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Autore: dragon_queen    25/02/2012    1 recensioni
[Transformers Armada e un pizzico di G1]
Eccomi di ritorno con il secondo capitolo della mia fan fiction sui transformers. Sono trascorsi quattro anni dalla precedente avventura. I protagonisti rimangono sempre gli stessi, ma tra le due fazioni di robot ci saranno nuovi elementi. Stavolta Megatron cerca un'arma in grado di mettere il mondo in ginocchio.
Dal Cap. I:
"Kate si guardò intorno ed era circondata dal buio. Era come se fosse in un luogo dove alla luce era proibito accedere e un gelo sempre più pungente si diffondeva in tutto il suo corpo. Ad un tratto sentì delle presenze accanto a lei, da entrambe le parti: si voltò e vide Matt e Will. Era come se i tre stessero facendo lo stesso sogno.
All'improvviso dal buio spuntarono delle luce, probabilmente stelle, le quali brillavano formando un cerchio intorno a loro. Poi un fascio di luce di sprigionò ed illuminò una grande statua di ghiaccio che raffigurava un uomo barbuto con un elmo, uno scudo e una spada. La ragazza aveva già visto quella statua in un libro: era Odino, il dio nordico, padre di tutti gli dei.
Vide una luce provenire da uno dei suoi occhi e improvvisamente l'immagine della statua fu sostituita da qualcosa di molto peggio: sembrava una sorta di cannone laser dalle dimensioni gigantesche che sparava un raggio verso il sole, sino a spegnerlo come la fiamma di una candela..."
Spero di vedere qualche recensione. Saluti
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Generation I
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- Questa storia fa parte della serie 'Transformers Adventure'
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Pesanti e ritmati passi si udivano avanzare per il corridoio semibuio scavato nella roccia grezza. Non si trattava di una sola persona, ma di un gruppo che si dirigeva impettito verso il gate del settore gamma, un'organizzazione segreta del governo.

Giunto davanti al cancello d'acciaio, l'uomo che era in testa al manipolo di ufficiali si fermò, si tolse il cartellino di riconoscimento dal taschino sinistro e lo strisciò nell'apposito apparecchio. Quindi a pochi centimetri si aprì una pulsantiera con dei numeri, sulla quale quello digitò un codice.

Con un fischio, le tre porte antisfondamento si aprirono una alla volta, rivelando quello che sembrava un enorme hangar.

Dentro vi un gran fermento e il personale non si accorse neppure dell'arrivo del gruppetto, il quale si diresse, senza indugio, verso una precisa direzione.

Ben presto l'uomo di trovò davanti il più grande esercito di robot alieni che occhio umano avesse mai visto.

Un ufficiale stava parlando con il capo di questi cosiddetti Autobots, un certo Optimus Prime, il quale se ne stava in ginocchio a fissarlo. Il militare era un certo maggiore Wilson, il responsabile del programma di cui gli Autobots facevano parte, e stava mettendo al corrente il robot dei recenti furti di energia in una centrale idroelettrica.

-Sarà sicuramente opera dei Decepticons- stava dicendo Prime.

-E pare sia compito vostro quello di impedire che ciò accada- disse una voce.

Il maggiore e il robot si voltarono verso il gruppo di nuovi arrivati. L'ufficiale si mise subito sull'attenti.

-Generale!!- intonò.

-Riposo- rispose l'uomo e, rivolto al robot, continuò:

-Avevo capito che questo settore era stato aperto per consentire a voi di catturare gli esseri che chiamate Decepticons e permettere a noi di non doverci più preoccupare di loro-

-Lo faremo se il vostro governo non ci impegnasse altrove- rispose gentilmente il robot.

-In questi anni siete diventati più numerosi, quindi potreste dividervi- riprese malignamente il generale.

-Come siamo noi Autobots cresciuti di numero, anche i Decepticons hanno fatto altrettanto. Se dovessimo dividerci, non vinceremo- rispose saggiamente Optimus.

-Beh, se voi non potete garantire ciò che avete promesso, allora è inutile che rimanete sulla Terra- ribattè l'uomo.

Optimus rimase colpito dalla così tanta arroganza e ingratitudine mostrata da un solo uomo e stava iniziando a spazientirsi. Il maggiore spostava lo sguardo dal robot al superiore e viceversa. Dopo un attimo di silenzio, Optimus si alzò e, mentre se ne andava, concluse:

-Noi siamo rimasti perchè voi ce lo avete chiesto, perchè ci avete “pregato” di proteggervi. Ma se noi decidessimo di andarcene, chi vi proteggerà da loro?- e detto ciò scomparve nell'oscurità, lasciando il borioso generale, per la prima volta, senza una risposta.

 

-Signorina Morrison, siete sicura della vostra scelta?- chiese stupito il responsabile della base osservando il suo fascicolo.

-Si signore- rispose lei.

-Sarebbe uno spreco. Lei è un ottimo soldato che ha superato a pieni voti gli esami alla scuola militare e affrontato in modo egregio gli anni trascorsi nei Marines. È un valido elemento che, nonostante la giovane età, potrebbe tranquillamente entrare in una squadra speciale-

-Ne sono onorata, ma per ora preferisco così. E poi riuscirò a rendermi utile anche da là. Una cosa sola: se avrete bisogno non esitate a convocarmi- rispose la ragazza.

-D'accordo. Manderò una lettera al responsabile dell'hangar poco fuori della base con delle ottime raccomandazioni. Mi prometta però che ci ripenserà. Adesso può andare e buona fortuna-

-Grazie signore- e dopo aver salutato il superiore con un ultimo “attenti”, uscì dall'ufficio.

  
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