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Autore: virgily    19/02/2012    1 recensioni
Sangue purpureo e denso cominció a macchiare il sontuoso kimono di seta broccata, lasciando che una pozza calda e rossastra si diramasse per l’intera pavimentazione. Svuotata di ogni suo riprovevole ricordo, la testa della donna finalmente era leggera, proprio come il suo corpo che lentamente si accasciava al suolo
-Yukari! YUKARI!!!- sentiva la sua voce chiamarla con tutto il fiato che gli rimaneva nel polmoni, lasciandola sussultare per l’ultima volta.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hao Asakura, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Everything Burns

 
“Quella notte, grandi nuvole di fumo nero addensavano il cielo scuro, macchiandolo a tal punto da mascherare le candide stelle, come per volergli nascondere ció che stava succedendo in quella casa. Circondata dalle fiamme, la maestosa dimora perdeva lentamente il suo leggendario fascino, lasciando spazio ad un panorama di barbari scontri. Con passi sottili e quasi impercettibili, due figure si aggiravano nei meandri delle uniche stanze rimaste illese, guardandosi intorno con occhi ansiosi di scoprire il prossimo nemico venuto per abbatterli. Due amanti erano stati messi in gabbia nella loro stessa casa, nel loro pacifico nido d’amore che sembrava mostrarsi come la loro futura tomba. L’aria cominciava ad appesantirsi, mentre la testa della giovane donna cominciava a girare; tutto quel fumo nuoceva a lei tanto quanto alla creatura che portava nel suo gonfio grembo. Stringendo forte la mano del suo amato, la ragazza gli poggió la testa sulla spalla, quasi provando conforto nel profumo dolce e soave che quei folti capelli bruni emanavano
-Yukari resisti ancora, ti prego... – sentí la sua mano morbida e tiepida sfiorarle la guancia, scendendo lentamente ad afferrarle il mento, portando il suo dolce ovale vicino al suo viso. Per quanto fosse seria la sua espressione, Yukari leggeva dentro quei pozzi scuri un disperato desiderio di conforto. Sollevó dunque gli angoli delle labbra, e sorridendogli la donna annuí. Continuarono allora la ricerca di una qualsiasi via di fuga, sebbene le probabilitá di salvezza erano ormai scarse. Sentirono un enorme frastuono alle loro spalle, e voltandosi di scatto i due guardarono negli occhi quelle persone che tanto bramavano di ucciderli
-Non la passerai liscia, mostro!-
-Tzé... Che esseri insulsi!- affermó l’uomo lasciando che i suoi maestosi Shinigami comparissero per porre fine a quelle miserabili vite. Gli occhi del suo amato trasudavano odio, eppure Yukari non poteva fare a meno di amarlo; forse era il rispetto che provava nei suoi confronti, o forse era il fatto che la giovane donna soffriva del medesimo dolore che avvelenava il cuore del suo amante. E lo avrebbe seguito, fino in capo al mondo macchiandosi le mani del sangue di scettici che non capivano ció che erano veramente... Sarebbe arrivata perfino a dare la vita pur di fiancheggiarlo ancora, oh si lo avrebbe fatto. Ma il tempo si sa, non é misericordioso con nessuno, tantomeno con quella povera ragazza, che dopo essersi trovata di fronte ad una scelta non esitó a lanciarsi sulla via della morte:
C’erano, infatti, degli uomini che erano comparsi da una via a lei ignota, giungendo alle loro spalle. E non si sarebbero fermati, anzi avrebbero fatto quello che ritenevano piú giusto fare: uccidere quell’uomo che lei tanto amava e che presto sarebbe divenuto padre di suo figlio, o almeno avrebbe dovuto. In quel preciso istante il tempo sembrava essersi fermato, e Yukari Okamoto osservava per la prima volta il mondo attorno a lei andare a rilento. In un primo momento, i suoi occhi felini e magnetici fissarono gli uomini armati alle sue spalle, poi li fece risalire per tutto il profilo sinuoso e perfetto del giovane al suo fianco. Un sorriso era scolpito sulle sue soffici labbra. Un brivido scosse tutta la colonna vertebrale della ragazza, che prendendo un respiro profondo lasció che una lacrima amara solcasse la sua guancia. Slegando le dita dalla presa salda e protettiva del suo fidanzato, la fanciulla si portó ambo le mani al petto, serrando gli occhi. Brució nella sua cassa toracica quella forza brutale che tanto faticava a gestire, e per il suo ragazzo non fu per niente difficile percepire quel furyoku mastodontico provenire dall’esile figura. Gli occhi dello sciamano si sbarrarono di colpo, osservando l’opaca emanazione della sua forza materializzarsi tra quelle candide mani, prosciugando buona parte delle sue energie
-Cosa stai facendo? Yukari non sei in grado...- e con un scatto fulmineo agguantó la sua fidanzata per i fianchi, ma ormai era troppo tardi, e il tempo aveva ricominciato a scorrere rapido ed egoista
-Perdonami Hao...- fu tutto quello che le sue pallide labbra tremanti riuscirono a sussurrare, prima di ignettare quella grande energia nel pieno petto di un Hao Asakura incredulo. Quella forte ondata di furyoku catapultó lo sciamano dall’altro capo della sala, giusto un secondo prima che i loro assalitori potessero trapassarlo con lame affilate e punte aguzze. Si udirono due rombi metallici e violenti. Infine, un gemito. Per un secondo inteminabile ci fu un angoscioso silenzio scandito dal battito accellerato di un cuore, quello della piccola sciamana che respirava faticosamente con una lama nel petto e una nella schiena. Non aveva gridato, ma lasciava che singhiozzi gravosi ed affannati le riempissero la gola. Sangue purpureo e denso cominció a macchiare il sontuoso kimono di seta broccata, lasciando che una pozza calda e rossastra si diramasse per l’intera pavimentazione. Svuotata di ogni suo riprovevole ricordo, la testa della donna finalmente era leggera, proprio come il suo corpo che lentamente si accasciava al suolo
-Yukari! YUKARI!!!- sentiva la sua voce chiamarla con tutto il fiato che le rimaneva nel polmoni, lasciandola sussultare per l’ultima volta. Aveva sempre odiato il suo nome. Odiava esso assieme a tutta la sua persona. Ma da quando Hao l’aveva presa con se tutto era tornato ad avere un senso, ad avere un colore, un profumo. Amava il suo nome pronunciato da quella bocca morbida e tentatrice. Ma era troppo stanca per rispondergli; sentiva freddo, e i suoi occhi riuscivano a stento ad osservare il soffitto. Tante fiamme del colore dell’oro, dell’ocra e del sangue, che lei stessa aveva versato, arsero innanzi ai suoi occhi, e tutte quelle grida furono soltanto un ricordo.”
 
Una sottile brezza trasportó con se il pesante odore di tabacco, il quale immeditamente riportó la bella addormentata dal mondo dei sogni a quello dei vivi. Aveva il fiato corto, e dopo essersi sollevata di scatto, portandosi le ginocchia al petto, passó il dorso della mano sulla fronte madida di sudore
-Tutto bene Miyu?- una seconda ragazza, sua coetanea e compagna di viaggio, la osservó penetrandola con due occhi cristallini e limpidi, lasciando intendere un lieve velo di preoccupazione nei i suoi confronti
-Si Kat, stai tranquilla...- rispose sbuffando appena, lasciando che una foglia dell’albero sotto il quale si era addormentata dondolasse, cullata dal vento, sino alla sua folta chioma bruna, quasi adornandola come un fermaglio. La moretta dallo sguardo glaciale che sostava al suo fianco, dal canto suo, sorrise appena; in veritá non era molto convinta della sua risposta, ma se Miyu preferiva non parlarne lei di certo non l’avrebbe costretta a farlo. Si sfiló la sigaretta, ormai consumata, dalle labbra, comprimendola al suolo con la punta dell’anfibio nero. Poi afferró il pacchetto di sigarette dalla teschina della sua amata giacca di pelle, e con un gesto quasi meccanico ne sfiló una nuova di zecca. Poi osservó la castana dallo sguardo perennemente sperso nel vuoto e bofocchió
-Ne vuoi una?- lo aveva chiesto con un sorrisetto sgembo che mostrava il suo nuovo piercing. Kat conosceva bene quale sarebbe stata la sua risposta, ma non poteva farne a meno di chiederglielo. Tuttavia, quel pomeriggio Miyu non le rispose, al contrario con un gesto della mano ne afferró una portandosela direttamente alle labbra. Lasciadola dondolare tra le morbide pareti delle sua rosea bocca, osservó con i suoi occhi nocciola l’altro capo di quella piccola stecca dal sapore amarognolo ed appagante. La fissava intensamente, con bramosia e voglia di possesso. Fece sbattere le sue lunghe ciglia scure, e come d’incanto una nuvola opaca si dileguó nell’aria. Un piacevole trucco di magia, o per chi la conosceva bene, un uso sciatto e svogliato del suo furyoku. Ne aspiró profondamente una prima boccata mentre la sua amica sogghignava sotto i baffi
-Questi sí che sono i privilegi di avere un basilisco sputa fuoco come spirito-
-Kat, é un drago...- rispose Miyu sorridendo all’espressione imbronciata del piccolo fuoco fatuo dalle fauci piccole e due lunghi baffi che le svolazzava intorno
-Drago, basilisco... che differenza c’é? Giusto Marte?- sbuffó euforica, sollevando il suo angelico sguardo contro la figura evanescente del giovane dio della guerra che tanto stimava e adorava
-Se lo dite voi, padrona- questo s’inchinó lanciando uno sguardo folgorante contro la sua sciamana dai capelli corvini. Miyu non aveva mai capito quale genere di legame fosse quello che univa la sua amica con quella divinitá dal volto freddo e quasi inespressivo. Forse il loro carattere caparbio ed irascibile li accumunava piú di quanto pensasse. Eppure non riusciva a spiegarsi certi atteggiamenti, certi occhi languidi con cui quello spirito soggiogava la sua compagna
-Hai fatto di nuovo quello strano sogno?- domandó improvvisamente Kat distogliendo lo sguardo da quello del suo spirito, facendo uscire uscire la sua amica dal suo piccolo pensatoio privato.
Quel sogno, quella donna. Certamente si trattava di una sciamana, ma cosa voleva significare? Chi era Hao? Ma sopratutto: cosa c’entrava tutto questo con lei?
-Miyu? Ma insomma!- affermó l’altra scuotendola appena per una spalla, disincantandola nuovamente dai suoi chilometrici soliloqui senza via di fuga
-Cosa? Ah... Il sogno. Si é sempre lui- rispose osservando la sigaretta incastonata tra le sue dita. Mano a mano che ne traeva conforto questa si consumava lentamente, proprio come la sua pazienza nei confronti di quel maledetto sogno che la tormentava ogni qual volta che serrava lo sguardo
-Secondo me é lo stress. Dovresti bere una camomilla prima di coricarti- disse con autoritá la moretta aspirando sino al filtro, lasciando che il candido e libero fumo fuoriuscisse direttamente dalle sue narici
-Hem, Kat. Siamo in una landa desolata, abbandonata da Dio con nient’altro che i nostri spiriti, una tracolla ciascuna e la campanella dell’oracolo. Mi spieghi dove me la prendo una camomilla?!-
-Hmm. Non ci avevo pensato...- ridacchió la giovane guardandosi intorno. Avevano trascorso l’intero pomeriggio presso una piccola oasi, e forse era giunto il momento di cominciare ad avviarsi
-Hey, ma che fine ha fatto Jackline?!- domandó improvvisamente grattandosi impacciatamente la testa, lasciando che le goti della sua compagna sbiancassero del tutto. Per quanto Miyu si fosse concentrata a badare al suo sogno e alle folli uscite della sua compagna, non si era resa minimamente conto che la terza giovane con cui erano partite era letteralmente sparita
-E lo chiedi a me? Io stavo dormendo!- sottolineó la bruna sollevandosi di scatto da terra, passandosi alla buona le mani lungo i jeans chiari e strappati alle ginocchia
-Dove si sará cacciata? Porca miseria non ti puoi distrarre un attimo che quella si volatilizza!- ringhió Kat sollevandosi dal suo poggio, sgrullandosi di dosso i grumi di terra che si erano incastrati nelle maglie della sua calza a rete. Poi afferró il cellulare dalla tasca del pantaloncino di jeans, ma constatando che questo non presentava neanche il minimo segnale ne approfittó per imprecare giusto una decina di volte nel nome di quella testa bionda e boccolosa a cui davano le ricerche
-Cucú?- alle sciamane bastó voltarsi per ritrovare la loro compagna dispersa in tutto il suo bizarro ed euforico splendore, sfoggiando un sorrisetto divertito e fastidiosamente tirato
-Mi spieghi dove sei andata?- borbottó la moretta incrociando le braccia, inchiodandola con il suo sguardo polverizzatore e glaciale
-Io e Rosalinda siamo andate a fare una passeggiata. C’e’ una cittá non troppo lontano da qui. Potremmo dormire li e domani mattina proseguire!- ridacchió la terza fanciulla mostrando il suo grazioso spiritello dei fiori che elegantemente si era andata a posare sulla sua spalla
-Allora avviamoci no? Sta giá tramontando e onestamente non mi va di viaggiare con il buio...- rispose Miyu afferrando la tracolla che aveva precedentemente lasciato a terra come suo “cuscino alternativo”
-E dov’é il problema? Mettiamoci in marcia, anche perché io comincio ad avere fame- affermó la corvina mettendosi lo zainetto in spalla e le mani nelle tasche del suo shorts
-Cosa? Subito?! Kat tu stai male! Ci ho messo piú di un’ora e onestamente non mi va di rifarmi tutta quella strada con i tacchi adesso!- sbuffó la sciamana dalla chioma dorata sbattendo i piedi, lasciando risuonare i suoi tacchi alti per tutta l’area
-E chi te lo ha detto di metterti i tacchi?- ridacchió la piccola Miyu poggiandosi una mano sulle labbra, quasi nascondendole mentre emetteva quel vellutato suono
-Ahh... Vi odio!- ed esponendo un broncio buffamente finto e impostato, Jackline Key, la piú grande del gruppo, si avvió lungo la strada per la loro prossima tappa seguita a ruota dalle piú giovani. Non sapevano cosa sarebbe successo, chi avrebbero incontrato. Ma dopo tutto, é proprio questo il bello delle avventure, vero?

*Angolino di Virgy*
Beh, che dire? 
Vi presento la mia prima fiction su Shaman King e spero che l'inizio vi piaccia!
Lasciate una recensione se vi va... Mi farebbe piacere sapere se é di vostro gradimento fin dal principio ;P
Un bacio
-V-
  
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