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Autore: medeamazon    23/02/2012    2 recensioni
Medea alla reggia del padre. Una sorella amorevole e un dio che dovrà imparare a temere.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La ferita.
 

 
 
 
- Medea, sono tornati! Sono tornati!-
Guardai mia sorella riflessa nel bronzo levigato, appeso al muro giusto sopra il contenitore delle mie preziose fiale.
Sorrisi allo specchio.
- Hanno rinunciato?-
Calciope sussultò.
- Oh, no! Si erano arenati in un’isola e… vuoi girarti per favore?-
Le pieghe bianche della candida veste frusciarono seguendo il mio movimento fluido.
Calciope sospirò.
- Dei marinai li hanno trovati nell’isola di Ares e si sono offerti di riaccompagnarli. Stanno parlando con nostro padre adesso, nella sala grande.-
Mi rigirai verso lo specchio, aggiustandomi un invisibile capello fuori posto sotto il morbido velo.
- Sei perfetta, sorella. Andiamo a vedere la delegazione: sono greci e si fanno chiamare Argonauti.-
Alzai un sopracciglio.
- Greci? Quegli arroganti portano solo guai! Dì a papà che non scendo.-
-  Frisso è greco.-
Mi morsi le labbra, girandomi a guardare mia sorella con sguardo colpevole.
- Beh, le sventure rendono l’uomo saggio…-
- Lascia perdere, so che non stimi bene la mia famiglia.-
- Io voglio bene ai miei nipoti! -.
Calciope si avvicinò, appoggiando  le mani sulle mie spalle.
- Lo so bene: ma sei ancora arrabbiata con me per il mio matrimonio.-
Abbassai il capo.
- Pensavo che dovessimo servire la dea insieme, ες αιει.-
- Siamo comunque insieme, sorella.-
Piantai i miei occhi scuri su quelli di lei, color del mare sereno, limpidi e pacati.
- No, non come prima.-
Sospirò di nuovo e mi chiesi per un attimo perché, ogni volta, dovevo renderla triste.
- Medea, io ci sarò sempre per te. Ma a volte arriva qualcuno, qualcuno al di fuori della nostra famiglia, che… capovolge tutta la tua vita. E non puoi opporti, non puoi combattere contro quel cambiamento. È dentro di te, e sarebbe come ammazzare se stessi.-
Ero sicura che i miei occhi scintillavano.
- La Nostra Signora Ecate, è più potente di Eros.-
Non sopportavo il suo sguardo condiscendente: come si permetteva lei a commiserare me, la più grande maga della Colchide? Perché pensava che avessi bisogno anch’io di un uomo?
Un uomo! A che vale un uomo, se confrontato con gli infiniti poteri di una sacerdotessa, con i doni sacri della dea!
Mia zia Circe, lei sì che sembra una regina! Nessun uomo l’ha mai superata, ingannata o ferita e lei spadroneggia fiera nel mare Ausonio! Questa è una grande donna.
Mia sorella, si è fatta risucchiare in una vita mediocre, da un uomo mediocre. Non è riuscita a guarire dalla ferita di Eros. La credevo più forte.
Questi i miei pensieri, ragazza stolta.
- Un giorno lo capirai, cara sorella.-
- Spero di no, Calciope.-
Mi liberai dalla sua presa gentile, avviandomi verso la porta.
Vagamente in colpa, mi girai per incitarla a seguirmi e lei tornò a sorridermi.
Il suo sorriso è sempre stato il più splendente della reggia.
Scendemmo le scale, a braccetto.
Nonostante la rabbia, mia sorella era la persona a me più cara in assoluto.
Neanche la stima per mio padre, l’affetto per mia madre e mio fratello, potevano raggiungere l’amore viscerale che mi univa a mia sorella.
Si sentivano delle voci nella sala grande.
Entrammo, mantenendoci all’ombra di una colonna.
Individuai subito mio padre, seduto e attento all’ambasciata di quei giovani, e mia sorella si fiondò subito tra le braccia del suo figlio maggiore, che, scorgendomi, mi sorrise.
Ricambiai, per poi lasciar vagare lo sguardo su quei giovani tanto acclamati.
Avevano tutti una buona presenza, e sembravano abbastanza fieri.
Ad un certo punto, un colosso di uomo si spostò, lasciandomi vedere colui che stava parlando con mio padre, il capo degli Argonauti.
E il mondo si capovolse.
 
 
 

Il tuo portamento regale, la tua voce di musica,
i tuoi capelli color miele, come quello degli alberi a Sud della reggia,
le tue spalle ampie, forti,
 le gambe muscolose come fusti di quercia,
la linea perfetta della tua mascella, la pelle abbronzata,
le movenze eleganti, le tue ciglia folte,
e sotto,
il tuo sguardo, i tuoi occhi appassionati e turbati,
come il mare d’inverno.
Nemmeno io ho saputo guarire la ferita di Eros.

 
 
 
 
Ehm, si non è molto storico.
Come avete capito, è più una versione romanzata del mito di Medea.
Spero di non aver fatto troppi orrori, mi farebbe piacere sentire i vostri pareri :) au revoir!
 
  
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