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Autore: Matteo Il Censore    23/02/2012    6 recensioni
Non prendete questa storia troppo sul serio. Queste sono le eroiche imprese di una gomma qualsiasi, un oggetto apparentemente insignificante ma capace di vivere attraverso una penna maldestra. E' stata definita un' Ode alla Cancelleria. L'unico intento di queste pagine, scritte con tono volutamente latineggiante e epicamente altisonante, è quello di strapparvi l'atto d'amore più antico del mondo: il sorriso.
Genere: Avventura, Parodia, Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Questa è l'istoria della gomma divina,
e di Sir Temperino, suo luogotenente,
l'istoria iniziai in una regione piccolina
e prosegue in battaglie vinte strenuamente.
Non irrider, or, al mio sussurro, ma ascolta
le gesta della gomma dal ciel colta.

In principio era l'astuccio, ove ella abitava,
ancor ignota del suo già inciso fato,
all'ombra d'una matita il suo tempo passava,
ma già dai numi ricevette fiato.
Sì le fu annunciata la sua missione,
da una bic errante et senza nome.

-Tu governerai sugli astucci del pianeta-
le fu detto, -questo è il tuo destino-,
-giacché in te scorgo i segni di Stabilo, il gran profeta-
e sì la sacra origine fece capolino.
La bic partì, tornò a settentrione,
e or ad ella limpida era la sua missione.

Raccolse quel poco che aveva,
e subito in marcia, sotto il sol leone,
e già la sua gloriosa marcia cominciava,
per compir l'esito di tal previsione.
E giunse ad un banco ameno, più in là non si pote
abitato da creature al lettor forse ignote.

Fra la polvere e la puzza d'etilico unguento,
scorse una figura che stanca e logora marciava,
dimenticata dai numi et sola nel tormento,
poco tempo per pensare, ed ecco che già s'avvicinava.
-Chi sei tu, solo e maledetto?- chiese l'eccelsa
-Son un soldato senz'armata, della mia spada ho solo l'elsa-

-Ho visto le regioni orientali, desolate et lontane
Ho combattuto per sette regni, e l'onor in me fu riposto
Caddi, coi compagni, in un'imboscata fra queste regioni montane-
Il guerrier parlò e sì le fu risposto.
-Vieni dunque meco, dagli dei son riconosciuta, dico il vero-
proclamò lei - sarai generale del mio impero!-

Già il sole dietro i colli riposava, e la luna e'l suo pallore
illuminaan della santità il cammino; diritto andare sol si pote
sull'orme di Stabilo, il profeta evidenziatore.
Seguite la sacra via et le mie storfe non saran vote!
Mentre noi sì pensavamo, i nostri eroi, eh già,
camminavan decisi sulla via per Ambara, la Città.

Queste parole mi furon dettate nella di Righello piana,
da una bic errante et di un nome priva.
è tardi et or da me la memoria s'allontana...

Abbi pazienza, amico mio, puoi aspettare,
presto altra carta sarà riempita, delle gesta della gomma che non posso dimenticare ;)
   
 
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