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Autore: officialkagome    22/06/2003    0 recensioni
Beh, anche questa è stata scritta un pò di tempo fa! Commentate! Storia di amicizia amore e disperazione!^,^!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1

Capitolo 1

Come sempre il solo vederlo le provocò quella strana marea di sensazioni che, in realtà, avrebbe dovuto conoscere molto bene ma, alla fine, non conosceva per niente, tanto la coglieva di sorpresa prendendola e inondandola fino a farle dimenticare tutto il resto. Lui camminava spedito e parlava con il suo migliore amico, ridendo, inconsapevole di provocare quel tumulto impetuoso che agitava il cuore di Suki.

Otohiko, si chiamava, e a lei sembrava bello come il sole che sorge la mattina, come i raggi che bucano le nuvole e irradiano la terra, come le mille sfumature del tramonto.

Lo aveva notato qualche mese addietro, assieme all'inseparabile Satoshi, mentre andava in biblioteca, e sulle prime non le aveva fatto quell'effetto. Poi, piano piano, vedendolo tutti i giorni, aveva cominciato dapprima ad aspettare con impazienza il momento in cui lui, per forza di cose, sarebbe passato davanti alla sua classe, in seguito ad augurarsi che i rari momenti in cui si trovavano nello stesso posto non finissero mai. Ma solo quando per la prima volta la sua vista le provocò quella 'marea' capì di essere innamorata, e non ne fu felice, perché dal primo istante era consapevole di non avere speranze. Lei, Suki Kanzai, non era bella, e nemmeno carina, secondo lei. Prova ne era il fatto che non aveva mai avuto un ragazzo, solo qualche storia di breve durata. Si era sempre sentita diversa, strana, sgraziata, come un brutto anatroccolo, soprattutto nel periodo in cui, per motivi di famiglia, era stata costretta a trasferirsi a Londra. Si chiese se non fosse stata quella la sua rovina. Era molto piccola e a scuola tutti la prendevano in giro per i suoi occhi a mandorla, per il colore della sua pelle…per la sua diversità. Aveva solo un'amica, all'epoca, che si chiamava Jane, ed era scura di pelle…forse stava con lei solo perché era nella stessa situazione…ma la sua amicizia non sembrava falsa…e comunque Suki le voleva bene lo stesso. Ma quel bene non era bastato, e aveva cominciato a mangiare dapprima, per sfogare le sue frustrazioni, poi a fumare.

Ingrassava ed ingrassava ed i genitori, preoccupati, l'avevano portata da un medico, e poi da uno psicologo. Da qui la decisione, un anno addietro, di rimandarla in Giappone, a vivere con la nonna, per non farla sentire tanto diversa dagli altri, per non farla scivolare ancora di più nel baratro.

Era dimagrita di qualche chilo, ma non quanto bastava a farla ritornare del suo peso forma, anche se adesso non ingrassava più e mangiava molto meno rispetto a prima.

Ma quella sensazioni di diversità non era scomparsa del tutto…si era solo affievolita nel suo cuore ed ora la marea l'aveva riportata su, l'aveva fatta riemergere come un vulcano sott'acqua che da un momento all'altro torna in attività e distrugge tutto quello che lo circonda.

Così Suki, sapendo bene che con Otohiko speranze non ne aveva, aveva avuto più volte la tentazione di rimettersi a mangiare…fino adesso era riuscita a trattenersi ma…non sapeva se sarebbe bastato.

Scosse la testa per ricacciare indietro tutti i pensieri, per farli uscire dalla sua mente, per ritornare libera di muoversi senza sentire una mole enorme di tristezza accompagnarla, e tornò in classe.

*****

Miki, sorridendo come sempre quando pensava a Yuu, s'incamminò verso i bagni e non si accorse della ragazza che veniva verso di lei, quindi si scontrarono.

-Scusami!Ero sovrappensiero!- disse, poi si fermò quando vide il viso della ragazza, spento e triste

-e' stata colpa mia- disse questa 'come sempre' pensò.

'Strana ragazza!' disse Miki fra se e se, poi continuò per la sua strada.

Non si sentiva libera nemmeno di passeggiare…era stata di certo colpa sua se aveva urtato quella ragazza prima…era stata colpa sua perché era grassa, e lei lo sapeva.

Avrebbe voluto morire in momenti come quello…si chiese se la morte non fosse l'ultima soluzione.

Arrivata in classe notò qualcosa di strano…c'era un banco in più…

Dopo qualche minuto, assieme alla prof, entrò una bellissima ragazza, che si presentò come Eriko Ayama. Una nuova studentessa. Si mise nel banco accanto al suo e sorridendo le disse

-Piacere, io mi chiamo Eriko!-

Suki non la udiva però…si sentiva così meschina…riusciva solo ad invidiarla, lei però sembrava non avvedersene.

Suki una cosa non poteva saperla, altrimenti l'avrebbe invidiata ancora di più.

Lei era la cugina di Satoshi Miwa…

Eriko, stesa sul suo letto, ripensava alla prima giornata di scuola…e alla sua compagna di banco…le era sembrata così strana, così…così…infinitamente piccola e chiusa nei suoi problemi. Sembrava quasi rassegnata…aveva uno sguardo spento.

Lo squillo del telefono la scosse, rispose

-Pronto!?-

-pronto Eriko, sono Satoshi, certo che non ti sei fatta proprio vedere oggi!-

-Beh scusa ma ho avuto da fare!!!Ma lo sai che il mondo non gira attorno a te, mio caro?- rispose lei con tono sarcastico, poi rise.

-usciamo assieme oggi pomeriggio?- chiese al cugino.

Suki chiuse la porta dell sua cameretta dietro di se e si sedette a terra. Come sempre il suo pensiero andò ad Otohiko…com'era bello…e com'era brutta lei.

Si guardò allo specchio, cercando almeno qualche cosa che si potesse definire bella ma non trovò nulla.

Nessuno le aveva mai detto che i suoi occhi verdi erano molto belli, né che i suoi capelli nero corvino incorniciavano un visino molto grazioso. Nessuno glielo aveva mai detto perché tutti, in lei, vedevano solo la mole, solo quel suo corpo tanto sgraziato.

E, di coseguenza, nemmeno lei riusciva a vedere (o voleva vedere) queste graziosità che la contraddistinguevano.

E ogni sera, nella sua camera, piangeva.

Non devo, non devo mangiare, non devo si ripeteva, ormai sempre più spesso.

*****

Si era davvero divertita quella sera, gli amici di Satoshi erano molto simpatici, non tutti ovviamente. Quel Dan, davvero non lo sopportava, sembrava così noioso!

Uno in particolare aveva attirato la sua attenzione, ed era Otohiko…le sembrava davvero molto maturo, e poi in lui aveva visto qualcosa che le aveva ricordato la sua comagna di classe…come si chiamava?Giusto, Suki.

'Chissà se si conoscono?- pensò.

Si ritrovò, più tardi, e ripensare a Suki. Da quel che aveva capito lei, le sembrava molto sola, e la capiva…la capiva bene. Di sicuro non era ben vista perché era robusta. Ne conosceva di persone così, fragili, che si chiudevano ancora di più in se stesse per paura di dire o fare qualche cosa di sbagliato con la gente 'normale'.

Eriko odiava la parola 'normale', perché non aveva senso. Nessuno è normale, nessuno è diverso, tutti però sono simili e differenti insieme. E odiava chi, nella sua boriosa presunzione, credeva di avere il diritto di prendere in giro tutti, non rendendosi conto del male che faceva. Come i bambini piccoli, che non sanno, quando prendono in giro un compagno, quanto dolore, quanta rabbia provocano. Decise che voleva diventare amica di Suki.

*****

-Ehi Kanzai!- si sentì chiamare Suki durante la ricreazione. Lei non portava il pranzo, per non mangiare troppo, ma non riusciva a vedere gli altri banchettare, e di solito si isolava e andava in terrazzo.

Quel giorno la nuova, Eriko, l'aveva seguita.

-Che ci fai qui?- le chiese sorridendo. Suki la guardò torvamente per qualche attimo…che voleva da lei???Prenderla in giro, come gli altri?

-Niente, sto….- rispose in un soffio sedendosi. La ragazza si sedette accanto a lei.

-Ti capisco…- cominciò -capisco quello che provi, ti senti diversa è vero? L'ho capito da come ti comporti, da come guardi gli altri…da come sei triste. Mi piacerebbe aiutarti…davvero.- concluse, poi le sorrise dolcemente.

Suki era pronta a qualsiasi discorso paranoico sul cibo, sulla bulimia, sulla normalità, ma non era pronta a quel sorriso sincero, e allora cominciò a piangere.

Tornarono in classe al suono della campana, ridendo. Suki aveva ancora gli occhi un po' rossi, ma nessuno sembrò accorgersene.

Poco dopo, sulla porta, si fermò Otohiko, salutò Eriko ed entrò.

La marea pervase Suki portandola al largo, affogandola quasi, il cuore sembrava scoppiarle…non l'aveva mai visto da così vicino. Si fermò accanto al suo banco.

-Ciao Eriko! Io e Satoshi pensavamo, se ti va, di andare in pizzeria stasera!Ci stai?-

Eriko sorrise al ragazzo

-Mi spiace ma ho un impegno con la mia amica Suki stasera…dobbiamo andare al cinema insieme!-

Suki sobbalzò…era vero che dovevano andare al cinema ma…Eriko stava rifiutando un invito a cena per lei?

-Non preoccuparti!Ci andrò da sola!- esclamò imbarazzata 'come sempre' finì in un soffio, in modo che nessuno la udisse. Soprendendo entrambe Otohiko disse

-No!Perché!?Vieni anche tu!-

Panico…non voleva…che la vedesse mangiare…

-Non è il caso…-

Eriko, pensando che quella fosse una buona occasione per farla uscire dal suo guscio, insistette fino a quando, dopo qualche minuto, Suki capitolò…

Quel pomeriggio, insieme, andarono a fare compere, e parlarono tanto.

Suki comprò qualche maglietta e un paio di pantaloni, dietro consiglio di Eriko, che le stavano davvero bene, anche se lei non poteva, anzi non voleva accorgersene.

Non sapeva se dirle o meno del suo amore per Otohiko, anche se, alla fine, quel pomeriggio parlò sempre di lui. Per la prima volta dopo tanto tempo, rideva senza pensare a niente di triste, rideva con un'amica…per la prima volta dopo tanto tempo, aveva un'amica. Incontrarono anche Satoshi, che si fermò con loro per qualche ora, e assieme si divertirono molto. Fu uno dei momenti più felici per Suki.

La sera arrivò in un lampo, e i quattro andarono in pizzeria. Sfortuna volle che, nello stesso locale, cenassero anche Meiko e il suo ragazzo Nimura, un prof che aveva conosciuto a scuola. Eriko aveva spiegato a Suki la storia di Satoshi, per cui adesso il ragazzo era torvo e nessuno osava rivolgergli la parola.

Quella che però preoccupava di più Eriko era Suki. Conosceva Satoshi e sapeva che, presto, si sarebbe ripreso, ma la ragazza, al contrario di quel pomeriggio, stava zitta e non sembrava a suo agio…cominciava a chiedersi perché.

Furono raggiunti, sul tardi, da Miki Yuu e Arimi, venuti a trovare Meiko ma rimasti con loro per non disturbare i due piccioncini.

L'atmosfera si fece molto più rilassata, anche se Suki continuava a tacere imbarazzata, e sorrideva solo a volte, e mai davvero, Eriko ne era certa.

Anche Miki, che ricordava il suo precedente incontro con la ragzza, capì che qualche cosa non andava.

La cena finì poco dopo, Otohiko e Satoshi accompagnarono Suki a casa assieme ad Eriko, a poi si allontanarono nell'oscurità.

-che serata di merda!- pensò Suki.

Il giorno dopo Eriko la rimproverò aspramente

-Ma che ti è preso ieri!? Non sei stata molto di compagnia devo dire!- urlò quasi.

-Beh ecco io…- cercò di biascicare Suki, ma un fiume di parole (& Parolacce!) la invase.

-Basta!Siamo state invitate ad una festa fra due settimane a casa di Satoshi!Vedi di essere più amichevole!- esclamò la ragazza, poi sorrise ed abbracciò l'amica

-Non devi più fare così- sussurrò.

-ok- disse l'altra.

Decise che avrebbe fatto una dieta…voleva essere carina per il giorno della festa…carina e desiderabile…solo per Otohiko…

Una volta la sua amica le aveva consigliato un modo per mangiare lo stesso ma non ingrassare anzi perdere peso…non era molto…fine…ma andava bene lo stesso.

Satoshi sopsirò infelice…così Meiko era tornata con Namura…non c'era proprio speranza per lui?

Eppure erano stato così vicini quella sera…ricordare, lo sapeva, gli avrebbe fatto male, ma non se ne curò…

-Ciao Satoshi!Che combinazione trovarti qui!- gli disse sorridendo

già…una combinazione, il fatto che lui passasse quasi due ore sotto casa di lei tutte le sere, nella speranza di vederla uscire…

-Cosa succede Meiko…hai gli occhi rossi…- le disse lui posando un dito sotto il suo mento per farle alzare la testa.

-Niente- rispose lei brusca, scostandosi di scatto.

Ma Satoshi aveva capito…lei aveva pianto…ancora per colpa di quel Namura.

-Vieni con me a fare un giro?- le aveva proposto.

-ecco…io…ok- aveva alla fine detto Meiko…non gli era mai sembrata così bella.

Erano andati in un parchetto accanto casa di lei, e si erano seduti.

-Non puoi fingere ancora a lungo Meiko- aveva improvvisamente detto Satoshi

-hai pianto…e per colpa di Namura..vero?-

Lei lo guardò smarrita, poi cominciò ancora a piangere

-Lui…lui…ha detto che non mi vuole più…che…sono una bambina…- singhiozzò.

Come poteva lasciarsi scappare un angelo come Meiko? Come poteva essere così ottuso? Satoshi gli avrebbe volentieri spaccato con un pugno il setto nasale.

Invece abbracciò la ragazza più forte

-Non sei una bambina…sei meravigliosa…-

-Oh Satoshi…perché non m'innamoro di te?- chiese lei in un soffio -perché non ci riesco?…-

-Non ci riesco?- ripetè lui…vuol dire che…che ci stava provando?

-Suuuuki!- la chiamò Miki, correndo verso di lei.

Negli ultimi giorni erano diventate amiche, grazie anche all'intervento di Eriko, e spesso uscivano insieme, quando ovviamente non c'era Yuu!

-Da dietro non ti avevo riconosciuta!Ma quanto sei dimagrita?-

-Qualche chilo…-

-Come hai fatto in così poco tempo Suki?- chiese seria Miki.

-una dieta…una dieta miracolosa…- rispose l'altra impacciata, poi andò via.

Nessuno deve sapere, nessuno capirebbe, ne sono certa…e mi obbligherebbero a tornare ad essere una cicciona…

-Eriko…sono preoccupata per Suki- disse Miki, appoggiata al tavolino del bar, guardando l'amica negli occhi.Arimi annuì e disse

-E' dimagrita troppo e…troppo in fretta…non vorrei che…-

-Su!Non siate così pessimiste!Si sarà messa sotto con la dieta, ma niente di più! Non trovate stia meglio??-

-Oh, questo è sicuro ma…boh…avrai ragione…- sussurrò Arimi.

La data della festa si andava avvcininando.

Era successo di nuovo…avevano di nuovo litigato.

Meiko si disse che ormai era impossibile continuare a stare con Na-chan!

Era così…impossibile a volte! E nella sua mente, prepotente, tornò l'immagine di Satoshi…perché non riusciva ad innamorarsi di lui? Lui era così diverso da Namura…gentile e premuroso…e dolce…come quella sera…

-Oh Satoshi…perché non m'innamoro di te?- chiese lei in un soffio -perché non ci riesco?…-

-Non ci riesco?- ripetè lui…

-Io ci sto provando Satoshi…davvero!!!- ripetè lei fra le lacrime.

Lui non disse niente. Le accarezzò la guancia e poi la baciò.

E a lei quel bacio non dispiacque, per niente…

Capitolo 2

Finalmente il giorno della festa era arrivato, Suki, continuando la 'dieta' aveva perso 7 chili in due settimane. Adesso era magra,si, ma il suo viso non splendeva più come prima, e il suo sorriso sembrava morto…

Comprò un vastito molto aderente, che lasciava scoperte le gambe, ormai quasi perfette, e adoperò parecchio fondotinta per coprire le vistose occhiaie.

Se non fosse stato per Otohiko probabilmente quella sera sarebbe rimasta a casa…non si sentiva troppo bene…

Eriko si guardò allo specchio, cercò di sorridere ma non ci riuscì…qualcosa non quadrava. Perché Suki era dimagrita così tanto in sole due settimane…e come aveva fatto? Stava cominciando a preoccuparsi anche lei, come Miki e Arimi, anche perché Suki…Suki non sorrideva più come prima. E il suo viso era smunto…aveva perso quell'alone di grazia che prima la contraddistingueva malgrado i chili in più.

Obiettivamente stava bene, adesso, ma solo nel fisico. Il viso e il carattere avevano risentito molto della 'dieta' che aveva fatto.

Dieta che, a dirla tutta, non aveva mai rivelato a nessuno…fatto sta che aveva addirittura (sempre durante la dieta!) cominciato anche a mangiare a scuola, durante l'intervallo.

Si dette una pacca sulla guancia e chiuse gli occhi, sforzandosi di scacciare un brutto presentimento…Suki era intelligente, quindi non c'era da preoccuparsi.

E adesso bisognava prepararsi per la festa, fra poco Otohiko sarebbe passata a chiamarla, e quindi, assieme, sarebbero andati a prendere Suki.

Nella strada che costeggiava la casa fu difficilissimo trovare posto, era strapieno di auto e moto, evidentemente invitati!

Suki, Eriko e Otohiko parcheggiarono un po' più lontano, poi si recarono a piedi in casa Miwa.

Ad accoglierli ci fu Satoshi, raggiante, mentre all'interno la musica rimbombava e le luci psichedeliche davano un effetto allucinogeno spaventoso…

-Ciao Satoshi!- lo salutò Eriko, ma il cugino non la sentiva

-Suki!Cosa ti è successo? Ti è passato sopra un tir?- esclamò sorpreso Satoshi, squadrando il corpo della ragazza

-Comunque stai…- cominciò a dire salendo con lo sguardo verso il viso -…benissimo…- ma l'ultima parola la sussurrò, quando si accorse del pallore della ragazza, che con un sorriso tirato, lo stava osservando.

Quando questa fu entrata Satoshi avvicinò Otohiko

-vedi di farle mangiare qualcosa- gli disse, l'amico annuì, poi prese Suki e la spinse verso il buffet.

Satoshi rimase a parlare con Eriko.

-Sai cugina…credo che Meiko non verrà…è tornata con Namura…hai visto?-

-Si ho visto ma la speranza è l'ultima a morire no? E poi sicuramente verrà, vedrai, resta comunque una tua amica, non scordarlo mai!-

Satoshi abbassò lo sguardo, triste

-Non so se mi basterà…- sussurrò, poi chiuse la porta. Poco dopo, però, si sentì il campanello suonare a lungo.

Era Meiko.

-Ciao Meiko…sei venuta?-

-Non mi volevi?-

-Sai bene che non è così…accomodati-

Eriko sorrise, così alla fine era arrivata? Ma dove si erano cacciati Suki e Otohiko??? Non li vedeva più!E lei non poteva certo restare con Satoshi e la sua bella!

-Eriko!- si sentì chiamare…

-Oh no…- esclamò vedendo Dan sopraggiungere…si prospettava un'orribile serata!-_-

Otohiko osservava Suki mangiare…non sembrava le mancasse l'appetito…eppure…come aveva fatto a dimagrire così tanto? Non che adesso stesse male, tutt'altro, ma le mancava quella lucentezza, così caratteristica, che aveva prima…quando sorrideva, quando taceva per imbarazzo. Si ritrovò a pensare che fosse più bella con quei chiletti di più.

Suki, intanto, si era accorta che il ragazzo la fissava

-ho qualcosa sul viso?- disse preoccupata

-Oh…no..no- fece lui

-se vuoi scusarmi un secondo io…dovrei andare in bagno…- fece lei, e si allonanò di fretta.

-torno subito, aspettami!- disse prima di sparire. Lui annuì, sovrappensiero.

-sembrava quasi…mi stesse studiando- pensò Suki, appoggiata alla porta del bagno

-non è che…e se avesse capito?no…non può essere…nessuno conosce il mio segreto-

terminò.

Poi guardò il water

-a noi due…- disse, cercò di sorridere ma non ci riuscì.

Meiko e Satoshi, in silenzio, salivano i gradini che portavano al piano di sopra.

Era la prima volta che la ragazza gli faceva visita e, cogliendo l'occasione, Satoshi l'aveva invitata a fare un giro delle camere, per restare solo con lei.

Arrivarono nella sua camera da letto. Era ampia e arredata con gusto, luminosa e molto pratica, a Meiko piacque subito

-complimenti Satoshi…è molto bella!- disse, poi si voltò e sorrise.

Quel sorriso, Satoshi, lo amava, sarebbe stato a guardarla sorridere per delle ore…

-Meiko…- sussurrò prendendo fra le dita una ciocca dei suoi bellissimi capelli -sei molto bella anche tu…-

La ragazza arrossì…

Eriko sbuffò…impossibile!Già da qualche ora stava parlando con questo borioso (anzi, per la verità parlava solo lui!) e lui non accennava certo ad andarsene!

Se solo avesse visto Suki o Otohiko! Se solo l'avessero salvata da quel fiume di inutili paroleeeee!!!

Aveva anche mal di testa, oltretutto!!!

-aiuto…-mormorò portandosi una mano alla testa per massaggiarla.

-Eccomi di ritorno…scusa se ci ho messo tanto!- disse Suki tornando. Otohiko, però, continuava a fissare un punto imprecisato, e annuiva sovrappensiero.

-ehi?- lo chiamò la ragazza, lui si voltò di scatto e sorrise

-scusami…stavo pensando ad altro!- disse

Com'era bello…Suki, malgrado si sforzasse di non amarlo, per paura di non soffrire, si trovava sempre più invischiata in un sentimento forte, bello ma doloroso, che le attanagliava il cuore, che non la faceva dormire. Spesso, la sera, le veniva all'improvviso in mente mentre sorrideva, quel sorriso che le scioglieva il cuore, quel sorriso che le rivolgeva così di rado…certo, grazie ad Eriko, adesso lo conosceva,e le sorrideva di più…ma a lei quel sorriso non bastava…lei voleva un sorriso speciale…

Si chiese come sarebbe stato avvicinarsi a lui e baciarlo…

******

Meiko si sedette sul letto, imbarazzata. Non sapeva davvero che pesci pigliare…non si aspettava di stare così bene in compagnia di Satoshi!

Lui, dal canto suo, sapeva che il suo sentimento si andava via via rafforzando, invece di affievolirsi, e ne era felice. Sapeva che forse, un giorno, sarebbe giunta la sua possibilità e lui, di certo, non se la sarebbe fatta scappare.

Poi pensò che forse quel giorno era già arrivato…

Si avvicinò allo stereo e lo accese. Subito, nell'aria, le dolci note di una romantica melodia si diffusero, fino ad arrivare alle orecchie (e al cuore, o così almeno Satoshi sperava) di Meiko.

-Bella canzone- disse solo lei. Ma lui, Satoshi, gliela dedicava con tutto il cuore.

…Nella buona sorte, nelle avversità

nelle gioie e nelle difficoltà

ovunque tu sarai…io ci sarò…

-Sai Meiko- sussurrò Satoshi avvicinandosi alla ragazza e posandole una mano sulla guancia

-è vero…io per te ci sarò sempre, quando avrai problemi, quando vorrai piangere, quando vorrai ridere…vorrei solo che tu te ne accorgessi…-

-Ma io già lo so, Satoshi- rispose la ragazza sorridendo dolcemente

-lo so bene…e vorrei anche io essere tutto per te ma…amo Namura…purtroppo lo amo ancora e non posso farci nulla…spero solo…di potermi innamorare di te un giorno-

Satoshi non disse nulla, ma avvicinò il viso a quello di lei e la baciò. Lei non fece nulla per ritrarsi da quel bacio che, forse, desiderava con tutto il cuore.

Otohiko, guardando Suki ridere, pensava a quanto il suo viso fosse stato bello un tempo. Un tempo nel quale probabilmente si sarebbe innamorato di quella ragazza timida ma solare…un tempo passato.

Adesso sembrava quasi il fantasma di ciò che era prima. Anche se si era truccata le occhiaie erano lo stesso visibili, come l'infossamento sulle guance…inutile negarlo…il ragazzo cominciava seriamente a preoccuparsi.

Come un lampo, per un attimo, nella sua mente comparve il viso di Eriko? Ma che fine aveva fatto?

Yuu ballava teneramente abbracciato con Miki, che beatamente sorrideva.

-Starei così a ballare tutta la sera amore mio- le sussurrò all'orecchio, lei rise

-anche io…ti amo Yuu…-

Quando la musica finì i due si sedettero vicini, sul divano, tenendosi per mano.

Miki era così felice…finalmente tutto, con Yuu, si era aggiustato…c'erano stati dei problemi, e il pericolo di perdersi per sempre, ma alla fine il loro amore aveva trionfato…

A volte lo guardava dormire per ore, provando dei sentimenti così belli che le parole non bastavano per esprimerne nemmeno la minima parte.

E, a volte, si chiese come sarebbe stato essere madre di un figlio. Il LORO figlio…

Yuu la baciò sulle labbra, e quel contatto dolce e tenero la riportò al presente, al suo splendido presente.

-Miki…io devo scappare…ho da sbrigare una commissione…non ti arrabbi vero?-

-figurati amore…ci vediamo a casa?-

-ci vediamo a casa-

Yuu si alzò, fece per allontanarsi ma si voltò e tornò indietro quasi di corsa, si avvicinò a Miki e le sussurrò, a fior di labbra

-dimenticavo-

poi un altro bacio, e un altro ancora…

'Sono stata fortunata' pensò Miki, felice.

Eriko, ormai al limite della sopportazione, aprì di nuovo gli occhi e sorrise forzatamente.

-e così hai vinto la tua decima medaglia giusto?- chiese, poi si voltò e vide Miki su un divano

'SALVAAAA!' pensò, si congedò da Dan, insoddisfatto perché aveva ancora da raccontargli la storia delle sue altre dodici medaglie, e si lasciò cadere sul divano.

-Dio Miki, non sai che ho passato!- esclamò stremata rivolta all'amica, che rise

-oh…e non hai sentito la storia della sua sedicesima medaglia…- disse, poi si guardarono un attimo negli occhi e scoppiarono a ridere insieme.

-Eriko…- la richiamò Miki dopo qualche tempo, aveva un'espressione molto seria

-dov'è Suki?-

-Non so…è scomparsa con Otohiko!Chissà quei due…- rispose Eriko con tono cospiratore, ma Miki non colse la battuta.

-Ha mangiato stasera?-

-Non ne ho idea…-

-credo proprio che con quella dieta abbia esagerato…-

-lo credo anche io ma…lei è intelligente, non credo abbia fatto qualcosa che poteva minimamente nuocerle…-

-Questo è vero, ma a volte per la disperazione si fanno tante cose che, in tempi normali, non si sarebbero mai sognate di fare…credimi…-

Eriko si limitò ad annuire in silenzio…adesso Miki stava facendo preoccupare anche lei…

******

Satoshi, piano, fece stendere Meiko sul suo letto, poi si stese accanto a lei…era bellissima…

non sapeva se lo stava solo ingannando, se si voleva divertire con lui…ma non le sembrava il tipo…

Lo sai

tu mi hai messo nei guai

i miei occhi sono isole

dove non viaggi mai

[…]

Meiko…io ti amo così tanto…ma tu puoi provare lo stesso per me? Puoi viaggiare nei miei occhi come io faccio nei tuoi?

Un gioco che non vinco mai

il mio sbaglio più grande

che rabbia che mi fai.

La trappola dei giorni miei

sei il mio sbaglio più grande

ma che rifarei.

Forse è vero, fissarmi con te è stato uno sbaglio, ma uno sbaglio così dolce che non mi stancherei mai di ripeterlo…mai!

Satoshi, lentamente, accarezzava Meiko che sembrava non sottrarsi a quella passione, e a quell'amore.

Piano la mano di Satoshi le passò sul seno…

Meiko non sapeva cosa fare…non riusciva a pensare…una parte di lei desiderava tanto che Satoshi non si fermasse, un'altra le ricordava di Namura…ma lei non aveva la forza di resistere…

-Satoshi, non fermarti ti prego- sussurrò, il suo respiro e quello del ragazzo si fecerò più veloci…

-Non lo farò se tu non vuoi…- rispose lui, sbottondando la sua camicetta…

-AAAAHHHHHH!- Un urlo, dal basso, due, rumori e voce concitate. Ma che diavolo stava succedendo?

Satoshi si alzò, contrariato, e mugugnò

-ma che diavolo stanno combinando?-

Meiko si riabbottonò la camicetta

-sarà meglio scendere- disse…forse quell'interruzione era stata un bene.

'Forse adesso devo dirglielo…devo dire a Otohiko che mi piace…' pensava Suki, guardando il ragazzo davanti a lei, che le stava porgendo un drink.

'adesso sono magra, forse, forse potrei piacergli…ma che fare?'

Non lo sapeva davvero, che fare. Una parte di lei desiderava con tutto il cuore aprirsi, nella speranza che il suo sentimento divenisse, così, meno dolorso. Ma l'altra, l'altra credeva che, aprendosi, si sarebbe aperta anche una ferita ben più dolorosa…a chi dare retta?

Si sentiva come in un vortice, un vortice che girava sempre più veloce, e che la lasciava indietro.

Sentiva che non aveva più il controllo del suo corpo, come se la sua anima fosse uscita e stesse vagando da lontano osservando la scena…

Il vortice…non faceva più in tempo a seguirlo…cominciava a farle male la testa…e il ventre…le gambe le tremavano…

-Otohiko io…io…-

-dimmi…ehi Suki, ti senti bene…-

-io…io ti…- TI AMO!voleva gridare, ma ormai non aveva più il controllo di se stessa…

-io ti..ti…-

-SUKI!-

il vortice ormai girava e girava, e si lasciò vincere, cadde a terra e poi fu buio.

-SUUUKI!!!!- fu l'ultima cosa che capì, poi grida, poi silenzio…

******

-Cosa diavolo è successo?- chiese Satoshi quando scese in salone

-Miwa! Miwa!- gli venne incontro una ragazzina

-Sempai-Kanzai ha perso i sensi!Chiama l'ospedale!-

Cosa?

Da lontano vide Eriko e Miki piangere…

Capitolo 3

 Si prese il viso fra le mani e sospirò…non gli era mai piaciuto l’ospedale, forse da quando sua madre era morta, e l’ultimo ricordo che aveva di lei era quell’odore penetrante di alcool etilico disinfettante e quel letto bianco…e quel lenzuolo sul suo viso, ovviamente.

Otohiko si chideva cosa poteva essere successo a Suki…era lì, davanti a lui, perfettamente…sana…poi aveva cominciato a boccheggiare, come se le mancasse l’aria, poi era caduta a terra priva di sensi…e il tutto in poche frazioni di secondo.

Era davvero preoccupato, come tutti gli amici della ragazza che lo avevano seguito in ospedale.

Povera Suki…chissà se aveva ripreso i sensi…chissà ora come stava…chissà…chissà…

Questo senso di impotenza lo rendeva nervoso, molto nervoso. E poi, i ricordi che quell’avventimento aveva risvegliato, erano così dolorosi che aveva voglia di gridare, di urlare, di sbattere la testa al muro, pur di non pensarci…pur di non avere niente in testa.

Il litigio fra i suoi…lui era molto piccolo ma lo ricordava così nitidamente…sua madre era stufa del fatto che il padre beveva spesso, troppo spesso. E così ogni sera c’era un litigio, e ogni sera sembrava più violento di quello della sera precedente. Otohiko si nascondeva sempre nella sua camera, e si tappava le orecchie per non sentire, per cercare di fingere, per autoconvincersi che non stesse succedendo nulla. Lui non capiva perché accadesse tutto ciò, suo padre era una brava persona, quando non beveva, e anche la mamma era dolcissima. Poi però, ogni tanto, il papà gridava e urlava, la mamma diceva che era ancora ubriaco e urlava a sua volta, più forte, e Otohiko sentiva i suoi tumpani rompersi, insieme al suo cuore. Poi, l’ultimo litigio, le urla, sempre più forti…poi…la crisi cardiaca…sua madre che boccheggiava portandosi la mano al cuore…poi la corsa…la corsa in quel maledetto ospedale…e poi sua madre, e il lenzuolo sul suo viso, ovviamente.

-Chissà cosa ha avuto…- sussurrò Eriko, mentre stringeva più forte la gonna con le mani, chiuse a pugno sul ginocchio.

Una lacrima le scendeva sulla gota, altre premevano per uscire ma lei le trattenne, era tutto già abbastanza opprimente così, senza che lei piangesse, e di conseguenza anche Miki.

Non sapeva davvero cosa poteva essere successo…sembrava tutto a posto!Sembrava stesse bene!Forse aveva qualche strana malattia fin dalla nascita, forse era stato solo un mancamento perché non aveva dormito molto, forse…

In tutti questi forse, una sola parola era certa, e gironzolava con insistenza nella mente di Eriko.

‘dieta’

“…a volte per la disperazione si fanno tante cose che, in tempi normali, non si sarebbero mai sognate di fare…credimi…”

Maledizione adesso Miki aveva contagiato anche lei!!!

Non poteva essere, di sicuro! E poi, insomma, una come Suki, brillante negli studi e con una spiccata intelligenza, non poteva avere fatto una cosa così stupida come non mangiare!E poi Otohiko aveva detto di averla vista mangiare…

E poi, perché?Perché cominciare adesso una dieta…

Miki strinse il cellulare fra le mani, guardandolo con occhi socchiusi, annebbiati dalle lacrime.

Rifece il numero, che conosceva a memoria, senza neanche cercarlo in rubrica.

…l’utente da lei chiamato potrebbe avere il cellulare spento…

Non era da Yuu, per niente, lui lasciava sempre il cellulare accesso, in modo che lei potesse raggiungerlo in qualsiasi momento…

Adesso che ci pensava da un po’ di giorni lo sentiva distante e distaccato…

-Basta Miki, basta…stai solo facendo ipotesi pessimistiche che,soprattutto adesso, non giovano a nessuno…- si disse.

Suki giaceva nel letto, e loro non sapevano nemmeno se si era riavuta, se era stato un malessere di passaggio o qualcosa di più grave.

Suki, adesso che ci pensava un po’, Miki la conosceva da poco, da molto poco.

Eppure le sembrava di conoscerla da sempre, anche se, in realtà, i suoi problemi non li conosceva, e se ne rendeva conto solo ora…

Meiko si strinse di più a Satoshi, che le passò un braccio dietro le spalle come per proteggerla.

-Sei preoccupato?- chiese la ragazza

-abbastanza, non posso negarlo…- rispose lui scuotendo il capo.

D’altra parte, anche se non erano grandi amici, lui e Suki si volevano comunque bene, o così almeno pensava lui…

-A cosa credi sia dovuto il suo…malessere- continuò lei guardando per terra.

Le sembrava tutto così strano…lei qualche idea ce l’aveva, anche perché aveva parlato con Arimi e Miki, ma non voleva crederci.

Un sussurrò, quasi inudibile, uscì dalle labbra del ragazzo.

…dieta…

-Non lo so- continuò poi con voce più alta.

-Arimi- la chiamò Miki distogliendola dai suoi pensieri, o meglio, dal suo pensiero –credo che aspettare qui fermi sia inutile, camminiamo un po’, ho già detto a Otohiko di avvisarci se ci sono novità.

La ragazza con i capelli azzurri annuì…forse era meglio.

-si, però cerchiamo un telefono, voglio avvisare casa che farò tardi e voglio sentire Ginta…-

Miki la guardò, solo, poi si girò e cominciò a camminare. Anche lei voleva disperatamente sentire Yuu, perché non riusciva a trovarlo, a contattarlo???

-Satoshi devo parlarti- esordì Meiko schiarendosi la voce. Già dal tono il ragazzo capì che non sarebbe stata una discussione piacevole.

-Dimmi…- si ritrovò tuttavia a rispondere.

-Ecco vedi…malgrado stasera tra noi ci sia stato…qualcosa…e questo non posso negarlo, tu sai che io sto insieme a Namura, e mi sento già abbastanza in colpa per averlo tradito baciandoti…quindi non credo sia il caso di rivederci più…da soli…perlomeno…-

-Io non ti capisco Meiko, davvero- disse Satoshi sorridendo freddamente

-prima, se non fosse successo questo- e indicò la stanza dove giaceva Suki –l’avremmo fatto, e non cercare di dire che non è vero, lo sai anche tu. L’avremmo fatto, e anche tu lo volevi…-

-Basta!Basta per favore…è stata solo…la foga del momento e lo sai…sai che io amo Namura…-

nel dire questo la ragazza si chiese ma in realtà, io lo amo ancora? ma cacciò via quel pensiero agitando il capo.

-io amo Namura…- ripetè, più rivolta a se stessa che al suo interlocutore.

‘Maledizione…io lo sapevo…lo sapevo!Eppure…perché negarlo?Ho sperato…speravo che lei lasciasse Namura per me…ma evidentemente è impossibile...ma allora si è solo divertita con me?Solo questo?’ si chiedeva intanto Satoshi…voleva sapere.

La domanda gli salì quasi spontanea alle labbra

-allora perché?Hai voluto ferirmi?Volevi divertirti?Perché Meiko?-

La ragazza non disse nulla, ma il suo sguardo, pieno di rancore, gli fece capire di aver sbagliato in pieno…

-scusa…- disse, ma la ragazza lo fermò con un cenno

-credi quello che vuoi…a me sinceramente non importa più…- sussurro, poi si alzò e andò a sedersi accanto a Eriko.

 ‘Ecco…ancor prima di averla l’ho persa…ma se non voleva solo passare del tempo con me…perché adesso mi rifiuta, rifiuta me e il mio amore? E se avesse paura? Paura di lasciare Namura, paura di provare a stare con me? D’altra parte lei e Namura stanno insieme da tanto…e con me sarebbe tutto diverso, perché io sono diverso. Forse le fa paura lasciare un rapporto che conosce bene per uno che non le dà sicurezza. Come potrei farle capire che io, invece, potrei darle molto di più di quel tipo!!!Eppure prima non sembrava avere paura…sembrava amarmi, come l’amo io. Forse sono stato troppo duro con lei, ma mi sono sentito ferito anch’io…e adesso ho paura di averle fatto troppo male, di averla persa per sempre…come devo fare?Come?!?’

In quel momento si aprì la porta della stanza e il dottore uscì, con una cartellina in mano.

Si tolse gli occhiali da vista, guardò i ragazzi davanti a lui, visibilmente preoccupati, si schiarì la voce e cominciò a parlare

-allora…-

*****

Arimi abbassò la cornetta…si sentiva meglio, molto meglio, ora che aveva sentito Ginta. Lui, che non era andato alla festa perché malato, cercò di consolarla e le promise che, l’indomani, l’avrebbe portata in un bel posto e poi sarebbero andati a trovare Suki.

Miki sorrise pendando a quanto i due stessero bene insieme…erano quasi…quasi come lei e Yuu.

Fu allora che rispensò a lui, e una fitta di dolore la trapassò velocemente…perché aveva spento il cellulare?Non voleva forse che lei lo trovasse???Era forse con un’altra?Si…era questo il motivo del suo distacco degli ultimi giorni…

Miki s’impose di non essere precipitosa…Yuu l’amava e glielo aveva dimostrato in mille modi, doveva fidarsi di lui…

Non poteva essere vero…non poteva!

Arimi le sorrise, e cercò di non sembrare più angosciata di quanto in realtà nn fosse, ricambiò il sorriso e si voltò di spalle.Il medico era uscito e stava per parlare con gli altri.

Spinse allora Arimi, costringendola quasi a correre.

Yuu sospirò piano, come preoccupato, ma non smise di sorridere alla donna accanto a sé. Miki, lo sapeva bene, non avrebbe capito, se li avesse visti…e d’altro canto, nemmeno lui sapeva bene il perché di quella visita. Aveva sentito il bisogno di vedere Yui, e l’aveva fatto.Da quanto tempo non si vedevano?Eppure era una delle donne più importanti della sua vita…quella che l’aveva sempre appoggiato, quella che non si era mai tirata indietro nei momenti di difficoltà malgrado la sua giovane età…. Si chiese come avrebbe reagito la sua Miki se le avesse raccontato tutto.Tutta la storia di lui e Yui…la ragazza che ora gli stava accanto e gli sorrideva amorevolmente…Miki…come l’avrebbe presa sapendo tutto? Scosse il capo, piano. Decise che preferiva non sapere.

*****

Videro il medico accanto ad Eriko ed affrettarono il passo, desiderose di conoscere le condizioni di Suki. Arimi strinse più forte il braccio di Miki che, come incantata, osservava le espressioni dei presenti. Meiko e Satoshi, ora distanti l’uno dall’altra, avevano lo stesso sguardo, preoccupato e triste, che ogni tanto però scintillava di rabbia profonda. Spostò lo sguardo su Eriko, sull’orlo di una crisi di pianto. I suoi occhi gonfi altro non tradivano che paura…pura paura…

Otohiko, invece, aveva un non so che di strano nello sguardo, un misto di sgomento, attesa, angoscia e…nostalgia…anzi, ricordi dolori e passati che tornano.

Miki si chiese come sarebbe stato lo sguardo di Yuu, se fosse stato lì con loro, e una dolorosa lacrima cominciò a martellarle gli occhi. Si costrinse ad ascoltare quello che il dottore, un uomo distinto ma del tutto impersonale, diceva con tono freddo

-allora…- esordì –la vostra amica è fuori pericolo, per ora, lo svenimento è stato causato dall’eccessiva debolezza, a sua volta provocata da una precaria se non mancata alimentazione.-

L’incubo di tutti era stato tragicamente tramutato in realtà, e una parola che prima osava affacciarsi solo nei pensieri più bui ora passava alla luce, da bocca a bocca, sussurrata ritmicamente, quasi come in trance, alla stregua di un lamento.

…dieta…

-Inoltre…- la voce fredda riportò tutti alla realtà, per quanto tragica fosse –abbiamo riscontrato arrossamenti, lesioni e un’infezione all’altezza dell’esofago…-

silenzio, questa volta dovuto a insicurezza. Quasi nessuno aveva udito, e i pochi che l’avevano fatto non avevano capito a cosa servisse quell’informazione, detta proprio in quel momento.

-Questo vuol dire…- continuò l’uomo, come se avesse letto il pensiero di tutti loro –che il paziente da un po’ di tempo era solito rigettare appena dopo aver mangiato.  Infatti riporta una ‘esofagite da reflusso’, sintomo che si manifesta solo dopo aver vomitato ripetute volte, oppure dopo aver ingerito sostanze alcaline o altamente acide.

Consiste essenzialmente in questo: il ph dello stomaco, dove giunge il cibo dopo essere stato già parzialmente digerito, è acido, e quando si vomitano queste sostanze acide passano per l’esofago, che ha ph basico, danneggiandolo. Se il rigetto avviene molto spesso, come in questo caso, s'incorre nell'esofagite da rigetto, in arrossamenti e irritazioni dell’esofago stesso e della gola. Inoltre, avendo avuto un mancamento e, in seguito, una mancanza d’aria, la vostra amica ha parzialmente aspirato ciò che aveva rigurgitato in forma liquida, provocando un’infiammazione chimica della faringe-

Orrore generale.

Otohiko trasalì…ma certo…ecco perché ultimamente andava così spesso in bagno…e solo ora si accorgeva che lo faceva solo dopo aver mangiato…

Si provocava il vomito…si faceva del male…ma perché? Perché?

Lo assalì ancora quella impotenza così atroce che gli ricordò la madre… e quel lenzuolo bianco sul suo viso, ovviamente…

Ora il dottore taceva, e guardava i ragazzi con occhi quasi…trasparenti. Eriko si chiese quante volte avesse dato brutte notizie con quegli occhi gelidi, e che tipo di notizie fosse solito dare.

Miki, dopo qualche istante di sbigottimento generale, ruppe il silenzio singhiozzando rumorosamente, Arimi fece per abbracciarla ma lei si rifiutò.

Aveva bisogno di Yuu adesso…perché non c’era? Perché l’aveva lasciata sola? Perché…o per chi?

Ancora questo dubbio, così maligno, che la faceva star male…eppure, se continuava ad esistere, un motivo ci doveva essere…

Corse lontano…

Eriko, dopo qualche istante, cominciò a piangere silenziosamente.

C’è chi dice che questo pianto sia ancor più doloroso di quello normale, perché non ti permette nemmeno di sfogarti.

Otohiko l’abbracciò e l’attirò a sè, con fare protettivo, confortandola con parole carine.

Solo allora le tante piccole tessere che si trovavano nella testa di Eriko già da tempo cominciarono a muoversi, per formare il mosaico di Suki, dei suoi perché, anzi…del suo perché.

Quel giorno, il primo in cui uscivano tutti insieme, lei era taciturna, timida, sebbene già dal pomeriggio con Satoshi ed Eriko aveva dimostrato una grande simpatia.

E non solo…lei era sempre così…sempre quando c’era Otohiko.

Otohiko le piaceva, si era quasi uccisa per piacere a lui.

Sussultò violentemente, evidentemente in preda ai sentimenti che quella rivelazione le aveva provocato, Otohiko la guardò stranito negli occhi, e lei non potè far altro che fissare i suoi, sbarrati, in quelli di lui…

Otohiko le piace…le piace…piace a Suki…

*****

Miki camminò velocemente allontanandosi dagli altri, poi dopo qualche minuto rallentò l’andatura fino a fermarsi quasi presso l’uscita, che si trovava vicino al reparto di ginecologia.

Suki…esofagite da reflusso…vomito…dieta…

Come sempre quest’ultima parola le provocò uno spiacevole brivido…

-Vorrei tanto che Yuu fosse qui vicino a me…- singhiozzò lasciandosi quasi cadere vicino al muro, in un cantuccio nascosto.

-Yuu…Yuu- ripeteva a sé stessa sempre più sconsolata, era così triste…si sentiva così sola…si era forse sentita così anche Suki?Aveva provato anche lei queste sensazioni angosciose? Era per questo che aveva fatto tutto ciò?

Non ebbe il tempo materiale di rispondere alla domanda, perché alzò lo sguardo e vide…

Lo riconobbe subito, Yuu, l’avrebbe riconosciuto tra mille. Fece per chiamarlo ma vide che teneva per la mano una giovane, bellissima donna, che gli sorrideva con amore.

Anche Yuu sorrideva, e intanto accarezzava il ventre di lei, gonfio a causa dell’avanzato stato di gravidanza.

Le lacrime, solo allora, offuscarono la vista di Miki…

NdSanaChan: si ringrazia per la consulenza medica a proposito dei danni che può provocare un vomito frequente il dott. Nicola Menonna

Capitolo 4

Eriko sorrise forzatamente ad Otohiko, che piano le asciugava le lacrime, con dolcezza. Ma se anche l’avesse presa a schiaffi lei non se ne sarebbe accorta, presa com’era dai suoi pensieri, che vertevano in maggioranza su Suki e sul suo problema. Perché uccidersi quasi per amore? Cosa sarebbe stato di Suki se Otohiko l’avesse rifiutata? Sarebbe morta, pur di perdere fino all’ultimo grammo in eccesso?

Ora in ospedale i due ragazzi erano soli, gli altri erano tornati a casa poco prima, Arimi aveva riaccompagnato Miki, abbastanza sconvolta.

Era tornata, infatti, poco dopo essersi allontanata in lacrime per il suo giro solitario, quasi come fosse in uno stato di trance, poi si era accasciata a terra singhiozzando piano, ma senza parlare. Era straziante vederla ridotta così, Satoshi aveva proposto di chiamare Yuu ma la reazione della ragazza era stata strana a dir poco…era saltata su, sempre in silenzio, aveva smesso di piangere e si era allontanata a testa alta, ignorando i presenti, subito seguita da una preocupatissima Arimi.

La terza ad andare via fu Meiko, seguita poco dopo da Satoshi al quale Eriko aveva promesso di telefonare in caso di novità, o dopo aver parlato con Suki.

 Adesso, però, si poneva il problema di ‘come’ parlare a Suki…dopo lo stupore, infatti, era subentrata la rabbia…ma come affrontare la ragazza? Sarebbe stato saggio far entrare anche Otohiko? O Suki avrebbe dato in escandescenze???

******

Non poteva crederci…non poteva…non solo l’aveva tradita…adesso aspettava anche un figlio da quell’altra!

Miki era shockata, ogni nervo del suo corpo era teso, quasi in risonanza, ma adesso la rabbia prendeva largo nel suo cuore a discapito della tristezza e del dolore. Restava però, sempre, la delusione, infame, un sentimento che non avrebbe mai voluto provare…

Yuu l’aveva tradita…

Un primo soprammobile spiccò il volo ed andò ad infrangersi sul muro difronte con violenza.

E adesso aspettava un figlio…

Il secondo soptammobile seguì il primo, compiendo addirittura la stessa identica traiettoria.

Un figlio…Miki aveva sempre creduto (forse sperato?) che sarebbe stata lei la madre dei figli di Yuu (l’unica!)

Adesso il cuore le pulsava fino a farla gridare dal dolore.

E poi…c’era anche quell’altra questione che la feriva…

-Ciao Suki

-Oh…ciao…sei sola?

-C’era Otohiko ma l’ho mandato via

-Hai fatto bene…non mi

-sarebbe piaciuto farti vedere così…ti piace…lo ami, vero Suki?

Silenzio, poi come un sussurro, stanco e rassegnato

-si…

Altro silenzio, lungo

-Ci hai fatto preoccupare tutti…

-Il dottore vi ha detto tutto, vero? Io…

-No. Fai parlare me, per favore. Voglio sapere perché, Suki, perché ti sei quasi uccisa, senza nemmeno sapere cosa Otohiko pensava di te

-Io ho creduto fosse giusto va bene? Ho voluto provarci…ad essere normale, intendo…credo…tu dimmi, su, avanti…PERCHE’ DOVEVO RASSEGNARMI AD ESSERE UNA DIVERSA? UNA SCHIFOSSISSIMA DIVERSA?

Si fermò, paonazza in viso, e riprese fiato intensamente.

Eriko, ferita dalla violenza di quelle parole, e dal tono con il quale erano state proferite, tacque per qualche istante.

-Suki…- esordì parlando freddamente –io, se devo parlare con estrema franchezza, ti reputavo intelligente. Invece sei diversa, è vero, ma perché TU lo vuoi. Non esistono i diversi, oppure tutti sono diversi gli uni dagli altri, no? Credevo sapessi di essere carina, anche con qualche chilo in più…eri solare…adesso guardati…sei smunta, deperita, credi davvero di poter piacere a Otohiko così conciata?

Suki guardò intensamente l’amica, poi cominciò a piangere

-Ma…io sono sempre stata così…diversa da tutti voi!Sapeva a cosa andavo incontro facendo quella ‘dieta’ eppure…l’ho fatta lo stesso…

All’inizio andava tutto così bene…mangiavo e non ingrssavo di un grammo…poi però…ho cominciato a perdere pero, sempre più velocemente…e…

Eriko si alzò di scatto e abbracciò la ragazza difronte a lei, che stava piangendo così forte da soffocarsi quasi con le sue stesse lacrime

-basta- disse accarezzandole il viso-ti farebbe molto male ricordare tutto…

Ma Suki, come se non avesse udito, continuò a parlare

-e ho avuto paura…però nello stesso tempo ero felice perché finalmente stavo diventando…normale…capisci?Vedevo che ogni giorno che passava io mi spegnevo ma ero felice lo stesso…

Finì di scrivere il bigliettino, poi prese il borsone e seguì Arimi

‘Io sono a dormire da Arimi, non chiamarmi, Suki è all’ospedale, si è sentita male.

Ciao

Miki’

In alto c’era scritto

‘X Yuu’

Miki si chiese se fosse quello il giusto comportamento…ma adesso era troppo agitata e arrabbiata per aspettare l’arrivo di Yuu e parlargli…sapeva bene che non sarebbe stata lucida…e l’avrebbe trattato male.

Chiuse la porta dietro di sé, e si ritrovò il ragazzo davanti.

-Dove stai andando?- le chiese sorridendo e cingendole la vita con un braccio.

Lei si divincolò

-ho fretta, troverai tutto in un biglietto che ti ho lasciato sul tavolo

Poi, senza dargli tempo di rispondere, scappò via, trascindando con se un’Arimi alquanto sorpresa…

‘Yuu…perché mi hai fatto questo?Perché mi hai sempre detto che dovevamo aspettare e poi…lo hai fatto con un’altra? Perché mi hai tradita…io avevo fiducia in te…non vedevo l’ora di unirmi a te, in tutti sensi…ma adesso…mi farebbe solo schifo…’

ancora lacrime…

‘Io sono a dormire da Arimi, non chiamarmi, Suki è all’ospedale, si è sentita male.

Ciao

Miki’

Yuu rilesse il biglietto ad alta voce almeno quattro volte, prima di rendere bene conto delle parole che vi erano scritte…

Miki era all’ospedale? Quello più vicino a casa di Satoshi era quello dove stavano anche lui e Yui…allora l’aveva visto? Era per questo motivo che si comportava in quel modo strano?

-Maledizione…lo sapevo che dovevo parlargliene prima!

disse ad alta voce, prima di strappare con rabbia il bigliettino.

Adesso come si sarebbe comportato? Lasciare da sola Yui adesso era fuori discussione, ma lui non poteva immaginare la sua vita senza Miki…sarebbe stata vuota e inutile.

Certo era un bel problema…di certo Miki non sarebbe stata ad ascoltarlo neanche per tutto l’oro del mondo…forse avrebbe dovuto provare fra qualche giorno…decise di fare così, e di non chiamarla per quella sera.

Tuttavia, sotto le coperte, sentì la sua mancanza, la mancanza del suo corpo caldo che si avvicinava piano a quello di lui e lo abbracciava inconsapevolmente, nel sonno.

Pianse, poi sussurrò

-buonanotte amore mio…

-Ciao piccola…-

-Mamma?Che ci fate qui…chi…-

-siamo venuti per portarti con noi a Londra, dove ti faremo curare…niente ma…non è un consiglio…-

Fu questa frase che scatenò le ire di Suki, che tuttavia tacque, consapevole di essersi meritata quel trattamento.

Decise che avrebbe seguito i genitori a Londra…ma fece capire loro che, appena guarita, sarebbe tornata in Giappone, perché quello era il suo posto…la sua casa.

Stavano ancora parlando quandi fecero il loro ingresso Otohiko ed Eriko.

*****

Il sole del mattino illuminava allegramente il panorama circostante, e benchè l’aria fosse calda, Meiko provava uno spiacevole brivido da qualche minuto.

Namura, accortosene, l’abbracciò.

-Cosa c’è, Meiko?-

-Niente…- rispose la ragazza…ma nella mente c’era un unico pensiero…

‘Satoshi crede questo di me? Crede che abbia voluto solo ferirlo? Io…io…sento di volergli bene ma non posso lasciare Namura…non posso proprio…sarebbe come cambiare vita e…io non voglio…ho paura!Cosa devo fare…

 ‘Cosa devo fare con lei? Io so di amarla…e so che non le sono indifferente…ma probabilmente non vorrà più vedermi e ha ragione…sono stato un verme…ma potrebbe cercare di capirmi…stavo così male anche io…

-Satoshi, non fermarti ti prego- sussurrò, il suo respiro e quello del ragazzo si fecerò più veloci…

-Non lo farò se tu non vuoi…- rispose lui, sbottondando la sua camicetta…

Questo succedeva solo il giorno prima…erano stati così vicini…anche quando l’aveva baciata…lei non si era sottratta anzi aveva risposto al bacio con crescente passione…

Satoshi si prese i capo fra le mani…

non sapeva davvero come comportarsi…

*****

‘Ohhhhhhh ma cosa stai facendo!!!!!’ si disse prendendosi a pugni. Era ormai una settimana che segiva Yuu, e ormai sapeva bene il suo tragitto

-scuola-casa di LEI-ospedale

Miki si rendeva conto che il suo comportamento era sbagliato, ma non poteva farci niente. Yuu non l’aveva chiamata nemmeno una volta, e ora lei sapeva che era irrimediabilmente innamorato dell’altra. Questo le aveva spezzato il cuore…

Aveva parlato ad Arimi della situazione, di quello che aveva visto, e l’amica le era sembrata piuttosto sopresa.

Se ne uscì, infatti, con un

-non può essere Yuu!!!Ti starai sbagliando…avrei frainteso!-

ma ormai la realtà dei fatti era chiara a tutti.

Yuu amava un’altra, per Miki non c’era più spazio nel suo cuore.

-Londra?- chiese Eriko stupita, guardando i genitori di Suki che, con cipiglio battagliero, avevano ordinato a lei e Otohiko di lasciare la stanza per permettere alla figlia di fare la valigia

-Si, Londra, Suki verrà con noi a curarsi, puoi dirle addio adesso se vuoi…non credo abbiate pià tempo di vedervi dopo…partiamo già domani!-

-Domani…- ripetè boccheggiando Eriko, il cui sguardo si posò su Otohiko, stupito quanto lei.

-Mi spiace Eriko…ma devo…- disse Suki, che parlò solo allora, dopo essersi fatta coraggio

-ma tornerò appena possibile…e…non salutatemi adesso…se volete potete venire domani in aereoporto…-

Eriko la guardò, triste,poi le disse

-Io domani non ci sarò…devo andare a Osaka per una riunione dei comitati studenteschi…devo saluarti ora…Suki…torna presto per favore-

detto questo le due si abbracciarono, i genitori di Suki e Otohiko abbandonarono la stanza

-prenditi cura di Otohiko da parte mia…- disse Suki ridendo fra le lacrime.

Eriko la guardò e sorrise, piano, poi annuì con un vigoroso cenno del capo.

E si abbracciarono ancora, a lungo.

Il sole, ormai alto nel cielo, si rifletteva sulla lucente Rover nera che sfrecciava nel traffico, diretta all’aereoporto. Suki aveva già detto addio a tutti i suoi amici, ed era alquanto preoccupata per Miki, che aveva visto molto sciupata. Yuu non era venuto, ma aveva creduto meglio non chiedere a Miki di lui, poiché non le era sembrata in vena.

Adesso pensava che l’unico che non aveva salutato era Otohiko, e non a caso… non voleva vederlo…credeva che così le sarebbe mancato meno…credeva.

 ‘Il volo per Londra partirà fra 15 minuti, si pregano i signori passeggeri di imbarcarsi’

-contenta?…torni a Londra…a casa- disse la mamma della ragazza sorridendo, ma l’altra non diede cenno di essere felice

-E’ stata Londra a rovinarmi mamma, e non so cosa possa curare ora. Se ci vengo è solo per fare un piacere a voi. Ma non t’illudere che ci resterò.

La signora Kanzai tacque per un attimo, poi s’incamminò verso l’imbarco.

-muoviti- esortò la figlia.

Suki sospirò e si disse che non salutare Otohiko era stato un errore…e anche grosso…perché così le sarebbe mancato molto di più

Mentre stava per salire una voce la chiamò

-Suki! Dove te ne scappi?-

Si voltò…ed era lui

-O…Otohiko…c-che ci fai qui?- chiese lei con voce tremante, lui le si avvicinò e l’abbraccio stretta

-credevi forse che non sarei venuto a salutarti? E tu? Saresti partita senza salutare me?- sussurrò, lei fece segno di no con la testa.

-Curati, fai tutto quello che devi fare e torna presto, ok?- continuò il ragazzo, poi la baciò sulle guance.

-Buon viaggio Suki…-

Suki si allontanò, ed era felice.

-Grazie amore mio…- disse piano…

*****

Basta non poteva continuare così…era stufa. Pioveva, era da sola a casa e si stava annoiando a morte, quindi Meiko, malgrado l’acquazzone, decise di uscire un po’, e magari andare a prendere un caffè da qualche parte.

Prese l’ombrello, s’infilò la giacca e chiuse la porta dietro di sé.

Primo guaio, l’ombrello si ruppe dopo pochi metri, secondo guaio, non c’erano bar lì vicino.

Meiko era inzuppata con un pulcino, aveva la tentazione di chiamare Namura ma non lo fece…si fermò invece vicino una staccionata che dava a strapiombo sul mare e cominciò a pensare incurante del freddo.

Ripensò per la centesima volta al bacio di Satoshi…e a quello che le aveva dato…

Era completamente inzuppato! Certo, non poteva sapere che si sarebbe messo a piovere così dopo le prove ma…che diamine! Un ombrello in inverno si dovrebbe sempre avere da qualche parte!

Satoshi si trattenne dal bestemmiare e continuò a camminare battendo i denti.

Si rese conto di essere quasi vicino casa di Meiko, e un brivido lo percorse al ricordo dei loro momenti di intimità.

La amava.

Perché negarlo? Era così, lo sarebbe sempre stato. E lei non sarebbe mai stata sua.Mai.

Lo amava. Basta fingere. Basta attaccarsi alla vecchia vita per paura. Lo amava, amava i suoi baci, amava il suo viso e il suo modo di fare. Amava Satoshi.

Un fruscio richiamò la sua attenzione e il ragazzo si voltò verso la staccionata. La vide, le sembrò un’apparizione, così bella e irreale ai raggi dell’ultimo sole, che con sguardo indecifrabile guardava il mare

-Meiko…sussurrò-

Lei si voltò e il suo cuore mancò un battito

-Satoshi…- disse piano

E così Suki era partita…gli sarebbe di certo mancata. Mentre usciva dall’aereoporto intravide Eriko correre verso di lui, era così bella…

-Otohiko, è già partita Suki?-

-si…pochi minuti fa, mi spiace…-

-oh…-

-ma non avevi una riunione?-

-Rimandata…ci sediamo lì?- propose Eriko indicando una panchina lì accanto. Otohiko acconsentì di buon grado…forse era giunto il momento che aspettava da tanto.

Si sedettero e stettero zitti per qualche attimo, poi Eriko singhiozzò

-Non piangere, vedrai che tornerà presto…- cercò di consolarla lui, la ragazza lo guardò con gli occhi lucidi

-lo so…- disse

Era troppo, la luce dei raggi violacei e rossi che faceva risplendere la sua pelle, come un incantesimo lo attrasse verso di lei.

-mi piaci Eriko-

disse prima di baciarla…

Capitolo 5

-Satoshi…-

Era lì, e sembrava un sogno. Così bello, come in una favola, quando il principe azzurro arriva all’improvviso e ti salva…esattamente uguale. Satoshi era il suo principe azzurro. Tacquero per qualche istante, poi lui si schiarì la voce, era emozionato evidentemente, e disse

-Meiko…prenderai freddo se resti qui sotto la pioggia…torna a casa…- poi, in silenzio, attese trepidante la risposta di lei, perché nei suoi occhi aveva visto una nuova, bellissima luce.

Meiko lo guardò a lungo e poi gli si avvicinò piano, gli attimi sembravano infiniti per entrambi.

-Satoshi io…-

-Scusami…io volevo scusarmi per l’altro giorno ma…mi avevi ferito…eri scappata via così in fretta…sembrava fossi scappata da me e…scusami…- disse lui tutt’in un fiato, interrompendola. La ragazza sorrise teneramente di rimando, poi prese una delle sue mani e se la portò alla guancia.

-Satoshi io volevo dirti che…ci ho pensato e…ho un po’ di paura ma ho capito che ti amo e non posso più sfuggire alla verità…-

Ancora silenzio,solo il rumore dell’acqua che batteva sull’asfalto e sui loro corpi fradici sembrava volerli risvegliare da quell’incanto. Satoshi prese la mano di Meiko e ne baciò il palmo.

-Non sai quanto sono felice di sentirti dire queste cose…-

disse con voce roca, poi l’avvicinò a sé.

-Ti amo- sussurrò, e la baciò piano sulle labbra, sfiorandogliele appena, senza foga.

Ora Meiko era davvero sua, non sarebbe più scappata, l’avrebbe amato.

“Non ci posso credere…mi ha baciata e mi è piaciuto. Cosa mi è preso? Suki lo ama!Lo ama! Si è quasi uccisa per lui e io…io lo bacio…?!?!Però…è così bello…e gentile…io non so davvero come fare. Perché tante volte la vita ci pone davanti a scelte così complicate? Perché devo scegliere fra amicizia e amore?…Io li vorrei entrambi…perché non è possibile? So che Suki non mi parlerà più se io mi metto con Otohiko ma lui mi piace tanto, e sento di potermi innamorare di lui. Dovrei impedirmelo ma…una volta un mio amico mi ha detto che l’amore è non accorgersi di essere innamorati…e se per me fosse così? E se pensandoci scoprissi di amarlo davvero? Io non avevo mai calcolato questa possibilità, nemmeno lontanamente, ma adesso sono costretta a farlo…e mi fa stare male. Suki è partita solo ieri, e io già l’ho tradita? Né posso dare la colpa ad Otohiko…lui non ne sapeva niente e poi non può essere costretto ad amare lei piuttosto che me. E allora perché io devo essere costretta a…rinunciare? Suki capirebbe?Non lo so…non lo so proprio…ma ho paura…qualsiasi cosa io deciderò per me sarà una tragedia…”

Miki andò ad aprire la porta e trovò davanti a sé una Eriko alquanto stravolta.

-Scusa…ma pensavo ci fosse Arimi…- le disse la ragazza, inzuppata, entrando

-Si…ehm adesso è uscita per andare da Ginta ma tornerà prestissimo…piuttosto…che ti è successo? Sei sconvolta!!!Racconta…-

Eriko sorrise, tristemente, e si gettò letteralmente sul divano.

Raccontarlo…magari le avrebbe fatto bene, non era per questo che era venuta da Arimi? E Miki, d’altronde, era una buona amica e avrebbe saputo consigliarla per il meglio…

-Ecco…forse tu…non so se te n’eri accorta…ma a Suki piaceva Otohiko…-

-mhm…si mi era sembrato…o almeno qualcosa del genere…si vedeva da come lo guardava…-

-capirai anche che lei si è quasi uccisa in quel modo per piacergli…-

-questo va oltre la mia comprensione…va bene cercare un po’ di cambiare ma…fino a questo punto…deve amarlo molto…-

Questa frase fu come una pugnalata per Eriko… ‘deve amarlo molto’…anzi moltissimo…sarebbe stato giusto rubarglielo così?

-Beh vedi…- continuò titubante…a questo punto era giusto il solo pensare di andare avanti?

-Otohiko oggi mi ha…b-baciata…-

-COME???-

-Si…all’uscita dall’aereoporto mi ha baciata e mi ha detto che gli piaccio e…ecco…anche lui mi piace…ma…-

-Non sai come comportarti vero?Ti capisco…è una situazione difficile…-

Eriko tacque e abbassò lo sguardo, poiché si sentiva colpevole. La situazione non era solo difficile…era impossibile…Otohiko…Suki…lei…perché era tutto così complicato? Perché si era formato questo triangolo?

Come se potesse leggerle ne pensiero, Miki sorrise e disse

-non torturarti con i perché, è inutile. L’amore è irrazionale, strano, a volte anche crudele. Come in questo caso…tu credi che respingendo Otohiko, anche se ti piace, lui si metterà con Suki? Credimi, capirà il perché del tuo rifiuto e, anche se è un ragazzo intelligente, sarà irrazionalmente portato a raffreddare i suoi rapporti con lei…e poi…se lui ama te e non lei…che colpa ne puoi avere?-

Anche questo era vero…Otohiko le aveva fatto capire che gli piaceva molto…e probabilmente Suki non l’avrebbe nemmeno notata in questo stato…

E poi a lei piaceva…

E Suki era lontana…

Dio mio, che fare?

 Caro diario…

che strano…mi sembra così buffi scrivere un diario…ma non so davvero cosa fare qui a Londra!

I giorni passano, grigi, uno dopo l’altro, e mi sento sempre più sola.

I miei vecchi amici mi hanno cercata, ma non mi sono fatta trovare. Non mi andava di vederli, non sarei riuscita a sopportare il disgusto per la mia vita passata che il rivedererli mi avrebbe sicuramente provocato.

Ripenso spesso a Eriko, Miki, tutti i miei amici giapponesi…e perché negarlo? Il mio pensiero è sempre fisso su Otohiko…la sua immagine e stampata nella mia mente, e non vuole andare via…

Lo amo?

E’ amore questo, o una semplice infatuazione? E’ davvero per colpa sua che mi stavo lasciando morire, o solo per un mio desiderio di essere più bella…per una mia scelta?

Questi dubbi mi tormentano…quasi tutte le notti sogno di lui, di quello che fa, di quello che pensa…e mi chiedo se fra i suoi pensieri qualcuno sia rivolto a me…

Ma so che è impossibile, probabilmente lui adesso mi reputa una stupida…e lo sono, lo sono.

I miei mi hanno portata da una psicologa, e mi è quasi venuto da ridere…vuoi vedere che sono pazza?

Bah…a questo punto credo proprio di si…

Mhm…che palle…quasi quasi vado a guardare la tv…

Suki

 ‘Ho preso la mia decisione…io…io proverò a stare con Otohiko…perché mi piace…’

Dopo un’intera notte passata in bianco a pensare la decisione era presa, ed Eriko si sentiva lievemente alleggerita…

Anche se era lo stesso colpevole nei confronti di Suki, che, lo sapeva, non l’avrebbe mai perdonata come, del resto, avrebbe fatto lei stessa.

Non si sarebbe mai perdonata per quello che stava per fare.

Ma lo avrebbe fatto lo stesso…

-pronto…Otohiko…-

-dimmi-

-vediamoci al parco in centro…-

-…-

-voglio parlar…cioè devo parlarti-

-ok…alle 5?-

-alle 5…-

Uhm…cambio la formula ‘caro diario’…

mi sembra troppo classica e impersonale…e poi è troppo scontata…

Oggi mi sento male…ma non fisicamente. Mi sento stanca, affaticata e triste…e non ne riesco a venire a capo.

Perché?

Qui va tutto relativamente bene, e sto tentando di gettarmi alle spalle l’esperienza della ‘dieta’…ma mi sento triste lo stesso…

Cosa mi starà succedendo?

Suki

Otohiko, a grandi passi, si avvicinò al luogo dell’appuntamento.

Aveva il cuore in gola, era visibilmente emozionato…Eriko gli aveva telefonato, e lui sapeva che quello era il momento ‘della verità’…come avrebbe reagito ad un rifiuto da parte di lei?

Decise che non voleva pensarci, almeno non ora. Forse sarebbe partito, si disse, si, in caso di rifiuto sarebbe stato via per un po’…

Eriko già lo aspettava, giocherellando con delle foglie gialle, cadute dagli alberi che già si andavano spogliando.

Era una visione quasi innaturale…Otohiko si fermò un attimo a guardarla, poi riprese fiato e, per darsi contegno, le si avvinò camminando.

-Ciao- la salutò senza guardarla negli occhi

-oh sei qui…- disse lei lasciando cadere la foglia.

Miki prese la borsa e chiuse la porta dietro le sue spalle, stancamente.

Anche Eriko, che le sembrava perfetta, aveva dunque le sue belle gatte da pelare…

Certo non come le sue…Eriko non aveva un ragazzo fedifrago che l’aveva tradita, aspettava un figlio da un’altra e non la cercava più, nemmeno per lasciarla…

Yuu guardò per l’ennesima volta la foto sul comodino, e santì che cominciava a diventare davvero troppo triste.

Miki era ancora via.

Lui non l’aveva chiamata, credendo che fosse la decisione migliore, ma adesso cominciava a pentirsi. Forse lei aveva creduto, visto il suo silenzio, che…

Scosse il capo, triste, e prese il telefonino. Compose il numero di casa di Arimi poiché sapeva che Miki, una volta visto il suo numero sul display, non avrebbe mai risposto.

Tu…

Magari mi risponderà lei…

Tuuu…

Cosa le dirò allora…ho paura che…le chiuderò il telefono in faccia…

Tuuuuu…

Mi manca il coraggio e…

Tuuuuuuu…

Non c’è nessuno…non c’è NESSUNO…

Yuu riappese e guardò per qualche istante nel vuoto. Forse Miki c’era, forse non voleva rispondere al telefono…in tutti questi forse c’era una sola certezza: lei stava male.

Decise pertanto che, una volta risolta quella questione le avrebbe parlato, anche a costo di legarla alla sedia per farsi ascoltare.

E, viste le premesse, di sicuro ce n’era biogno…

Oggi sono uscita con ‘loro’…questo magone che mi porto avanti da stamattina non mi ha lasciato tregua e mi ha costretta a cercare svago altrove. Non è stato però così malaccio come pensavo…sono stati tutti gentili, anche se non erano a conoscenza del mio problema, e mi hanno trattata benissimo.

Ho rivisto Sophie, Jack, Andrè…tutti.

Jack però mi è sembrato strano, era distratto, cercava di restare solo con me e mi offriva sempre il braccio.

Credevo fosse solo gentilezza ma…alla fine della giornata, dopo avermi riaccompagnata a casa, mi ha baciata.

E’ stato un bacio lieve, dolce, che mi ha fatto scoprire i suoi sentimenti. Dopo mi ha guardata, era impacciato, mi ha detto che mi avrebbe chiamata pià tardi e l’ha fatto…

Che ridere…io gli piaccio! Non che lui mi sia indifferente, e non è nemmeno per lui in se per se che rido.

Rido perché mi sembra di non essere nella vecchia Londra che conoscevo! Qui sembra un posto diverso…o forse io sono diversa!

La mamma ha detto che ho riaquistato colore, ma non chili. Bene! Anche io stessa, guardandomi allo specchio, mi vedo cambiata in meglio. E’ un cambiamento lieve, ma pur sempre un cambiamento.

Adesso però non so cosa fare con Jack…e ancora mi chiedo cosa fosse quella tristezza che mi stringeva il cuore stamattina…quasi quasi chiamo Eriko…

Suki

Eriko taceva, Otohiko anche.

-cosa…dovevi dirmi- esordì lui arrossendo, mentre accanto loro, qualche oanchina più in là, un’anziana donna li osservava divertita.

-io…io…volevo dirti che…mi piaci…ma-

-Eriko…-

-aspetta…ma ho paura di stare con te, per ragioni che…che…sono mie personali. Tuttavia credo che sia giusto per me, adesso seguire il mio cuore. Voglio provarci, Otohiko…tu ci stai?-

-non sai quanto mi rendano felice le tue parole, Eriko…-

Detto questo Otohiko l’attirò a se e l’abbracciò forte. La ragazza provò una felicità enorme, un senso di protezione, un sentimento troppo dolce per essere amicizia.

Poi Otohiko la baciò ancora, ma questa volta lei rispose al suo bacio, e gli circondò le spalle con le braccia per averlo più vicino…

Miki camminava per la strada, cercando di non pensare.

‘Basta stupida’ continuava a ripetersi ‘lui non ti ama e non è il caso di struggersi così…’

Chissà perché però la vecchia stupida Miki si sentiva morire ugualmente.

‘Io…avrei dovuto tenerlo legato a me…forse sono stata troppo fredda e lui ha cercato altrove quello che io non gli ho dato ma…non capisco…è stato lui a voler aspettare! Forse…forse non era sicuro di amarmi e non voleva illudermi…sapeva che quel gesto per me…è importantissimo…

E’ una cosa che mi fa una rabbia…vuol forse dire che non mi ha ma amata davvero? Che stava con me perché non trovava di meglio?’

Maledizione, quesi pensieri non facevano altro che farle ancora più male.

Si trovava davanti alla gelateria dove aveva lavorato, e le vennero in mente tutte le avventure, le pene, i dolori che lei aveva passato per Yuu…le venne in mente il suo fidanzamento con Key, le venne in mente quella notte, quando Yuu le aveva detto di amare solo lei.

Ripensò a quando credeano di essere fratelli, al dolore che aveva seguito la loro separazione.

Si chiese se quasti sentimenti, in realtà, non li avesse provati solo lei.

-Meiko…avrei una proposta da farti- le disse Satoshi, abbracciandola.

-Dimmi…- sussurrò lei, pi lo baciò piano, lui sorrise.

-avevo pensato che forse…sarebbe meglio darci un taglio…-

-DARCI UN TAGLIO?…che vuoi dire?-

-con questo posto…almeno per un po’…tu riusciresti a dimenticare per sempre quel tuo professoruncolo…-

-…oh non essere cattivo su…-

-e io anche…partiamo Meiko! Andiamo via! Lontano! A Parigi, Roma, Berlino…dove vuoi tu, purchè sia lontano da qui…-

Meiko tacque. Cosa voleva dire quell’invito? Un viaggio…loro due da soli? L’idea la allettava, al contempo però ne aveva paura.

Un viaggio da soli era pur sempre una cosa grossa…sarebbero andati a dormire insieme, si sarebbero svegliati insieme, lui l’avrebbe vista la mattina, cioè nel momento massimo della sua orripilanza…

Tuttavia queste le sembravano piccole cose…anche lei sentiva il bisogno di staccare la spina, ora più che mai, per ricominciare da zero, con Satoshi…

-Si…ci sto…- sussurrò

-bene mia cara…però…ci vorrà qualche mese per organizzare bene il tutto…-

-tutt il tempo che serve…se dopo starò sola con te-

Satoshi sorrise, questo non era mai accaduto nemmeno nel più bello dei suoi sogni.

Invece era la realtà…

-credi che sarà bello come me?- chiese Yui a Yuu, prendendolo per il braccio.

Lui sorrise quando la vide poggiare una mano sul ventre e guardarlo con dolcezza…di certo quella creaturina, anzi quelle creaturine non avrebbe potuto avere madre migliore…

Invece il padre…

‘chissà come sarebbe un figlio mio e di Miki’ pensò, ma il dolore per la perdita di lei lo trafisse dolorosamente prima di poter immaginare o pensare altro.

-Miki…- sussurrò a fil di labbra, poi sospirò.

Yui lo guardò un attimo, poi sorrise e gli cinse le spalle con le braccia.

-non preoccuparti…vedrai che si risolverà tutto…- disse, e gli diede un bacione sulla guancia.

Un gemito li sorprese, e si voltarono.

Miki era davanti a loro, con gli occhi sgranati e le guance paonazze.

Non disse nulla, solo riabbassò gli occhi che cominciavano a diventare lucidi, singhiozzò e si voltò, facendo per andarsene.

Yuu le afferrò con decisione il braccio, bloccandola.

-Basta con questa commedia Miki, è ora che ti spieghi tutto…- disse guardandola negli occhi.

-Miki…- esordì mentre la ragazza, superato lo shock iniziale, lo guardava freddamente, quasi con odio.

-Cosa vuoi?- chiese lei, astiosa, cercando di liberarsi dalla sua stretta, che ancora le imprigionava il braccio

-non ti basta avermi presa in giro? Avermi umiliata? Ah!Auguri! So che stai per diventare padre!- terminò secca indicando Yui, che in disparte sorrideva, divertita dalla scena.

Anche Yuu, che prima era teso fino all’inverosimile, provò il forte impulso di ridere a crepapelle, ma non lo fece per non innervosire ulteriormente la sua compagna.

Certo che questa volta aveva esagerato! Va bene che era sempre stata il tipo da immaginarsi storie strambe ma addirittura questo! Sarebbe stato impossibile, per Yuu, concepire di avere un figlio da una donna diversa dalla sua Miki.

-Miki, lo vedi?Hai frainteso tutto!- disse, lasciandola libera, lei rimase ferma davanti a lui a guardarlo.

-Frainteso cosa?- chiese sprezzante

-Lei..- continu  Yuu indicando la pietra dello scandalo, ovvero yui (anzi, il suo ventre)

-è mia sorella…anzi, la mia sorellastra…-

Hi! Come va? (che domanda scema! Mica mi puoi rispondere T_T!) Poco fa mi ha chiamata Jack, per chiedermi di uscire.

Ho accettato.

Non per un mio egoistico bisogno di sentirmi bella perché ricercata dai ragazzi (ci può essere cosa più assurda di questa, mi chiedo?) e nemmeno per la troppa malinconia, nostalgia.

Ho bisogno di qualcuno che mi aiuti a dimenticare Otohiko, è questa la verità, perché sento di averlo perso.

Forse, anzi sicuramente, non è mai stato ‘mio’ ma sento, non so perché, si avere perso ogni sparanza, come se l’allontanarmi da lui fosse stato i più grosso errore della mia vita, perché sento che lui non mi ha certo aspettata (e, d’altra parte, come potevo pretendere una cosa simile? E’ pura follia!).

Sono sensazioni che non so spiegare, le provo e basta, come se fossi dotata di un senso speciale riguardo a questa ‘Cosa’.

Che vuoi farci, ormai credo davvero di essere pazza.

Ovviamente non voglio sfruttare Jack, e glie ne ho parlato, per telefono. Gli ho detto che mi seto legata a un altro e lui mi ha stupita, asserendo che già lo sapeva.

Quando gli ho chiesto come facesse a saperlo, mi ha risposto che quando pensavo al Giappone i miei occhi diveniva all’improvviso tristi.

Ho pensato al Giappone, allora, e sono diventata triste.

Lui lo ha percepito.

-Non ti preoccupare Suki- mi ha detto –te lo faccio dimenticare io quello!-

e ho riso.

Ho riso senza saperne il perché, ho riso come ridono i bambini quando sentono un nuovo suono, che per loro non ha significato!

Dimenticare Otohiko per me è come dimenticare chi sono.

Perché Otohiko sono io, anzi, Otohiko è la mia vita.

Non è un di quelle frasacce ad effetto, dette e ridette in tutte le salse.

E’ semplicemente la verità, la triste verità. Io non posso più pensare a me stessa senza mettere in cantiere Otohiko, anche se è lontano, anche se pensa che sia una scema. Fa parte del mio Dna, non mi abbandonerà mai.

Ciò non mi rende triste, anzi, mi fa pensare che, quando sarò vecchia, non soffrirò di solitudine, poiché Otohiko sarà sempre con me, in me.

Semplicemente pensare alla mia vita senza di lui, anche solo come amico, è pensare al nulla…

Che tristezza…sarò pazza davvero?!

Suki

-tua…tua sorella?- chiese Miki boccheggiando

-c-ome tua sorella!?-

-esatto Miki, lei è mia sorella e si chiama Yui…oh Yui, mi spiace che tu abbia dovuto conoscere Miki in queste circostanze, nella veste di donna super gelosona…- disse Yuu, accarezzando con un dito il viso di Miki e guardandola teneramente negli occhi.

‘Questa tenerezza’ pensò Miki ‘è quella tipica dell’amore…lui mi ama…adesso ne sono certa…come ho potuto dubitarne?’

Un pensierò la fulminò: non era la prima volta che si pentiva di avere dubitato di lui…

Dio com’era meschina…

Yui la richiamò al presente con la sua voce vellutata

-Oh non importa Yuu- disse –fa benissimo a difendere il suo territorio! Adesso credo sia meglio lasciarvi soli!-

Detto questo la ragazza s’incamminò per il marciapiede, ma dopo ualche passo si fermò di botto e tornò indietro.

Un volta arrivata davanti a Miki le sussurrò

-Scusami se ti ho creato problemi…lo faccio sempre…sono un’impiastra! Vorrei diventare tua amica, se per te va bene…e non dubitare mai più dell’amore di Yuu…non sai com’è stato male senza di te!- terminò, lanciando alla ragazza no sguardo complice.

Era davvero una ragazza molto dolce…

Quando vide Miki annuire, Yui andò via mandando un bacino a Yuu

-ciao ciao fratellino, la prossima volta porta anche lei, così cominciate ad abituarvi!^,^-

urlò quando era ormai dall’altra parte della strada, agitando la mano.

Yuu arrossì e rise, poi si volse dinuovo verso Miki

-So che avrai un milione di domande come minimo- disse prendendola teneramente per mano

-ti spiego tutto a casa, vuoi?-

Miki annuì e lo seguì, senza sciogliere quel contatto che, come tante altre volte in passato, adesso la rendeva più sicura…e più felice.

Arimi si accoccolò fra le braccia di Ginta e lo vide sorridere.

-Sai, ho visto Yuu e Miki mano per la mano poco fa- disse raggiante

-credo abbiano fatto la pace!-

-benissimo- rispose lui –così quella rompiscatole di Miki almeno ci ha lasciato la casa libera…-

seguì un sorrisetto malizioso da parte di lui, a cui Arimi rispose con una risatina.

-Suvvia, quanto sei cattivo!- disse scostandosi da lui –sono toi amici! Dovresti essere felice per loro!-

Ginta la guardò ancora

-lo sono- disse –ma adesso e un’altra la cosa che mi preoccupa un po’-

-cosa?-

-oggi ho visto Eriko e Otohiko al parco…-

-e allora?-

-si stavano baciando…-

-Oh Dio! Davvero!? Quei due si sono messi insieme?-

-così pare!-

-non so come la prenderà Suki…-

-Suki adesso è lontana…cosa può pretendere da Otohiko? O da Eriko? Se loro si vogliono bene è giusto che vivano il loro amore…-

-oh questo lo so, la penso come te…ma il cuore di una donna è uno scrigno che nasconde molte sorprese, non tutte felici. Abbiamo già visto cosa Suki sia stata in grado di fare per amore…non oso pensare a che farà quando scoprirà che la sua migliore amica si è messa con il ragazzo che lei ama alla follia…-

-Suki non è stupida Arimi…-

-Ginta, la stupidità non c’entra niente, anche io so che Suki, dopo qualche tempo, capirà tutto. Nma è la reazione d’impatto che mi spaventa…perché d’impulso si posso fare mille cose che normalmente non sogneremmo nemmeno di fare…-

-questo è vero…sei una vecchia saggia amore mio, sai?-

-Mhm…e noi qui seduti a parlare dei problemi degli altri sembramo due pettegoli!-

-mhm e non sai la novità miglioreeee…-

Arimi strabuzzò gli occhi e lo guardò…cos’altro c’era?

-dimmi…-

-ahhh non voglio fare la figura del pettegolo!-

-OHHHHH Ginta non puoi essere così cattivo!-

-Lo sono…-

-Umpf…allora ti caccio di casa stanotte…-

-no per carità!!!Vabene, te lo dico, ma adesso la pettegola sei tu! Sai che meiko e Satoshi si sono messi insieme?-

-Davvero? Chi te lo ha detto?-

-Satoshi mi ha chiamato poco fa…era raggiante…-

-ci credo…era il suo sogno ma…-

-Basta adesso signorina…voglio un premio per le mie informazioni…- mormorò Ginta spingendo Arimi sotto di lui.

-sempre il solito…- sussurrò lei cominciando a baciargli il collo…

Una volta arrivati a casa Miki si gettò sul divano, sprofondandovi.

-Allora…sono tutt’orecchi- disse, cercando di avere un tono arrabbiato, ma era troppo, troppo felice.

Yuu la guardò…malgrado tutto era lì con lui, e questo voleva dire che aveva ancora fiducia nel loro rapporto…dopotutto era Miki…e lui l’amava per questo!

-Allora…un po’ prima della festa di Satoshi…direi qualche giorno prima, ricevetti una strana  telefonata di una donna…era Yui- cominciò il ragazzo, che si era seduto accanto a Miki, l’aveva abbracciata e le accarezzava i capelli

-Yui mi disse di essere mia sorella, anzi, la mia sorellastra, poiché era nata dall’unione di mio padre e della sua nuova moglie. Io, come puoi immaginare, all’inizio la presi male, decisi di non dirti nulla perché volevo…restare solo nel mio dolore…-

-so che sei sempre stato un masochista…- asserì Miki dandogli un bacio lieve sulle labbra.

Yuu sorrise

-già…Cmq la incontrai e quando la vidi incinta…beh puoi capire come mi sentii! Cosa voleva da me? Lei mi disse che aveva bisogno di aiuto, perché non conosceva nessuno in Giappone, essendo sempre vissuta in Germania. Mi sembrava onesta e gentile, e accettai di darle una mano. Il giorno della festa l’accompagnai per la prima volta all’ospedale, per fare un’ecografia…ero emozionato…dopotutto quel piccolo è mio nipote!-

-Ho capito Yuu ma…come mai ha chiesto aiuto proprio a te? Quel bimbo avrà un padre!-

Yuu si rabbuiò all’improvviso

-E’ la stessa domanda che le ho fatto anche io…mi ha raccontato che il padre del bambino lei non lo conosce…è stata violentata…-

-Oh mio dio…-

-e in seguito a questo è scappata di casa ed è venuta qui, perché sapeva della mia esistenza. Non voleva più rivedere i posti che le facevano rivivere ogni giorno più trucemente la sua tragedia. La capisco…-

Miki tacque e si avvicinò di più a lui

-anche a me è sembrata una brava ragazza…- disse, lui la strinse più forte a sé e le baciò il capo

-ne ero certo, amore mio…e cmq non devi dire quel bimbo…lei è al 5 mese…e aspetta due gemellini- mormorò prima di darle un lungo, appassionato bacio.

…4 mesi dopo…

Mhm credo che sarà tristissimo rivedere tutti…sigh sigh! però non vedo l’ora. Jack è venuto a salutarmi all’aereoporto

-mi arrendo- ha detto dopo avermi baciata –tu ami troppo quel tizio perché qualcuno possa fartelo scordare!-

-consolati! Voglio così bene a te che nessuno potrebbe indurmi a dimenticarti!-

Jack ha sorriso e poi mi ha lasciata, credo che però si sentisse un po’ triste, l’ho capito da come mi ha guardata…c’era una venatura malinconica nei suoi bellissimi occhi verdi.

-Mi dispiace…- ho mormorato, più a me stessa che a lui, visto che ormai non poteva più sentirmi.

Ma adesso tornerò da Otohiko…e verdò se le mie sensazioni erano esatte.

E riverdò Eriko…mi è sembrata strana al telefono, per circa due mesi non mi ha chiamata e quando l’ho fatto io è stata evasiva e mi ha quasi chiuso il telefono in faccia…che sta succedendo?

Ah..sono completamente guarita! Adesso mangio come mi pare, quanto mi pare, ma senza esagerare. La mia linea è P-E-R-F-E-T-T-A!!!Che bello! Sembro un figurino! Sarà merito anche della palestra, appena arrivo devo iscrivermi a quella vicino casa mia!

Sai che è successa una cosa strana? Una sera io e Jack eravamo in una birreria, e avevamo bevuto un po’…io ho cominciato a cantare e un tizio mi si è avvicinato e mi ha dato un numero di cellulare…Jack ha detto (io non lo ricordavo^^’’) che anche io gli ho deto il mio…poco male, tanto adesso non funziona più! Spero non sia stato un maniaco…inoltre ho anche perso il suo numero!

Chissà chi era! Beh adesso devo lasciarti…l’aereo sta per partire.

L’aereo che mi riporterà in Giappone

Suki

Otohiko chiuse gli occhi, in preda al forte mal di testa…

-che mi sta succedendo?- si chiese, ripensando all’ultimo appuntamento con Eriko.

L’aveva trattata malissimo, anche se lei, dal canto suo, l’aveva aggredito in tutti i modi…ormai non facevano altro che litigare, per qualsiasi stupidaggine, non sembravano nemmeno fidanzati.

Certo, di momenti belli ne avevano passati, ma adesso che ci ripensava si rendeva conto che non erano momenti d’amore ma…d’amicizia…pura e semplice amicizia…

-A questo punto- si chiese –il dubbio è:io l’amo?-

Non seppe rispondere…

Si alzò dal letto e prese una foto, che era sulla scrivania. C’erano lui, Eriko Satoshi e Suki

-Suki..- mormorò

-Eh così domani partite eh?- chiese Eriko a Satoshi, che le sorrideva gaio abbracciando Meiko.

-già già!- disse gongolandosi

Eriko li guardò…stavano davvero bene insieme.

Cosa che non poteva dire di lei ed Otohiko…mettersi con lui era stato un grossissimo errore, perché si era resa conto di non amarlo.

Per questo si era innervosita, ma invece di prendersela con se stessa scaricava la sua rabbia su di lui, che si arrabbiava.

Meiko captò i suoi pensieri

-come va con Otohiko…?- chiese

-benissimo…non lo amo e ci lasceremo presto- rispose Eriko, sorprendendosi perché quelle parole non l’avevano ferita come aveva immaginato.

L’indomani la giornata era bellissima, il sole splendeva.

Meiko e Satoshi, circondati dai loro amici, sembravano il prototipo della coppia perfetta, belli, felici e simpatici.

Tutti si prodigarono per salutarli, Key improvvisò addirittura un piccolo concerto in aereoporto, correndo il rischio di essere cacciato.

Gli unici a non sorridere erano Eriko e Otohiko.

-Dai non fate quei musi…- gli disse Meiko una volta rimasti soli

-non bisogna essere tristi! Oggi vi liberate di Satoshi!-

-Ehi!- disse l’interpellato, fingendosi offeso, Meiko rise

-non è colpa vostra se non ha funzionato, non potete biasimarvi di nulla…eravate così amici…tornate ad esserlo…forse non siete fatti per stare insieme!-

Eriko annuì, poi guardò Otohiko…era arrivato il momento di lasciarsi.

La voce metallica, dall’altoparlante, richiamò coloro i quali dovevano imbarcarsi per Parigi.

-Tocca a noi!- disse Satoshi spingendo via Meiko.

-mi raccomando- urlò quest’ultima.

Otohiko e Eriko si guardarono negli occhi.

-Adesso?- mormorò lui

-perché aspettare- sussurrò lei senza alzare gli occhi dal pavimento.

-Satoshi forse non dovevamo lasciarli soli…- disse Meiko una volta allontanatasi

Si stavano lentamente avvicinando all’uscita, dove li aspettava…l’aereo che li avrebbe portati a Parigi…

-credo sia meglio che risolvano da soli il loro problema invece…-

Meiko annuì, sentì Satoshi irrigidirsi

-che succede?- chiese, poi seguì lo sguardo di lui

-Quella…-

SUKI!

La hostess li spinse dentro…

-mi spiace Eriko…ma credo anche io di non amarti…forse abbiamo semplicemente sbagliato…- terminò Otohiko, dopo averle spiegato i perché del suo recente comportamento.

Eriko lo guardò…era bellissimo ma non lo amava

-Già…- disse –allora amici come prima…-

-Ok…un ultimo bacio lo merito almeno?-

Eriko sorrise, lo abbracciò e lo baciò sulle labbra

-come fanno a sapere che sono arrivata oggi?- mormorò Suki, quando scorse Eriko e Otohiko davanti a sé. Loro non sembravano averla notata, presi com’erano nel parlare.Era a pochi passi da loro…

Suki si sentiva a disagio, senza saperne il motivo.

Poi Eriko si alzò lievemente e…

LO STAVA BACIANDO?

Le caddero le valigie, provocando un certo fracasso.

Otohiko si voltò di scatto e la riconobbe subito.

-Suki…- mormorò, lei scappò via, piangendo.

-maledizione- imprecò Eriko seguendola

Non è possibile! Non ci credo…ecco perché stavo così male a Londra…ecco perché credevo di averlo perso…ecco perché Eriko era così scostante…loro…loro stanno insieme…

Perché mi hanno fatto questo?

Non so dirti come mi sento adesso…non lo so nemmeno io.

Credo di essere arrabbiata, ma sono la prima a sapere che non dovrei.

Eppure è una cosa istintiva, provo rabbia verso Otohiko e, soprattutto, verso Eriko.

Chissà cosa direbbe Jack adesso, vedendo i miei occhi. Adesso lo sento anche io…sento che sono davvero tristissimi…come lo sono io. Mi chiedo se sia giusto provare tutto questo. In fondo fino a qualche mese fa io non lo conoscevo nemmeno Otohiko, non potevo parlargli, non ero sua amica. Lo sono diventata grazie ad Eriko, e sempre grazie a lei adesso sono normale…io le devo molto, questo lo so.

Ma mi ha profondamente delusa lo stesso.

Io le avevo detto che lui mi piaceva…e lei si è innamorata di lui.

Perché?

Forse era destino…forse il loro amore è così forte che non ha saputo resistere…

Il telefono squilla da un’ora ormai, ma non mi va di rispondere.

Eriko mi ha seguita per un po’, dopo sono riuscita a seminarla.

Credo di avere fatto una figuraccia, se Otohiko non era a conoscenza dei miei sentimenti adesso…beh adesso riderà di me…

Che triste…

Avrei dovuto restare a Londra…non sarei mai dovuta tornare. Questo non è più il mio posto…qui sono di troppo.

Ho paura, paura di quello che succederà.

Il mio cuore si stringe se penso che domani dovrò uscire, rivedere tutti loro, rivedere le loro facce, rivedere quel bacio.

Il mio cuore sta piangendo, mentre la mia testa mi dice di smetterla, mi dice che sono solo un’illusa e che da loro due non potevo pretendere niente.

E’ vero, ma come posso dire al mio cuore di fermarsi? Alla mia anima di riprendersI?

Io non posso.

Semplicemente, non posso.

Ci sto così male…

Basta!Maledizione!Lo squillo del telefono mi sta facendo venire mal di testa, adesso rispondo e poi lo stacco.

*Tu…tu…tu….*

Ancora niente. Stava provando a chiamare da quasi un’ora a casa di Suki ma lei non rispondeva. Eriko le era andata dietro, ma gli aveva fatto sapere di non essere riuscita a parlarle.

Perché era corsa via così? Cos’era quel lampo doloroso che aveva visto negli occhi di lei?

Certo, doveva ammetterlo, era diventata bellissima…

Non che fosse cambiata molto, in realtà, ma adesso aveva tutta un’altra luce, una luce bellissima.

-Chi è?-

Aveva risposto…era lei…

-Suki sono Ot…-

-Lasciatemi in pace, basta, non ho voglia di starvi a sentire…-

Click.

Gli aveva attaccato il telefono in faccia. Otohiko restò fermo a fissare la cornetta che aveva ancora in mano per qualche istante, poi uscì dalla cabina e si diresse tristemente verso casa.

-Allora Yui! Manca poco ormai!!! Non hai paura? Sono pur sempre due gemellini!-

Esclamò Miki rivolta all’amica, mentre si accomodavano sul divano e Yuu porgeva loro una tazza di caffè.

-Beh si ho un po’ paura ma…al diavolo! Sono i miei figli! Non vedo l’ora di poterli stringere fra le braccia- mormorò Yui accarezzandosi il ventre.

Yuu era felice, Miki e Yui erano diventate molto amiche in quei mesi, praticamente uscivano tutti i giorni. Yui aveva anche chiesto a loro due di fare da padrino e madrina per i piccoli, che, come avevano constatato le ecografie, erano un maschietto e una femminuccia.

Una cosa però lo preoccupava…la sorella era molto pallida in quel periodo, sembrava soffrire molto.

-Yui ti vedo pallida ultimamente…c’è qualcosa che non va?- chiese infine, preoccupato

-No no…è solo che ci siamo quasi e spesso avvengono delle contrazioni abbastanza dolorose…come adessoooo…- il viso di Yui si contrasse in una smorfia dolorosa –e poi sono due…pesano!^^-

-Già..-

Dopo qualche istante però, Yui sbiancò ancora di più

-Yui che hai?- disse Miki con voce concitata –che succede?-

-Un’altra…c-contrazione…ma che sta…succedendo?-

-Yui no…dimmi che non è vero…-

-Mio Dio credo…-

-YUI…-

-credo di stare…-

-YUI L’OSPEDALE PIU’ VICINO DISTA QUASI MEZZ’ORA IN MACCHINA!-

-…STO PER PARTORIRE!!!!-

Panico.

Miki sprofondò nel divano

-mi sento male…- biascicò

-Su su Miki, non è il momento di farsi prendere dal panico!!! Chiamiamo l’ambulanza…-

Yuu si allontanò velocemente nel corridoio per telefonare, mentre Yui si era stesa per terra e aveva pregato Miki di prendere alcuni asciugamani.

Quando Yuu tornò la sua faccia era più pallida di quella della sorella.

-che succede Yuu?- chiese Miki, sull’orlo di una crisi di nervi

-Le ambulanze sono tutte fuori…-

-Questo vuol dire…-

-..che Yui dovrà partorire qui…-

Yui alzò gli occhi al cielo

-Gesù mio! In mano a quali inetti mi hai lasciata!?- esclamò ridendo…

Non ce la faceva davvero più a stare tappata in casa, decise di uscire.

Non voleva incontrarli, però, per cui si diresse verso un quartiere che loro non frequentavano mai, nella speranza di non inontrarli.

Aveva fame, e non era un buon segno…per niente…credeva di essere guarita!

Decise di prendere qualcosa da bere in qualche bar per poter pensare meglio ma, appena entrata nel locale più vicino, dovette ricredersi.

Era un locale per Karaoke, c’era un bordello assurdo.

Ormai però era entrata e si andò a sedere ad un tavolino appartato, non prima di aver preso una coca.

Pensare era un po’ difficile in mezzo a qual frastuono, per cui si unì al coro che in quel momento stava urlando una qualche canzone imprecisata.

Poco dopo le fu passato il microfono.

-Su! Tocca a te!- le fu detto.

-beh visto che siamo qui…cantiamo!- si disse Suki, e dopo aver schiarito la voce, cominciò a cantare…

Non sapeva che quello non era un semplice Karaoke…ma un concorso canoro…

Quando finì di cantare (per ironia della sorte una struggente canzone d’amore) con le lacrime agli occhi fece per uscire, ma il barman la trattenne

-Signorina, deve lasciarci i suoi dati-

-i miei dati?- rispose Suki, che scendeva dalle nuvole.

-eh beh si…nel caso la giuria dovesse ritenerla adatta…-

-adatta per cosa?-

Ma in che razza di guaio si era cacciata? Malgrado la sua riservatezza lasciò i suoi dati e scappò via dal locale, desiderosa solo di tornare a casa e non uscirne mai più.

Purtroppo fu bloccata poco prima di entrare nell’ascensore.

-Suki…- la chiamò una voce…era quella di Erikio

-Cosa vuoi ancora Eriko…- disse Suki con voce triste, appoggiandosi al muro e chiudendo gli occhi

-voglio parlarti…non mi fai nemmeno salire?- chiese l’amica sorridendo

Suki non rispose, la guardò per un lungo istante e le fece cenno di seguirla

‘Risolviamo presto questa maledetta situazione’ si disse.

-Yui…c-cosa dobbiamo fare?-

-Santo cielo Miki, non distrarla!- esclamò Yuu, mentre teneva la mano della sorella che respirava ritmicamente e cercava di spingere il più possibile.

-Beh Yuu, allora dimmi tu cosa devo fare!- disse Miki in piena crisi

-Poggia l’ascigamano a terra…si così!…Adesso stà attenta a quando esce la testa del primo…-

-Oh santo cielo…-

Yuu strinse più forte la mano di Yui

-dai sorellina manca poco…-

-vedo la testa! La testa del primo! Sta per uscire!-

Yui sbuffò più forte, ancora poco e ce l’avrebbe fatta…

-Dio dacci la forza…mormorò, poi udì il vagito del suo primo figlio

-Dai Yui…ne manca uno…- disse Miki sorridendo, la sola visione di quella creaturina le aveva sciolto i nervi…

Eriko fu la prima a sedersi, su una sedia accanto al tavolo, poco dopo Suki spuntò dalla cucina con due caffè, glie ne porse uno e si sedette sul divanetto.

Entrambe tacquero, imbarazzate, per qualche attimo, poi Eriko prese coraggio

-Suki, so che adesso mi odi….-

-se lo sai cosa sei venuta a fare?…non ti odio Eriko…-

-Ma sei delusa e triste…-

-puoi biasimarmi?-

-francamente…no-

-Ah bene, almeno questo…-

Se la aspettava questa freddezza, Eriko, si aspettava questo dolore, e non sapeva bene cosa dovesse dire all’amica. Ma lei non voleva perderla.

-Suki, io non voglio perderti…-

-potevi pensarci prima…-

-non dire così…io non mi ero messa con Otohiko per farti un dispetto…noi…-

-voi…?-

-credevamo di amarci…-

-credevate?-

-Ci siamo appena lasciati…quando tu ci hai visto…-

Malgrado tutto l’astio che credeva di provare per Eriko, Suki s’intristì.

-Mi spiace…- mormorò

Eriko sorrise

-ci abbiamo provato, ma non è andata. Noi non ci amiamo, non ci siamo mai amati. Io credo che lui…ami un’altra…-

-fra i due litiganti…- disse Suki sorridendo

-non prendertela!- continuò –sarà un’ochetta sbiadita!-

Eriko rise

-Suvvia non essere così cattiva! Io, adesso che ci penso, non ci sto male. Avevo capito da tempo che non eravamo fatti per essere amanti ma…amici…-

-Mhm…adesso però c’è un bel problema…-

Eriko s’irrigidì…credeva di aver risolto tutto…aveva visto Suki sorridere, sperava di essere stata perdonata…

-quale?- sussurrò

-Al suo matrimonio ci dobbiamo andare o no?- esclamò Suki portandosi una mano sotto il mento, con aria di chi sta prendendo un’importante decisione.

Le due scoppiarono a ridere e si abbracciarono.

(Non vale la pena di litigare per un uomo NdA^///^)

-waaaaaaaaaaaaaaaa!-

-si ho capito piccola abbi pazienza! La mamma deve riprendersi!-

Miki adesso stava perdendo la pazienza dinuovo.

Fra qualche istante sarebbe finalmente arrivata l’ambulanza, anche se i due bambini erano nati senza problemi…ed erano bellissimi.

Yui si stava riposando e lei e Yuu ne avevano uno ciascuno in braccio.

Pensò a come sarebbe stato avere dei figli loro e arrossì…

Poco dopo Yui le chiese di farle tenere la figlia, Miki acconsentì.

Erano un quadretto splendido, assieme, le fecero tantissima tenerezza. Anche Yuu le stava guardando e nei suoi occhi Miki potè leggere la stessa gioiosa meraviglia per un miracolo tanto grande.

Ma per lei, adesso, il vero miracolo era il loro amore.

Si erano uniti davvero, in quei mesi, più di quanto lei avesse mai potuto desiderare…erano una cosa sola…in tutti i sensi.

In preda a questi penseri non si accorse che lo sguardo di Yuu si era posato su di lei…e sembrava preoccupato.

-Miki sei pallidissima…che hai?-

-uhm…un leggero capogiro…mi sono davvero emozionata…sarà…lo stress…-

Detto questo Miki si afflosciò a terra svenuta.

*dlin dlon*

-Chi sarà?-

Suki si alzò ed andò ad aprire la porta

-se è Otohiko che ne dici di piacchiarlo?- propose all’amica che ancora sorseggiava il caffè, ormai divenuto freddo

-Mhm…dai non lo merita!-

-Dici?-

Davanti a lei c’erano due uomini vestiti elegantemente, che la fissavano. Poi, più indietro, riconobbe il barman che le aveva chiesto i dati e cominciò ad avvertire una certa paura!

Stupida! Nella fretta non aveva pensato al perché di quella richiesta strana…

-Cosa volete?- chiese con voce bassa

-La signorina Suki Kanzai?- le chiese una di quelli. Al suo annuire sorrise

-lei è stata scelta signorina! Complimenti!-

-scelta per cosa?-

A questa domanda i tre si guardarono straniti, il barman le si avvicinò

-Scelta per essere scritturata dalla casa discografica Star…

-COME?-

-ma lei…non sapeva della selezione e del concorso scusi???-

-credo che ci sia un IMMENSO frainteso…-

Il barman alzò gli occhi al cielo…

-Singorina, quel bar dov’è entrata prima era il bar dove si svolgevano le selezioni del conscorso ‘Nuove voci’ indetto dalla Star. I giudici seduti al tavolo accanto al suo vagliavano tutte le persone partecipanti, che cantavano una canzone al Karaoke. Poi decidevano se fra queste poteva esserci la nuova voce della casa discografica e…a quanto pare, ha vinto lei…-

-Io?-

-Già-

-Santo cielo…-

Eriko abbracciò Suki, che aveva già gli occhi lucidi…lei…aveva vinto un concorso canoro??? Non aveva mai fatto caso alla sua voce, le sembrava normale anche se abbastanza alta…ma…un contratto con la Star…era più di quanto aveva mai sognato…anche da bambina…!!!

-Complimenti…sembra che avrò un’amica celebre!-

Quando si riprese Yuu era accanto a lei, pallido in viso

-Miki…oh Miki ti sei svegliata!- disse quando lei aprì gli occhi, poi l’abbraccio forte

-mi hai fatto prendere una paura! Perché non mi hai detto che stavi male?-

-Non sono mai stata male prima…-

-non preoccparti…fra poco dovrebbe arrivare il dottore che ti ha visitato…ci dirà cos’hai avuto…-

Dopo qualche istante, infatti, il dottore entrò nella stanza sorridendo

-Si è ripresa bene vedo, signorina…il suo svenimento è di certo dovuto allo stress…beh ha dovuto far nascere due bambini, è più che logico che si sia sentita male. Suo marito però, non l’ha abbandonata un attimo, nemmeno quando facevamo le analini. A proposito di questo…-

-ehm…lui non è mio marito…- mormorò Miki arrossendo

-Ah no? beh dovreste provvedere…altrimenti come farete per il bimbo che sta per nascere?-

-COME?-

-non lo sapeva? Signorina, lei è incinta di un mese…-

Yuu, dopo qualche istante di smarrimento, abbracciò più forte Miki

-Miki…un figlio nostro…ti rendi conto?-

-Si Yuu, si…- singhiozzò Miki in preda alle lacrime…aspettava un figlio…un figlio di Yuu

-Miki non sai quanto sono felice, amore mio…-

-ti amo…-

Aveva congedato tutti ed era uscita per riordinare le idee…un contratto con la Star…assurdo…

Ripensò alle clausole del contratto che le avevano fatto vedere…se avesse accettato…sarebbe stata dura dover dire addio a tutto…e tutti.

-Scusi!- esclamò dopo aver involonariamente sbattuto contro un tizio

-SUKI!- esclamò questi…lei alzò lo sguardo…era Otohiko.

-Ah sei tu…- disse fredda –ciao, scusa ma vado di fretta- poi fece per allontanarsi

Ma Otohiko non poteva lasciarglielo fare, poiché non voleva perdere la sua amicizia, quindi la fermò

-Non fare la bambina Suki…perché te la sei presa così tanto?-

Suki si bloccò, paonazza dalla rabbia. Voleva umiliarla ancora? Voleva sentirsi dire in faccia che lei lo amava? La odiava così tanto da volere questo da lei?

-Allora? Sto aspettando una risposta!- disse lui con voce ferma, ma quando vide i suoi occhi fu preso da un groppo alla gola. Cos’era quell’espressione ferita, umiliata? Cos’era quel dolore? Perché gli occhi di lei erano lucidi?

cercò di abbracciarla ma lei glielo impedì

-Non mi serve la tua pietà. Vuoi umiliarmi vero? Perché mi odi, perché per te sono meno di zero vero? Va bene, se vuoi che te lo dica eccoti accontentato…io TI AMO. Sei contento adesso? Mi lascerai in pace?-

Otohiko lasciò la presa e Suki scappò via piangendo

Lo amava e lui non se n’era accorto…e adesso l’aveva persa per sempre…

Suki entrò in casa, ancora piangeva

-basta…ho preso la mia decisione- esclamò, poi alzò la cornetta del telefono

-Signor Sakurazuka?- disse quando dall’altra parte risposero

-firmerò il contratto…-

 

 

  
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