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Autore: anonimaG    16/02/2012    12 recensioni
Andrea, una ragazza con un bel caratterino che si ritrova in una situazione un po' strana: Il suo nuovo fratellastro è il ragazzo della sua migliore amica nonché un Don Giovanni che ci prova anche con lei.
Come se la caverà?
Ringrazio in anticipo chi leggerà questa mia FF e prego alle persone di leggere e di recensire così da farmi un'idea su cosa ne pensate della storia ^^ Accetto anche critiche e recensioni neutre :D
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 25

 
 
 
 
 
   Corsi fuori di casa e iniziai a correre verso il parcheggio.
Dovevo fermarlo.
Speravo davvero che quel treno non fosse arrivato.
Presi la moto ma mi accorsi che non c’era benzina.
-Merda proprio in questo momento?!-. Esclamai arrabbiata nera.
Diedi un calcio feroce alla moto e poi iniziai a correre.
Era un po’ lontano ma preferivo farmela di corsa che aspettare un autobus che non sarebbe mai arrivato.
Mentre correvo continuavo a pensare a come fermarlo.
Non potevo dirgli “Ehi un secondo, ti amo, adesso puoi scendere da quel treno e stare con me” sicuramente mi avrebbe preso per stupida, non si sarebbe fatto convincere molto facilmente.
Gli avevo detto che avevo fatto tutto per vendetta e lui sicuramente non mi avrebbe perdonato facilmente.
O forse si.
Beh in quel momento non ero in grado di pensare.
Tra fiatone e sudore mi accorsi che ancora mancava un bel po’ e guardai l’orario.
Oddio sicuramente già era sul treno e se ne stava andando via dalla mia vita, non potevo permetterlo.
Accelerai il passo e cinque minuti dopo mi ritrovai alla stazione.
Studiai gli orari dei treni.
Mancavano… 2 minuti alla partenza? Binario 5… Arrivai in un lampo là.
-Signora… Mi scusi… è questo il binario 5?-. Chiesi ad una vecchietta seduta sulla panchina e con una borsa in mano.
-Si perché?
-Questo è il treno per Firenze giusto?
-Si è questo…-. Affermò.
Non feci in tempo a girarmi che il treno stava partendo.
Iniziai a correre verso tutte le finestre del treno.
Dov’era Federico?
Non lo trovavo.
Quando il treno diventò più veloce io mi arresi e caddi a terra sulle ginocchia.
Non lo avevo fermato.
Non c’ero riuscita.
Ero stata una stupida.
E in tutto ciò mi veniva solamente da piangere.
Era triste.
Perché tutto doveva finire bene agli altri tranne che a me?
Mia madre era felicemente sposata e adesso aveva due bambini.
Mio padre si era pure lui risposato ed era in luna di miele.
Lidia aveva trovato un ragazzo che non fosse bastardo quanto il primo.
Tutto a tutti era finito maledettamente bene.
A tutti tranne me.
La sfigata.
Ormai non mi restava che chiamarmi così.
Chiunque io guardassi mi faceva una maledettissima invidia.
Dovevano essere davvero felici per avere un sorriso stampato in faccia.
Sicuramente avrei fatto la depressa e mi sarei disperata come tutte quelle ragazzine sedicenni.
Sicuramente avrei fatto la mia parte in cui mi sarei colpevolizzata infinite volte di non aver fatto le cose giuste.
Sicuramente avrei fatto tutte quelle cose cretine che fanno gli altri per cercare di consolarsi.
Ma adesso non ne avevo voglia.
Volevo solo piangere e sfogarmi.
Sfogarmi con me stessa perché non potevo dire niente a nessuno, nemmeno a Lidia.
I miei occhi sempre più lucidi iniziarono a piangere e io iniziai a emettere singhiozzi.
Non avrei mai voluto che un semplice “Domani ti faccio conoscere il tuo nuovo fratello” si tramutasse in tutto ciò.
E non avrei mai voluto ridurmi in questo modo.
-Ehi bella ragazza, che ci fa tutta sola in questa stazione a piangere?-. Mi chiese una voce da dietro.
Cercai di asciugare le lacrime e mi voltai.
-Senta non ho voglia di…-. Quando focalizzai l’immagine non sapevo che fare.
Mi stava venendo un arresto cardiaco.
Gioia, felicità, stupore e rabbia mi pervadevano.
Appena lo vidi là, con il sorriso malizioso in viso, scoppiai nuovamente a piangere.
-Su, su…-. Cercò di calmarmi abbracciandomi:-Sono qua ora, perché piangi?
-Pe-Perché sei un fottuto bastardo…-. Dissi a fatica tirandogli uno schiaffo.
-E’ il tuo modo di dire ti amo, sono felice che tu non te ne sia andato, rimani per sempre con me?
-Anche quello-. Risposi singhiozzando tra lacrime e risate.
-Eri là dietro a vedere tutta la scena?-. Chiesi quando le lacrime se ne andarono quasi del tutto.
-No…
-Non mi mentire.
-Ok, si è vero, ho visto tutto.
Presi un respiro profondo, avevo bisogno di fargli un discorso completo.
-Vedi io non volevo farti soffrire così ti ho mentito ma non è vero, ti amo davvero, anche se tu adesso non ci crederai perché sei-. Mi bloccai al contatto delle sue labbra.
Le sue dolci e calde labbra.
Mi piaceva un sacco quando mi baciava.
Era da tanto che aspettavo quel bacio.
-Non c’è bisogno che tu dica niente…-. Mi rassicurò posandomi un dito sulle labbra.
-Ma come hai fatto a sapere che sarei venuta?
-Lidia ha il mio numero di cellulare…
-Brutto, stronzo, bastardo, menefreghista, t-tu hai goduto nel vedermi disperata alla ricerca di te che potevi andartene in qualsiasi momento e nel vedermi piangere per te, tu lo fai apposta, t-tu…-. Mi fermai per prendere il respiro:-Io ti amo!-. Dissi in fine per poi scoppiare a ridere insieme a lui.
-Anche io.
Ci baciammo un’altra volta.
-Federico, sta volta non ci sono scommesse in mezzo a tutto ciò vero?-. Domandai ironica.
-No, t’assicuro, non sono mai stato più serio di così.
-Federico?
-Si?
-Mi sono innamorata di un bastardo!
   
 
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