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Autore: Kai_Harn    10/04/2004    0 recensioni
Dedicata ad una delle 10 spade di Shishio. Si può tornare a vivere anche se il proprio unico amore è morto?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4:
Per molti mesi la mia vita scorse tranquillamente, tra il lavoro e i rari momenti liberi.
Durante questi, o passavo all'Aoiya, oppure andavo a trovare Cho, o ancora, veniva lui a casa mia.
Lo prendevo spesso in giro perché non sapeva cucinare, e lui trovava ogni scusa per auto invitarsi a mangiare da me.
Un giorno d'autunno, probabilmente sede di non ricordo più quale festività, lo aspettavo a pranzo.
Doveva venire alle due, ma arrivò in ritardo di un'ora e per di più con un aspetto orribile.
Era tutto bagnato e con i capelli che gli ricadevano in disordine dappertutto.
"Ma che hai fatto?" dissi stupito "Sembri uno straccio vecchio".
"Non ti ci mettere anche tu adesso!" esclamò seccato.
"Scusami, è solo che sei davvero comico"
"Vorrei vedere te se fossi caduto in un pozzo. Uff" sbuffò, togliendosi la giacca bagnata.
"Dai, siediti che ti rimetto i capelli a posto" lo esortai.
Lui si sedette ed io iniziai a pettinarlo.
"Grazie…" bofonchiò da sotto la massa spettinata che tentavo di dipanare.
"Figurati…piuttosto, sei un po' trascurato, lo sai? Dovresti aver più cura di te stesso. Altrimenti non credo che troverai una moglie!".
"E chi ti assicura che ne voglia una?" disse duro.
Mi stupì quella risposta sgarbata.
"Beh, dicevo così per dire…dopotutto ha già 32 anni. Sarebbe ora di farti una famiglia…" conclusi, armeggiando il pettine intorno ai suoi ispidi capelli, mentre lui ancora taceva.
Forse la mia frase lo avesse offeso in qualche modo?

CHO:
*Possibile che non avesse davvero capito? Che non m'importava nulla di trovarmi una moglie? Che già avevo fatto la mia scelta già dal tempo di Shishio-sama? Che non era certo solo amicizia tra compagni quel che sentivo per lui? Forse dovevo essere più esplicito, e spingermi laddove non ero mai giunto.
*
Mentre concludevo il mio lavoro, rimettendogli la fascia sulla fronte, Cho si alzò di scatto, con così tanta violenza, che lo sgabello su cui era seduto slittò sul pavimento.
"Ti ho fatto male?" chiesi perplesso.
"Sei un idiota" rispose.
"Ma che hai?".
Sinceramente non capii…per il momento.
Compresi pochi secondi dopo, quando mi spinse contro la parete ed incollò la sua bocca alla mia.
Non doveva succedere, non doveva…no…
Perché Cho mi stava facendo questo?
Che la nostra amicizia dovesse finire così?
Forse era solo un incubo. Un orrendo, mostruoso incubo, che sarebbe finito, alla fine.
Eppure, durava troppo a lungo. E non era un sogno quel che sentiva il mio corpo.
Sapevo che era vero.
Sentivo chiaramente il suo corpo, stretto a me.
I suoi muscoli, la sua pelle, le sue mani.
Le sue spalle…forti, degne di un uomo….
Ebbi paura di me stesso. Stavo per lasciarmi andare….e non potevo permettere che accadesse.
Mi vergognavo di me, terribilmente.
Lo spinsi lontano, guardandolo con occhi crudeli.
"Scusami Kamatari…scusami…non so che mi sia preso, mi spiace…" mormorò, a capo chino.
CHO:
* Mentivo….sapevo sin troppo bene che cosa avevo fatto. E non ero per niente pentito.
*
"Perché… … …? Io non sono una puttana…non lo sono…non lo sono…".
Lacrime di rabbia sgorgavano dai miei occhi.
"Ascolta…"
"Non voglio ascoltarti!" urlai.
Non volevo più vederlo. Volevo solo andar via. Non m'importava di nulla.
"Ti ho detto di ascoltarmi!".
Cho mi afferrò per i polsi, costringendomi a guardarlo.
"Lasciami stare…Cho, per favore…" balbettai.
"No! Al mondo non esiste nessuno che ti consideri così…tantomeno io…".
"Va bene…dimentichiamo…si…è meglio…".
Ormai bofonchiavo frasi senza senso, con la mente troppo in tumulto per ragionare.
Lasciai che lui mi scrollasse come un cencio, senza resistenza.
"Tu…io…quel che ho fatto…non volevo ferirti…solo dimostrarti…che…ma perché non vuoi capirmi?".
A quelle parole mi ripresi.
Che diavolo stava dicendo? Quello sembrava un altro. Non era il Cho che conoscevo. Per nulla.
M'infusi coraggio, e tentai di rispondergli.
"Mi hai guardato bene? Sono solo un finocchio che si veste da donna".
"Sei stupido? Non mi frega se sei un maschio o una femmina. Tu sei Kamatari, e solo questo conta"
"Cho, non sai cosa dici".
"Lo so benissimo cosa dico. Altrimenti perché, quel giorno, ti avrei impedito di ucciderti?"
"Perché ti facevo pena".
"Hai idea del dolore che mi dai se dici questo?" disse, guardandomi fisso.
"Troppe volte ho sperato che qualcuno pronunciasse queste parole…tanto a lungo che ho smesso di credere…".
.
CAPITOLO 5:
Una rivelazione sconvolgente. Quello furono per me le parole di Cho.
Non potevo crederci, ma era così. Era la verità.
Ed io non sapevo cosa fare.
Potei solo lasciare Cho li, da solo, e chiudermi nella mia camera.
Me n'andai senza una parola e, guardando il vuoto, pensai a lungo.

Sino a quel giorno, per anni ed anni, avevo continuato ad amare Shishio-sama.
Un amore ardente, che riusciva a consumarmi i pensieri, che monopolizzava la mia mente impedendomi di pensare ad altro.
Solo per lui, allenamenti, ferite. Per lui trascorsi ore su ore con quella maledetta falce in mano.
Continuare ad esercitarmi, sino a che il sangue non sprizzava dalle dita, ed io cadevo morto di fatica sul duro terreno, attendendo una missiva che m'informasse che Shishio-sama aveva bisogno di me.
Allora correvo verso il mio unico amore, compiendo per lui qualsiasi nefandezza, pur di ottenere uno sguardo, un ringraziamento, anche solo un cenno della mano che mi facesse sentire utile.
Ora non avevo neppure questo, ma da quando ero di nuovo in Giappone, pensavo a lui molto di rado. Preferivo vivere la mia vita, senza più inseguire i fantasmi del passato.
Perché, sebbene il suo ricordo non fosse mai sbiadito dalla mia mente, ora avevo chiara una cosa.
Kamatari la grande falce voleva vivere di nuovo.
E si era reso conto che, libero dallo spettro di Shishio-sama, poteva amare ancora…perché era riuscito a sanare ferite che credeva inguaribili…e solo questo aveva importanza …..
Poter amare di nuovo…….ed essere ricambiati…da qualcuno che non mi considerasse solo un grottesco esperimento della natura…
Ero conscio che solo questo alla fine avevo sempre desiderato.
Non sapevo cosa mi avrebbe riservato il futuro, ma non volevo pensarci.
E dolcemente, aprii quella porta chiamata mistero….

FINE
Nota finale:
non so se sia piaciuta oppure no, ma questa fanfic è stata fatta davvero col cuore. L' ho dedicata a due personaggi che apprezzo molto e su cui volevo scrivere da tempo. Mi è sembrato che insieme stiano davvero bene; e poi mi è parso che, nella realtà, a Cho importasse davvero di Kamatari…

  
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