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Autore: jessica80    22/02/2012    9 recensioni
Malgrado il titolo possa trarre in inganno non è una storia romantica!
Prima di imbattervi in questa storia, leggete le mie due precedenti fanfic “Di dottori e di malanni invernali” e “Sarebbe un tale peccato…”
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Cure alternative'
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Come sempre ringrazio la mia BR Federica che sicuramente si sbrodolerà di gioia XD e la mia musa ispiratrice Saliman.

*** *** ***

NEL SOPRAMONDO, A CASA DELLA CAMPIONESSA…
 
Sarah cercava invano di concentrarsi sui libri aperti di fronte a lei.
Doveva studiare e terminare un lavoro urgente per il giorno successivo ma non ci riusciva, non riusciva a trovare la concentrazione, qualcosa non andava.
Da qualche giorno ormai non vedeva nessun goblin girarle per casa e Jareth era completamente sparito dalla sua vita. Che fosse successo qualcosa al labirinto? E se l’affascinante re avesse improvvisamente scoperto di non volerla più? Di non essere più innamorato di lei? Se si fosse irrimediabilmente stancato delle loro continue schermaglie?
Impossibile!
La ragazza ricacciò indietro con tutte le sue forze quel maledetto pensiero che la turbava più di quanto osasse ammettere.
E se non fosse solo un pensiero? E se fosse veramente successo qualcosa ai suoi amici? E se non avesse avuto più alcun potere su di loro? Doveva scoprirlo al più presto!
Si alzò dalla sedia in modo deciso, consapevole dei suoi poteri e delle sue capacità di comunicare con l’Underground.
-  Voglio che i goblin mi portino via, all’istante!-
Detto fatto.
In un batter di ciglia la ragazza si teletrasportò alle porte della città di Goblin.
 
NEL SOTTOSUOLO, AL CASTELLO DI GOBLIN…
 
Il sovrano del labirinto si guardava allo specchio per l’ennesima volta, disperato, rinchiuso nella sua stanza.
Da qualche giorno ormai la sua pelle si era ricoperta di bolle rossastre, pruriginose e fastidiose, soprattutto dal punto di vista estetico.
Aveva consultato tutti i migliori guaritori dell’Underground ma nessuno era stato in grado di dargli una risposta esaustiva su cosa avesse veramente.
Malgrado gli innumerevoli impacchi di terra ed erbe le pustole aumentavano.
Stava male, non ce la faceva proprio più, senza contare il fatto che da giorni non vedeva la sua adorata Sarah e questa, forse, era la tortura peggiore. Ma come poteva presentarsi da lei ridotto in quello stato, lui l’incantevole re di Goblin? Il solo pensiero di poterla perdere definitivamente lo terrorizzava più della sconosciuta malattia che l’aveva colpito.
 
-  MAESTA’, MAESTA’!-
Una delle sue guardie, allarmata, stava bussando incessantemente alla porta della sua stanza. Inutile dire che il re era palesemente seccato.
-  Hilltop, ti ho già detto che non voglio vedere nessuno. Non voglio essere disturbato nemmeno se dovesse andare a fuoco la gora! Sono stato abbastanza chiaro?-
-  Mi chiamo Hilt signore… Non ti dobbiamo disturbare nemmeno se la lady... fosse qui?
-  Quale lady?-
-  La lady che ha superato il labirinto sire.-
-  Dannazione… Sarah è qui? Sei sicuro che si tratti di lei?-
Forse vedere Hoggle circondato da belle ragazze l’avrebbe stupito di meno.
-  Sì maestà è lei, la lady che ci da mangiare, che ha guarito Dopey, che ti ha battuto, che…-
-  Sì, sì ho capito, razza di idiota… -
Era lei, non c’erano dubbi. Ora che fare? Non poteva farsi vedere in quelle condizioni e doveva prendere tempo per studiare una soluzione.
-  E’ già arrivata al castello? Dove si trova?-
-  No maestà, non è ancora arrivata al castello. Ha appena superato le porte della città.-
Almeno una bella notizia…
-  Ok Hillock, porta da me i goblin. Devo istruirli su cosa fare per tenere la lady lontana da me, almeno per un po’…-
-  Il mio nome è sempre Hilt signore, comunque farò come desidera!-
 
Erano trascorsi anni da quando Sarah aveva varcato la soglia della città di Goblin e questa volta era davvero felice di non trovare ad attenderla il golem con l’ascia omicida.
Nonostante tutto si ritrovò, suo malgrado, a sorridere di nostalgia.
-  Ciao lady, cosa fai da queste parti?-
-  Come mai sei venuta a trovarci?-
-  Il re non ci aveva detto che saresti venuta.-
Un branco incontrollabile di goblin l’aveva letteralmente assalita, strattonandole la gonna e cercando in tutti i modi di attirare la sua attenzione.
-  Ehi ragazzi fate piano, così mi farete cadere… In effetti il re non sa della mia presenza qui, volevo fargli una sorpresa.-
Uno di loro, che indossava sempre un cappello da baseball (un regalo di Toby, ormai troppo piccolo per il fratello) si voltò verso il castello dando le spalle alla ragazza e urlando a squarciagola.
-  EHI MAESTA' HAI SENTITO? LA LADY DICE CHE TI VUOLE FARE UNA SORPRESA…-
 
Dal castello, nella sala del trono, il re guardava la scena riflessa in una delle sue sfere di cristallo, si portò una mano alla fronte a causa dell’improvviso capogiro. Era stordito non solo dalla malattia sconosciuta, ma anche dalla disperazione di dover governare un vero e proprio branco di incapaci.
-  Razza di idiota! Ti avevo detto di scoprire il motivo per cui Sarah era piombata qui ma non intendevo che dovessi urlarlo in quel modo!-
Ovviamente il goblin non l’aveva sentito.
 
Sarah era a dir poco sbalordita da quell’accoglienza e guardava preoccupata Dopey il quale se ne stava dietro al gruppo con un sacco pieno di sveglie e orologi.
-  Dopey, cosa devi fare con tutte quelle sveglie?-
-  Hai visto quante ne ho trovate lady Sarah? Il re ne sarà felice visto che ci ha ordinato di prendere tempo.-
-  Ah sì eh? Il re ha detto questo…-
Senza attendere oltre, Sarah si avviò seria e a passo spedito verso il castello.
 
Il re scaraventò con forza la sfera contro la parete prima di rivolgersi agli altri sudditi che erano con lui nella sala del trono.
-  Il piano numero uno è fallito, ora dobbiamo mettere in atto il piano numero due. Avanti, prendete le lenzuola, muovetevi!-
 
Sarah era giunta alle porte del castello circondata dai goblin.
Dopo aver varcato la soglia del maniero si diresse a gran velocità verso la sala del trono.
Rimase a dir poco basita dalla situazione che le si presentò davanti.
Il re era in piedi al centro dell’arena completamente coperto da un lenzuolo bianco. Tramite due buchi si intravedevano solo gli occhi spaiati del sovrano. Era completamente circondato da goblin, anch’essi coperti dalle lenzuola.
-  Cosa sta succedendo qui?- Chiese Sarah allarmata.
-  Mia preziosa, che dolce sorpresa… A dire il vero non ti aspettavo. Stiamo dando la caccia ad un fantasma. Lo sapevi che in questo castello c’è uno spettro, vero? Quindi ti consiglierei di tornare a casa…-
-  Sì lady, c’è il fantasma dell’opera.-
-  Sì è vero, c’è anche il fantasma formaggino.-
-  Fate silenzio, dannazione!- Replicò il re spazientito.
Non le piaceva il tono del re, qualcosa non andava.
-  Jareth, ormai che sono qui potresti toglierti quel telo, per favore?-
-  Telo? Quale telo?- Fece il sovrano guardandosi intorno con occhi sgranati dalla sorpresa.
-  Quello che hai addosso…- Si era puntellata le mani sui fianchi, la pazienza ormai al limite.
-  Ah questo? Non posso, se il fantasma mi vede potrebbe…
-  Ora basta!-
In pochi passi Sarah aveva raggiunto il re togliendogli il telo con colpo secco.
La ragazza rimase senza parole, il volto inespressivo.
-  Ecco perché non volevo che mi vedessi senza lenzuolo. Ora sei contenta? Avanti Sarah, perché non ridi? Perché non ti prendi gioco di me? Ti diverte vedere il mio viso completamente tumefatto?-
-  Cos’hai fatto al volto?- Chiese seria. Non c’era ilarità nel suo sguardo e il re si sentì ancora più spoglio.
-  Non lo so, è per questo che non sono più venuto da te. Una donna mi ha evocato, chiedendomi di prendere il figlio che continuava a piangere senza motivo e io l’ho preso. Il bimbo aveva circa due anni ed era completamente ricoperto da queste maledette chiazze rosse.-
-  Dov’è ora il bambino?-
-  Con sua madre.-
-  E’ riuscita a superare il labirinto?- Sarah aveva nel frattempo cominciato ad analizzare il viso del fae.
-  Certo che no. Il pargolo continuava a piangere e io non riuscivo a calmarlo in nessun modo così dopo tre ore di agonia l’ho riportato da sua madre. Ero davvero esasperato.-
Sarah questa volta non riuscì a trattenere un sorriso.
-  Ecco lo vedi? Stai già ridendo di me.-
-  Non sto ridendo di te Jareth. Ora voglio che tu mi aspetti nella tua stanza fino al mio ritorno, intesi?-
Il re la guardava perplesso.
-  E dove hai intenzione di andare?-
-  Forse ho capito cos’è. Non muoverti!-
E Sarah sparì.
 
Il re di Goblin camminava avanti e indietro per la sua stanza senza trovare pace, quando un leggero bussare alla porta lo destò dai suoi pensieri.
-  Jareth sei lì? Posso entrare?-
La porta si aprì da sola.
-  Entra.-
Sarah non aveva mai visto il re così abbattuto, probabilmente aveva anche la febbre. Appoggiò la borsa a terra e si rivolse al sovrano con il sorriso più rassicurante di cui era capace.
-  Allora, ho bisogno di visitarti prima di prescriverti delle medicine quindi, intanto che vado in bagno a lavarmi le mani e ad indossare il camice, ti chiedo di spogliarti e di distenderti sul letto, ok?-
Aveva capito bene? Il re sorrise felice mentre guardava Sarah avviarsi verso il bagno e chiudere la porta.
Quando la ragazza uscì dalla stanza rimase sconvolta dalla scena che le si presentò davanti agli occhi. Jareth era disteso su un fianco, una mano gli sorreggeva la testa e un sorriso provocante gli illuminava il volto. Era completamente nudo!
Sarah si voltò di scatto verso il muro, imbarazzata.
-  Che diavolo stai facendo Jareth? Rivestiti immediatamente!-
-  Amore mio, me l’hai detto tu di spogliarmi. E ogni tuo desiderio è un ordine per me, lo sai.-
-  Nel mio mondo quando un medico ordina al paziente di spogliarsi significa togliersi la camicia, non rimanere completamente nudo.-
-  Beh, se è solo questo basta dirlo…-
Con un semplice schiocco di dita il re di Goblin rimase con solo il petto nudo e con un paio di pantaloni neri.
-  Ora puoi voltarti, Sarah.-
La ragazza fece come le aveva suggerito il re e fu ben felice di trovarlo semi vestito. A pensarci bene, comunque, quello che aveva visto non era poi così male…
A quel pensiero malefico e lussurioso non riuscì a nascondere il forte rossore che le imporporava le guance e Jareth non potè fare a meno di  sorridere al suo ingenuo imbarazzo.
Sarah si avvicinò a lui con tutti i suoi arnesi, gli infilò il termometro sotto il braccio e cominciò a visitarlo.
-  Ti posso chiedere cos’è questo aggeggio che mi stringe il braccio?-
-  Questo è uno sfigmomanometro e serve per misurare la pressione sanguigna.-
-  Capisco…-
Ad essere sinceri Jareth non aveva capito niente ma non lo diede a vedere.
-  E… cos’è quest’altra cosa che ti stai infilando nelle orecchie?-
-  E’ un fonendo e serve per ascoltare il respiro, i polmoni.-
-  Giusto, come non saperlo?-
Dopo qualche minuto di silenzio nel quale Sarah continuò a tastare il re (che era visibilmente compiaciuto di tale “tortura”), la ragazza gli tolse il termometro: 38 gradi.
-  Hai sempre un rapporto così ravvicinato con i tuoi pazienti?-
-  Sono un medico maestà, è il mio lavoro. Se voglio capire cos’hanno e aiutarli devo visitarli.-
-  Forse allora dovrei ammalarmi più spesso…-
Il re la guardava serio mentre la ragazza analizzava il termometro ignorando la frecciatina.
-  Hai la febbre Jareth. Credo proprio che tu abbia preso la varicella.-
-  E… cos’è?-
-  Una malattia contagiosa dell’Aboveground. Sicuramente l’hai presa da quel bambino ma non morirai, guarirai presto.
-  Sì certo, guarirò presto ma avrò così tante verruche sul viso che potrò fare concorrenza a Hoggle. Davvero rassicurante…-
Sarah sorrise mentre si toglieva il camice e rimetteva gli arnesi nella borsa. Poi estrasse una scatoletta bianca e la appoggiò sopra il tavolo.
-  Non avrai nessuna verruca maestà, te lo posso assicurare. Comunque ti lascio qua sopra una scatola di supposte, ti aiuteranno ad abbassare la febbre. Mi raccomando, una ogni sera prima di andare a dormire, ok?-
-  Ok, niente di più semplice.-
-  Bene, ora devo proprio andare. Si è fatto tardi e ho un lavoro urgente da terminare. Passerò domani a trovarti e a vedere come stai. Buona notte.-
Sarah gli diede un delicato bacio sulla fronte e sparì.
 
QUALCHE ORA DOPO, NELLA SALA DEL TRONO…
 
Jareth era seduto sul suo trono e rigirava tra le dita guantate la scatola di medicine che gli aveva lasciato Sarah. Si sentiva spossato, come se la testa potesse scoppiargli da un momento all’altro e decise che una bella dormita gli avrebbe fatto sicuramente bene. Come non rispettare, quindi, un desiderio della sua Sarah e prendere le medicine che gli aveva lasciato?
Si decise finalmente ad aprire la scatola e ne estrasse una confezione argentata.
-  Per tutti i goblin dell’Underground, queste pastiglie sono davvero enormi. Come può Sarah pretendere che io possa ingerire una cosa del genere?-
I goblin si avvicinarono a lui incuriositi.
-  È vero maestà, sono proprio grandi…- Risposero i suoi sudditi.
-  Dopey ho bisogno di un favore.-
-  Certo capo, cioè… maestà.-
-  Devi andare dalla lady e chiederle se queste… supposte, come lei le chiama, possono essere spezzate in due.-
-  Ok, vado e torno!-
E Dopey scomparve.
 
Nel frattempo, nel sopramodo, Sarah stava cercando di concentrarsi e di terminare il suo lavoro quando sentì strattonare la manica della camicia. Abbassò lo sguardo sorridendo.
-  Ciao lady.-
-  Ciao Dopey, in cosa ti posso essere utile?-
-  Il re chiede se le supposte che gli hai dato possono essere spezzate in due.-
-  Assolutamente no Dopey, devi dire al re che la supposta deve rimanere intera.-
-  Ok grazie.- E sparì.
 
Nella sala del trono del castello di Goblin il re aspettava impaziente il suo suddito.
-  Allora?-
-  La lady ha detto che la supposta deve rimanere intera, sire.-
-  Ma come diavolo è possibile ingoiare questa cosa? È enorme…-
I goblin guardavano il loro re in religioso silenzio.
-  Devi tornare dalla lady Dopey, e chiederle se è possibile diluire questa supposta nell’acqua. Hai capito?-
-   Ok vado!- E sparì.
 
Sarah nel frattempo cercava di studiare…
-  Lady Sarah?-
-  Sì Dopey?-
-  Il re chiede se è possibile diluire questa supposta nell’acqua.-
La ragazza non riuscì a trattenere un sorriso.
-  No Dopey, devi dire al re che la supposta non va ingerita ma presa per via anale.-
-  Ok riferisco.- E sparì.
 
Nel frattempo il re aspettava Dopey tamburellando le dita sul bracciolo del trono.
-  Le hai parlato?-
-  Si sire, la lady dice che la supposta non va ingerita ma presa per via anale.-
Jareth si rivolse confuso ai suoi sudditi.
-  Presa per via anale? E che diavolo significa?-
I goblin si guardarono tra di loro, perplessi.
-  Come non detto, siete solo un branco di citrulli inutili! Dopey, devi tornare da Sarah e chiederle cosa significa “via anale”, sbrigati!.-
-  Ok corro!- E sparì.
 
Sarah ce la metteva tutta per terminare il lavoro.
-  Lady Sarah?-
-  Cosa c’è ancora, Dopey?-
-  Il re vuole sapere cosa vuol dire “via anale”.-
-  Vuol dire che deve prendere la supposta per via rettale. Hai capito?-
-  Sì lady, ho capito.- E sparì.
 
Jareth aspettava, ancora seduto sul suo trono.
-  Cosa ti ha detto?-
-  La lady dice che devi prendere la supposta per via rettale.-
-  E immagino che tu non le abbia chiesto cosa voglia dire “via rettale”, vero?-
-  No maestà, infatti non ho chiesto. Sono stato bravo, eh?- Chiese il goblin fiero.
-  Sì, sei stato bravo, davvero un bravo imbecille.- Il re si massaggiò la fronte, esasperato. - Ora devi tornare da Sarah e farti spiegare cosa vuol dire “via rettale” e non tornare fino a quando non ci avrai capito qualcosa. Sono stato chiaro?-
-  E se poi la lady si arrabbia?-
-  Se andassi io molto probabilmente si arrabbierebbe, ma se vai tu… Avanti muoviti, non farmi perdere altro tempo!-
-  Ok maestà.- E il goblin scomparve.
 
Sarah era concentrata sui suoi libri, intenzionata a non andare a dormire prima di aver terminato la sua ricerca.
-  Lady Sarah?-
Ora stava davvero superando il limite. La ragazza lasciò cadere la matita sul libro in preda ad un attacco di nervi.
-  Cosa. Diavolo. Vuoi. Dopey?-
-  Il re non sa cosa vuol dire “via rettale”.-
Sarah si voltò verso di lui, questa volta davvero arrabbiata.
-  Devi dire al re che le supposte se le deve mettere nel c…-
Fortunatamente riuscì a trattenersi e a mordersi le labbra prima di terminare la frase, mentre il povero Dopey, terrorizzato, spariva dalla sua vista.
 
Il piccolo goblin si materializzò nella sala del trono. Teneva lo sguardo basso mentre ciondolava tra un piede e l’altro, le mani incrociate dietro la schiena.
-  Beh? Cos’è quella faccia? Com’è andata?-
-  Te l’avevo detto io che la lady si arrabbiava…-
Il re si puntellò le dita guantate alla base del naso per bloccare un’improvvisa emicrania. Avrebbe dovuto arrangiarsi e trovare una via d’uscita da solo. Guardò i suoi sudditi, pensieroso.
-  Andate a chiamare i guaritori nella speranza che, almeno loro, riescano a capirci qualcosa.-
-  Ok sire, corriamo!-
E cinque piccoli goblin si misero in marcia.
 
Qualche istante più tardi arrivarono al castello di Goblin due guaritori scortati dai cinque sudditi del re. Jareth li aspettava nella sala del trono.
-  Maestà, i tuoi sudditi ci hanno informato che hai bisogno del nostro aiuto.-
-  Sì, in verità vorrei capire cosa significa “via anale” o “via rettale”. Voi potete aiutarmi?-
I due poveri guaritori si guardarono allibiti.
-  Scusa l’indiscrezione maestà, ma a cosa ti serve tale informazione?-
Il re si alzò con in mano la confezione del medicinale e gliela porse.
-  Ho contratto una malattia del sopramondo chiamata varicella… o una cosa simile che mi crea le pustole rosse che ho su tutto il corpo. La mia lady Sarah, che come sapete è un medico dell’Aboveground, mi ha lasciato queste suppose o come diavolo si chiamano… dicendomi che devo prenderne una al giorno per via anale prima di andare a dormire. Sapete cosa significa?-
Uno dei due guaritori, il più temerario, alzò i palmi delle mani incerto su come spiegare la faccenda.
-  Beh sire… vedendo la dimensione del farmaco e considerata la descrizione data da lady Sarah, direi che…-
-  Che?-
-  Che vada inserita tra le natiche.-
I goblin cominciarono a sghignazzare e a sussurrare battutine stupide. Dopey saltellava di gioia perché la loro lady aveva ragione. Il re li fulminò all’istante con uno sguardo glaciale ristabilendo il silenzio.
-  Mi state dicendo che dovrei inserire queste… schifezze tra le natiche?-
-  Sì maestà, è proprio così.-
Gli occhi del re si ridussero a due fessure mentre i lineamenti del volto pustoloso si contraevano dalla rabbia improvvisa.
-  Grazie, potete andare.-
E il re improvvisamente scomparve.
 
-  Cosa diavolo significa!-
Jareth si era teletrasportato a casa di Sarah lasciandole cadere la scatola delle supposte davanti agli occhi. Sbattè le mani sul tavolo così forte che il libro aperto davanti agli occhi della ragazza si richiuse in un tonfo. Sarah era allibita.
-  Voglio una spiegazione, cosa significa il fatto che tu mi abbia dato delle supposte.-
La ragazza si alzò cercando di mettere nelle sue parole tutta la calma di cui era capace.
-  Non ho fatto nulla di male Jareth, anche i bambini usano le supposte se vogliono guarire.-
-  Se non te ne sei accorta, Sarah, io non sono un bambino e questo è un vero e proprio oltraggio alla corona.-
La donna gli si avvicinò puntandogli un dito contro.
-  Se non prenderai quelle supposte da solo, re dei miei stivali, io giuro che…-
-  Che?-
-  Che… ti farò aiutare da Ludo, con la forza!- Il volto di Sarah era un vortice di derisione.
-  Ludo eh? Possibile che tu non possa darmi uno di quei tubi con cui voi umani vi sparate la pipì di squalo nel naso, oppure una di quelle cannette che vi infilate nelle vene o qualcos’altro di simile che non comporti alcun trauma al mio sedere? A meno che…-
-  A meno che... cosa, Jareth?-
-  A meno che non sia tu a mettermi tra le natiche tali supposte. Sei un medico no? Che problemi avresti?- Il re le sorrise malignamente mentre Sarah arrossiva di vergogna.
-  Ok, forse ho un’altra soluzione.-
La ragazza andò nella sua infermeria domestica mentre il re si stravaccava sulla sedia, esausto.
Ritornò dopo qualche istante con una nuova scatola di medicine.
-  Ecco, queste sono delle capsule da prendere per via orale. Ora non dovresti avere problemi.-
-  Via orale? Quale altra parte del corpo dovrei coinvolgere adesso?- Il re non ci capiva più niente.
-  Devi ingoiarne due al giorno maestà, aiutandoti con un bicchiere d’acqua. Intesi? Hai qualche dubbio? È tutto chiaro?-
-  Nessun dubbio, ho capito.-
Jareth si alzò dalla sedia sorreggendosi al tavolo.
-  Non credo di avere la forza di tornare a Goblin mia preziosa. Sono troppo stanco e le forze mi hanno abbandonato. Sai com’è…-
Sarah si era puntellata le mani ai fianchi, il viso imbronciato.
-  No sire, non so com’è e questa improvvisa perdita di forza non mi piace.-
-  Dai Sarah... sono ammalato e ho soltanto bisogno di riposare per riprendermi un pò. Oseresti buttare fuori di casa un povero fae ammalato?- Un sorriso malizioso gli addolciva i lineamenti marcati.
Sarah sbuffò spazientita e non potè fare altro che accettare la situazione. Per lei si prospettava una notte molto difficile in compagnia del re di Goblin ma questa, come sapete, è un’altra storia…
 
  
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