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Autore: nalla    20/02/2012    1 recensioni
Dopo la fine della Seconda Guerra magica di Harry Potter, il Salvatore, si persero le tracce...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Teddy Lupin | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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As the rays of the Sun



Let me die with you
let me fly with you
let me love you
and hold you
over and over again
yeah just over again...

Alban Skenderaj / MIriam Cani -- Let me die with you




Dopo la fine della Seconda Guerra Magica di Harry Potter, il Salvatore, si erano perse le tracce.

Non aveva risposto alle lettere di Ron, o a quelle di Hermione, di Luna, di Neville.... ne tanto meno a quelle di Ginny. Si era limitato a lasciare quei pezzi di carta e d'inchiostro in un angolo, a invecchiare e a marcire, finché arrivarono. Poi, piano piano, come smette di cadere la pioggia in quei lievi temporali estivi, smisero di arrivare anche le lettere.

Il piccolo Teddy, di appena cinque anni, non chiedeva mai ad Harry di quelle lettere, o della Guerra, e del resto lo stesso Harry non gliene parlava molto, o volentieri, Troppi ricordi tristi, troppi incubi in cui i morti tornavano ancora ad ossessionarlo, e lo svegliava al mattino presto, quando ancora il sole non era sorto, impedendogli di tornare a letto finché Draco non lo costringeva.



Draco non chiedeva mai ad Harry dei suoi incubi, e nemmeno gli parlava dei suoi, ma andava bene così, si bastavano l'un l'altro, senza bisogno di troppe parole.

Anche se Harry all'inizio non aveva pensato che fosse possibile,  visto l'intolleranza che Malfoy aveva verso qualsiasi cosa fosse dotata di propria volontà, Draco adorava Teddy, era per il piccolo il padre perfetto, quello che Lupin non era riuscito ad essere.



Anche in quel momento, mentre Harry li osservava dalla finestra del salottino del primo piano giocare sul giardino sul retro, scaldati dal cocente sole estivo,  parevano padre e figlio, soprattutto coi capelli del  bimbo di quel colore tanto chiaro e luminoso da poter essere scambiati per i raggi del sole.


Harry sorrise, mesto.  Oh, li amava così tanto, così tanto che non riusciva a dimostraglielo....


E del resto Harry non usciva mai a giocare con loro,  rideva nemmeno più. Il giovane uomo si appoggiò al muro, chiudendo gli occhi, sospirando agitato, mentre i brutti ricordi tornavano ad ossessionarlo, ancora ed ancora.


Non sapeva quanto tempo fosse rimasto lì, ma d'un tratto una mano sottile gli si posò sulla spalla, lieve quanto il battito d'ali d'una farfalla, scuotendolo.


"Harry... vieni. Teddy ha una sorpresa per te, amore."


Così Harry lo seguì, in silenzio, pensando a cosa avessero combinato quella volta quei due bricconi.


Draco gli coprì gli occhi con le mani, guidandolo con quella sua voce morbida, pacata, priva dell'astio e della paura che l'avevano avvelenata fino a pochi anni prima.


E poi d'un colpo un piccolo peso gli si scagliò sulle gambe, facendo quasi perdergli l'equilibrio. Teddy, a giudicare dalle risate soffocate che gli giungevano alle orecchie.


Harry si chinò, tenendo ancora gli occhi chiusi , aspettando che il piccolo Teddy gli si aggrappasse al collo, come faceva sempre.  E invece avvertì un lieve odore di  bucaneve appena sbocciati, benché quella non fosse proprio la loro stagione, assalirgli l'olfatto. Il Bambino Sopravvissuto aprì quei suoi occhi verdi, confuso.


"Buon compleanno, papà!" gli mormorò il bambino, tutto sorrisi e fossette, i capelli che diventavano neri e scompigliati.

Ed Harry, dopo troppo tempo, sorrise. Un sorriso semplice, appena accennato, di quelli che si possono fare davanti a un'alba che sa di nostalgia, di quelli che si possono fare guardando una foto troppo a lungo dimenticata.

Forse era giunto il momento di tornare a vivere, forse poteva lasciarsi alle spalle i morti, le sofferenze, i ricordi. Si, ora poteva farlo, doveva farlo. Per Draco, per Teddy; che gli stavano vicino, senza pretendere nulla da lui. Per  Piton,  per Silente, per Tonks, per Lupin, per Sirius, per James e Lily, per tutti quelli che avevano dato la vita sperando che qualcosa sarebbe cambiato.

Harry abbraccio Teddy, forte, girando la testa per guardare Draco, che teneva una mano premuta sulla bocca, gli occhi lucidi.


"Non piangere, Draco." gli sussurrò,  sorridendo.

"Io non sto' piangendo, sfregiato..." gli fece il marito, con voce spezzata.

Harry rise, forte, a voce alta, facendo ridere anche Teddy e Draco.


Era giunto il momento di mettere da parte la tristezza, di lasciare che i raggi del sole trapassassero le nubi temporalesche. Sì, ce la poteva fare, per loro, per se.


Ora poteva vivere; se lo meritava, no?




Angolo dell'Autrice:


Mi è venuta in mente ieri sera, non so nemmeno perché, così l'ho buttata giù.

Il bucaneve che Teddy dà a Harry come regalo di compleanno è simbolico, in quanto il bucaneve sono simbolo di vita e di speranza.

Spero che vi sia piaciuta, in ogni caso, per chi volesse ascoltare la canzone da cui ho tratto la citazione all'inizio, ecco il  link:

http://www.youtube.com/watch?v=OCWF-mBboTc


baci, nalla.


  
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