Anime & Manga > Un fiocco per sognare, un fiocco...
Segui la storia  |       
Autore: FannyHarris    15/02/2012    3 recensioni
Boh questa è una storia che mi è venuta così xD
estratto: La giovane Himeko era triste, ma al contempo sollevata e curiosa. Ora avrebbe potuto esplorare il mondo e assecondare la sua sete di conoscenza, la quale si era venuta a maturare con l’età e anche grazie a quello scapestrato del suo ragazzo.
Hime, con la borsa in spalla, si avviò verso luoghi lontani e sconosciuti.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 7

La luna splendeva alta nel cielo scuro. Era nella sua fase più bella, il plenilunio, e fievolmente illuminava la cittadina creando uno spettacolare gioco d’ombre che mai nessun pittore sarebbe riuscito a rappresentare così fedelmente vista la sua particolarità. Le ombre che prendevano vita erano tante e vivevano quella vita che è loro negata quando il fratello sole brilla alto nel cielo.

Daichi camminava nel buio a tratti interrotto da qualche lampione. Si muoveva felino col tentativo di non dare troppo nell’occhio.

Lento e silenzioso era giunto fino al cancello del suo liceo; ovviamente chiuso data l’ora della notte.

Il moro, essendo abituato alla vita spericolata e avventuriera, non trovava per niente che quel cancello fosse un ostacolo, per egli era una bazzecola; aveva scavalcato tante di quelle inferriate che al confronto quella della scuola era come se fosse aperta. Nell’oscurità della notte amica si precipitò sull’inferriata e con un gesto di classe la scavalcò. Giunto dall’altra parte si sistemò i vestiti e si guardò intorno compiaciuto, era rimasto lo stesso di quando aveva tredici anni; sempre sportivo.

“Credo bene che ci sia solo uno stupido cancello a –proteggere- la scuola. Nessun ragazzo, neanche fosse un sonnambulo pazzo, desidererebbe venir qui anche la notte. Però mi tocca.

Avrò quel fascicolo costi quel che costi.” Sussurrò alla tiepida brezza notturna e volse lo sguardo alla luna che quella notte lo assisteva nella sua pazzia. Restò così ammaliato dalla sua semplice ed incantevole bellezza che distolse lo sguardo solo qualche minuto più tardi.

Conoscendo la scuola, sapeva che a quell’ora di notte non c’era nessuno, nemmeno il custode, e che, cancello escluso, non vi era nessun’altro espediente contro possibili introduzioni furtive. A nessuno sarebbe mai servito entrare lì, tranne che a Daichi.

Dopo diversi minuti si ritrovò per uno dei corridoi e mentalmente iniziò a ripercorrere ogni passaggio creandosi a tal modo una piantina nella sua testa. Al buio è più difficile di quanto pensassi  rifletté guardando una volta a destra e una a sinistra davanti ad una specie di crocevia cercando la via giusta. Sembra un labirinto la notte, e un carcere il giorno, bene la cosa quadra almeno. E prese a ridere silenziosamente.

Vagando come un’anima senza meta venne visto da qualcuno, due ragazze per l’esattezza, e in una di queste riconobbe anche Hibino. Daichi si fece subito dietro e si nascose in un punto strategico in modo da ascoltare che dicessero.

Le due giovani si erano strette vicine e trattenendo urla iniziarono a tremare e balbettare. “un fa-fantasma …” Disse una delle due. Sbirciando con un occhio, attento a non farsi vedere, intravide proprio Hibino e una delle sue amiche grazie alla luce lunare.

Daichi si riabbassò nuovamente e iniziò a riflettere sul da farsi quando la lampadina si accese. Bene, sto al gioco. Pensò con uno sguardo divertito e misto da volpe astuta.

 

“Stay away. Far, far away from here. There’s the moonlight and now this is my home. Go away!”* Esclamò con una voce un po’ inquietante che funzionò alla grande. Le due si strinsero più forte e dopo attimi di riflessione se la diedero a gambe levate.

Daichi guardò soddisfatto la scena. “Fortuna che so l’inglese e ho un buon accento se no mi avrebbero riconosciuto, Hibino in particolar modo.” Detto ciò si voltò a vedere quale fosse la porta che aveva di fronte. “Residenza. Perfetto.” Disse in un lieve sussurro ed entrò senza farsi attendere oltre.

Il moro iniziò una frenetica ricerca cercando di non fare troppo disordine finche scorse l’oggetto della sua ricerca. “Fascicoli alunni” Lesse su di un foglio che prontamente afferrò. Notò che al di sotto vi erano molti altri fogli. Gli alunni erano divisi in ordine alfabetico “A-b-c-d …” Lesse mentre sfogliava e quando giunse alla lettera desiderata si bloccò di scatto. “Devo sbrigarmi.”

Estrasse il fascicolo, ripose il blocco grande contente gli altri a posto e come era venuto, silenzioso e furtivo, se ne andò.

Tornò alla casa abbandonata, ossia la sua seconda casa, e si preparò ad aprire quel fascicolo.

“Harris James.” Lesse sfiorando con le dita la prima pagina.

Infatti era successo il giorno prima che gli era balenata quest’idea. James era un caro amico sia suo che di Hime e quest’ultima, nell’ultimo periodo, aveva iniziato a parlare molto di lui.

Ovviamente Daichi pensò che se fosse veramente scappata, era senz’ombra di dubbio andata da lui. Il perché ancora non lo sapeva. Quel pomeriggio aveva ritenuto opportuno trovare il suo fascicolo per saperne di più su di lui. James era sempre stato taciturno, anche con lui; l’unica con cui si confidava appieno era Hime, suscitando in lui anche un moto di gelosia qualche volta.

 

 

James Harris, nato il dieci maggio a Oakland, California a partire dal giorno diciannove ottobre è alunno ufficiale dell’istituto.

Scorse veloce sui data anagrafici che poco gli interessavano quando giunse lì dove gli premeva. Perché se ne era andato? Ora avrebbe avuto la risposta al suo quesito.

 

Oggi, giorno 20 aprile, l’alunno Harris abbandona ufficialmente l’istituto.

Harris James, indagato per la morte dei genitori, è stato ricondotto  dalle forze dell’ordine fino a Oakland per proseguire con le indagini, la scuola si estrania dall’accaduto essendo avvenuto molto tempo prima.

 

Nel leggere quelle parole il sangue nelle sue vene ghiacciò. Dunque era quello il motivo … Hime lo sapeva? Secondo lui sicuramente no. “Hime è in pericolo allora. Devo sapere di più su James, su questo caso e su dove si trovi ora. Qui non c’è scritto nulla dannazione. Dice solo che è stato arrestato preventivamente lì a Oakland ma non dice nient’altro!” Esclamò e batté con forza il pugno sul foglio stropicciato.

“Devo trovarli. Sono certo che lei sia andata lì! Dannazione!” Esclamò furioso, non con Hime ma con sé stesso. L’aveva lasciata andare via. Era colpa sua in fin dei conti.

 

Ripose il fascicolo e si sdraiò sul divano. La luna continuava a fissarlo e ora quel sentirsi così osservarlo iniziava a dargli sui nervi. Infastidito si voltò dall’altra parte e chiuse gli occhi. Nella sua testa gli interrogativi erano tanti ma uno spiccava sugli altri. “perché te ne sei andata?” sibilò nelle tenebre della notte.

 

Note dell’autrice:

Nuovo capitolo ** Spero vi piaccia ;)

Trad. * State lontane, molto lontane da qui, c’è la luna piena e ora è la mia casa. Andate via.

Grazie :) fatemi sapere che ne pensate ** un bacio

Fanny

Ps. Il 10  maggio è il mio compleanno xD

 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Un fiocco per sognare, un fiocco... / Vai alla pagina dell'autore: FannyHarris