Film > Sherlock Holmes
Ricorda la storia  |      
Autore: _Lightning_    22/02/2012    6 recensioni
-Lo dice solo perché è geloso.- si lasciò scappare l'altro.
Holmes alzò appena lo sguardo e sollevò un sopracciglio.
-Geloso? E di chi, di grazia?-

Holmes, Watson, il caro, vecchio triangolo amoroso e una lezione di ballo ...
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Let's Go Back To The Start


-Ora a destra... sì, così... no! Ho detto a des- AHI!-

Holmes scartò di lato urtando uno scaffale con un piede dolorante, mentre "Danubio Blu" continuava a risuonare soave in sottofondo.

 

-Scusi...- mugugnò Watson, la faccia rossa e concentrata nello sforzo di evitare i piedi del partner.

 

-Riproviamo.- sbuffò Holmes, spostando per l'ennesima volta la puntina del grammofono e posizionandosi di fronte all'amico.

 

Watson gli posò una mano sul fianco e lui gli prese la mano, ma dopo appena un paio di stentati volteggi si bloccò di nuovo:

 

-No! No, Watson! Deve condurre la donna, non strangolarla!-

 

-Lei non mi dà esattamente un'idea di "donna".- ribattè imbarazzato il dottore.

 

-Dovrei ritenerlo un complimento?-

 

-Lo prenda come vuole, basta che mi insegni a ballare entro stasera!-

 

L'occhiataccia di Holmes lo trapassò da parte a parte, pur mantenendo la sua espressione sorniona.

 

-E' un caso disperato, Dottore. Non riuscirà mai a imparare in così poco tempo.- disse lapidario, rimboccandosi le maniche e iniziando a fumare la pipa davanti alla finestra.

 

-Lo dice solo perché è geloso.- si lasciò scappare l'altro.

Holmes alzò appena lo sguardo e sollevò un sopracciglio.

 

-Geloso? E di chi, di grazia?-

 

Watson sospirò.

 

-Di Mary.-

 

Holmes scoppiò in una risatina e liberò una boccata di fumo.

 

-Non sia ridicolo.-

 

-E' lei quello che getta anelli dalla finestra e che sabota ogni mio appuntamento.- puntualizzò il dottore, piantandosi di fronte a lui: era deciso a risolvere la questione prima del matrimonio, e finalmente si presentava l'occasione adatta.

 

-Quelli sono stati... incidenti dettati dalla necessità.-

 

-E la "necessità" sarebbe trascinarmi nei suoi assurdi casi?-

 

L'uomo non ribattè e chinò il capo, concentrandosi sui disegni del tappeto logoro.
La musica continuava a suonare in sottofondo.

 

-Non si era mai lamentato dei miei casi.- disse infine, sollevando appena lo sguardo.

 

-Non esplicitamente, lo ammetto.- rispose pungente, pentendosene un istante dopo, quando vide l'espressione ferita dell'amico.

 

-Holmes, sono abbastanza grande da poter decidere della mia vita. E lei lo sa. Lo accetti, una buona volta.-

 

-E allora vada! Si sposi con quella megera!- scattò il detective, allargando le braccia.


Watson lo fissò, stupito da quello sfogo così brusco e decisamente non da Holmes, ma sentì anche una forte irritazione per la "graziosa" descrizione della sua fidanzata.


-Non si permetta parlare così di...-


-Si sposi, ho detto!- lo interruppe di nuovo, urlando, e Watson fece due passi indietro, spiazzato.


-Così potrà finalmente vivere in una bella villa fuori città, altro che questo studio fatiscente!- fece un gran gesto a indicare il caos circostante, suo dominio incontrastato da quando si erano conosciuti. 

Watson era passato dall'indignazione ad essere seriamente preoccupato per l'amico; si rese conto di aver toccato forse uno dei pochissimi punti deboli di Holmes: il suo legame con lui.


-Anche la compagnia le sarà sicuramente più gradita! E' bello vedere come anni di amicizia sfumino all'improvviso di fronte a un paio di occhi dolci su un viso angelico... o forse dovrei chiamarla "convivenza forzata"!- terminò, e scagliò la pipa in un angolo fissando Watson con una furia che gli era del tutto estranea.

 

-Holmes, adesso sta...-

 

-Esagerando? E allora mi spieghi... perché!- sbottò esasperato; gli voltò le spalle e si appoggiò al davanzale della finestra, scombussolato e respirando pesantemente.

 

Il dottore rimase in silenzio, ancora attonito.Non credeva di aver mai visto il compagno così agitato.

 

-Perché cosa?- chiese infine, temendo di scatenare di nuovo la sua rabbia.


-Lo sa.-


-E allora lo dica!- sbottò esasperato, e vide che Sherlock trasaliva appena.


-Perché vuole... non so; fuggire, andarsene, lasciarmi qui.- elencò in fretta e a bassa voce, come temendo di essere effettivamente sentito dall'amico.


-Ma non importa.- riprese subito, prima che Watson potesse ribattere.


-A me sembra che le importi molto, invece.- 


Watson chiuse un attimo gli occhi per impedirsi di riprendere a urlare: Holmes stava mettendo a dura prova la sua grande pazienza, temprata dai tanti anni passati a sopportare il suo stravagante carattere.


-Basto a me stesso.- tagliò corto il detective, in un tono che al dottore suonò molto di frase fatta e ripetuta cento volte per convincere prima di tutto se stesso.


Watson si portò le mani al volto e si stropicciò gli occhi, esasperato.


-Perché lei, Holmes. Perché deve rendermi tutto così difficile?-


-Non può abbandonarmi.-


Una lunga pausa segnò quell'affermazione e la musica prese di nuovo possesso dell'aria.


-Io non posso... Holmes, ma che diavolo le salta in mente?!- esclamò alla fine, allibito.


-E' quel che succederà quando si sposerà.
Non credo che vorrebbe rimanere in un polveroso appartamentino a Baker Street con una governante draconiana e un detective pazzoide.- sospirò Homles, girandosi con un'espressione rassegnata e persa nei suoi pensieri.


Watson scosse la testa, tentando un sorrisetto nervoso.
La puntina del grammofono grattava a vuoto con uno spiacevole stridore.


-No, si sbaglia. Non potrei mai farlo. Insomma, io...- si bloccò, a corto di parole.


-Lei? Avanti, lo dica.-


-Sì, me ne andrò.- capitolò Watson, con fatica.


-E tornerà?-


-Sì, sicuramente. Ma non così spesso come vorrei.-


-Come vorrei io.- lo corresse l'altro, accennando una smorfia divertita.


-No. Purtroppo no. Non potrò più prendere parte a tutti i suoi casi, ma... ma non mi dimenticherò di lei.- concluse, sentendosi improvvisamente leggero nel dire tutta la verità.


-Lo dice lei. Tempo qualche anno e io sarò solo un ricordo sbiadito.
Ma, come ho detto, non importa. Si vive nel presente e angosciarsi per il futuro è inutile; in quanto al passato... tra poco avrò tutto il tempo per ripensarci.- concluse mesto, fissando Watson con sguardo penetrante.


Watson non trovò la forza di negare quelle affermazioni, nonostante fosse fermamente convinto di non potersi mai dimenticare di un personaggio così insolito, originale e travolgente come Sherlock Holmes.


-Quindi, prenderà parte a un ultimo caso, prima del suo "ritiro"?-


Holmes sembrava aver improvvisamente recuperato la sua calma mista a giovialità, insieme alla pipa, che ora stava nuovamente riempendo di tabacco.
Il dottore gliela strappò di mano, la posò di malagrazia sulla scrivania e trascinò Holmes al centro della stanza.


-Mi insegni a ballare, e poi le risponderò.- gli propose, con un sorriso di sfida, che Holmes ricambiò alzando gli occhi al cielo.


-Le ho già detto che è un caso disperato... ma sono abituato alle imprese impossibili.- si allungò di lato per rimettere a posto la puntina del grammofono e riprese posizione faccia a faccia con Watson.

Le prime note cominciarono a risuonare nella stanza.


-Allora... adesso, il volteggio. Metta un piede lì, a destra... la mia destra!-


-Non può dire la mia sinistra?-


-Com'è pignolo! La sua sinistra! Ouch! Quella è la mia!-


-Ma chi è stato il suo insegnante, un orso ballerino?!-


-Sono un autodidatta. Adesso la smetta di distrarsi!
Deve essere delicato, Watson. Io sono una leggiadra dama che... non stringa così! Mi tratti con delicatezza, diamine!
Io sono Mary e... ugh, no, che pensiero orribile, Mary proprio no.-


-Holmes!-


-E va bene, sono Mary!-


La musica continuò a risuonare, mentre i due improvvisati ballerini si muovevano prima goffamente e poi via via sempre più fluidamente da un capo all'altro della piccola stanza.
Watson era così preso dai passi del ballo che si accorgeva a malapena dello sguardo assente di Holmes perso in chissà quali elucubrazioni, e queste non sembravano turbare affatto la sua abilità.


-Un complotto mondiale.- mormorò all'improvviso il detective, impedendo per la quindicesima volta che il partner cadesse a terra inciampando nei suoi stessi piedi.


-Sarebbe il suo prossimo caso?- sbuffò, saltellando per non perdere l'equilibrio mentre parlava.

-Lo è già. L'idea non l'attira, Watson?-


-Vedremo, Holmes. Vedremo.- temporeggiò Watson, sentendosi però bruciare di curiosità, e si lasciò trascinare in un altro valzer dal suo compagno.

 

*  *  *

 

Dopo quasi due ore di volteggi, piroette e casqué, Watson si accasciò esausto e ansante sulla poltrona, facendosi aria con un fascicolo raccattato dal pavimento invaso di fogli.


-Allora, sono migliorato?-


-In proporzione alla sua naturale predisposizione per il ballo direi che ha fatto passi da gigante.-


-Ma?- lo incalzò Watson, intuendo un seguito.


-Ma, dato che questa predisposizione è pressoché nulla, rimane comunque un ballerino piuttosto scadente.-


-Basterà per impressionare Mary?- chiese allora Watson, improvvisamente preoccupato e respingendo l'impulso di ribattere alla frecciatina di Holmes.


L'altro lo fissò con un sorrisetto molto simile a un ghigno.


-Spero proprio di no, non le pare?-

Watson non potè fare a meno di sorridere esasperato.


-E sarebbe disposto a darmi altre lezioni in futuro?-

Sherlock gli rivolse uno sguardo furbo e divertito che lo fece assomigliare a un gatto che punta la preda.


-Quando cominciamo?-

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________


Note Dell'Autrice:

Dopo molto soffrire, ritorno su EFP con una One-Shot che naturalmente esula da qualsiasi mia Long in sospeso *coff coff, quale Long?*
Quest'idea si è data alla luce da sola e io da brava "mamma" l'ho solo aiutata a crescere... con un risultato ibrido, visto che era partita come qualcosa di (lontanamente) divertente ed ho ovviamente finito per infilarci a forza dell'Angst.
A parte questo, sono abbastanza soddisfatta :3
Grazie alla mia Beta, _ Shadow _, che come sempre mi aiuta a rivedere le mie cartacce imbrattate di pseudo-storie ^^
Grazie anche ovviamente a chiunque recensirà o leggerà :D

-Light-

P.S. Gli spazi nel testo sono venuti un po' disuguali per strani motivi noti solo all'editor/PC idiota -.-'
P.P.S. Il titolo... no, non ha alcun senso, se ve lo state chiedendo. Semplicemente stavo ascoltando "The Scientist" (Coldplay) e mi è venuto questo. Forgive me D:

 

   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Sherlock Holmes / Vai alla pagina dell'autore: _Lightning_