Eccomiiii! Vi sono mancata?
Voi: NO!!
Io: eh sì lo so, vi sono mancata *faccio orecchie da mercante*
Beh, che dire. Questa Fic è dedicata all’amicizia.
E ad un grazie.
Un grazie per voi, care lettrici (e lettori?O.o) perché senza i suoi lettori uno scrittore (o almeno chi ci provaXD) non è nulla…o comunque una millesima di millesima di millesima parte di quello che è.
Claro? <3
Ah, piccola notina tecnica: spero che perdoniate questo dialogo che ha le virgolette solo per uno dei due. Ho scelto di farlo così…e spero che alla fine vi sia tutto più chiaro^^
Certo, se sono stata troppo astrusa non fate complimenti e insultatemi pure!




Allo specchio



Avanti, guardati. In fondo, ti trovi spesso davanti a uno specchio. E dimmi, Shinichi, cosa vedi?
Vedi un bambino, sette, otto anni al massimo, che sorride incerto dietro a grandi occhiali dalle lenti non graduate. Stessi occhi blu, stessa tonalità, stessa luce.
Il viso ancora un po’ rotondo, ma il corpo esile e allenato. I polpacci sono ancora sottili, non sembrano ancora quelli del campione di calcio che sei.
Il campione che sei.
Oh, ma certo, scusa, dimenticavo. Quel bambino ha un nome.

“Mi chiamo Conan…Conan Edogawa!”
L’ha ripetuto talmente tante volte allo specchio, per sembrare credibile, che ha finito per crederci per davvero. No, volevo dire…hai finito per crederci.
Insomma, non ti sembra tutto un po’ complicato?
È cominciata come una farsa, ma avanti, ti sfido. Dimmi che Conan non ha una vita.
“Io sono Conan Edogawa, ho otto anni. Vivo con il grande detective Mori e ho una sorellona adottiva che si chiama Ran e a cui voglio molto bene. Un gruppetto di bambinetti scatenati mi ha eletto capo della loro squadra dei Detective Boys, gioco con loro alla Playstation e vado a casa del Dottor Agasa a fare merenda”.
Bello, proprio carino a sentirtelo dire.
E quindi sì, sei un moccioso qualunque. Vai a scuola, impari le addizioni e le sottrazioni. Giochi al parco coi tuoi amichetti, cadi per terra e ridi.
E se torni un po’ più tardi del solito, tua sorella Ran ti sgrida.
Perché sei ancora piccolo, e corri molti rischi ad andare in giro da solo.
Troppi rischi per uno della tua età.
Mmh…Non credi di aver dimenticato qualcosa?
Questa è la vita di Conan. Ma su, la tua vera vita, qual è?

“…Io…Io aspetto che i bambini siano andati via, per parlare con il dottor Agasa. Per farmi presentare qualche nuova invenzione che mi serva a combattere i criminali.
Per poter essere sarcastico, arguto, più intelligente della media.
Per poter dimostrare che ne so parecchio, senza sentirmi accusato, o strano, o semplicemente in trappola.
E aspetto Ai, o Shiho. Parlo con lei di delitti, di scienza, di politica. Parlo della nuova serie in tv e del programma comico che ci fa un po’ ridere e ci aiuta a dimenticare.
Li guardo in faccia e li tratto da adulti.
Loro mi guardano e mi chiamano Shinichi”.

Sei il solito. Avanti, non mi pare tu abbia finito.
“Uff. Come sei difficile.”
Io?
“Sì, tu. Sei insopportabile”
Ah ah, non sento.
“Dobe. Non sono un bambino, non ho otto anni. Faccio a mente ogni tipo di calcolo, sono veloce. Conosco a memoria la tavola periodica degli elementi e ogni singolo libro di Arthur Conan Doyle. Per la cronaca, Ellery Queen è una mezza cartuccia. Shiho è la mia migliore amica. Odiamo andare a scuola perché sappiamo già tutto, non ci piace giocare a nascondino né alla Playstation. Amo il mistero e sono curioso, forse troppo.”
‘Forse’?
“Oh, ma stai zitto.”

Ahahah.
“Che ti ridi?”
Fai proprio ridere. Forza, non farmi perdere tempo. Arriva alla parte più divertente.
“Sei un rompiscatole. Cosa vuoi ancora?! Ti devo dire che sono continuamente sfidato da un ladro bianco che mi ritiene l’unico alla sua altezza? O che sono io che risolvo i casi che rendono tanto famoso il grande detective Mori? Oppure… oppure che quella che io chiamo sorella è in realtà la ragazza che amo…”
Oh, ci siamo. Ce ne hai messo di tempo. Senti, tu queste cose non devi dirle a me, lo sai.
Devi farle capire a te stesso.

Conan Edogawa ha una vita sua, ora. Ma cosa succederà quando –finalmente- non ci sarà più bisogno di lui? Lo butterai via, come un giocattolo?
Riflettici, Shinichi. Tante persone contano su Conan, al momento. Non far soffrire anche loro.
“La fai facile, tu. Sembri la mia coscienza che parla”
Uuuh! Ma io sono la tua coscienza! Ahah, è vero. Ma io sono qui anche per questo.
Io ci sono per trattarti da adulto, per discutere dei casi con te, sul campo. Per fare battutine e per indovinare insieme di che colore è il costume da bagno di una ragazza. Per prestarti –solo prestarti, eh- il mio cappello quando è meglio che nessuno ti riconosca. Per lasciarti sfogare quando la vita di Conan, ormai, ti sta un po’ stretta.
Sono qui per essere il tuo migliore amico.

E quindi, faccio anche tante altre cose. Come romperti le palle per evitare che tu faccia altre cavolate.
Voglio solo ricordarti di rendere la giusta dignità al piccolo Conan e alle persone che gli vogliono bene, quando sarà giunto il momento.
Allora, brutto narcisista…vuoi specchiarti ancora un po’?

“Cretino. Fai sparire la tua faccia dalla mia vista…hai gli occhi troppo verdi e trasparenti, per i miei gusti”
Ah sì? Beh, alle ragazze piacciono.
“Come a Toyama?”
Soprattutto a Toyama.
“Trattala bene, tu che puoi. E fai il bravo”
Io sono sempre bravo. A proposito, vado che tra poco dobbiamo prendere il treno, mi sta aspettando al parco.

“Ecco, bravo, sparisci”
Simpatico come sempre, Kudo. Beh, ci vediamo!

“Certo…ah, Hattori…Grazie”

La la la! Non ti sento!