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Autore: micia95    15/02/2012    7 recensioni
Misaki ha paura di riaffrontare suo padre, l’uomo che l’ha abbandonata insieme alla sorella e alla madre anni prima e per causa sua odia tutti gli uomini. Usui sarà come sempre al suo fianco. La ragazza riuscirà finalmente a dirgli “io ti amo”?
E’ la prima volta che scrivo una storia in questa sezione. Spero di essere riuscita a immedesimarsi nei personaggi e di aver scritto una storia piacevole.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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I MIEI SENTIMENTI PER TE USUI
Padre
“Ciao figlia mia” rispose l’uomo con un mezzo sorriso sul volto e avvicinandosi di mezzo passo alle donne con una mano tesa.
Non osare avvicinarti, sporco traditore” sputò Misaki. Buona parte della paura era stata accantonata per essere sostituita da rabbia e rancore.
“Sai che è tutta colpa tua? Ho odiato gli uomini con tutta me stessa. Siete meschini, inaffidabili e usate chi vi sta attorno. Ho avuto problemi, agli occhi degli altri ero strana.Una ragazzina delle medie che odia gli uomini? Ma dove si è mai visto? Ero sola, e tu non eri lì per aiutarmi. Mi sono anche odiata per colpa tua. Ho pensato ‘Ehi, tuo padre ti ha abbandonata, non ti voleva bene e sai perchè? Perchè non sei la figlia che disiderava, perfetta e tutto quanto’. Ma sai, ho capito una cosa molto importante, ho sbagliato a pensare che siete tutti uguali; qualcuno, forse pochi, c’è, qualcuno che non mi ha fatto sentire sola, la sua presenza è quasi opprimente, ma mai, mai ne farei a meno.” Se all’inizio stava gridando, adesso la sua voce era un sussurro, un fremito di rabbia e lacrime che scendevano inesorabili.
“Lui c’è sempre stato.
Lui c’era al Maid Latte quando il gruppo degli idioti mi ha scoperto. Lui c’era quando dovevo scegliere il colore del vestito. Lui c’era quando Aoi mi detestava. Lui c’era quando quei tipi sono entrati nel caffè, ha rotto una finestra per venire a salvarmi. Lui c’era quando quei ragazzi che mi chiamavano “maestra” mi inseguivano dappertutto. Lui c’era quando la foto mi è caduta dal tetto della scuola, si è ferito con i rami degli alberi per non permettere a nessuno di vederla. Lui c’era quando quegli antipatici della Miyabigoaka volevano che andassi a scuola da loro, quando il loro presidente ha tentato di violentarmi, lui c’era. Lui c’era anche quando quell’odioso cantante mi ha fermata vicino al bagno. Lui c’era al festival dello sport quando stavo per cadere in acqua ed essere squalificata, lui non ha preso il bacio di Sakura dicendo che preferiva darli. Lui c’era quando dovevamo “salvare” Yukimura. Lui c’era quando Kanou mi ha ipnotizzata -sembravo ubriaca-, mi ha portato in infermeria e mi ha tenuta sveglia tutta la notte perché addormentandomi lo avrei odiato. Lui c’era quando al caffè organizzato per i ragazzi delle medie in visita alla nostra scuola avevamo bisogno di personale. Lui c’era quando in spiaggia io e Aoi giocavamo a pallavolo per vincere, si è fatto male lui al mio posto, c’era quando avevo la stupida paura di quei fantasmi. Lui c’era quando quei tizi della Miyabigoaka volevano comprare il nostro caffè e mi sono travestita da maggiordomo per impedirlo, lui sapeva la verità ma non ha detto niente, mi ha aiutata a vincere. Lui c’era quando Yukimura aveva bisogno che lui facesse il principe per la sorellina. Lui c’era quando dovevamo preparare gli spuntini per i ragazzi dei club sportivi. Lui c’era quando avevo bisogno di aiuto per difendere le ragazze durante la gita. Lui c’era al caffè quando c’era la gara di chi mangiava più torte, lui mi ha curata. Lui c’era  quando ero bagnata come un pulcino e mi ha prestato la sua camicia perché non mi ammalassi. Lui c’era quando ero sola nella folla. Lui c’era al Maid Latte ogni volta che avevamo bisogno che qualcuno cucinasse. Con lui ho fatto cose serie, stupide, imbarazzanti –tra cui quello stupido test al festival d’autunno-.
Lui c’è sempre stato. Sempre.
Mi provocava “per vedere le mie espressioni più interessanti”.
Mi diceva “Io ti amo Ayuzawa” ma io…io riuscivo solo a rispondergli “Io ti odio”. Sono stata una stupida, avrei voluto dirgli “Ti amo anch’io” ma ho avuto paura…paura che nonostante mi avesse detto “Tu vai bene così” io non andassi bene, non fossi perfetta…” avrebbe voluto aggiungere dell’altro, molto altro ma la voce le si spense soffocata dai singhiozzi.
Le troppe lacrime erano cadute inesorabili e avevano bagnato il suolo davanti a lei fino quasi a formare una pozzanghera.
Usui era rimasto pietrificato. Non l’aveva mai sentita parlare così. L’aveva immaginato, sognato, sperato che un giorno gli dicesse “ti amo anch’io”, sarebbe andato bene anche un “ti voglio bene”. Ma quello, quello no, non avrebbe mai potuto immaginare che si ricordasse tutto, che lo ringraziasse e che ammettesse quanto teneva lui davanti a tutte quelle persone.“Tutte quelle persone” perchè erano arrivati Yukimura e Kanou, Shintani Hinata, Sakura Hanazono e Shikuzo Kaga e anche il trio degli idioti del Maid Latte.
Le si avvicinò e la strinse a sè prima che potesse dire, fare o anche solo pensare a qualcosa.
“Vattene o chiamo la polizia” disse dura la madre di Misaki. Il padre –quel bastardo- guardò la sua “famiglia” e la gente che si era radunata intorno e se ne andò, senza dire una parola. Sparì, esattamente come era sparito anni prima, ma questa volta non sarebbe tornato.
“Misakiii!! Cosa è...successo?” la voce di Satuki gli arrivò lontana. Dietro di lei correvano le ragazza del caffè vestite da maid, con loro cera anche Aoi vestito da ragazzo.
“Misa-chan!” le fecero eco le ragazze.
“Di’ loro che sto bene” sussurrò Misaki nella giacca di Usui.
“Fallo tu, Presidentessa” le rispose con il suo sorrisino sarcastico. Misaki ringhiò, si asciugò veloccemente le lacrime e alzò la testa. Rimase senza fiato. Troppa genete che aveva sentito la sua spassionata dichiarazione di amore per Usui.
“Ehmm... sto bene, non preoccupatevi!” disse con un sorriso forzato e con la mente alla ricerca del modo più doloroso possibile per farla pagare ad Usui.
“Sei sicura, Presidente?” chiese Sakura facendo un passo in avanti.
“Ma certo. Ora andate, si sta facendo tardi. Ci vediamo domani a scuola.” Li guardò allontanarsi tirando un sospiro di sollievo. Il giorno dopo avrebbe avuto una bella gatta da pelare.
“Satsuki! Mi dispiace così tanto di non essere venuta al Maid Latte! Adesso prendo il cambio e arrivo” si rivolse alla proprietaria del locale in cui lavorava.
“Ma no! Figurati se ti faccio lavorare! Anche perchè ho chiuso il locale. Sapessi come eravamo preoccupate! Non ti abbiamo visot arrivare e non ci hai detto niente!”
“E ti ritroviamo qui con Usui...” continuò maliziosa Honoka. Misaki arrossì violentemente.
“Beh, comunque, andiamo zia?” s’intromise Aoi.
“Ciao! Lavori anche tu al Maid Latte?” chiese Susuza ad Aoi. Gli si era avvicinata silenziosamente come solo lei sapeva fare e l’aveva colto di sorpresa.
“Eh? M-ma che dici? Sono ancora alle medie!” balbettò lui rosso in viso.
“Ah, peccato” disse Susuna tornando vicino alla madre.
“Va beh, noi andiamo! Ciao Usui!” esclamò a quel punto Erika allontanadosi con le altre. Anche la madre di Misaki e Susuna si ritirano in casa lascinao i due ragazzi da soli.
“Non è troppo tardi Misaki” interruppe il silenzio che si era creato fra loro Usui. Misaki non capì e lo guardò con aria interrogativa.
“Ti amo Ayuzawa” le disse chinandosi verso di lei e appoggiandole una mano sulla guancia.
Misaki stava per ribattere con la sua solita frase, ma si bloccò: Usui glielo stava chiedendo, la stava pregando di dire quelle parole che aveva avuto il coraggio di pronunciare pochi istanti prima. Prese un bel respiro e finalmente disse: “Ti amo anch’io Usui”.
“Oh, lo so bene” le soffiò lui sulle labbra prima di baciarla.


Questa è la FINE. Spero vivamente che questa mini-storia vi abbia appassionato e non vi abbia lasicti delusi. Il finale è forse un po' scontato, ma adoro i lieto fine e una mia storia non può che finire così.
Ringrazio:
Mariolina1811
MissBabyLaboom
pucciosa_96
Syd
Tenshi No Yume
e naturalemente tutti coloro che hanno letto o leggeranno la storia.
Grazie anche a chi continua a seguirmi.

  
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