Anime & Manga > Pokemon
Ricorda la storia  |      
Autore: pikaendpichu98    15/02/2012    5 recensioni
eccomiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
eccomi qui ! sono tornata con un'altra shot!!
come non avrei potuto scrivere una storia con tema : neve!?
ovviamente pokeshipping !
mi raccomando recensite numerosi!!!
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ash | Coppie: Ash/Misty
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-oh no! E adesso come facciamo ad arrivare alla prossima città?-
-Mi dispiace Iris, ma con tutta la neve che sta venendo giù, ho paura che resteremo bloccati in questo centro Pokemon per molto tempo-
-No, ti prego Spighetto, non dirmelo!-
-Come vuoi, allora non te lo ripeterò…-
-Ora che i rami verranno spezzati non mi ci potrò arrampicare e sicuramente le liane saranno tutte ghiacciate a quest’ora! Sgrunt, detesto la neve!-
Me ne sto seduto su una delle sedie del Pokemon Center, davanti a una delle grandi vetrate che danno sul paesaggio, il mio amico Pikachu qualche passo avanti a me sonnecchia accoccolato in una morbida poltrona di pelle.
Il mio sguardo è fisso sui fiocchi di neve cadenti che si posano dolcemente sui tetti e sui prati, ricoprendoli di un candido e immacolato manto bianco.
 Recepisco le parole degli altri allenatori come un unico e confuso brusio, tranne quelle stridule di Iris che si abbattono sulle orecchie di Spighetto.
Lei odia la neve, con tutta se stessa.
Mi viene da sorridere.
Probabilmente se lei fosse stata qui, in questo momento mi avrebbe già trascinato fuori da quest’edificio e mi avrebbe bombardato di palle di neve, vedendo i miei movimenti goffi sul terreno ghiacciato avrei sentito la sua risata cristallina disperdersi nel cielo latteo, avrei percepito i battiti del cuore accelerare.
Si sarebbe nascosta dietro gli alberi per tendermi una furtiva imboscata, ma nonostante i suoi capelli del colore del tramonto l’avrebbero resa perfettamente visibile sullo sfondo candido, mi sarei lasciato colpire alle spalle.
L’avrei inseguita per la rivincita, ma sarei caduto di certo un milione di volte.
Avremmo riso così tanto…
Sospiro.
Da quanto tempo che non rido di gusto.
Da quanto tempo che non faccio altro che mascherare i miei sentimenti.
Da quanto tempo che mi sforzo di essere sempre allegro e sorridente, mentre a volte non vorrei fare altro che cadere a terra e piangere. Sfogare le lacrime represse che si affacciano ai miei occhi al ricordo di quel giorno in cui le nostre strade si sono divise. Al ricordo di quel sorriso malinconico che le si era dipinto sul viso.
Da quanto tempo che mi sveglio nel cuore della notte e spero sempre di ritrovarmi in un sacco a pelo all’interno di un bosco sperduto, e di vedere accanto a me la sua figura dormire cullata da una piacevole brezza estiva, illuminata dai raggi della luna, che la fanno sembrare una creatura angelica.
Da quanto tempo che, stringendo a me il fazzoletto che mi ha regalato  tempo fa, le lacrime invadono il mio volto.
Da quanto tempo che davanti all’Oceano,  che mi ricorda i suoi meravigliosi occhi verde acqua, mi assale una nostalgia che mi attanaglia il cuore.
Da troppo tempo,  non sento la sua voce.
Sono passati gli anni, e non ho mai avuto il coraggio di comporre quel numero che ormai era rimasto scolpito nella mia memoria.
Mi avvicino al telefono pubblico e metto la mano in tasca che sfiora una moneta, ma non ho mai il coraggio di tirarla fuori da lì.
Non ci riesco, perché ho paura.
Ho paura che al suono del mio nome lei mi attacchi il telefono in faccia, ma non perché  è arrabbiata con me, ho il terrore che lo faccia perché si è dimenticata di me.
Ho paura che sia cambiata, che non sia più il maschiaccio tutto pepe che ricordo, che non sia più la ragazza che viveva per i Pokemon d’acqua, con cui bisticciavo ogni volta che aprivo bocca, anche se sapevo che sotto quell’atteggiamento da dura, che aveva uno scopo puramente difensivo, nascondeva il suo essere così dolce e fragile.
Ma soprattutto ho paura che non risponda lei al telefono.
Ho il terrore di sentire una voce maschile rispondere “pronto?”.
Ormai so che la mia più grande preoccupazione è che abbia al suo fianco una persona migliore di me.
Qualcuno che la faccia sentire speciale, qualcuno che le stia accanto quando si sente triste, che la aiuti a rialzarsi quando cade a terra, qualcuno che la ami.
Già, quante volte avrà tentato di spiegarmi cos’è l’amore?
Ormai ho perso il conto, e naturalmente io ho compreso troppo tardi il significato delle sue parole.
Ho capito troppo tardi il significato di tutti i miei sentimenti.
Quando la guardavo negli occhi e sentivo che mi ci sarei potuto perdere per sempre, quando provavo gelosia nei confronti dei ragazzi che si interessavano a lei, quando eravamo da soli e io avrei voluto creare un piccolo spazietto nello scorrere inesorabile del tempo, in cui saremmo potuti restare così per sempre, una realtà alternativa fatta di occhi verdi, sguardi dolci e labbra morbide;  solo quando l’ho persa sono riuscito a dare un nome a tutto ciò : amore, solo e soltanto amore.
Il sentimento che non avevo mai preso in considerazione fino al momento in cui le avevo detto addio, ma di cui percepivo una presenza indefinita, aveva fatto irruzione nel mio cuore in un attimo, togliendomi il respiro.
La barriera che mi si era creata attorno che mi difendeva dai sentimenti e da tutto ciò che mi avrebbe fatto soffrire, già logorata dai suoi sorrisi, si frantumò in mille pezzi, incapace di sopportare un dolore tanto forte.
E solo allora capii.
Capii che se avrei preferito morire piuttosto che vedere la sua figura sparire all’orizzonte, se avrei dato l’anima per non vedere mai comparire le lacrime sul suo viso, era soltanto perché l’amavo.
Tante volte ho provato a ignorare le mie paure, tante volte ho preso in mano la moneta e l’ho avvicinata alla fessura, tante volte ho desiderato rivelarle i miei sentimenti.
Ma poi la mia mente era tempestivamente assalita da un’altra consapevolezza: io non mi ero mai fatto sentire per anni interi.
Ne una mail, un sms, tantomeno una misera telefonata solo per sapere come stava.
Come potevo pretendere che accettasse la mia telefonata se erano anni che non la degnavo di una parola?
Come avrei solo potuto pensare che una telefonata avrebbe sistemato tutto?
Il panico mi assaliva ogni volta, mentre uno strisciante senso di colpa si insinuava nel mio cuore.
Lei non meritava tutto questo.
Lei non meritava che io all’improvviso ricomparissi nella sua vita dopo non averne fatto parte per troppo tempo, aprendo una ferita, forse non rimarginata del tutto.
E così rimettevo in tasca la moneta, sussurrando sommessamente “scusa”, come se lei potesse sentirmi.
Il mio sguardo, ormai perso nel vuoto da qualche minuto si focalizza sul cielo, sta lentamente smettendo di nevicare.
-Ehi, Ash! Incomincia a radunare le tue cose, tra un pò potremo andarcene!-
La voce di Spighetto mi sveglia bruscamente dai miei pensieri e il cuore incomincia a martellare nel petto.
Stiamo per andarcene.
Inizio a muovere nervosamente la gamba, ondate di calore e brividi di freddo mi percorrono il corpo.
Lei merita almeno un’occasione di ricoprirmi di insulti,  un’occasione per dirmi quanto io l’abbia ferita oppure che non le importa più niente di me, non posso negarle l’opportunità di dirmi che sono uno stronzo e di mandarmi a fanculo.
Mi alzo con le mani tremanti e fisso il telefono a qualche metro da me.
Riesco a muovere le gambe che mi sembrano di piombo, respiro pesantemente dalla bocca.
-Ehi, Ash che fai!? Dobbiamo andare via, vuoi darti una mossa a prepararti!?-
La voce di Iris per quanto stridula, arriva alle mie orecchie come un sussurro lontano.
Sono davanti al telefono.
Metto la mano in tasca e sfioro la moneta, mi decido ad afferrarla e la tiro fuori da quello che è sempre stato il suo posto.
Me la rigiro tra le dita per qualche secondo mentre fisso la fessura.
Con la coda dell’occhio vedo Iris che viene a passo spedito verso di me, spero per lei che non venga a trascinarmi via dal telefono perché non so come potrei reagire.
Per fortuna però, vedo Spighetto metterle una mano sulla spalla per fermarla con un sorrisetto stampato in faccia.
Non gli sarò mai grato abbastanza.
Inserisco la moneta e non la lascio andare fin quando non riesco più a trattenerla.
Compongo il numero lentamente calcando forte ogni tasto. Mi avvicino il telefono all’orecchio stringendolo forte.
 Respiro profondamente e poi avvicino il dito al pulsante della chiamata.
Di nuovo il panico e la paura mi assalgono senza darmi tregua e sento il senso di colpa incominciare a farsi strada tra i miei pensieri, ma non ho nessuna intenzione di tornare in dietro.
Chiudo gli occhi e scuoto il capo come per liberarmi di quelle odiose sensazioni e, senza pensarci ancora schiaccio i tasto con un colpo secco.
Sento il primo squillo, e mi sembra di non sentire nessun altro rumore oltre a quello del telefono, del mio cuore che sembra voglia uscirmi dal petto e del mio respiro agitato.
Il secondo squillo, e il mio respiro comincia a calmarsi un poco, magari non è in casa.
Sto per sfuggire di nuovo a questa situazione, mi sto allontanando il telefono dall’orecchio quando sento un rumore che fa automaticamente velocizzare i battiti del mio cuore, che mi risuonano in tutto il corpo, mentre il respiro accelera più di prima.
-Pronto, chi parla?-
-P-Pronto Misty, sono io, Ash-
 
Una settimana dopo…
 
Sto correndo come un pazzo per i vicoli della città, schivando per un pelo le persone che mi avranno già mandato a quel paese un mucchio di volte, per non dire altro.
In questo momento non mi importa dei vecchietti che mi lanciano dietro i loro bastoni, dei ragazzini che mi tirano quello che è sopravvissuto dei loro gelati e dei loro genitori che sorridendo mi dicono “buona fortuna ragazzino!”.
È assurdo vedere come le persone capiscono le cose al volo, senza neanche vedere la tua faccia da idiota o sentire la tua voce rotta dall’emozione.
Dopo aver imboccato una strada a me ben nota, sono arrivato.
Sono arrivato davanti alla palestra di Cerulian City.
 Mi fermo di scatto per ascoltare il mio fiatone e riprendere un attimo aria.
Percorro il vialetto lentamente, molto lentamente, una parte di me vuole correre a perdifiato verso la porta ma l’altra metà vorrebbe scappare via.
Ma ormai ho deciso, non scapperò più dai miei sentimenti, non permetterò che lo scudo si ricrei intorno a me tagliandomi fuori dalla mia stessa vita.
Sono arrivato davanti alla porta.
Il respiro ricomincia a farsi più irregolare, ignorando i miei sforzi di tenerlo a bada, per quanto ci provi non riesco a non boccheggiare per respirare.
Senza pensarci due volte suono il campanello.
Ritiro la mano tremante, deglutendo.
Una metà di me vorrebbe darsela a gambe ma le gambe sono troppo  pesanti per rispondere ai miei comandi, ma infondo è meglio così.
Sento dei passi venire da dietro la porta e la chiave girare nella serratura.
Ci siamo, non si torna più  indietro ormai.
La porta si apre lentamente con un lieve cigolio.
I miei occhi sono subito catturati da due lucenti specchi verdi e da una rossa chioma sbarazzina , sospiro mentre sento  gli occhi pizzicare un poco e la vista  diventare offuscata.
Lei mi sorride e anche sui suoi occhi si raccoglie una lacrima dopo l’altra.
Sorrido anch’io e annullo la distanza che ci separa in un abbraccio che ho rimandato per troppo tempo.
Sento che lei lascia andare le lacrime, mi stringe la maglietta con un mano e mi passa l’altra sulla nuca mentre io la stringo forte tra le mie braccia.
Il suo calore mi avvolge completamente e i suoi capelli mi solleticano il viso.
Mi sento come se stessi vedendo la luce per la prima volta in una vita passata nell’oscurità, come se in questo momento stessi ritrovando una parte della mia anima che ho perso tanto tempo fa.
Perché lei fa parte di me, della mia vita, lei è la mia vita.
Perché in fondo so che da quando le nostre strade si sono incrociate in quel giorno tinto di nubi grigie, non si sono mai divise.
E so che  lei prova lo stesso.
-Mi sei mancata, Misty…-



  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: pikaendpichu98