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Autore: lar185    15/02/2012    2 recensioni
Ricordi il libro che avete letto insieme stesi sui prati del parco Virgiliano, era le “Notti Bianche” di Dostoevskij. E ricordi il piccolo diario di Snoopy che ti ha regalato. Qui scriveremo tutto quello che pensiamo del nostro amore, hai detto. Già. Cosa ci scriveresti adesso, amore? Che è finito.
E poi gli dici che se non ti ama più può anche dirtelo liberamente, così ti metti l’anima in pace, ti abitui all’idea di piangere, passare notti da sola. È questione d’abitudine. Il dolore è un’abitudine.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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diario

E poi ti svegli finalmente il mercoledì, che è il giorno dopo san Valentino e ti senti un po’ in colpa perché hai detto al suo ragazzo che non ti piacciono queste feste cosumistiche e che sarebbe meglio non farsi nessun regalo. Dopotutto, gli innamorati si amano tutti i giorni, tutti i giorni dovrebbe essere san Valentino, no?

Però poi pensi, dai, basta essere sempre così cattiva, che ti costa comprare un pacco di cioccolatini? Non succederà niente di male. E poi la cioccolata è sempre buona. E poi oggi è mercoledì ed è il vostro giorno. Il giorno che avete per stare insieme. E invece vai lì, anche a piedi perché il motorino non potete più usarlo, e lui ti dice con le lacrime agli occhi che la vostra storia non va più bene, che ha bisogno di una persona più dinamica, che la vostra storia lo limita. Tu. Tu che gli permetti di uscire con gli amici quando vuole anche senza di te, e anzi, se ci esce senza di te è meglio. Tu che non gli imponi mai niente, che sei felice quando lui è felice e che se è triste lo fai sorridere. E allora pensi che forse questi cioccolatini non dovevi comprarli ma ormai l’hai fatto, all’ultimo minuto alla metropolitana. Costavano due euro e sessanta.

Così li prendi dalla borsa e glie li dai, mentre non riesci più a vedere niente perché la vista ti si  appannata dalle lacrime. Lo dirà. Sai che lo dirà da un momento all’altro, sai che sta per dirlo, sta per lasciarti. Sta per dire che non vuole stare più con te.

Che non ti ama più.

Ma aspetta, non lo dice. Piange anche lui. Ecco bravo, piangi. Che piangi a fare? Stai male, dici. Sei confuso. Non lo sai se mi ami oppure no.

Ma non vuoi sentire più le sue tergiversazioni. Siete in mezzo alla strada tutti ti vedono, ti stanno vedendo piangere. Passano anche delle coppiette felici, chissà cosa pensano di te adesso. Chissà se hanno compassione per te.

Lui è stato il primo grande amore della tua vita. Lui, che era la persona più distante, la persona più imprevedibile. Lui si è innamorato di te, se n’è innamorato davvero e tu non l’hai creduto possibile fino all’ultimo, e invece era tutto vero, la favola era diventata realtà, per la prima volta eri tu la fortunata, la principessa, l’eccezione.

Lui è stata la prima persona alla quale hai detto “ti amo”, hai aspettato tanto per poterlo dire a qualcuno, hai aspettato fino a che non hai  sentito che era quello giusto.

Lui è stato il primo con cui hai fatto l’amore, e lo ricordi come se fosse ieri. Ridevate e piangevate insieme, c’è voluto un po’ di tempo per capire come funzionava ma avete passato momenti indimenticabili insieme.

È stato il primo fidanzato con cui sei andata in vacanza. Ricordi quella settimana nei pressi di Sorrento come se fosse stato il preludio del Paradiso.

Ricordi quante volte lui ti ha detto che ti ama, che non ti lascerà mai, che con te è come vivere in estasi, quante volte avete giocato insieme, costruendo il vostro mondo di coccole. Quanti pupazzi vi siete regalati e quante volte lui ti ha detto che sei la sua piccola, la sua piccola bambina che ha bisogno di lui per andare avanti. E in un momento ti passano davanti tutte quelle volte in cui hai immaginato questo momento come un incubo, tutte quelle volte che hai provato ad immaginare la tua vita senza di lui e poi sei rabbrividita. Non succederà mai, ti dicevi.

Non ci sono stati grandi litigi tra di voi, brevi incomprensioni che si sono risolte subito, perché vi amavate troppo per perdere tempo dietro agli errori.

Ricordi il libro che avete letto insieme stesi sui prati del parco Virgiliano, era le “Notti Bianche” di Dostoevskij. E ricordi il piccolo diario di Snoopy che ti ha regalato. Qui scriveremo tutto quello che pensiamo del nostro amore, hai detto. Già. Cosa ci scriveresti adesso, amore? Che è finito.

E poi gli dici che se non ti ama più può anche dirtelo liberamente, così ti metti l’anima in pace, ti abitui all’idea di piangere, passare notti da sola. È questione d’abitudine. Il dolore è un’abitudine.

Volti le spalle e vai via. Non sai se ti richiamerà. Se avrà nostalgia di te, del vostro mondo. Della sua piccola, quella che amava stringere tra le braccia e che ora sta piangendo e che non ha il coraggio di rincorrere.

Senti qualcosa di nuovo dentro di te. È il dolore. Quel dolore che hai immaginato nei tuoi incubi. Adesso è reale, è dentro di te. È con te. Riempie i buchi, riempie i vuoti. Riempie gli occhi.

L’amore è un vuoto, il dolore lo riempie. Il dolore è un’abitudine.

 

 

 

Note:

Questaè una autentica pagina di diario. Spero vi abbia lasciato qualcosa.

Lara

  
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