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Autore: aki_penn    22/02/2012    12 recensioni
Gli amici immaginari di Maka.
Genere: Commedia, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Spirit Albarn | Coppie: Soul/Maka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eat

 

Ate

 

L’uomo coi capelli rossi avanzò nella neve tenendo in braccio la sua bambina, in modo che non si bagnasse i piedini coperti da un paio di stivaletti rosa in gomma. Lei forse avrebbe voluto giocarci con tutta quella neve, ma stare in braccio a suo padre era una sensazione piacevole che non si voleva mai perdere.

Dietro di loro, in ritardo solo di qualche passo, una donna sorridente e straordinariamente simile alla bimba.

Spirit Albarn spinse la porta del ristorante per aprirla e adagiò Maka e i suoi stivaletti rosa sul tappeto d’ingresso come se si trattasse di un oggetto di cristallo. La signora Albarn, sempre sorridente, guardò il cameriere battendo i piedi sul tappeto per togliersi la neve dalle scarpe.

“Un tavolo per tre?” domandò, pieno di zelo, il ragazzino con la camicia bianca e la cravatta al collo. Spirit annuì, ma Maka alzò il braccino segnando il numero quattro sulle dita “Quattro!” esclamò. Il giovane cameriere lo guardò per un attimo perplesso, prima che la bambina indicasse il peluche a forma di cane che teneva nello zainetto.

“E quattro sia, allora!”

 

Eat

 

Maka Albarn avanzò nella neve con decisione, con quel candore che le arrivava fino a metà polpaccio, mentre sua madre arrancava dietro di lei. Continuava a nevicare, ma questo non aveva impedito loro di uscire. La ragazza, contrita, aprì la porta del ristorante spingendola e venne accolta dallo stesso cameriere che l’accoglieva quando era piccola. Erano cambiati entrambi, lei era una ragazzina e lui era un uomo.

La signora Albarn entrò a sua volta scrollandosi la neve dai capelli.

“Un tavolo per due?” domandò zelante il cameriere.

“Per tre” rispose Maka, che non aveva per nulla l’aria di chi è uscito a festeggiare “Dopo arriva mio padre”. La signora Albarn sospirò, sapeva che invece non sarebbe arrivato, probabilmente si era dimenticato del loro appuntamento di famiglia e in quel momento era a spassarsela con qualche donnicciola.

Probabilmente fu in quel momento che, per la prima volta, nella mente della signora Albarn si presentò l’idea della partenza per un viaggio solitario.

 

Eater

 

Maka si fece strada nella neve senza difficoltà, era agile e un po’ di nevischio non la poteva mettere alle strette. Spinse la porta ed entrò, il cameriere era sempre il solito, aveva messo radici in quel posto, chissà se lo pagavano bene. Sicuramente Kim lo sapeva.

“Un tavolo per una persona?” domandò. Maka sbatté le palpebre un paio di volte, prima di ribattere “Per due. Lui sta arrivando” e così dicendo andò a sedersi al tavolo che le fu indicato. Il cameriere rimase a guardarla per qualche secondo, chiedendosi chi mai dovesse arrivare quella volta e se effettivamente sarebbe arrivato. Suo padre probabilmente non lo avrebbe fatto.

Nella neve nel frattempo, prese forma un altro individuo che, infreddolito, aprì la porta spingendola ed esclamò con aria un po’ strafottente “Mi stanno aspettando”. Non era chiaro se quella di confondersi nel candore invernale fosse un pregio o un difetto, sta di fatto che il cameriere fu preso quasi alla sprovvista, soprattutto quando lui, senza dire niente, si avviò verso il tavolino di Maka Albarn, che sembrava pronta per fargli la ramanzina per qualche cosa.

L’uomo alzò le sopracciglia, forse l’epoca degli amici immaginari era finita.

 

 

   
 
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