Anime & Manga > Dengeki Daisy
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Autore: Temari    21/02/2012    3 recensioni
La prima volta che Teru scrisse a 'Daisy' fu in un periodo in cui la pioggia cadeva incessantemente.
- "[...] quell'inutile cellulare che, in tutti i mesi passati da quando Sou glielo aveva consegnato, non aveva emesso un singolo suono." -
[Kurosaki Tasuku]
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Salve gente! =D
Allora, conosco questo manga da un annetto (avevo letto le scan in internet, ho scoperto per caso che l'hanno licenziato anche qui da pochissimo LOL) e posso dire senza dubbio che è il miglior shojo che abbia letto--perché non è uno di quei soliti manga sdolcinati e mielosi, con una protagonista inutile; no, è un perfetto mix di romanticismo e azione con tanta commedia e dramma, e una cresciuta a shonen come me non poteva chiedere di meglio XD
Già al tempo in cui l'ho letto la prima volta mi era venuta l'idea di scrivere qualcosa, ma non l'ho fatto... ieri però dopo aver letto il volume 6, non ho resistito, haha!!

Note: ambientata prima dell'inizio del manga.

Disclaimer: mi appartiene solo ciò che scrivo.

Ja ne,
Temari

That Rainy Night, a Mail





"Living today without a way
To understand the weight of the world
Faded and torn, old and forlorn
My weak and hoping heart"

- For The Heart I Once Had
Nightwish -



 

        Che ora era?
        Da quanto tempo se ne stava disteso a letto a fissare il soffitto con occhi vitrei?
        Ed il continuo picchiettare della pioggia incessante sul vetro, da quanto andava avanti esattamente?
        A volte si trovava in un luogo dell'appartamento (non ricordava nemmeno più l'ultima volta che era uscito di casa) senza sapere come c'era finito... Aveva l'impressione che quel limbo in cui aveva messo piede - in cui era sprofondato senza apparente speranza di uscirne - durasse da innumerevoli anni, con lui destinato a vagare per sempre in uno stato quasi comatoso, senza sapere cosa fare... Senza riuscire ad alzare il volto in alto, verso il cielo, perché quel peso orribile gli gravava sulle spalle.
        Era cosciente di non poterlo smuovere: la colpa era troppo grave.
        Così vagava, con occhi vuoti, tracciando un percorso ormai noto al suo corpo, che lo compiva da sé... E nella testa solo quelle parole
"Ricorda quel dolore, e ricorda il crimine che 'Daisy' ha commesso."
        Ogni notte si svegliava di soprassalto (le notti in cui riusciva a prendere sonno), e l'unica cosa che vedeva attraverso il velo delle lacrime era la sagoma indistinta di Sou in quel letto, con quel sorriso triste eppure sereno e quegli occhi comprensivi, che non facevano che ferirlo più di quanto l'odio avrebbe potuto.
        ... Da quanto andava avanti così?
        Stava ancora davvero respirando?
        Per quanto ancora avrebbe resistito? Sentiva la sua presa sulla realtà svanire pian piano, scivolargli fra le dita... Senza nulla che lo ancorasse al mondo e che gli desse uno scopo per cui continuare a vivere.

        —Tranne quel cellulare.
        Tranne quell'inutile cellulare che, in tutti i mesi passati da quando Sou glielo aveva consegnato, non aveva emesso un singolo suono.
        Quante volte era stato sul punto di gettarlo? E quante si era fermato, il desiderio della persona che per lui era come un fratello che gli bloccava la mano
? —"'Daisy ti proteggerà.' Ho detto questo alla mia sorellina. Sai che vorrei affidarla a te, vero?"
        Eppure quel cellulare restava muto nell'incessante silenzio dell'appartamento.

        Il continuo picchiettare della pioggia non aveva mai smesso; cinque lunghi giorni di pioggia ininterrotta... Lo stavano facendo impazzire.
        Guardando le gocce infrangersi contro il vetro, il respiro si faceva più forzato e per quanto inspirasse, l'aria sembrava sempre troppo poca. Nemmeno aprire la finestra e venire investito dal vento freddo e dall'acqua gelida lo aiutavano.
        *pi-ri-ri* *pi-ri-ri*
        Bastò quel suono appena udibile a permettere ai suoi polmoni di tornare a funzionare. Bastò quel suono a far diminuire il tremito che lo scuoteva dopo ogni incubo.
        "Daisy? Sono Teru... Io... Mi sento così sola, Daisy... Senza mio fratello è così vuoto, qui..."
        E bastarono quelle parole a far sì che Tasuku potesse trovare, al di là della tempesta che imperversava in quel momento,
un piccolo faro di luce ed una nuova ragione per cui valesse la pena sopportare il peso delle sue colpe.

        "Ciao Teru, sono Daisy.
        Sono contento che tu abbia deciso di confidarti con me. Posso immaginare che in questo momento tu sia triste, ma sappi che ti sono vicino e che sarò sempre qui per te ogni volta che ne avrai bisogno."




   
 
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