Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: kappinias    19/02/2012    4 recensioni
Kurt e Blaine sono all’università, abitano entrambi a New York.
Si amano, vogliono andare a vivere insieme in una casa tutta loro. Una notte vanno a osservare le stelle a central park, ma nel viaggio di ritorno accade qualcosa che sconvolgerà le loro vite, distruggendo ogni loro sogno di un futuro insieme.
---
" Blaine sente una fitta allo stomaco quando capisce di essere ancora fermo lì, un attimo prima della tragedia.
Perché la voce di Kurt risuona nelle sue orecchie e l’immagine è proprio davanti ai suoi occhi, come una breve sequenza di fotografie scattate in rapida successione ".

 
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Blaine piange, anche se sa di non aver più lacrime da versare.
Blaine piange e tutto intorno a lui è offuscato, come qualcosa di lontano e irraggiungibile.
È accasciato sul grande letto matrimoniale.
Il suo cuore batte ancora ma lui non vorrebbe essere vivo.
Non vorrebbe neanche ricordare: invece è tutto impresso nella sua mente in inchiostro indelebile, bianco su nero.
No, non c’è spazio per i colori nella sua storia.
O forse ce n’è solo per uno: un rosso cupo, di quelli che mettono paura.
Un rosso che esce a piccole gocce per poi scivolare via, in sottili rivoli, lasciando sempre una traccia del suo passaggio.
Un rosso che potrebbe benissimo essere sangue.
Blaine sente una fitta allo stomaco quando capisce di essere ancora fermo lì, un attimo prima della tragedia.
Perché la voce di Kurt risuona nelle sue orecchie e l’immagine è proprio davanti ai suoi occhi, come una breve sequenza di fotografie scattate in rapida successione.
 

Il cielo era sereno quella sera, nelle zone meno illuminate della notte Newyorkese si potevano addirittura osservare le stelle.
Kurt adorava sollevare il naso all’insù alla ricerca di qualche costellazione ancora sconosciuta.
E unendo i piccoli puntini scintillanti nell’oscurità riusciva a creare immagini sempre nuove.
A Blaine bastava osservare il suo fidanzato, lo trovava molto più interessante di qualsiasi astro.

 
Blaine non potrà mai più guardare le stelle.
Forse non dovrebbe neanche guardare la luce del sole.
In fondo anche quella è una stella.
Anzi, è peggiore di quelle notturne: è grande e illumina tutto.
È spietato, non lascia possibilità di scelta: fa aprire gli occhi, rende visibili le ombre più sfocate.
Ma Blaine non vuole vedere, ha già visto fin troppo.
Vorrebbe essere cieco.
Blaine sa anche che non prenderà mai più un autobus, anzi al momento è abbastanza certo che non uscirà mai più di casa.
 
 

Era notte fonda e l’autobus era deserto.
Eppure occupavano un solo sedile, Kurt cavalcioni su Blaine e le loro bocche impegnate in un bacio lungo e intenso.
Sì, anche a loro di tanto in tanto era concesso di baciarsi in pubblico senza dover aver paura.
Quella volta per esempio solo un anziano signore, unico compagno di viaggio, li aveva guardati male.
E loro avevano riso insieme, divertiti da quel vecchietto troppo curioso.

 
Blaine non sa più come si ride, odia quelli che ne sono ancora capaci.
Odia il mondo, che continua a girare, e tutte quelle persone che corrono nelle strade affollate, ogni gesto che sembra sottolineare la loro felicità.
Forse non è proprio odio quello che prova, più che altro stupore.
Vede gli altri andare avanti, vivere le loro vite come se nulla fosse successo.
Lui invece non riesce a muoversi: è ancorato a un passato che non può cambiare, a ricordi che lo stanno distruggendo.
Blaine urla, ma nessuno lo sente.
Blaine tira pugni ovunque e si dimena, ma le braccia di Kurt non sono lì per stringerlo e calmarlo.
Blaine si è arreso, perché ormai nulla per lui ha più importanza: tutto ciò a cui teneva, i suoi valori, le sue idee.
Non è rimasto niente dentro di lui, se non la forza violenta e cieca della disperazione.
 

Il bus era arrivato alla fermata di Kurt ma Blaine non avrebbe voluto farlo scendere.
“Vieni da me, facciamo l’amore tutta la notte, rendiamo speciale anche queste poche ore che ci separano da domani”.
Kurt aveva sorriso a quelle parole così romantiche, un po’ dispiaciuto.
Non poteva, il giorno dopo aveva un esame importante.
Ma avrebbero avuto tante altre notti da rendere indimenticabili, gli aveva promesso con un ultimo bacio a fior di labbra.

 
Blaine si maledice per non essere stato capace di trattenerlo.
Non riesce a smettere di pensarci.
Forse sarebbe bastata qualche parola di più e ora il dolce profumo di Kurt impregnerebbe ancora le loro lenzuola.
Ma Blaine non poteva sapere, nella sua ingenuità ha creduto a quella promessa fatta a cuor leggero: non ha dubitato neanche un momento di ciò che gli ha detto Kurt.
Solo ora si rende conto che non potranno esserci più notti da rendere perfette.
Ora ci saranno solo notti lacerate da incubi, giorni in cui sarà difficile anche ricordarsi come si respira.
Blaine ripercorre i dieci anni passati con Kurt, e scendono nuove lacrime per ogni volta in cui si è illuso di avere a disposizione un’intera esistenza insieme a lui.
I singhiozzi si trasformano in gemiti quando ricorda i loro sogni, sempre così assurdi e ambiziosi.
Il progetto per il loro nuovo appartamento è ancora lì, appoggiato sopra il tavolo della cucina.
Se solo ne avesse la forza, Blaine lo straccerebbe in tanti piccoli pezzi.
Nessuno gli ha mai dato il diritto di sperare in qualcosa, ma lui l’ha fatto lo stesso.
È arrivato a credere di poter avere tutto, invece ora gli rimane solo una casa in cui non potrà mai abitare, poche foto e molti ricordi.
 
 

Kurt era sceso dal bus, Blaine aveva visto i suoi dolci lineamenti fuori dal finestrino.
 Poi aveva seguito il suo dito che tracciava poche lettere sul vetro appannato.
 
P.S. I love you
 
Voleva scrivere anche lui qualcosa, ma il bus stava già ripartendo.
Blaine aveva sentito un rumore sordo subito dopo, ma solo quando il bus si fermò di colpo capì che c’era qualcosa che non andava.
 

Ecco, quello è l’esatto punto in cui il mondo di Blaine ha smesso di girare.
O forse ha smesso di esistere, perché il suo centro è venuto a mancare.
Blaine non credeva che una frazione di secondo fosse sufficiente a demolire una vita.
Blaine, fino a un momento prima, non credeva che potesse esserci davvero la morte.
Era solo un’idea astratta e lontana, un’entità indefinita, che non avrebbe mai potuto toccarlo.
Qualcosa a cui, semplicemente, non aveva mai dato troppa importanza.
Ora invece la morte è reale, tanto reale da mettere i brividi.
Tanto reale da sembrare l’unica via d’uscita.
 

Blaine aveva già chiuso gli occhi, pronto a perdersi nei suoi dolci pensieri.
Lo faceva sempre, dopo essere uscito con Kurt: faceva scorrere nella mente tutti gli attimi speciali passati con lui, sorrideva al ricordo di ogni loro bacio, si perdeva ancora una volta nel colore dei suoi occhi  quando facevano l’amore.
All’inizio avrebbe voluto rifiutarsi di alzare le palpebre, ma poi fu costretto.
Sentì l’urlo rauco dell’autista sulla strada, e allora iniziò ad avere paura.
Ma, anche quando lo vide, per una frazione di secondo si rifiutò di credere che il corpo sull’asfalto fosse quello di Kurt.

 
Blaine è costretto a vederlo ancora adesso: riesce a immaginare se stesso, sul marciapiede, che fissa terrorizzato la strada.
Ripensa al momento in cui le gambe hanno iniziato a cedere e lui non è stato più capace di restare in piedi.
Ma, soprattutto, rivede quel pezzo di stoffa verde macchiato di sangue: la sciarpa di Kurt che avvolge ancora il suo collo candido, ora storto in una posa agghiacciante.
Blaine affronta lo stesso dolore ogni volta che i suoi ricordi gli restituiscono quel frammento.
Non riesce a capire come quel corpo sinuoso e leggero, che tante volte ha stretto nelle sue braccia, possa essere diventato rigido e freddo, piegato in una posa così innaturale.
 

Kurt sorrideva. Era morto, ma il suo sorriso esprimeva la felicità dell’amore.
Blaine si coprì il volto con le mani, non riuscì più a vedere niente.
Restò qualche minuto immobile, le dita incastrate tra i ricci, lo sguardo fisso al suolo.
Sarebbe rimasto così ancora per molto se il suono delle sirene non lo avesse riportato alla realtà.

 
Blaine sta impazzendo lentamente e ne è consapevole.
Blaine sa che il ricordo di Kurt, ora così nitido e ossessivo, diventerà ogni giorno più sfocato e lontano.
Vorrebbe combattere contro il tempo, ma non ne è capace.
Potrebbe passare ore intere a fissare una foto cercando di imprimerlo dentro di lui, ma quella che vedrà ritratta non sarà che l’ombra di Kurt.
Mai gli sarà possibile sentire di nuovo il profumo della sua pelle, nessuna registrazione potrà restituirgli il suono fresco della sua voce.
Blaine non riesce a capire quale sia il senso di tutto ora che lui non c’è più.
Si rende conto di essere pronto per gli addii: non vorrebbe fare questo ai suoi amici, ma ora sembra l’unica mossa possibile.
Quando apre la finestra i rumori della strada invadono la stanza silenziosa: Blaine esita, si sporge, per un attimo è sul punto di perdere l’equilibrio.
Poi però la richiude: sarebbe troppo facile.
Gli impedirebbe di soffrire, forse, perché neanche il corpo che si schianta al suolo da metri di altezza è paragonabile al dolore acuto e costante nel suo petto.
Un semplice gesto potrebbe mettere fine a tutto, ma Blaine non può farlo: lo ama troppo, e sa che se morisse Kurt se ne andrebbe ancora una volta.
Ora almeno restano i ricordi, le infinite immagini di loro due insieme.
Sono tutte dentro Blaine e lui si aggrappa a loro per darsi forza, per riuscire ad andare avanti.
 
Blaine prende una foto dalla sua scatola dei ricordi.
Sì, ha una scatola dei ricordi nascosta sotto il letto: proprio come i bambini.
Non se ne vergogna, anzi ne va fiero in un modo tutto speciale.
E quella foto è una delle sue preferite.
 
Sono fuori dal McKinley, si stanno abbracciando.
Kurt sussurra qualcosa al suo orecchio.
Non ti dirò mai addio.
Quelle poche parole risuonano nella casa deserta, perché Blaine le sta pronunciando ad alta voce, quasi a voler ricreare quel ricordo lontano.
C’era qualcosa di tremendamente vero in quella frase, solo ora se ne rende conto.
Kurt non gli ha detto mai addio, non ne ha avuto il tempo.
Se n’è andato, ha lasciato questo miserabile mondo senza neanche un ultimo saluto.
E forse è meglio così, perché Blaine non è pronto a dirgli addio, probabilmente non lo sarà mai.
C’è una cosa però che avrebbe voluto potergli dire, prima che fosse tardi.
Un breve post scriptum, che potrebbe quasi passare inosservato.
Una frase che ora sussurra a se stesso e che non potrà mai ripetere a nessun altro.
Qualcosa che avrebbe dovuto scrivere su un vetro appannato di un bus notturno.
 
P.S. I love you too.




 


 



Buonasera ^^
Questa storia partecipa al secondo girone del contest "All you need is love" se cliccate sul bannerino c'è il link alla pagina del contest :)
Leggendo la traccia mi è venuta in mente questa storia tristissima *sigh*
E pensare che amo tanto gli Happy endings, ma questa volta il mio animo drammatico ha prevalso :D
Non mi odiate, in fondo io amo tanto questi due ragazzi, anche se probabilmente se esistessero ora mi starebbero rincorrendo con una mazza chiodata :S
Grazie a tutte le fantastiche persone che hanno letto, spero che la storia vi sia piaciuta :)


 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: kappinias