Erano passati ormai circa tre anni dal suo trasferimento a Tokyo e Taro Misaki pensava, con convinzione, che tutto andasse a gonfie vele nella sua vita.
Giocava a pallone nel campionato professionistico, come aveva sempre sognato fin da bambino e passava le sue giornate con quelli che probabilmente erano i suoi migliori amici, non contando i nazionali ovviamente.
Aveva una ragazza bellissima al suo fianco e si godeva, senza ombra di dubbio, la sua emancipata libertà di ragazzo adulto e indipendente.
Una camera vuota rimasta chiusa e buia fino a quel momento era quindi solo un problema finanziario, non immaginava che un giorno quella porta si sarebbe aperta e che la luce avrebbe attraversato, come un prisma, l'appartamento.
E che i colori sarebbero stati irradiati netti, vividi e brillanti su ogni parete.