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Autore: MrBadCath    14/02/2012    2 recensioni
Autori: MrB feat. C (vale a dire MrBadGuy and la Cath)
Desclaimers: Niente di tutto questo è mai successo nella realtà. I Queen e le canzoni citate non ci appartengono. David è un personaggio di MrBadGuy. No infringement of copyright intended.
Note: per le note vedere Nda e Varie :D grazie.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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John Deacon



Ci stavamo salutando, la session era finita.
Session, che parolone, erano quasi due settimane che Roger e Freddie si comportavano in modo strano, sembravano cadere a pezzi.
Forse era un brutto periodo, non era affar mio, comunque.
Poi lo sguardo di Freddie scattò improvvisamente alla finestra, richiamato dal rombo di una moto, impagabile e abbastanza divertente. Sembrava che avesse visto Scaramouche e Galileo Figaro che attraversavano la strada. Guardai la scena divertito, ridacchiando fra me e me con il basso in braccio.
Schioccò le dita in direzione di Roger, che rispose, seccato come non mai:
«Che cosa sono, un cane?»
«Vieni!» esclamò di nuovo il cantante, con la voce stridula e quasi frustrata.
Roger si rassegnò a lo raggiunse, senza fretta.
Assieme guardarono fuori alla vetrata che divideva la nostra cappa di fumo, accumulata in svariate ore, dall'aria pura, seppur leggermente grigia, di Londra.
Mi scambiai uno sguardo complice con Brian:
«Dici che hanno visto Dio?»
L’altro, che aveva il viso messo in ombra dai numerosi boccoli, che ricadevano in giù per via della sua posizione, era completamente piegato sulla Red Special. Mi strinsi nelle spalle e sorrisi.
Lui rispose, senza alzare la testa:
«Allunga un l'occhio per vedere cosa li interessa tanto.»

Guardavo abbastanza incuriosito la figura nera, alta e snella, che scese dalla moto in modo elegante.
Si tolse il casco.
Uno degli uomini più belli e inquietanti che io avessi mai visto, se non il più bello e inquietante. Il viso era pallido, ma perlato alla luce del sole; temevo che si sarebbe sgretolato, esponendolo alla luce. Aveva le sopracciglia arcuate, e, sotto di esse due occhi, terribilmente freddi, scolpiti nel marmo. Le labbra rosee e carnose risaltavano sul pallore della sua pelle. I denti perfetti e candidi vennero incorniciati dalle labbra, piegate in un sorriso solare, raggiante.


Brian May



Sembrava che fuori fosse uscito il Papa. Che avevano tutti da dirigersi fuori a quella velocità?
Anche John! La mia Red Special era comunque avanti a ogni cosa di questo mondo.
Quello che entrò nello studio era forse l'uomo più bello che avessi visto, e la cosa ovviamente rimase nei miei pensieri: un po' perché non mi sbilanciavo mai nel fare apprezzamenti verso gli uomini, un po' perché Freddie era geloso dei suoi amanti all'inverosimile, tanto che nell'ultimo periodo scambiare due chiacchiere con Roger era diventato impossibile. John non si era accorto di niente, non che abitualmente fosse ciarliero, ma credo fosse totalmente estraneo a ciò che gli succedeva intorno.
David, così si chiamava, aveva la carnagione straordinariamente pallida, sembrava un vampiro.
Anche gli occhi erano molto chiari ed i capelli forse ancor di più: mi chiesi se non fosse piuttosto uno scherzo di Freddie.
Normalmente non avrei detto che un uomo così era bello, in realtà: insomma, faceva più che altro paura e al di fuori del fisico mostruosamente scolpito che vantava in una tutina da moto aderente all'inverosimile, mi pareva tanta boria e pochi contenuti. Del resto, se Freddie aveva un debole per lui... ma se così fosse stato, Roger non si sarebbe mostrato così incline al sorriso, mentre era andato a salutarlo e ad accoglierlo come si fa con un vecchio amico.
Forse qualcosa era cambiato.


Freddie



-Sarà pure frutto della mia immaginazione, ma è bellissimo- pensai, poggiando una mano sul vetro.
«Vai» mi sussurrarono in coro il mio cervello e il biondino.
Finsi di non avere fretta, ma in realtà, il sangue nelle vene mi bruciava, al solo pensiero che David era a pochi metri da me.
Mi girai e sorrisi a John e Brian:
«Ho in mente una canzone, per domani» annunciai, accarezzando con la punta delle dita la sedia su cui stava il capellone, che alzò il viso dipinto di un sorriso schietto.
Lasciai i saluti a loro, schivai la figura di Jim Beach, inoltrandomi nel corridoio che portava all'uscita.
Sembrava terribilmente lungo, ma una volta aperta la porta, la figura di David mi si parò davanti, abbagliandomi con la sua bellezza.
Per un attimo ci guardammo, capì tutto quello che avevo passato per lui, capì tutto, anche quello che non avrebbe dovuto.
«Ti ho sentito» affermò poi. Gli guardai il viso: era quasi totalmente guarito, eccetto un livido sotto allo zigomo, che richiamava la mia attenzione con il suo colorito.
Viola.
«Hai bisogno di attenzione, a quanto pare» lo presi in giro, sicuro che quello che aveva più bisogno di attenzioni ero io, lui no di certo.
«Da che pulpito» alzò un sopracciglio e mi poggiò un casco in mano «Andiamo, vah.»
«Vuoi che io prenda la moto?»
«Non la devi letteralmente prendere, soltanto salirci sopra e stringerti a lui...» commentò sarcastico Roger. Gli feci una smorfietta e seguii le sue istruzioni.
David diede gas e partimmo.
Mi sentivo bene, mi sentivo diverso... nonostante tutto.
Roger ci guardò mentre ci allontanavamo: aveva la mano alzata in segno di saluto e ogni tanto la scuoteva. Stava sorridendo. Tutto sommato, sembrava davvero felice. Era sempre più lontano e più lo vedevo allontanarsi, come qualcosa non di passato, ma di eterno, più mi stringevo al mio presente.
David.
   
 
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