Storie originali > Commedia
Ricorda la storia  |      
Autore: sango_79    14/02/2012    2 recensioni
La pioggia torrenziale potrebbe causare un'alluvione e, per evitare pericoli, sei ragazzi decidono di accettare l'ospitalità di Cristian.
Sei ragazzi tutti accoppiati. Tranne uno.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Di là dal ponte'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Storia scritta per la Maritombola di Mari di Challenge. Fa parte della raccolta Di là dal ponte, che potete trovare anche qui e qui.


Alluvione


Who kicked a hole in the sky
so the heavens would cry over me
(Let there be love – Oasis)


"Sta' tranquillo."
Lorenzo posò una mano sulla nuca di Simone, nel tentativo di farlo calmare.
"Come faccio a stare tranquillo?" fu la sua prevedibile replica. "Lui è lì fuori e sembra che si stia scatenando la fine del mondo!"
"Siamo a marzo, troppo in anticipo rispetto alle previsioni. La fine del mondo dovrebbe arrivare fra nove mesi" gli fece notare Mattia.
Simone gli lanciò la prima cosa che gli capitò tra le mani: una bottiglietta d'acqua, piena. Poi qualcuno suonò il campanello e lui si precipitò ad aprire la porta dello studio fotografico di Cristian. Manuele era bagnato fradicio e tremava sotto la pioggia scrosciante.
Appena Simone lo ebbe trascinato dentro, Cristian gli lanciò un asciugamano e li spedì al piano di sopra, ordinando a Simone di fargli fare una doccia calda e di frugare nel suo armadio per trovare qualche vestito asciutto che gli andasse bene.
"Per fortuna è arrivato" commentò Mattia, quando i due uscirono dalla stanza.
"Eri preoccupato?" lo prese in giro Lorenzo e il ragazzo scosse le spalle.
"Quando è nervoso Simone non capisce le mie battute di spirito. Non è divertente."
Il cellulare di Marco prese a squillare proprio in quel momento, attirando l'attenzione di tutti.
"Papà? È successo qualcosa?"
"No,” rispose la voce di Maurizio Carini, all'altro capo della linea. "Io e la mamma siamo a casa della nonna, dormiremo qui stanotte. Voglio che voi restiate lì. Non pensate nemmeno di uscire, chiaro?"
"Come vuoi, ma..." provò a ribattere Marco, perplesso.
"Niente ma! Se scopro che avete messo il naso fuori casa sarete in punizione per i prossimi vent'anni. Ora passami il tuo..." piccolo colpo di tosse. "Passami Cristian."
Sempre più sorpreso per il comportamento di suo padre, il ragazzo porse il telefono al fotografo.
"Vuole parlare con te" lo informò.
Mattia e Lorenzo ridacchiarono impunemente, Cristian li guardò male e prese il cellulare come se scottasse.
"Dottor Carini? Ehm... salve" lo salutò.
"Ciao Cristian. I ragazzi sono tutti lì?"
"Sì, Manuele è arrivato da una decina di minuti."
"È venuto in moto?" si informò.
"Sì."
"Allora fagliela mettere nel tuo garage. E fatti aiutare dai ragazzi a sollevare le tue attrezzature da terra. Pare che il fiume stia per rompere gli argini."
"Ma porca..." imprecò Cristian, guardandosi intorno.
"Appunto" fece il dottor Carini. "Non è un problema se i ragazzi passano la notte lì, vero?"
"Certo che no! Non li avrei fatti uscire in ogni caso e ho spazio in abbondanza, in casa, per sistemarli comodamente."
"Bene. Allora munitevi di candele perché credo che l'elettricità salterà presto e non penso che vi servano consigli su come passare il tempo" commentò il medico, con un tono di voce che Cristian non seppe dire se fosse stato irritato o divertito. "Avviso io il padre di Simone, e lui può avvisare i genitori di Manuele, ma i ragazzi dovrebbero farsi sentire comunque, per tranquillizzarli" consigliò.
"Mi assicurerò che lo facciano" promise Cristian.
"Bene. Ci sentiamo più tardi per sapere come va. Fate attenzione, va bene?" concluse il dottor Carini.
"Sì, certo. Grazie."
Una volta chiusa la comunicazione, Lorenzo gli si avvicinò.
"È successo qualcosa?" gli chiese preoccupato.
"Il fiume sta per rompere gli argini. Dobbiamo portare dentro la moto di Manuele e sollevare tutte le attrezzature" comunicò.
"Cazzo!" fu il commento di Lorenzo.
Per la successiva mezz'ora lavorarono tutti e sei per evitare che qualcosa potesse essere danneggiato dalla possibile ondata di piena. Tutti notarono che Lorenzo aveva mandato e ricevuto più di un messaggio sul cellulare.
"Che c'è?" gli chiese Cristian, quando ebbero finalmente finito di sistemare.
"Quell'idiota di Alessio, ecco che c'è. E appena uscito dal lavoro e dice che vuole tornarsene a casa."
"Non lavora qui vicino?" domandò ancora il fotografo.
"Sì, qualche traversa più in là" confermò, facendo un vago cenno con la mano.
"E allora fallo venire qui, una persona in più non cambierà certo le cose."
Lorenzo si attaccò subito ai tasti del telefono, sotto lo sguardo attento di Cristian.
"E comunque," commentò il fotografo, quando l'amico ebbe inviato il messaggino "si vede chiaramente che è solo un storia di sesso. Già!"
Lorenzo sbuffò e prese a guardare con insistenza il muro d'acqua che si vedeva fuori dalla finestra. Dopo nemmeno quindici minuti Alessio stava entrando nello studio, con l'aspetto di un pulcino bagnato e prossimo all'assideramento. Lorenzo lo portò al piano superiore, nell'appartamento di Cristian, per fargli fare una doccia e dare anche a lui dei vestiti asciutti e gli altri lo seguirono.

Un'ora dopo erano tutti seduti in salotto, più o meno tranquilli.
"Who?" sbottò tutto a un tratto Mattia, dalla sua postazione sulla panca davanti alla finestra.
"Cosa?" gli chiese il fratello.
"Who?" ripeté lui con più enfasi, alzandosi in piedi.
"Who, cosa?" insistette Marco.
Mattia allungò una mano davanti a sé e la sollevò verso l'alto, con fare molto melodrammatico.
"Who kicked a hole in the sky so the heavens would cry over me?" recitò, fissando un punto imprecisato del soffitto.
"Eh?" chiese perplesso Manuele, a nome di tutti.
"Perché cazzo ha iniziato a piovere proprio oggi che sono bloccato qui con voi?" tradusse Mattia, ricadendo scocciato sulla sua panca.
"L'ho sempre detto, io, che a te leggere Shakespeare non fa bene" constatò Simone, per nulla impensierito
"A quanto pare, per lui non è salutare nemmeno ascoltare gli Oasis" notò Lorenzo.
"Tu devi solo stare zitto, visto che è tutta colpa tua" lo accusò Mattia, puntandogli un dito contro.
"Per quanto sia opinione generale, oltreché verità assoluta, che io sia un dio sceso in terra," e ignorò lo sbuffare derisorio del suo migliore amico "temo di non avere ancora il potere di scatenare il diluvio universale. Quindi, in che modo sarebbe colpa mia?"
Mattia si alzò e si avvicinò agli altri, sedendosi poi per terra, vicino alle gambe di Lorenzo.
"Segui il discorso" intimò, per poi puntare il dito verso il fratello e il fotografo.
I due erano seduti sul divano di fronte a quello dove era accomodato Lorenzo. Marco aveva la testa poggiata sulla spalla di Cristian e quest'ultimo giocava con una mano tra i suoi capelli castani.
"Loro passeranno tutta la notte nel loro bel letto matrimoniale a venticinque piazze, a scopare come conigli" sentenziò.
Poi il suo dito si spostò sulla poltrona sistemata di lato rispetto ai due divani, dove Simone era seduto tra le gambe di Manuele e si faceva abbracciare e accarezzare lo stomaco.
"Loro passeranno tutta la notte su questo comodo divano letto, a scopare come ricci" constatò.
Di nuovo, il dito si spostò per andare a puntarsi, questa volta, contro Lorenzo.
"Tu eri la mia unica speranza, e invece hai pensato bene di far arrivare il tuo amichetto, quindi ora passerete tutta la notte nella camera degli ospiti, che poi nessuno lo dice ma praticamente è la tua camera, a scopare come dei disperati."
"In effetti" concesse Lorenzo. "Non capisco ancora, però, perché la colpa per questa situazione dovrebbe essere mia."
"Perché tu saresti dovuto essere il mio complice. Se non fosse arrivato lui" e indicò Alessio "avremmo potuto inventarci qualcosa di geniale per impedire a quei quattro di divertirsi alla faccia nostra."
"Ma allora," intervenne Simone "non dovrebbe essere colpa di Alessio?"
Mattia guardò il suo migliore amico come se fosse impazzito di colpo.
"Non si è mica auto invitato" gli fece notare, come se fosse stata la cosa più ovvia del mondo.
"Va bene, il ragionamento è chiaro. Contorto, ma a suo modo comprensibile" concesse Lorenzo. "Solo che non riesco a capire dove sia il problema. Puoi anche organizzare qualcosa da solo, no?"
Mattia si sollevò in piedi di scatto.
"Non vede il problema, lui" si indignò. "No, dico, il cervello oggi ti è finito nelle mutande?"
Lorenzo si accigliò.
"Vuoi sapere cosa succederà?" gli chiese ancora Mattia, il dito di nuovo puntato contro di lui.
"Credo che sia già abbastanza chiaro. La tua analisi è stata molto accurata" rispose Lorenzo, la voce piatta.
"Certo, tranne che per un piccolo particolare" gli fece notare il ragazzo. "Mentre voi passerete il tempo a darci dentro fino a domani mattina nei vostri letti soffici, a scoparvi a morte a lume di candela e a esternare più o meno a voce alta tutto il vostro immenso piacere, tutti voi, io passerò la notte a uccidermi di seghe. Da solo. Nella vasca da bagno. Ora lo vedi, il problema?"
Sulla stanza calò il silenzio. Finché Lorenzo non si schiarì la gola.
"Vedila così," gli spiegò, con un ghigno enorme sulla faccia "tutte le esperienze, anche le più dure, possono essere formative."
Mattia gli mostrò il dito medio.
"Perché? Perché a me?" si disperò.
"Secondo me è il karma" si intromise Cristian, che stava cercando senza troppo successo di trattenere le risate.
"Fratello, posso prendere a mazzate il tuo uomo?"
Marco, al contrario del suo ragazzo, scoppiò a ridere senza farsi troppo problemi.
"No" gli rispose. "Questa notte mi serve in piena forma, ricordi?"
Mattia lo mandò a quel paese e tornò alla sua cara panca contro la finestra, borbottando come una pentola di fagioli sugli stronzi senza cuore con cui si ritrovava a dover convivere, che complottavano contro la sua sanità mentale e contro il suo povero polso.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Commedia / Vai alla pagina dell'autore: sango_79