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Autore: emme30    23/02/2012    6 recensioni
Fu solo quando Dave si trovò a pochi passi dal suo armadietto che lasciò che le sue labbra si distendessero in un sorriso, perchè esattamente di fronte ad esso c'erano Santana Lopez e Kurt Hummel a battibeccare su chissà quale argomento, vestiti di rosso e con un orribile basco in testa. Anzi, il basco lo aveva solo Santana, Kurt teneva il suo in mano e lo indicava con una smorfia guardandolo disgustato. Ecco, forse aveva capito perchè stavano discutendo così animatamente.
Si avvicinò a loro, ma prima che potesse dire qualcosa, Santana lo notò e ignorando le lamentele di Kurt fece un grande sorriso. “Ma guarda un po' chi ha deciso di presentarsi oggi. Visto Hummel, te l'avevo detto che sarei riuscita a farlo tornare, a zia Tana non si dice mai di no.”
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dave Karofsky, Kurt Hummel, Santana Lopez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Once a Bullywhip, Always a Bullywhip.

 

Ansia, fiato corto, tremolio alle mani.

Dave guardò ancora una volta fuori dal parabrezza della macchina con un sospiro, le mani che stringevano il volante della macchina e il cuore che batteva all'impazzata nel petto.

Il McKinley non era mai stato così spaventoso come quella mattina. Non sarebbe potuto tornare alla sua vecchia scuola, non sarebbe riuscito a sopportare tutto quello che lo aspettava in quel posto, o anche solo rivedere tutte quelle persone che lo avevano insultato e spinto a fare quello che aveva fatto. Non poteva sentirsi dire di provarci un'altra volta.

Ma il McKinley, il McKinley era diverso. Ripensò all'anno prima, a come era in alto rispetto a tutto a tutti. Avevano vinto il campionato di football, era diventato re del ballo, aveva una delle ragazze più desiderate della scuola. Una vita così lontana e distante che sembrava averla vissuta in un sogno.

Se n'era andato per poter passare l'ultimo anno in modo pacifico. Ed era tornato per lo stesso motivo.

Non sapeva neanche cosa aspettarsi, non aveva idea di come avrebbe reagito la gente, se ci sarebbero state le prese in giro, gli spintoni, le granite in faccia perchè tutto a un tratto il bullo grande e grosso era diventato gay. Sperava solo che per il primo giorno sarebbe andato tutto bene, perchè già quel pomeriggio aveva l'incontro con la psicologa, ci mancava solo una brutta giornata a scuola per rendere il suo umore nero e impossibile.

Azimio gli aveva promesso che nessuno della squadra di football avrebbe detto nulla. Si era presentato all'ospedale il giorno che l'avevano fatto uscire ed avevano parlato. Avevano discusso di qualunque tipo di cosa tranne del fatto che fosse gay, e la sua prima sera a casa l'aveva passata con lui a giocare ai videogiochi, a insultarsi come avevano sempre fatto prima che il casino diventasse reale. Il suo migliore amico era stato il primo a chiedergli di tornare al McKinley, perchè gli allenamenti di football senza di lui non erano gli stessi, rassicurandolo che nessuno avrebbe detto nulla, visto che erano tutti solo ed esclusivamente preoccupati per lui. Dave era andato leggermente nel panico, non aveva detto nulla e aveva continuato ad ammazzare gli zombie sullo schermo della televisione.

Suo padre fu il secondo a suggerirgli di tornare alla sua vecchia scuola. Due sere dopo essere tornato a casa si era seduto sul suo letto e gli aveva detto che era andato a parlare con il preside Figgins ed era stato rassicurato che avrebbero fatto quello che potevano per lui per poterlo reintegrare a scuola. Dave non aveva creduto neanche per un attimo alle parole che Figgins aveva detto a suo padre, ma quando gli fu riferito che all'incontro era presente anche Sue Sylvester aveva sorriso e ci aveva creduto un po' di più.

La terza persona a chiedergli di tornare al McKinley non fu quella che si aspettava, perchè da Finn Hudson ci si sarebbe potuto aspettare di tutto, ma vederlo a casa propria con il suo sorriso da idiota era l'ultima cosa a cui avrebbe potuto credere. Non avevano mai avuto un grandissimo rapporto, ma vederlo seduto sul proprio divano che gli raccontava tutti gli scandali del McKinley degli ultimi mesi fu abbastanza da farlo sorridere.

Ma Dave aveva deciso di tornare soltanto quando una quarta persona glielo aveva proposto, una persona a cui non avrebbe mai potuto dire di no.

Guardò l'edificio in mattoni rossi e gli studenti che cominciavano ad avviarsi in classe disordinati e rumorosi.

Sospirò ancora una volta e poi lentamente lasciò il volante e aprì la portiera, scendendo dalla macchina e chiudendola dietro di sé. Si mise lo zaino in spalla e si fece coraggio. Ce l'avrebbe fatta. Doveva farcela.

Cercando di non farsi troppo notare entrò a scuola guardando il pavimento, il cuore gli batteva in gola e sentiva l'agitazione crescere. Si aspettava la sua prima presa in giro da un momento all'altro, aveva le orecchie tese, pronto per il primo “checca” o “finocchio” che gli avrebbero urlato.

Ma non successe.

Alzò lo sguardo dal pavimento e si guardò intorno. Gli studenti si affrettavano per i corridoi, aprivano e chiudevano armadietti in fretta e furia, chiacchieravano e ridacchiavano, ma nessuno sembrava dare troppa importanza a Dave-Karofsky-ex-bullo-nell-armadio. Sentì gli occhi sorridere, anche se le le labbra rimasero serrate in una smorfia neutra e continuò a camminare e cercare il suo armadietto rimanendo a lato del corridoio e cercando di non attirare troppo l'attenzione.

Fu solo quando si trovò a pochi passi dal suo armadietto che lasciò che le sue labbra si distendessero in un sorriso, perchè esattamente di fronte ad esso c'erano Santana Lopez e Kurt Hummel a battibeccare su chissà quale argomento, vestiti di rosso e con un orribile basco in testa. Anzi, il basco lo aveva solo Santana, Kurt teneva il suo in mano e lo indicava con una smorfia guardandolo disgustato. Ecco, forse aveva capito perchè stavano discutendo così animatamente.

Si avvicinò a loro, ma prima che potesse dire qualcosa, Santana lo notò e ignorando le lamentele di Kurt fece un grande sorriso. “Ma guarda un po' chi ha deciso di presentarsi oggi. Visto Hummel, te l'avevo detto che sarei riuscita a farlo tornare, a zia Tana non si dice mai di no.”

Kurt alzò lo sguardo dal suo basco e i suoi occhi incontrarono quelli di Dave, gli sorrise, genuinamente contento, prima di rivolgersi a Santana. “Ci credo che a te nessuno dice mai di no, insopportabile come sei ti si dice di sì per sfinimento.”

Oh, piantala.” tagliò corto lei per andare ad abbracciare Dave non appena si fermò di fronte al suo armadietto accanto a loro.

Come stai?” chiese Kurt una volta che la latina lo ebbe lasciato andare.

Dave sospirò. “Strano. Mi sento come se dovesse succedermi qualcosa da un momento all'altro.”

Kurt sorrise apprensivo e inclinò la testa, ma fu Santana a parlare. “Questo non succederà, anche perchè sei sotto la nostra protezione adesso.”

Dave la guardò divertito. “Sotto cosa, scusa?”

Ehi, i Bullywhips sono qui per proteggerti. Perchè secondo te sto litigando con questa checca isterica per fargli mettere questo stupido basco?”

Kurt fece una smorfia prima di scuotere la testa e guardarla indispettito. “Allora, punto numero uno, non sono una checca isterica e devi piantarla di chiamarmi così, punto numero due, questo basco è tremendo e io non me lo metto, ci ho messo mezzora stamattina a sistemare i capelli e mi rifiuto categoricamente di rovinarli. Già la giacca è un pugno in un occhio e i vestiti che ho sotto stanno chiedendo pietà, non puoi pretendere che mi metta anche questo.”

Fa parte della divisa, mettilo subito.”

Assolutamente no.”

Hummel, non farmi arrabbiare.”

Dave osservò divertito la scena davanti ai suoi occhi, mettendo un paio di libri dentro l'armadietto e chiudendolo subito dopo appoggiandosi ad esso.

Santana, è inutile, rassegnati, non me lo metto e non c'è nulla che tu possa fare per farmi cambiare idea.”

La latina gli lanciò uno sguardo truce prima di spostare gli occhi su Dave. “Comunque, scimmione, la nostra principessa qui ti porta a lezione, io faccio il turno oggi pomeriggio, quindi ci vediamo dopo e se dovessi strozzarlo strada facendo ti assicuro che non sarebbe una grossa perdita.”

Santana ignorò lo sguardo che le lanciò Kurt per sporgersi contro Dave e sussurrargli nell'orecchio un “andrà tutto bene” prima di avviarsi per il corridoio.

Sentì Kurt sospirare di fronte a lui e tornò a guardarlo con un sorriso prima di incamminarsi nella direzione opposta in cui era andata Santana con il ragazzo al suo fianco.

Non credo di riuscire a sopportarla ancora per molto, da quando tutta la scuola sa che è lesbica è diventata ancora più stronza di prima e pensa di riuscire a far fare a tutti tutto quello che vuole.”

Dave ridacchiò al suo fianco ma non disse nulla per qualche minuto.

Perchè lo stai facendo?”

Facendo cosa, esattamente?” chiese Kurt sovrappensiero guardandosi intorno e sistemandosi la tracolla sulle spalle.

La cosa dei Bullywhips.”

Kurt si voltò verso di lui e sorrise. “Perchè sì, perchè ne hai bisogno e perchè per una volta sono stato io a convincere Santana a fare qualcosa. Bisogna essere fieri di certe cose.”

Ma non ce n'era bisogno, insomma, posso farcela da solo.” commentò l'altro svoltando l'angolo.

Lo so, ma volevo farlo lo stesso. Tu l'hai fatto per me, e non sono interamente convinto che sia stato solo perchè Santana ti ha ricattato.”

Dave non rispose e si morse il labbro, fermandosi davanti alla classe di matematica.

Ok, siamo arrivati, io devo andare a francese, ma passo a prenderti finita l'ora, va bene?”

Ti ho detto che non ce n'è bis-”

Shh. Zitto, decido io. E guai a te se ti muovi di qua quando finisci. Siamo intesi? Guarda che lo dico a Santana sennò eh.”

Dave ridacchiò e annuì all'espressione da finto cattivo di Kurt e al suo dito indice alzato nella sua direzione. Stava per entrare nell'aula quando sentì una mano sul braccio che lo fermò.

Dave, mi dispiace davvero tanto per non aver risposto alle tue telefonate. Non sapevo cosa ti stava succedendo e pensavo fosse per quello che mi hai detto a San Valentino e non volevo-”

Ehi, va tutto bene. Lo so, stai tranquillo.” lo interruppe Dave con un sorriso, notando come gli occhi di Kurt si erano fatti opachi e spenti.

Ok, sappi solo che mi dispiace.”

Lo so, non ti devi preoccupare.”

Kurt si morse il labbro e sorrise, lasciando la presa sul suo braccio. “Ricorda, mi aspetti qui, va bene?”

Dave annuì mentre una strana sensazione di deja-vouz gli riempiva il cuore e la testa.

Kurt gli sorrise si allontanò con la sua andatura sicura, la testa alta e con indosso una giacca rossa troppo grande per lui ignorando Dave che lo stava guardando con un sorriso e la sicurezza in testa che sì, sarebbe andato tutto bene.

 


Sono resuscitata dal mio stato comatoso post 3x14 per scrivere questa cosa che mi è stata ispirata da un post sul tumblr martedì notte nel delirio post puntata.
Spero che sia piaciuta e che non sia troppo una schifezza, anche perchè io sono ancora decisamente disperata per tutto quello che è successo e amo Dave Karofsky più di chiunque altro <3 Ok, torno nel mio angolino a piangere ;__;
Grazie a chi ha letto :3
Marti
 
 
PS. Trovate la Marti su Facebook QUI.
   
 
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