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Autore: Vahly    25/02/2012    1 recensioni
Ambientata dopo l'episodio 3x11. Neal e Peter hanno bisogno di appianare le loro divergenze, e di parlare onestamente l'uno con l'altro.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neal Caffrey, Peter Burke
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Note dell’autrice: scritta per il cow-t. Ambientata dopo l’episodio 3x11, non tiene conto di quello che succede dopo.

 

 

Talkin’ about you and me

 

 

 

«Cosa significa?»

«Niente cavigliera… niente di niente. Fra tre mesi, potresti essere libero.»

 

 

Neal non sapeva cosa dire.

Niente più cavigliera. Niente più lavoro non pagato, niente più raggio di due miglia. Forse, niente più White Collar, niente più Peter.

Il respiro gli si bloccò in gola. Quella che avrebbe dovuto essere una notizia grandiosa sembrava invece una specie di incubo.

Non si era neppure reso conto che Diana aveva lasciato la stanza finché non aveva rivolto lo sguardo verso Peter, che appariva senza parole quanto lui.

“Cosa stai pensando, Peter? Che non me lo merito, che non dovrei ricevere un’onorificenza ma essere dietro le sbarre per ciò che ho fatto?” si domandò. “Se me ne andassi, sentiresti la mia mancanza nonostante tutto?”

Avrebbe voluto esternare i suoi pensieri, ma non ne ebbe il coraggio. Cos’avrebbe fatto se Peter gli avesse risposto che non gli importava, che avrebbe anche potuto andarsene non appena la cavigliera gli fosse stata tolta?

Certo, gli aveva detto che per lui contava molto il fatto che Neal si sarebbe costituito. Ma questo non voleva dire che…

Si sforzò di scacciare quei pensieri negativi, e infine rispose.

«Credi che se mi condonassero la pena… potrei continuare a lavorare alla White Collar? Come consulente?»

Peter non rispose subito. «Se è davvero quello che vuoi,» disse infine, «non credo ci saranno problemi. Dopotutto, se stanno prendendo in considerazione quest’ipotesi è proprio grazie all’aiuto che hai dato qui.»

Neal annuì, nonostante quella risposta non fosse affatto ciò che voleva sentirsi dire.

 

 

 

***

 

 

 

La ritrovata affinità tra Peter e Neal sembrò essere svanita nel nulla, una volta che Elizabeth si trovò fuori pericolo.

Peter aveva abbandonato ogni aperta ostilità, ma sembrava aver eretto una sorta di barriera invisibile che Neal non sapeva come attraversare. Si salutavano ogni mattina, si scambiavano convenevoli, ma Peter non aveva più davvero parlato con Neal, da quando la vicenda con Keller si era risolta. E l’ex truffatore avrebbe davvero voluto sapere cosa fare per mettere a posto quell’assurda situazione, ma ogni tentativo di avvicinamento veniva inesorabilmente respinto.

Quando aveva chiesto a Peter come stesse Elizabeth, questi gli aveva detto che andava meglio, e lo aveva ringraziato per l’interessamento. Così come avrebbe fatto con un conoscente, con una persona qualunque che conosceva appena. E quando aveva provato a domandare a Peter se per caso ci fosse ancora qualche problema tra di loro, l’amico gli aveva dato praticamente del visionario.

C’erano momenti in cui Neal pensava che forse non sarebbero mai stati di nuovo affiatati come un tempo. E una parte di lui si domandava se a Peter interessasse o meno che le cose tornassero come prima. La verità era che preferiva non sapere la risposta.

 

 

 

***

 

 

 

Quando Peter iniziò ad occuparsi del primo caso dopo il rapimento di Elizabeth, un trafficante di gioielli contraffatti ricercato in quattro diversi stati, e chiese a Jones di accompagnarlo, Neal sentì la terra mancargli sotto i piedi.

“È proprio finita?” si domandò, ma non disse nulla.

Peter non lo guardò neppure, mentre si allontanava. Così l’ex truffatore si mise al lavoro su alcuni fascicoli che giacevano sulla sua scrivania da giorni, e si preparò ad un’altra noiosa giornata da ufficio, sapendo fin troppo bene che non sarebbe servito a distrarsi.

 

Quando Peter fu di ritorno, nel tardo pomeriggio, Neal aveva preso la sua decisione.

L’agente lo guardò sorpreso, quando varcò la porta del suo ufficio.

«Dobbiamo parlare, Peter.»

«Va bene. Ti ascolto.» Peter gli fece segno di sedersi, e rimase a guardarlo, in attesa.

Neal non si sedette. «Lo so che ho sbagliato, che Elisabeth è stata rapita per colpa mia, e che avrei dovuto pagarne le conseguenze invece di uscirne fuori a testa alta. So di averti deluso, e credimi, mi dispiace

«Credevo che avessimo già chiarito questo punto.»

«Non abbiamo chiarito un bel niente, invece, perché tu continui ad avercela con me!» sbottò Neal. «Continui a non fidarti, e non so più cosa fare. Credi sia stato facile per me? Credi che se avessi potuto tradirti come se nulla fosse, ora non sarei in qualche isola caraibica?»

«Non ho mai pensato che volessi tradirmi,» disse Peter, con amarezza, «ma mi hai mentito. Cristo Neal, sparisce il tesoro del secolo e ce l’hai tu. Come dovrei comportarmi?»

«Lo avevo io, ma non l’ho rubato. Non ho mai chiesto di averlo. E quando mi hai accusato, neppure sapevo che fosse stato Moz. Cosa avrei dovuto  fare, confidarmi con te quando mi davi la caccia già da prima che io stesso sapessi il perché?»

Peter tacque per qualche secondo. «Avresti comunque dovuto dirmi la verità,» disse, e tornò a leggere i suoi fascicoli.

Neal, frustrato, uscì dalla stanza.

 

 

 

***

 

 

 

Quando sentì bussare alla sua porta, erano quasi le undici. Convinto che potesse essere soltanto Moz, Neal aprì la porta senza neppure chiedere chi fosse. Così, quando vide che dall’altra parte c’era Peter, fu a dir poco sorpreso.

«Ehi, ciao,» disse, e si scansò per lasciarlo passare.

«Cosa ci fai qui a quest’ora?» domandò Neal, ancora incredulo.

Voleva evitare false speranze, ma in quel momento gli risultava difficile.

«Io… credo di doverti delle scuse,» rispose Peter. «Oggi, quando sei venuto per parlare, ti ho praticamente ignorato. In effetti, è più di una settimana che ti ignoro, e… beh, non lo meriti.»

Neal sorrise. «È stata El a dirti di venire?»

Peter fece spallucce. «Mi ha fatto capire che sono stato troppo duro. Io… forse se mi fossi comportato diversamente, le cose non sarebbero andate così.»

«Forse,» concordò Neal, «o forse no. Credo che tu abbia ragione. Avrei dovuto dirtelo.»

Peter alzò lo sguardo su di lui. «Se non ti avessi accusato, quando è esploso il magazzino, me lo avresti detto?»

«Vorrei poterti dire di sì, ma la verità è che non lo so,» ammise Neal. «Non volevo tradirti. Ma non potevo tradire nemmeno Moz. Lo capisci, vero?»

Peter annuì. «Sì, lo capisco,» poi gli mise una mano sulla spalla. «Comunque, mi farebbe piacere. Se rimanessi come consulente, intendo. Mi farebbe piacere.»

E Neal sorrise. Quella era la risposta che voleva.

Mise la propria mano su quella di Peter e sussurrò «grazie.»

Forse le cose tra di loro non avevano funzionato per un po’. Ma si sarebbe aggiustato tutto, ora ne era certo.

 

 

 

   
 
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