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Autore: Black Fullmoon    21/02/2012    0 recensioni
[Grim e le creature della notte - Gesa Schwartz]
Questa è una mia interpretazione di quello che ha provato Serafino durante lo scontro finale. Non sono molto brava con questo tipo di cose ma spero vi piacerà.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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ADDIO, FRATELLO


Sapeva ciò che stava facendo. Avrebbe ucciso ogni gargoyle e essere umano che osasse intralciarlo. E ibrido, anche. Anche quel gargoyle di ossidiana, quell'ibrido a cui era così misteriosamente legato da qualcosa. Eppure sentiva di non doverlo fare, sentiva che Grim non doveva morire per mano sua. Nonostante ciò, fece uscire la Fiamma Nera dal proprio corpo e si apprestò a finirlo. Le urla agonizzanti dei suoi maghi non lo turbavano. Lui doveva farlo, anche se per qualche motivo ciò lo orripilava.

-Devi sconfiggermi con le mie stesse armi. Segui il mio consiglio, altrimenti morirai- disse la Fiamma Nera, ma lui sentiva che Grim non l'avrebbe fatto.

-No. La mia strada... non è... la morte!- urlò infatti. Serafino se l'aspettava. Erano diversi, eppure... perchè sentiva qualcosa di simile all'orgoglio, all'affetto nei confronti di quell'ibrido? Perchè, mentre la Fiamma Nera lo attaccava e lo feriva, si sentiva in colpa e si disgustava di se stesso? Grim si girò verso di lui.

-Ti conosco. E sai perchè? Te lo mostrerò!- lo vide correre verso di lui. Grim gli premette le zampe sulle tempie. La sua mente fu invasa da immagini, da quel ricordo che già aveva visto con lui, che ricordava con vergogna. Si vide uccidere suo fratello, e fuggire dal fuoco di Pedro. E poi vide Pedro che prendeva in braccio il figlio morente, e avanzava verso un corpo di pietra lì vicino, rimasto danneggiato nello scontro, con un taglio sull'occhio destro. Serafino rinvenne ansimando. Non era vero. Non ci credeva. Fissò l'ibrido davanti a sé, che fino a poco fa avrebbe voluto uccidere, e ora con orrore si rendeva conto di aver già fatto morire una volta. Lo tocco per assicurarsi che fosse vero, che fosse lui.

-Sei...- disse, prima che gli mancasse la voce dall'emozione.

-Siamo fratelli, Serafino. Io ho il cuore del bambino che hai ammazzato- gli disse Grim. Serafino arretrò urlando. No, no, no, non poteva essere possibile. Suo fratello era morto, per colpa sua era morto, lui l'aveva ucciso, ed ora questo gargoyle gli diceva che era lui? Voleva crederci, ma allo stesso tempo non voleva. Aveva paura.

-Gli volevi bene e l'hai ucciso in preda all'odio. Sai cos'ha provato mentre moriva?- disse Grim. Voleva forse prendersi gioco di lui? Lui aveva amato quel bambino, come tutti i fratelli maggiori amano il fratello minore. Lo sapeva. E sapeva cosa aveva pensato quando l'aveva ucciso.

-Mi odiava. Come tutti gli esseri umani- disse con la gola secca.

-No. Ti amava. E aveva compassione di te, fratello mio, che hai smarrito te stesso- disse l'altro posandogli una zampa sulla spalla. A quelle parole, il cuore di Serafino mancò un battito. Se glielo avesse detto un altro, l'avrebbe ucciso, dicendo che gli aveva mentito. Ma Grim... lui era quel bambino... e se aveva ricordato quel fatto... sapeva ciò che diceva... la verità. Serafino si sentì sollevato. Ma poi subito si odiò. Aveva ucciso qualcuno a cui voleva bene. Qualcuno che gli voleva bene.

-Immagina che non siamo sul campo di battaglia dell'ultima notte perchè non ci conosciamo o perchè siamo fuggiti da noi stessi. No. In realtà ci troviamo in una sala dei re. Questo è il luogo di nascita della libertà, e il sangue ai nostri piedi non è quello della disperazione, bensì quello della Prima Ora. In verità la strada ci conduce verso l'Oceano della Notte, perchè siamo nel Paese della libertà e rechiamo il simbolo del fuoco sulla fronte. Il simbolo del cambiamento...- disse Grim, con quelle parole straordinariamente simili alle sue, che gli diedero una strano impulso di piangere -Non è troppo tardi. Torna sui tuoi passi. Sognavi nuovi mondi, mondi al di là della morte e della costrizione, ma hai smarrito la via. Hai soffocato i tuoi sogni, che continui a sentire in ogni istante della tua arida esistenza, come la morte che ti porti dentro. Ti prego, da fratello- concluse Grim con voce incerta. Serafino sentì qualcosa che si rompeva in sé. Avrebbe voluto abbracciare il fratello, dirgli che gli voleva bene, e che gli dispiaceva di averlo ucciso, e di aver causato tutto quel dolore a lui e molti altri. Voleva seguirlo. Sentiva che sarebbe stato giusto, ma sentiva che non sarebbe mai potuto tornare veramente indietro. Non poteva riportare in vita Pedro o coloro che aveva ucciso, non tutti gli avrebbero perdonato i suoi atti. Un'infinita tristeza lo aggrdì, con una strana gioia per aver finalmente ritrovato suo fratello, per sapere che non tutti lo odiavano. Per sapere che forse aveva ritrovato la via. Però...

-No. È troppo tardi- disse con un filo di voce. Non sai come mi dispiace, fratello pensò, prima di staccarsi dallo scettro e comandare alla Fiamma Nera di aggredirlo.

  
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