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Autore: Lady Antares Degona Lienan    29/09/2006    11 recensioni
[Sasuke/Sakura]
Lei non piangeva mai.
Però quelle erano lacrime.
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Lei non piangeva mai

Titolo: Lei non piangeva mai

Autore: L.A.D.L.

Disclaimer: Naruto non è una mia creazione. Tutti i diritti riservati. La fanfic non è a scopo di lucro.

Pairing: Sasu/Saku

Note: non leggo il manga e non vedo l’anime. Eccetto la puntata di oggi. Non ci ho capito nulla ma la scena di Sakura che piange per Sasuke mi è piaciuta. E così eccomi qui.

 

 

 

 

 

 

 

Lei Non Piangeva Mai

 

 

 

Lei non piangeva mai.

Semplicemente, non lo faceva.

 

- Naruto non ci provare nemmeno!! – ringhiò con tono sepolcrale, con quegli occhi incredibilmente azzurri contratti in maniera omicida, come sempre quando il biondino si accaniva sulla sua ciotola, finendola prima del previsto e puntando inevitabilmente quella della compagna, seduta alla sua destra.

- Se esci con me, allora ti lascio mangiare in pace. –

Un paio di secondi di silenzio, e infine il cibo di Sakura compì un’ardita parabola verso la testa dell’amico, terminando inesorabilmente sull’obbiettivo previsto. – Ma, Sakura… -

- Niente ma! Mangialo ora, se ne sei capace. –

Si alzò in piedi sbattendo con violenza le mani sul tavolo.

Lei non piangeva mai.

- Sakura, aspetta! Ma… - il ninja si voltò verso di loro, che ancora pazienti osservavano un religioso quanto imbarazzante silenzio. – Ma che le è preso? Accidenti a lei, quando fa così non la capisco! –

Il maestro Kakashi si era limitato ad un simbolico alzare di sopracciglia, che Naruto, com’era ovvio data la sua natura infantile, non interpretò affatto, limitandosi a spostare lo sguardo su Sasuke.

Dal suo canto, Sasuke non lo considerò affatto.

Continuò a mangiare fino a che la ciotola non fu vuota, infine gli lanciò un’occhiata seccata, disturbato dal suo sguardo, o, come gli disse, dalla sua faccia, e uscì dalla casa a passo sostenuto.

Sotto l’albero di ciliegio più grande di tutto il villaggio, stava lei, gli occhi chiusi. Lui pensò subito che sotto le palpebre, nel buio, dovevano muoversi con una tale velocità da far impazzire chiunque che non fosse la ragazza stessa.

Quegli occhi.

Occhi azzurri con gemme di verde, più caldi di quelli del suo compagno, ma inesorabilmente più spenti dalla consapevolezza che la schiacciava ogni giorno di più.

Sakura non era forte come loro e probabilmente non lo sarebbe mai stata.

- Ti facevo più paziente, con il ragazzo che ti piace. –

Lei alzò lo sguardo e gli lanciò una tale occhiata furente che lo inchiodò a terra, rendendolo incapace di fare un altro solo passo in più, in qualunque direzione. Deglutì, Sasuke, improvvisamente a disagio.

Non disse una sola parola per un intero minuto, infine scosse la testa e lo guardò. – Non sai proprio niente dei problemi di una coppia, vero Sasuke? Chi disprezza compra, e quindi, qualora designassi Naruto come mio compagno, dovrei impegnarmi molto di più per sgridarlo. Dovrei far finta di odiarlo alla morte. –

Disse tutto velocemente, senza prendere fiato.

Sasuke si appoggiò al tronco, improvvisamente svuotato del desiderio di rivolgerle la parola, o anche solo di parlare.

Infine la ninja reclinò la testa all’indietro, poggiandola al tronco. – Comunque, non mi piace Naruto, se è questo che stai pensando. –

Respiro, aria.

Aria che mancava da troppo tempo nei suoi polmoni.

Bugia. Mentire.

Mentire per non essere smascherato come un piccolo ladro.

- Non lo stavo pensando affatto. – chiarì brevemente. – Semplicemente mi chiedevo come mai te la prendessi sempre con lui. –

Sakura lo guardò con un’intensità quasi palpabile, e improvvisamente gli parve che tutto intorno a lui fosse diventato più denso.

- Perché, almeno in una cosa, vorrei essere superiore a lui. –

Era stato solo un sussurro, ma c’era stato.

Non poteva aver sentito male.

- Quando il maestro Kakashi ci chiede di eseguire un nuovo esercizio, lo faccio sempre prima di voi. Generalmente ci riesco al primo tentativo. –

Lui annuì, invitandola silenziosamente a proseguire.

- Ma quando ci riesco a mi fermo, per vedere voi, non posso fare a meno di ammirare la vostra incredibile tenacia e forza d’animo. Tutta quel energia che io non avrò mai. - disse, socchiudendo gli occhi. – Voi imparerete esercizi più difficili, e mi supererete, pian piano, senza che io possa far nulla per raggiungervi di nuovo. –

Lei non piangeva mai.

Ma c’era tanto dolore nelle sue parole.

- E anche se non dovrei, io vi odio. –

Come quando avevano cercato di arrampicarsi sugli alberi, semplicemente camminando. Ci era riuscita subito, e orgogliosa li aveva sbeffeggiati con ironia.

Ma poi si era resa conto del fatto che non avrebbe mai potuto continuare a provare con la loro stessa tenacia; che prima o poi, Naruto e Sasuke avrebbero cominciato a camminare nell’aria, e che volando lontano l’avrebbero lasciata indietro.

Lei non piangeva mai.

Ma avrebbe tanto voluto farlo.

Si alzò in piedi, osservandolo attentamente. Infine gli porse una mano. Una mano piccola e tremante, bianca come solo la sua pelle diafana poteva essere, dolce come l’anima della sua proprietaria.

Sakura gli porse una mano e mentre lo faceva, tremò. – Vi odio perché mi lascerete indietro, come un piccolo ricordo sbiadito. Ma vi ammiro, perché sarete grandi, tu e lui. –

Il ninja dagli occhi neri come le tenebre la considerò in tutta la sua figura per un lungo ansioso istante, quindi accartocciò le spalle e scoppiò a ridere, divertito.

Rise per non piangere.

Anche lui, non piangeva mai.

- Nemmeno io sono lontanamente forte come Naruto. Il trucco è non farglielo sapere. Tanto, inutile com’è, non se ne accorgerà mai. È troppo impegnato a chiamarci amici. – disse semplicemente.

Lei alzò la testa di scatto, piegandola di lato, lentamente. Sembrava una bambina piccola che considerava con calma tutti i suoi regali, indecisa sul quale scegliere. Solo che, questa volta, davanti a lei c’era solo Sasuke.

Anche lui era un regalo, si disse la ragazza piegando le labbra in un sorriso talmente sfrontato che lo vide arrossire.

Scansò la mano che le stava offrendo in risposta alla sua e di slancio, senza riflettere, lo abbrancò per la vita, stringendolo forte. – Oh, Sasuke. –

Il ragazzo, dal canto suo, fu contento del fatto che Sakura, nello slancio, avesse imprigionato nell’abbraccio anche le sue braccia; altrimenti, non avrebbe potuto fare a meno di rispondere a quella stretta, e fine della storia.

- Ok, ok, va bene. –

La scostò lentamente e le scompigliò i capelli albini.

Infine si allontanò, il capo chino e la mente così confusa che nemmeno la sua infallibile razionalità avrebbe saputo trovare risposta a tutte quelle domande.

 

 

Riaprì a fatica gli occhi, sul ponte avvolto dalla nebbia.

Lei non piangeva mai.

Però quelle erano lacrime.

 

 

 

 

 

 

 

Fine.

 

   
 
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