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Autore: telesette    24/02/2012    1 recensioni
[Magica Magica Emi]
Perché non vuoi fare il mago, Ronnie?
Ogni volta che gli facevano questa domanda, Ronnie diventava improvvisamente scuro in volto. In fondo era anche per questo che aveva deciso di lasciare la sua casa e la sua famiglia negli Stati Uniti e trasferirsi in Giappone. Non ne poteva più di essere associato alla grande fama di "maghi" dei suoi genitori. Lui voleva solo essere libero di avere una sua vita e una sua passione...
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Magica magica Emi (魔法のスターマジカルエミ Mahō no suta majikaru emi, letteralmente, La stella della magia Magical Emi), è una serie televisiva animata prodotta in Giappone nel 1985 e adattata successivamente in un manga composto da 3 tankōbon. In Italia la serie è stata trasmessa per la prima volta nell'agosto del 1986 su Italia 1.

Magica Magica Emi - Sigla Italiana (HQ)
( clicca qui per guardare )

Il sogno di Ronnie

Testo di: telesette
Immagini tratte dal blog di Fatina Sexy su:
http://www.fatinasexy.it/public/2011/

Perché non vuoi fare il mago, Ronnie?

Ogni volta che gli facevano questa domanda, Ronnie diventava improvvisamente scuro in volto. In fondo era anche per questo che aveva deciso di lasciare la sua casa e la sua famiglia negli Stati Uniti e trasferirsi in Giappone. Non ne poteva più di essere associato alla grande fama di "maghi" dei suoi genitori. Lui voleva solo essere libero di avere una sua vita e una sua passione... E non inseguire per forza il sogno che invece apparteneva a suo padre e a sua madre.
Possibile che nessuno fosse in grado di comprendere e accettare una cosa così semplice?
Eppure ogni uomo ha un sogno dentro di sé, un qualche scopo da realizzare, ma è qualcosa che dev'essere solamente suo e di nessun altro.
Certo, era figlio di grandissimi prestigiatori, e con questo?
I suoi genitori avevano sognato e deciso di coltivare quella passione, non certo lui.

***

- Andiamo Ronnie, non puoi dire sul serio - esclamò suo padre, tanto sorpreso quanto amareggiato.
- Sarebbe un peccato se un giovane con le tue capacità decidesse di abbandonare adesso - fece eco sua madre.
- Non me ne importa niente, lo volete capire ?!?

Ronnie era veramente furioso.
Aveva espresso apertamente il suo desiderio di lasciar perdere la magia, sperando se non nella comprensione dei suoi genitori almeno nel loro rispetto verso la sua scelta. Invece, con suo grande disappunto, entrambi non concepivano assolutamente l'idea che il figlio non intendesse seguire le loro orme.

- Siete voi che avete scelto di diventare dei maghi, non io - disse il giovane con veemenza. - Ho altri progetti per la mia vita, e voglio essere libero di realizzarli... Che cosa c'è di male in questo?
- Non c'è assolutamente nulla di male, Ronnie - provò a calmarlo sua madre. - Solo, cerca di capire: l'arte e la bravura nella nostra professione sono assai rare; per questo è un peccato che tu, pur essendo talmente dotato, non abbia intenzione di mettere a frutto il tuo talento!
- Tua madre ha ragione - proseguì suo padre, in tono gentile anche se piuttosto duro. - Ci sono giovani che, pure esercitandosi tutta una vita, difficilmente si avvicinerebbero al tuo naturale livello di abilità; devi mettere a frutto le tue doti, figliolo, non puoi lasciar perdere in questo modo!
- Ma non esiste solo la magia a questo mondo, accidenti - protestò Ronnie. - Vi è mai passato per la testa che io potessi "scegliere" da solo il mio futuro... Oppure avevate già scelto voi per me, fin da quando ero nella culla?
- Non dire sciocchezze - lo rimproverò suo padre. - Nessuno vuole obbligarti a fare nulla, se contro la tua volontà, ma resta il fatto che la tua è una decisione sciocca ed insensata!
- Benissimo, allora - tagliò corto Ronnie, avviandosi verso la porta. - Se la pensate davvero in questo modo, è inutile restare qui a parlarne!
- Ronnie, aspetta - fece sua madre. - Ti prego, non fraintenderci: se ti diciamo questo, è solo perché abbiamo a cuore il tuo futuro e non...
- Mi dispiace, mamma - concluse Ronnie, tenendo il capo chino e voltandole le spalle. - Ma il mio futuro devo scegliermelo da solo!

***

- Al diavolo - mormorò Ronnie tra sé. - Io non ho mai detto di voler diventare un mago, non l'ho mai voluto... Perché dovrebbe essere sbagliato avere sogni e aspirazioni diverse da questo?

Ciò detto, Ronnie si alzò dal letto e si mise in guardia di fronte al sacco appeso nella sua stanza. Subito cominciò a misurare le distanze, fintando qualche colpo di sinistro, dopodiché fece oscillare il bersaglio con un potente pugno di destro. Il sacco vibrò violentemente, sotto i suoi colpi carichi di rabbia, tuttavia Ronnie non si sentiva affatto meglio.
La boxe non era solo un capriccio momentaneo: era la sua passione, la sua vita... Lui desiderava essere un pugile, nient'altro! Voleva sentire il sibilo del proprio pugno attraverso il guantone, lasciarsi guidare dall'istinto e combattere con tutte le proprie forze. Ogni volta che combatteva, le sue mani erano le sole armi su cui poteva contare; non c'erano trucchi né inganni ( niente conigli dentro al cilindro, o roba del genere! ), la sola cosa che veramente importava era il suo amore incondizionato per questo sport.

- E' questo il mio sogno - disse, tenendo lo sguardo fisso davanti a sé. - Il mio sogno!

FINE

   
 
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