*Autore: Rota
*Titolo: After
*Fandom: Soul Eater
*Personaggi: Giriko, Justin Law
*Prompt/Sfida COW-T: Poi/Quarta settimana
*Genere: Introspettivo
*Avvertimenti: What if...?, Yaoi, Lime, Flash fic
*Rating: Arancione
*Parole: 473
*Dedica: Al mio fuco, perché in realtà questi due le piacciono tanto tanto <3
*Note autore: Altra cosettina GirikoJustin, niente di che (L)



Se c'era qualcosa che Giriko sopportava poco - ma davvero pochissimo - era di dover affrontare la faccia di lui dopo averlo fatto.
Alzarsi sbuffando dal pavimento duro o lasciare in fretta il caldo delle lenzuola di un letto non lo aiutava di certo a dimenticarsi del suo viso e dell'espressione che vi aveva incisa sopra. Irriverente, come se nulla fosse successo, come se lui avesse vinto.
E non bastava prenderlo con forza bruta, fargli urlare al di sopra di ogni nota e di ogni volume umanamente raggiungibile, non bastava neanche morderlo e fargli diventare le guance rosse per la vergogna, per l'odio e per il piacere che gli scorrevano nelle vene: sempre lì, nel momento in cui lui diveniva vulnerabile per qualche semplice istante, Justin lo aspettava e lo colpiva.
A lungo andare era diventato frustrante, una sfida che Giriko aveva preso come personale e dalla quale non era più riuscito a slegarsi. Troppo orgoglioso per chiedersi a cosa mai servisse tutto quel perseverare, continuava in una furia cieca.
Justin, da canto suo, non faceva nulla né per smentirlo né per accontentarlo - come doveva essere nella sua più intima natura. Lo infastidiva al momento giusto, con velate allusioni e ben specifici argomenti, e quando arrivava persino a provocarlo con deliberata intenzione ecco che scattavano i pugni, gli insulti, i colpi e gli attacchi. Infine il sesso, rude e selvaggio come il suono di una motosega che, nonostante la ruggine sulla superficie, impazzisce nel vuoto.
Il poi arrivava come giungeva l'inizio, ineluttabile e imprevisto, spiazzante. Con l'orgasmo, andava via buona parte della collera e dell'adrenalina e sembrava che ogni insulto non avesse più la carica necessaria a ferire come si conveniva. E infatti era a quel punto che le allusioni si facevano più efficaci: perché scoppiavano in ritardo, quando la coscienza tornava al suo posto.
Per Giriko, che di violenza immediata si riempiva la bocca e la voglia, non c'era nemico peggiore.
Per Justin, che di retorica altisonante infarciva spesso il proprio credo e le proprie parole, non c'era mezzo più subdolo.
Bastava un sorriso che non esprimesse soddisfazione ma qualcosa d'oltre, un tocco fugace che dal ventre andava più su, fino al petto. E chissà cosa voleva dire, chissà cosa stava pensando - Giriko non avrebbe chiesto e Justin non avrebbe risposto ai suoi dubbi.
Se avesse potuto, gliel'avrebbe strappata dalla faccia e dalle labbra e non solo a suon di cazzotti ma con i denti e con tutta la rabbia possibile - avrebbe fatto sesso con lui all'infinito, per continuare a vedere nel suo sguardo il solo sentimento che poteva accettare da lui e sentire uscire dalla sua bocca le sole parole possibili. Non era possibile, non era fattibile.
Fintanto che non aveva i mezzi, si sarebbe accontentato di un pareggio poco edificante.
Ma anche a costo di sfinire sé stesso alla fine avrebbe fatto suo anche quel dannatissimo sorriso.