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Autore: FannyHarris    18/02/2012    3 recensioni
Nel cuore di Vegeta non c’era spazio per sentimenti umani, di certo non per una terrestre; però nel vederla tremare e con gli occhi rossi e gonfi di pianto, percepì un lievissimo calore … sentiva impulsi che non aveva mai pensato che avrebbe potuto sentire. Lui, il principe, si sentiva più leggero moralmente e provava dispiacere. Non era possibile, anzi era inaccettabile.
Bulma rimase in piedi , continuando a tremare e digrignare i denti; nel vedere sul volto del principe un’espressione compassionevole e un po’ confusa, trasse un sospiro di sollievo.
Silenziosa avanzò e sorpassò il sayan. In quel momento entrambi sentirono qualcosa, ma l’orgoglio e la testardaggine regnava sovrana in entrambi i cuori. Repressero quel fievole barlume di luce e speranza che si era fatto largo nei loro cuori e continuarono per la loro strada.
Iniziamo con il rating arancione ... avviso che potrebbe aumentare.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Buonasera gran bel fustaccione. Vuoi del succo?” Domandò con la sua vocina stridula una donna dall’aspetto giovanile; alta, snella e dai capelli biondi. La signora Bunny non perdeva mai occasione di avvicinare tutti i ragazzi che la figlia Bulma facesse entrare in casa. Nonostante avesse un marito e una certa età, era suo solito complimentarsi con tutti i giovani che conosceva. Era una donna fatta così, solare e positiva nei confronti della vita e della bellezza.

Vegeta, che si stava dirigendo verso la doccia, si voltò e la guardò storto. Avrebbe tanto voluto mandare raggi infuocati anche dagli occhi per poterla disintegrare. E’ sempre tra i piedi diamine. Pensò innervosito e desideroso di farla sparire nel nulla. Però tutti i suoi propositi vennero meno quando nella sua mente si focalizzò del buon cibo.

Ricordò a sé stesso che quella famiglia di umani matti gli offriva vitto, alloggio e gravity room. Di certo non li avrebbe ringraziati, lui era il principe dei Sayan e quel servizio gli spettava di diritto in quanto essere superiore, ma se non voleva morire di fame e allenarsi in modo precario avrebbe dovuto cercare di reprimere i suoi istinti omicidi.

Il sayan fece finta di non sentire e proseguì dritto per la sua strada. La signora Brief continuò a chiamarlo, innervosendolo maggiormente, finché non venne interpellata a sua volta da qualcun altro.   

Vegeta tirò un sospiro di sollievo e, a passo felino, salì le scale. Viveva in quella casa già da circa qualche mese e aveva imparato a conoscere le aree che gli erano utili, ossia la sua camera, il bagno, la cucina e la gravity room. “Ho proprio bisogno di una doccia, devo scrollarmi di dosso l’odore della sconfitta. Kakaroth, perché?” Si domandò retoricamente mentre varcava il portello scorrevole che conduceva alla doccia. Si denudò e iniziò a far scorrere l’acqua gelida lungo il possente corpo, perfetto tranne che per le innumerevoli ferite che solcavano la pelle olivastra. Ogni ferita simboleggiava una battaglia vinta da fiero e coraggioso principe quale era, tranne le ultime che gli erano state inferte; quelle evidenziavano la sconfitta subita per mano di un infimo suddito, sconfitta marchiata a fuoco sulla sua pelle e che anche dopo tanto tempo gli bruciava immensamente. Nella sua mente scorsero tante immagini ma quella che perdurò più a lungo fu la visione di Kakaroth trasformatosi nel leggendario super sayan. “Perché non io? Perché?” Non si sarebbe mai dato pace finché non avrebbe capito il motivo della sua inferiorità. “Padre, mi hai sempre detto che ero il degno principe della gloriosa razza sayan e allora perché un infimo combattente è riuscito a rendere la leggenda vera, e non io?” Sussurrò tremante e la rabbia invase ogni cellula vitale, l’orgoglioso sayan digrignò i denti e batté un violento pugno sulla parete della doccia. Questa non cedette ma tremò, e assieme ad essa tremò tutto l’edificio.

 

“Mamma, vieni!” Urlò una giovane ragazza dai capelli lisci color del cielo, mentre trafficava indaffarata per la cucina. Bunny, che era rimasta imbambolata lì dove l’aveva lasciata il sayan,  prese a camminare verso la cucina. “Sì, tesoro?”

“Hai sentito?” Domandò senza guardare la madre ma facendo avanti e dietro fra piatti e delizie per il palato.  “Cara, da quando quel fusto di Vegeta è qui sei molto migliorata in cucina” ridacchiò solare come sempre, andando ad accomodarsi su una delle sedie posizionate attorno al tavolo in cucina.

Bulma sollevò lo sguardo mentre era intenta a mettere un pollo nel forno e rimase interdetta a osservare per un po’ la madre . “Sei la solita, grazie del complimento” Fece sarcasticamente e tornò a fare quel che aveva interrotto.

“Comunque credo che sia stato Vegeta. Ultimamente è molto teso, sai? Poverino. Perché non vai a consolarlo?” Squittì la donna, assumendo un’espressione un po’ triste.

“Tu sei davvero incredibile! Quello è solo un sayan dal cuore duro come il marmo e che non si ferma davanti a nulla. Ora, io, e sottolineo io, dovrei andare a consolare lui, sottolineo lui. Non se ne parla. Ammetto che è leggermente-.” Si soffermò sulla parola –leggermente- per enfatizzarla ulteriormente “-cambiato ma ciò non toglie che è uno spietato assassino. Non è come Goku.” Continuò seria ed impetuosa, si mise a braccia conserte per far capire alla madre che era risoluta circa quel che diceva.

Bunny la guardò a un po’ avvilita e si alzò da tavola. “Come preferisci, tesoro. A proposito, vuoi qualcosa?” E porse alla figlia un bicchiere con del succo di arancia.

“No, grazie.” Disse la ragazza dai capelli turchini con dipinto in volto un falso sorriso.

“Va bene. Ci vediamo più tardi a cena. Vado da papà.” E detto ciò sparì dalla visuale di Bulma che trasse un sonoro sospiro. “Questa convivenza sarà estenuante per me.” Sussurrò affranta per poi rimettersi al lavoro. Una voce interiore la distolse. Perché lo fai? Non sei obbligata. Un diavoletto spuntò nella sua mente e la fece trasalire. “Ma … mi ucciderebbe se non lo facessi.” Sibilò attonita. Sei sicura di quel che dici? Io credo proprio di no. E detto ciò quella figura dalle sembianze demoniache sparì lasciandola sola e meravigliata. “Sì …” Aggiunse nonostante non si fosse nemmeno lei convinta delle proprie parole.

 

Vegeta era già uscito dalla doccia e si trovava in camera indeciso sul da farsi. Non aveva voglia di incontrare quegli umani, in modo particolare la signora Brief, ma i crampi della fame si facevano sentire e, da sayan quale era, la fame era l’istinto che mai sarebbe riuscito a sopprimere. Mentre era in doccia, il suo animo era stato tormentato dalla visione del suo acerrimo nemico trasformato in supersayan, visione che pareva l’avrebbe tormentato ancora per molto tempo. La sua coscienza non aveva mai fatto nessuna pressione, non si era mai fatta sentire insomma, invece il suo orgoglio calpestato gli rendeva un inferno ogni momento della giornata. “Mi vendicherò!” Esclamò con le fiamme negli occhi.

Decise di dirigersi verso la cucina per sfamare il suo stomaco in protesta e poi avrebbe fatto ciò che il suo animo e orgoglio gli suggerivano.

 

Ecco la mia prima fic in assoluto con protagonisti Bulma e Vegeta, il mio intento è quello di cercare di non ricadere nell’OOC, se dovesse succedere fatemelo presente e provvederò :) Questa è la mia coppia preferita e nonostante legga solo fanfic su di loro ne ho sempre scritte su Goku in ambiti più avventurosi. ( non sono esperta nelle storie d’amore xD)

Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento, ditemi che ne pensate se vi va :)

Baci Fanny.

Ps. Per chi segue o legge la mia fanfic “Padre...” molto presto sarà aggiornata.

Ciao :)

 

   
 
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