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Autore: Sparrowhawk    15/02/2012    0 recensioni
«…trovi sia divertente, tutto questo?» chiese Emanuele, sconvolto «Io non mi sto divertendo. Non…non so neanche che mi succede…»
«Oh, io lo so…»
Si alzò in piedi anche lei e, sparendo dalla loro vista, ricomparve alle spalle di una delle cameriere che erano rimaste vicino al muro sino ad allora. Senza preavviso, e di fronte agli occhi increduli dei tre, morse la giugulare della povera ignara vittima, facendo sgorgare a fiotti un liquido rosso ed intenso. Ci volle poco affinché un dolce profumo raggiungesse le loro narici, comprimendo gli stomaci e tormentandoli. Light sapeva cosa volevano, era così chiaro che quasi le sembrava assurdo il fatto che non lo avessero compreso da soli.
Lanciò il corpo della ragazzina ai loro piedi, muovendo qualche passo verso di loro. La servetta ancora respirava, ma la cosa sarebbe durata poco a giudicare dalla grande ferita che le aveva causato.
«Hai fame.»
«…no.»
«Tanta fame.»
«Ti sbagli, io…io non…»
«Tutti voi avete fame…» disse, gettandogli le braccia al collo e baciandolo senza preavviso «…fame di sangue.»
Genere: Dark, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
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Titolo: It's Complicated.
Fandom: Storia Originale
Personaggi: Light (personaggio principale); Andrea Pesaro; Emanuele Lazzeri; Alberto Copat; Kame/Simon/Aaron (i fratelli)
Rating: Arancio (eventualmente potrebbe diventare rosso)
Genere: Sentimentale; Dark; Drammatico
Altro: Het; Triangolo (no, direi più sul quadrilatero ;D); Lime
Note: Tutti i personaggi che compariranno in questa fanfiction sono miei e di una mia cara amica. Sono scaturiti dalla nostra immaginazione e ci appartengono completamente. Potremmo dunque infervorarci se, tali personaggi, venissero usati senza il nostro diretto consenso.


Prologo.




“Sei un mostro!”
“No, non ti avvicinare!”
“Nessuno potrà mai amarti, sei orribile!”

 
Gli umani.


Sempre pronti a giudicare. Mai che si impegnassero nel comprendere che, nelle sue azioni, non c’era assolutamente niente di volutamente crudele. Se faceva delle determinate cose era solo perché, come ogni altro essere vivente, anche lei doveva sopravvivere. E se questo comprendeva il doversi nutrire di sangue, per farlo, non è che poteva farci tanto.
La maledizione del vampirismo era, il più delle volte, una spina nel fianco, ma non per lei.
Non per una degli originali.
Light– così si faceva chiamare – non era un vampiro normale, no. Apparteneva alla famiglia più importante di tutte. Alla più vecchia di tutte. E perfino alla più potente di tutte.
Era da loro che discendevano tutti quelli della stessa specie.
O meglio, discendevano dai suoi tre fratelli poiché Light, vista come la più fragile e debole di tutti all’interno del parentado, non aveva mai conosciuto il mondo esterno alle mura dei castelli in cui abitava con loro almeno sino al compimento dei suoi…beh, diciamo almeno fino a che non fu chiaro a tutti che perfino lei, nella sua diversità, avrebbe potuto cavarsela.
«Mi avevi promesso di stare attenta.» le disse Kame riaccogliendola a casa, lo sguardo torvo eppure con una nota di ben chiara preoccupazione.
Light lo fissò, leccandosi la punta delle dita, sporche di sangue, con ostentata sfrontatezza.
La sua prima notte di caccia in solitaria era stata elettrizzante, magnifica ed enormemente divertente. Era un vero peccato che, suo fratello maggiore, le donasse quell’occhiataccia.
«Sono stata attenta.» esclamò allora la giovane, sorridendo «Sono qui senza graffi, no?»
«Sai bene che cosa intento, Light. In paese c’è fermento. Hai massacrato un’intera famiglia!»
Sospirando, si fece avanti e gli lanciò le braccia al collo, esibendo un visetto tutto triste e contrito. I suoi occhi, da rossi che erano stati sino a quel momento, tornarono di un marrone scuro all’istante mentre si stringeva al corpo del fratellone.
Non le piaceva quando, proprio lui che di solito la riempiva di coccole, la sgridava.
«Ma avevo tanta fame!» strillò, come una piccola bambina colta con le mani nel vasetto dei biscotti «Non ho saputo trattenermi! La prossima volta io-»
«Ah no, niente prossima volta. Ho commesso un grave errore nel lasciarti andare sola.»
«Kame, no! Non essere cattivo, non mi impedire di cacciare autonomamente! Non mi va più di stare a casa mentre voi vi divertite tutti! Voglio uscire, vedere il mondo, vivere anche io!»
Cominciò a piangere, abbracciandolo ancora di più.
Era stufa di essere quella da proteggere, stufa di non potersi comportare come tutti gli altri, ovvero come la Principessa dei vampiri che era.
L’altro, chiudendo un secondo gli occhi scuri, si passò una mano fra i capelli argentati, riavviandoseli prima di portarla sulla schiena della sorellina per avvicinarla a sé. Come sempre non riusciva a resisterle e, comportandosi dal bravo ragazzo che infondo era, la coccolò per un po’ senza più dire nulla. Conosceva la frustrazione di Light nell’essere trattata a quella maniera: era forte quanto tutti loro, veloce quanto tutti loro, ma veniva sempre tenuta in disparte solo perché le mancava quella dose d’empatia che, normalmente, chiunque possedeva.
Anzi, non è che ne mancava una dose, mancava del tutto.
Light di fatti non era come le altre persone.
Il suo modo di fare, così come il suo essere sempre e costantemente con la testa fra le nuvole, faceva sì che tutti la mettessero nella schiera degli 'strambi'. Era difficile catturare la sua attenzione per più di mezzo minuto, e anche quando miracolosamente uno ci riusciva, il suo sguardo ti impediva di credere che ti stesse guardando veramente. In un certo senso era come se lei guardasse oltre, come se le sue iridi scure in qualche modo passassero attraverso il tuo corpo.
Era dolce, a modo suo, si preoccupava sempre per chi le mostrava affetto e devozione, e possedeva almeno mille doti differenti che la rendevano, agli occhi dei più, un vero e proprio genio. Stava però di fatto che, un giorno, non si sa bene quando, quel genio si era tramutato in pazzia e Light, senza preavviso, aveva esternato un totale distacco da ciò che la circondava.
Le vite altrui apparivano importanti fino ad un certo punto e sebbene fosse un personaggio allegro, con cui era facile ridere e divertirsi, le sue azioni era confusionarie, senza senso, e purtroppo volte allo sminuimento dei desideri altrui a favore dei suoi.
Non c’era niente di più rilevante, ai suoi occhi, di ciò che voleva lei.
In pratica quando si interagiva con Light, si interagiva con una bambina troppo cresciuta – e anche più di quanto si potrebbe dire a guardarla –, capricciosa, egoista, troppo concentrata su se stessa per capire il male che faceva agli altri.
Forse, però, il vero problema era un altro.
Il fatto era che Light poteva provare un solo sentimento alla volta, e quello di turno era espresso sempre al proprio massimo. Calma e rabbia, gioia e tristezza, amore ed odio... Ogni emozione tipica dell'uomo era capace di entrare nel suo cuore solo dopo un dato periodo di tempo, ovvero quando il sentimento precedente si era in qualche modo esaurito svanendo dal suo animo.
Lei era intelligente, molto, e sebbene mancasse totalmente di capacità di analisi di per sé e apprezzasse dare l’idea di essere una sciocca, si applicava alle cose con costanza almeno sino a che non diventava brava in una certa conoscenza od abilità.
Oh, e poi era bella. Così tanto da affascinare gli stessi fratelli.
Alle volte sembrava che la sua carnagione chiarissima splendesse sotto ai raggi del sole, e anche i suoi occhi, seppure praticamente neri, in qualche modo rilucevano di luce propria. Quando li incrociavi sapevi esattamente a cosa stava pensando, perché lei non era per niente capace di dire bugie, e anzi era praticamente trasparente in quel senso. I suoi capelli poi, ricci e neri, erano talmente lunghi da arrivare poco sopra al fondoschiena, di una morbidezza sconvolgente.
Sembrava un angelo, ma, per quanto il suo visetto potesse trarre in inganno, quell’angelo aveva denti aguzzi ed affilati, pronti a sgozzarti per fame o, volendo, anche solo per un capriccio.
Come poteva, Kame, lasciare che una ragazza tanto ingenua, senza la capacità di comprendere i suoi errori, vagasse sola ed indisturbata?
«…d’ora in poi potrai stare per conto tuo.» mormorò infine, staccandosi da lei e fermandola sul nascere quando capì che era già pronta ad esultare. La guardò dritto negli occhi, prendendola per le spalle. «Ma prima, devi fare una cosa.»
Light si accigliò e, sbattendo le sue lunghe ciglia, inclinò leggermente il capo da una parte.
«…che cosa?»
«Devi sceglierti un cavaliere, lo sai.»
«Io non li voglio dei cavalieri! Voglio stare con te e con gli altri per sempre e poi-»
«No.»
Kame si fece distante, austero.
Bastò questo a zittire definitivamente la piccina, costringendola quasi a tremare di paura.
Quando lui, proprio lui, faceva così, allora non c’erano ‘ma’ che tenessero. Bisognava fare come diceva, o ti saresti ritrovato ridotto talmente tanto male da rischiare di non riuscire a riconoscerti più allo specchio una volta che aveva finito con te.
«Noi…abbiamo i nostri affari, a cui badare. Sento che presto si avvicinerà a noi una tempesta e non potremmo più badare a te.»
Ecco una cosa che le fece accapponare seriamente la pelle.
L’intuito di Kame non aveva mai fallito, neanche una volta, e se diceva che sarebbe successo qualcosa allora era così, qualcosa sarebbe successo. E a giudicare dalla sua espressione non sarebbe stato nulla di buono.
«…cosa faccio se poi non riesco a trovare nessuno che mi voglia bene come te, Simon ed Aaron
Lo chiese con un filo di voce, ora preoccupata di fronte alla possibilità di essere separata dalle persone con cui conviveva da secoli. Il solo pensiero di rimanere sola improvvisamente non era più tanto invitante, e le accuse udite solo un’ora prima, in paese, dopo lo scempio che aveva compiuto ricominciarono a ronzarle nella testa. Fastidiose. Crudeli. Moniti di una possibilità che, infondo, non era neanche tanto difficile da dare per certa.
Chi poteva amare un vampiro, essere che uccideva altri per continuare a vivere?
Chi si sarebbe offerto di condividere con lei l’eternità, venendo strappato da ciò che conosceva e dai propri cari?
Chi sarebbe stato così stupido da arrivare a tanto…?
«Light, non ti devi preoccupare.»
Il ragazzo, alto e muscoloso, le sorrise dolce come il miele, la mano che le carezzava una guancia.
«Sono assolutamente sicuro che troverai chi fa per te. Lo troverai e non vorrai più lasciarlo andare, proprio come lui non vorrà più lasciar andare te.»







La voce dell'Autrice: Non so con che frequenza potrò aggiornare questa fanfiction e, per quanto sia solita essere sempre molto spedita nello scrivere e nel postare, questa volta mi ritrovo decisa ad andare con calma visto e considerato che tengo molto a questa storia in particolare.

Light, in principio, non apparirà molto simpatica. Su questo non ho alcun dubbio. Io stessa all'inizio non provavo per lei nessun genere d'affetto, seppure lieve, né una qualsivoglia forma di attaccamento. L'ho concepita per essere "la cattiva" di questo racconto, però più vado avanti meno sembra tale. ;D Spero che questo prologo vi sia piaciuto, che seguirete i prossimi capitoli e che mi lasciate delle recensioni. Seriamente, sarei molto felice se lo faceste. Giusto per sapere che cosa ne pensa il grande popolo di EFP!
  
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