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Autore: TooLateForU    19/02/2012    78 recensioni
'Quando ti vedo mi viene voglia di gettarmi dalla finestra.'
'Non frenare le tue voglie, Malik.'
Il talebano pronto a farci saltare tutti in aria – meglio conosciuto come Zayn Malik - era il capitano di pallanuoto più stronzo che la Lincoln High School di Londra avesse mai conosciuto. Oltre questo era anche fastidioso, insulso, patetico e più stupido di un Lama.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avete presente quelle bambine di sei anni che tutte eccitate se ne vanno in giro in tutù rosa, portando le loro sessanta Barbie sul passeggino? Quelle che credono a Babbo Natale fino ai tredici anni, e sperano nel principe azzurro fino agli ottanta?
Ecco, io non ero mai stata una di loro.
Tanto per cominciare ero troppo pigra per fare qualsiasi sport. Alzarsi dal divano, arrivare al frigo e tornare indietro era sufficiente.
Il rosa è un colore terrificante. Mi ricorda mia cugina Tanya, e vi assicuro che non è un bel ricordo.
Le Barbie non mi sono mai piaciute. Perché tutte bionde? Cos’hanno le more e le rosse che non va?
Perché tutte magre?
Perché tutte sorridenti?
Il mondo è pieno di ciccioni mori infelici, quindi ci sarebbero dovute essere anche delle Barbie more e grasse.
Ho smesso di credere a Babbo Natale a sette anni, quando sgamai i miei ad incartare il nuovo camper delle Bratz da regalare a mia sorella. Mi premurai di rovinare la sorpresa anche a lei, ovviamente.
Il principe azzurro? Il mio primo ricordo con un bambino di sesso opposto risale all’asilo: stavo mangiando una merendina quando un nano-bullo mi si è avvicinato, mi ha dato una spinta e mi ha rubato la merenda.
Lì per lì ho persino pianto, pensate. Poi ho capito che non c’è niente da fare: i ragazzi non ci arrivano ad alcune cose. Figa, tette e calcio, ecco in quante parti è diviso il cervello di un maschio.
Ma non di tutti, ovvio che no. Alcuni fanno eccezione.
“Ehi sfigato, alzami una sigaretta!” ordinò una voce familiare a pochi metri da me. Voltai lo sguardo, e vidi il capitano della squadra di pallanuoto spingere sull’armadietto uno spaventato Chris Benson.
Benson fece dei respiri corti, prima di deglutire a vuoto “N-non ce l’ho.” Balbettò.
Tutta la squadra ridacchiò, prima che il coglione numero uno facesse un sorrisetto strafottente, e con un colpo secco facesse cadere tutti i libri di Benson a terra.
“Secchione!” gli disse, prima di darsi il pugno con i suoi amici e allontanarsi per il corridoio ridendo.
Il talebano pronto a farci saltare tutti in aria – meglio conosciuto come Zayn Malik - era il capitano di pallanuoto più stronzo che la Lincoln High School di Londra avesse mai conosciuto. Oltre questo era anche fastidioso, insulso, patetico e più stupido di un Lama.
Se ne andava in giro con tutti i suoi patetici amici a fottersi delle poco di buono e a vantarsi di quanto fosse figo.
Che tristezza di ragazzo.
“Buongiorno Liz!”
Uno squittio familiare mi riscosse, e voltandomi incrociai due familiari occhi azzurri e una sgargiante chioma bionda.
“Ciao Jude..” borbottai, appoggiandomi distrattamente al mio armadietto.
“Oggi sei di cattivo umore, eh? Allora è tutto nella norma.”
Le lanciai un’occhiataccia, a cui rispose con una linguaccia vivace.
Jude Smith era la sedicenne più esuberante di questo pianeta. Se ne andava in giro portando i suoi capelli giallo canarino e la sua iperattività dappertutto, sorrideva spessissimo, faceva volontariato al canile ogni sabato, poteva vantarsi di avere ottimi voti, aveva una famiglia normale, era presidentessa del club del libro…Niente di più distante da me, per farla breve.
Non so ancora come sia possibile essere diventata la sua migliore amica.
“Sai chi ho incontrato in metro, stamattina?” mi chiese, sistemandosi la frangetta.
Aprii la bocca per rispondere, ma non me lo permise “No, non lo sai! Bhè, ho incontrato quel ragazzo con gli occhi verdi. Di nuovo.” Finì con un sorriso entusiasta.
“Chi, quello che sale con te da sei mesi ma con cui non hai mai parlato?” domandai, con un sorrisetto beffardo.
“Ci ho parlato invece!” ribattè offesa “Ieri mi ha dato un calcio accidentalmente, e mi ha detto scusa.
“Oh, addirittura? Non sarà troppo?”
Mise il broncio, prima di tirare fuori dall’armadietto il libro di chimica. “Non tutti siamo dei senza cuore come te, cara Elizabeth!”
Le pestai un piede con forza, e Jude emise un verso strozzato “Non chiamarmi così in pubblico! E nemmeno in privato!” sibilai, lanciandomi uno sguardo intorno per controllare che nessuno avesse sentito.
Lei saltellò su un piede, con uno sbuffo “Sei fuori di testa, tu! Il tuo nome è bellissimo e ti ostini a farti chiamare con quell’orrenda abbreviazione!” esclamò.
Stavo per ribattere, quando qualcuno mi picchiettò sulla spalla. Mi girai infastidita, e il fastidio aumentò ancora di più quando vidi la persona che avevo davanti.
“Mark.” Sputai tra i denti, a mo’ di imprecazione.
Il mio ex ragazzo mi lanciò un’occhiata gelida, prima di fare una smorfia quasi disgustata “Occupi metà del mio armadietto.” Mi fece notare.
Alzai un sopracciglio, e non mi mossi di un centimetro.
“Wow. Struggente.”
Mark contrasse la mascella, assottigliando gli occhi azzurri “Levati dalle palle, Calder.”
Suonò la campanella, e mi spostai lentamente dal suo prezioso armadietto “Spero ti incastri le dita nello sportello.” Gli augurai con un sorriso, prima di prendere Jude a braccetto ed avviarmi verso qualsiasi lezione ci fosse.
“Che lezione abbiamo ora?” le domandai, svogliatamente.
“Francese, Liz..Siamo a novembre ed ancora non hai imparato l’orario?” chiese, esasperata.
“Sai che ci impiego un anno per farlo. E poi ‘sti stronzi lo cambiano di nuovo.”
Ruotò gli occhi al cielo, ed insieme entrammo nella classe.
 
Inspirai a pieni polmoni l’aria in cortile, contenta di aver superato un’ennesima inutile giornata scolastica.
“Ah, mi sento alla grande!” esclamai, allargando le braccia come ad abbracciare l’aria.
“Ma se oggi hai preso una F in Biologia e sei stata convocata dal preside!” protestò Jude, scandalizzata.
Feci un gesto seccato con la mano “Sono dettagli trascurabili..”
Stava per replicare, quando una risata da iena in calore invase i nostri poveri timpani.
Stavano scendendo le scale della scuola il terrorista e la sgualdrina di turno, una rossa falsa come una banconota da mezza sterlina con minimo una quarta di reggiseno.
Jude fece una smorfia “Che pessimo gusto.” Commentò.
“Già, come fa a sopportare la vicinanza di quel coglione?”
Lei ruotò gli occhi al cielo “Parlavo dei gusti di lui, scema.”
Ci passarono davanti ed incrociai gli occhi neri di Malik, che mi fece l’occhiolino sorridendo malizioso.
O signore, ma chi lo conosce questo!
Sbuffai, e tornai a concentrarmi su Jude “Che ore sono?”
Lanciò un’occhiata al suo iPhone bianco, velocemente.
Piccolo appunto, Jude è una riccona. Ecco perché i pigiama party li facciamo sempre a casa sua e non a casa della sottoscritta pezzente.
“L’ora che torno a casa, dato che oggi pomeriggio devo fare da baby-sitter ai bambini del terzo piano.” Disse, prendendo ad incamminarsi. Io la seguii a ruota.
“Adesso vai anche ad asciugare il vomito dei neonati? Dio mio, non ti capisco.”
“Si chiama avere cuore. Sono sicura che un giorno lo troverai anche tu.” Fece un sorriso divertito.
“Di certo non finchè individui come il talebano e il Mark la Triglia gireranno per la scuola.” Le assicurai, portandomi un riccio corvino dietro l’orecchio.
“Non chiamarlo talebano, Zayn è pakistano! Ed è molto razzista!” mi rimproverò.
Sbuffai “Io non ce l’ho con gli iracheni..”
“E’ pakistano!”
“Sì, quello che è..Dicevo, io ce l’ho con lui in particolare. Mi da fastidio. Mi sta sul cazzo che non ho.” Spiegai.
Jude scosse la testa, con disapprovazione “Sei tutta matta, Liz.”
Probabilmente era vero.
 
 
 
 
 
 
 
 Aloha, eccomi a rompere con un'altra FF *rolleyes*
Stavolta la protagonista è una lei molto yeah (?) e Dj Malik. Lui non è famoso, i One Direction non esistono e bulabulabula (?)
Detto questo, spero che a qualcuno piaccia :3 Baci!
p.s. perdonate il terribile banner, ma sono impedita AHAH

   
 
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