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Autore: Liquid King    21/02/2012    5 recensioni
Lo shinigami era assorto in cupi pensieri e in attesa di qualcuno.
-Chi sono?- Si chiedeva il giovane.
“Tu non hai un nome.” Rispose una voce nella sua testa.
-Che cosa sono?- Si chieste ancora la figura.
“Sei uno shinigami” rispondeva, con tono piatto, la voce.
-Qual è il suo compito?- “Giudicare le anime”.
Lo shinigami saltò giù dal palazzo con le mani coperte con guanti bianchi e un falcetto affilato pronto per il suo compito.
Che succederà? Andate a leggere! (e lasciate una recensione.)
Nota autore: Gli aggiornamenti non saranno più ogni due giorni ma a ogni fine settimana. Ringrazio per la pazienza e la comprensione.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ecco il capitolo, buona lettura. Ringrazio come sempre tutti che hanno seguito e letto la mia storia fino a ora.


Un’enorme valle di erba e rose dai petali bianchi, sotto un cielo perennemente nero, si stagliava per molte miglia all’orizzonte creando un’atmosfera magica e malinconica. Non c’era anima viva, tutto taceva, un silenzio irreale agghiacciante. Si alzò un vento leggero e fresco che mosse i fuscelli di erba e trasportò nell’aria i petali delle rose. Essi seguivano una direzione ben precisa. Un suono di tacchi risuonava nella valle, rompendo la monotonia del luogo, Sebastian avanzava compostamente e serioso. I suoi occhi erano vuoti, segno di una malinconia e di una depressione mai vista.

Il nero maggiordomo si trovò di fronte a un trono ambrato di blu.

-Mi avete chiamato my lord?- Iniziò il demone servitore con un inchino.

Sul trono vi era un giovane di diciassette anni dai capelli lunghi e leggermente spettinati e che non aveva mai perso la sua eleganza.

Ciel dopo 5 anni. 

-Sono passati cinque anni da quando scrissi quella missiva, vero?- Il conte stringeva tra le mani un bastone con il pomo d’argento e un fregio inglese.

-Sì, my lord. Mi avevate dettato la lettera poiché lei sa leggere ma non scrivere.- Sebastian ricordava con la sua memoria di perfetto maggiordomo il giorno e l’ora. Si lasciò scappare anche un risolino.

-Inezie, ricordi anche le parole che ti dettai?- Ciel non rideva, ma il suo viso era contratto in una smorfia infastidita.

-Certamente.- Sebastian iniziò a ripetere parola per parola la lettera.

Carissima Cassandra, Il signor Michaelis ha scritto questa lettera sotto mia dettatura per comunicarvi la mia disponibilità a recarmi in visita nella vostra scuola di cui non faccio nome per evitare inutili informazioni. Inoltre i suoi amici shinigami si sono trasferiti nel loro paese d’origine (secondo quando comunicato da Greil Suitcliffe) quindi non so dire molto sui loro scopi e altro. Mi potrebbe comunicare cortesemente il giorno e l’ora per incontrarci? Non vi nascondo di essere emozionato di conoscere una simile scuola e il vostro fidanzato. Concludo la lettera con una foto che ritrae i vostri amici giudici e vi mando i miei più sentiti ringraziamenti.

P.s.

 

Se nella vostra scuola dovesse venire un vampiro, vi prego di non turbarvi ma vi sarà spiegato al nostro incontro.”.

-Esatto Sebastian.- Ciel sospirò.

-C’è qualcosa che non va? Signorino?- Sebastian si rese conto che il suo padroncino era sommerso di pensieri e non lo considerava.

-Sebastian, andiamo a trovarla.- Detto ciò si alzò dal trono e fece qualche passo.

Sebastian osservò il conte mentre avanzava, ma poi lui si bloccò.

-Sebastian, sai come arrivarci? Alla scuola di Cassandra?- Ciel gli rivolse uno sguardo dubbioso.

-Lasci fare a me.- Il diavolo più vecchio aveva più esperienza di Ciel.

Un paio di ore più tardi al cancello dell’accademia Yokai passò una limousine nera con il cofano lo stemma dei Phantomhive.

-Signorino, è veramente sicuro di volere così? Non ci faremo notare troppo?- Sebastian scrutava in giro, molti giovani e professori guardavano la macchina lussuosa e bisbigliavano tra loro.

-Niente commenti superflui e apri la portiera!- Ordinò con tono autoritario il demone conte.

Il maggiordomo fece come ordinato e segui il conte all’interno della struttura scolaresca.

Anche all’interno la situazione era identica, numerose ragazze gli rivolgevano sorrisi ambigui e per il maggiordomo era uguale solo che anche le professoresse lo mangiavano con gli occhi.

-Ehm… signorino? Mi sento a disagio.- Sebastian, anche se non muoveva la testa, poteva capire di essere un oggetto molto ambizioso e il rischio di essere violentato sul posto era molto elevato.

-Sebastian, calma e sangue freddo, ne abbiamo affrontate tante. Non sarà qualche ragazza a fermarci.- Ciel diceva così ma anche lui si sentiva come il suo “collega” demone.

Per fortuna venne in loro aiuto la direttrice dell’accademia.

-Benvenuti all’accademia! Seguitemi.- La signorina, dai modi gentili e garbati, condusse i due demoni nel suo ufficio.

Li fece accomodare di fronte a una scrivania di legno raffinato e si sedette sulla poltrona di pelle.

-Dunque, lei è il padre di questo meraviglioso ragazzo? Vuole iscriverlo all’accademia, giusto?- Iniziò prendendo il modulo d’iscrizione.

-No signorina, noi siamo qui per cercare una certa Cassandra.- Spiegò velocemente il mero maggiordomo.

-Ah, infatti mi pareva strano, un giovane cosi aitante già padre di un ragazzo di quindici anni.- Esclamò con stupore la direttrice osservando Sebastian.

-Diciotto! Ho diciotto anni!!- Ciel era molto infastidito dal fatto di non essere cresciuto molto di statura.

La reazione fece spaventare molto la direttrice che indietreggiò con il busto e alzò le braccia come per difendersi.

-Mi scusi, ma lei…- La direttrice cercò di giustificarsi.

-Lasci perdere, voglio la signorina Cassandra, voglio sapere dov’è!- Ciel era seccato dalle perdite di tempo.

Sebastian non lo biasimò e quindi restava in un rispettoso silenzio.

-Aspetti, vado a prendere il registro della scuola.- La direttrice senza chiedere altro uscì dalla stanza.

-Non avrete forse esagerato?- Sebastian notò che Ciel andava di fretta ed era più nervoso del solito, e non era per colpa di essere un demone.

-Figuriamoci! Non mi sono ancora arrabbiato! Sebastian, non mi contraddire per quello che faccio come un bimbo di cinque anni!- Ciel gli rivolse un’espressione rabbiosa e dura.

Pochi minuti dopo tornò la direttrice con un grosso librone, con la rilegatura di rosso, che posò sulla scrivania e iniziò a consultarlo sotto gli occhi del conte.

-Mmm… Cassandra… Non mi risulta.- Annunciò con tono dispiaciuto.

-Cosa!? Non è possibile!- Ciel si alzò di scatto dalla sedia facendola cadere all’indietro.

-Non esiste nessuna Cassandra.- Ripeté la direttrice chiudendo il libro.

-Siete sicura? È una vampira dai capelli verdi e gli occhi rossi.- S’intromise il maggiordomo.

-Non c’è nessuna vampira dai capelli verdi e gli occhi rossi.- Ripeté ancora una volta la direttrice.

-È inutile perdere ancora tempo Sebastian. Andiamocene.-

Il demone, senza nemmeno salutare, uscì anche sbattendo la porta e facendo tremare i vetri. Sperava di rivedere la sua amica mentre ora si trovava sperduto in quel luogo che è l’accademia.

-Ehi! Psss.. Fiiiss (Soffio che fanno i gatti.)- Qualcuna, nascosta all’angolo del corridoio, cercava di richiamare l’attenzione del demone.

-Un gatto!!- Sebastian, come suo solito, si fiondò all’angolo con gli occhi adoranti e inteneriti.

-Uffa, razza di gattofilo…- Ciel seguì il maggiordomo pronto a rimproverarlo per l’ennesima volta.

-Dov’è, dov’è?- Sebastian si guardava in giro cercando il gatto, ma vide che era solo una signora dagli occhi socchiusi e gli occhiali rossi, con i capelli nocciola chiaro e i tratti vagamente felini.

-Chi siete?- Ciel con un’elegante bastonata in testa fece calmare il gattofilo e ora tutta l’attenzione era rivolta alla signora.

-Chi siete voi piuttosto! Perché cercate Cassy?- La signorina da un’espressione ingenua passò a quella aggressiva.

-Quant’è tenera, mui mui… (il richiamo per i gatti.)- Sebastian non era spaventato, anzi giocava con la signorina accarezzandole i capelli e solleticandole le orecchie.

-Purrr…- Lei si calmò subito e faceva le fusa.

A Ciel gli scivolò un gocciolone sulla fronte, la scena era molto indecente, anche gli studenti si fermavano e osservavano.

-Ehi! Questo non è uno spettacolo pubblico! Sciò, sciò!- Ciel allontanò le altre persone con il suo bastone.

-Sebastian…- A Ciel gli vennero gli occhi rossi, tipici dei demoni, chiaro segno di perdita della pazienza.

La professoressa e il demone ripresero la loro compostezza.

-Vi prego di scusarmi, dalla descrizione di Cassy voi siete Ciel e Sebastian, dico bene?- Lei fece un piccolo inchino di saluto.

-Conoscete Cassandra?- Ciel voleva delle risposte e subito!

-Sì, era una delle allieve migliori del suo corso. Mi chiamo Shizuka Nekonome.-

-Vuoi essere mia moglie?- Sebastian si inchinò alla professoressa.

-Non gli badi, continui!- Ciel gli diede un’altra bastonata ancora più forte.

-Eh… ehm, dunque lei ha superato gli esami e si è trasferita.- Continuò Shizuka.

-Come mai la direttrice non ha detto questo?- Ciel sentiva che qualcosa non andava.

-Eh, ve lo spiego. Lei si è iscritta sotto falso nome per questo non era nel libro.- Spiegò la prof.

-Come sapete questo?- Interrogò il conte.

-Io e lei, siamo diventate amiche per la pelle, l’ho protetta per tutto il tempo.-

-Capisco, mi potete portare da lei? È urgente.- Terminò il conte.

-Sì!- La prof era felice di accontentarlo.

-Okay, Sebastian! Andiamo!- Ciel si rivolse al maggiordomo.

-Ancora non si è ripreso…- La prof sorrise nel vedere il maggiordomo con due bozzi sulla fronte.

-Quisquilie. - Ciel gettò un secchio di acqua fredda per risvegliarlo.

Sebastian si riprese e come nulla fosse tornò al suo atteggiamento perfetto.

Mentre uscivano dalla scuola, un giovane dai capelli bianchi e la sua ragazza dai capelli mori, superò il conte.

-Ciao, Ciel.- Si fermò a pochi centimetri dal suo nemico, di spalle.

-Ciao, Khopins.- Anche Ciel si fermò.

-Non mi chiamo più così. Sono Zero.- Si voltò leggermente.

-Ti ho dato una chance, non buttarla.- Con voce sottile, Ciel lo mise in guardia.

-Non vi ringrazierò mai abbastanza.- Detto ciò si allontanò.

-Alla prossima.- Ciel si allontanò alla direzione opposta.

-Che succede, signorino?- Sebastian si accorse solo dopo un po’ che Ciel non era con loro ma era rimasto indietro.

-Nulla, andiamo.- Ciel seguì il maggiordomo e giunse a una quercia del giardino della scuola.

Ciel vide che, appoggiata sul tronco, c’era una chioma di capelli verdi, molto familiari.

-Lei è lì! Ti sta aspettando da cinque anni e non si è mai mossa.- Esclamò la prof.

-È il suo turno, signorino.- Sebastian rivolse un sorriso d’incoraggiamento per il conte.

Ciel iniziò ad avvicinarsi alla ragazza che prima di tutti lo aveva trattato come un semplice bambino e non come un conte.

-Cassandra?- La voce era rotta d’emozione e le labbra erano tremanti.

Lei si voltò leggermente, mostrando l’orecchio e la guancia. Le labbra di Ciel s’incresparono in un sorriso.

FINE.


E con il cuore colmo d'emozione che pongo la parola fine, ho deciso di terminare qui la mia storia, lasciando qualche piccolo interrogativo che ognuno di voi può porsi e risolverlo con la propria fantasia. Questa è stata una delle storie che ho curato con maggior interesse. Ringrazio: 

Blacknote20.

Julia_Phantomhive.

Pika_Pi95.

Recorded Butterflies.

Kiry95.

E ringrazio anche coloro che hanno messo nelle preferite/seguite/ricordate la mia storia. Un ringraziamento speciale va anche a te, lettore che sei arrivato fin qui, e quindi aggiungo: lascia una bella recensione.
Alla prossima!

   
 
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