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Autore: LadyBracknell    26/02/2012    3 recensioni
Gli occhi azzurri di Spirit si videro riflessi nelle grossi lenti rotonde del dottore: in essi leggeva la paura che aveva provato in quelle notti tremende.
Il titolo è una citazione del Joker: mi ricorda molto Stein.
Grazie come sempre a harinezumi per avermi fatto da correttrice di bozze anche stavolta.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Franken Stein, Spirit Albarn
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La grossa vite ruotò di trecentosessanta gradi sotto le dita pensierose del dottore, chino su un foglio bianco. Aveva quella penna in mano da almeno trenta minuti, oramai, eppure non sapeva che scrivere; in effetti, non sapeva nemmeno come mai si fosse messo lì.
Si incastrò una sigaretta fra le labbra e l'accese, aspirandone il fumo.
L'altra mano lasciava tamburellare le unghie sul tavolo pieno di cuciture come il suo volto e questo pensiero gli stampò un ghigno sulle labbra, mentre la penna venne sostituita dal bisturi.
Stein vide i propri occhi verdi riflessi in quella lama luccicante, ma perso nella propria follia non ci fece molto caso, anche perché il sangue che stava gocciolando fuori dal palmo della mano lo attraeva molto.
Crick... Crick... Crick...
La vite continuava a ruotare.
Crick... Crick... Cri--!
Stein si voltò di scatto e lo sguardo maniacale sembrò calmarsi, vedendo la porta aprirsi.
«Ciao, Spirit».
«Ciao, Ste--Ehi! Perché diavolo te ne stai sempre con la luce spenta? Stavo per inciampare di nuovo su uno di quei tuoi strani trabiccoli!»
«Uh-Uh...»
Crick... Crick... Crick...
«Mi stai ascoltando?»
«Uh-Uh».
… Evidentemente no.
Ma Spirit vi era così abituato che continuò a parlare da solo, imperterrito, che del resto era l'unico motivo per cui era lì, assieme ad un altro: lamentarsi.
«Sono stato alla Shibusen, ho provato a parlare con Maka...». La Falce della Morte si sedette sul divano, con le gambe spalancate, gettando la testa rossa all'indietro.
«...non ha voluto vedermi... cioè, mi ha visto, ma non abbiamo parlato molto».
«Uh-Uh».
Crick... Crick... Crick...
«Ehi, Stein, hai mai pensato di ritinteggiare le pareti? Mi inquietano queste cuciture. Mi ricordano brutte esperienze».
Silenzio.
Stein si voltò, facendo cigolare la sedia. Il sangue gocciolava piano dalla sua mano, ma sembrava quasi non farci caso. Forse se n'era già scordato.
«A me piacciono».
«In effetti, riflettono la tua personalità...»
«Non parlavo delle pareti».
Spirit deglutì nel silenzio più totale.
«Erano dei bei tempi quelli...», continuò il dottore, «...il terrore che c'era nei tuoi occhi quando vivevi con me è qualcosa di indimenticabile».
«S-sai, c'è un parco...s-sì un parco poco lontano da qui...Un parco /pieno/ di scoiattolini che corrono allegri e non aspettano altro che tu li dissezioni. Su, va...Va a dissezionarli, Stein!»
fu l'unica cosa che Spirit riuscì a dire, fra un tremito e un altro.
Il dottore scivolò via dalla sedia rattoppata, sedendosi vicino alla Falce. Troppo vicino.
Gli occhi azzurri di Spirit si videro riflessi nelle grossi lenti rotonde del dottore: in essi leggeva la paura che aveva provato in quelle notti tremende.
Crick... Crick... Crick...
«S-Stein...»
La testa del dottore si abbassò.
Crick... Crick... Crick...
«N-Non mi piace questa cosa» disse l'altro, cercando di allontanarsi il più possibile.
Crick... Crick... Crick...
«S-Stein, avanti... s-smettila di giocare...»
La vite continuava a ruotare.
Crick... Crick... Crick...
Spirit si fece ancora più indietro e cadde dal divano.
Silenzio, di nuovo. Stein apparve sopra di lui: la sua testa era poggiata sulla cucitura del braccio del divano.
Crick... Crick... Cri--!
«Di' un po', Spirit...». Dalle labbra pallide si levò una lenta scia di fumo. «...ti va di giocare al dottore?»

  
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