche se non enormi. E un atteggiamento da duro.
Roxas si era accigliato, a quel punto: avrebbe voluto raggiungere anche lui quello stadio di allenamento, ma la strada da fare era ancora lunga. Poi era rimasto sconcertato nell’accorgersi che stava fissando i glutei tondi e sodi dell’altro e che una parte di lui mostrava di gradire alquanto lo spettacolo.
Aveva tentato di nascondere le sue vergogne, ma proprio in quel momento il ragazzo si era voltato e aveva notato il gesto.
- Ehi, marmocchio, che stai…? Ma che cazz…! Sparisci, razza di… -
E il ragazzo se n’era andato più in fretta possibile, continuando a borbottare improperi a voce non propriamente bassa.
Pieno di vergogna e deciso a evitare l’altro, Roxas era rimasto sotto la doccia fino a farsi diventare le dita rugose e poi si era rivestito più lentamente possibile, prendendo con riluttanza consapevolezza della propria omosessualità.
“E ora come lo dico ai miei?”
Mentre usciva dalla palestra immerso nei suoi tetri pensieri, una voce maschile gracchiante lo raggiunse.
- Ehi, Seifer, è quello il frocetto  che ti ha importunato? –
Risposta secca da parte dell’altro, dopodiché Roxas si era trovato la strada sbarrata da un ragazzo grosso come un armadio a due ante, il classico tipo tutto muscoli e niente cervello.
- Lasciami in pace – aveva provato a fare lo spavaldo, ma quello si era limitato a ridacchiare stupidamente e a spintonarlo.
Roxas si era ritrovato col sedere sul duro asfalto e la mano avvolta intorno a qualcosa di stretto e duro, di metallo. Si era rialzato a fronteggiare l’aggressore stringendo quella che scoprì poi essere una grossa chiave vecchio modello, di una trentina di centimetri, argentata e con sopra una patina di umidità che la rendeva opaca. L’aveva calata con tutta la sua forza sulla testa dell’armadio umano, tramortendolo, ed era scappato via come una furia, incurante della stanchezza e del borsone pesante, con le risate di quel ragazzo – così dannatamente sexy - della palestra che gli echeggiavano nelle orecchie.
Roxas ritornò al presente con un sospiro. Inutile dire che dopo quella clamorosa figuraccia aveva dovuto abbandonare la palestra per la vergogna. Ma aveva deciso che i tempi erano maturi per ricominciare.
“Palestra nuova, vita nuova” pensò Roxas ed entrò nell’edificio, respirando con piacere l’odore di polvere e sudore tipico delle palestre.
- Salve – disse ad un ragazzo dai capelli rossi dietro il bancone, che stava ruminando una gomma con aria annoiata – Vorrei iscrivermi – e abbassò lo sguardo per paura di compromettersi.
L’altro sollevò lo sguardo.
- Ma certo, dolcezza! – trillò battendo le mani.
- Co… Cosa?! – boccheggiò Roxas, spalancando gli occhi.
- Ho detto che sono 400 munny al mese e altri 100 per l’iscrizione – fece quello, sbuffando annoiato e guardandolo ad occhi socchiusi – Lì ci sono i moduli che devi riempire –
Roxas arrossì e distolse di nuovo lo sguardo. Possibile che si fosse immaginato tutto? Scosse la testa e iniziò a compilare i moduli, ben attento a non guardare il ragazzo di fronte a lui.
- Vedo che hai già il borsone con te. Cominci subito, dunque? –
- Oh, sì – bofonchiò il biondo.
- Io sono Axel, il tuo istruttore. A-X-E-L, got it memorized? –
- Certo. Io sono Roxas. R-O-X-A-S! – gli fece il verso prima di riuscire a trattenersi, omettendo solo il finale.
E scappò a tutta birra verso gli spogliatoi.
Axel rimase lì a guardarlo allontanarsi, ridacchiando. Era sempre uno spasso prendere un po’ in giro i ragazzini “gay da poco” facendo la messinscena della checca isterica, per poi far loro credere di averlo solo immaginato, ma era la prima volta che veniva preso in giro da uno di loro.
Si sarebbe divertito con quel fringuello biondo, c’era da scommetterci!
  
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