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Autore: Moriar tea    26/02/2012    6 recensioni
Lavi e Yu non litigavano spesso. In genere era Yu a litigare con lui; ma Lavi, beh, Lavi non si arrabbiava mai.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rabi/Lavi, Yu Kanda | Coppie: Rabi/Kanda
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ferite infette



Lavi e Yu non litigavano spesso. In genere era Yu a litigare con lui, per quei motivi sciocchi e del tutto superflui che lo rendevano una persona meravigliosamente scontrosa e polemica; ma Lavi, beh, Lavi non si arrabbiava mai.
Lavi era quel genere di persona convinta sempre di non meritarsi alcunché. Non si meritava una vita facile, di questo ne era certo, non si meritava un rapporto senza complicazioni; e meno di tutto si meritava l'amore, raro e bellissimo, di Yu Kanda. Perciò, se Yu Kanda ogni tanto decideva di arrabbiarsi con lui senza ragione, e insultarlo, e picchiarlo, non c'era davvero motivo di offendersi.
E poi, c'erano quelle volte. Le volte in cui la ragione esisteva eccome, e Yu non lo insultava e non lo picchiava, ma aveva quegli occhi -dio, quegli occhi!-, dei pozzi neri di domande e perchè. Lui temeva sempre che a quei perchè non trovasse risposta, e cercava in ogni modo di farsi perdonare, e di convincerlo, con lo sguardo più che con le parole, che davvero, ne valeva la pena. E per fortuna ci riusciva sempre.

Lavi e Yu, perciò, non litigavano spesso, e questo perchè Lavi era ben disposto ad accollarsi le ferite di entrambi, leccarle per bene e fare in modo che queste non li dividessero mai. Ma c'erano quei momenti, momenti rari, in cui le sue ferite erano troppo profonde, troppo aperte, troppo esposte. E Yu, del tutto impreparato a prendersene cura -in quel suo bieco quanto innocente egoismo-, le ferite gliele infettava.
Più che liti, i loro erano silenzi distesi. Non imbarazzati, non rabbiosi: ma freddi, un po' troppo, e distanti.
Quei silenzi non lasciavano mai spazio a sorrisi rassicuranti, o a sciocche battute che dissipassero il disagio; si infilavano subdolamente nelle stanze della loro casa, nelle loro bocche, nei loro occhi, nel loro letto. Lavi non riusciva a scrollare le spalle e passarci sopra, e Yu era davvero troppo orgoglioso per chiedere scusa, anche se tremava all'idea che non giungesse quel suo perdono tiepido e dal sapore zuccheroso.
Poi, dopo qualche giorno, uno dei due finiva col parlare. Dire una cosa banale, o, se era coraggioso, una cosa molto dolce, anche se mai esageratamente intima.
Bastava il contatto con le loro voci, di solito, per abbattere i muri. E quella notte tornavano a fare l'amore; senza spogliarsi, solo slacciandosi e abbassandosi i pantaloni quel tanto che bastava, giusto per prudenza, per non esporsi troppo. Forse avevano bevuto, forse era bello sporcare il pavimento del salotto senza pensare al come e al perchè, come quando si erano trasferiti in quella casa e avevano trascorso 48 ore nudi, a terra, in mezzo agli scatoloni.
Il mattino dopo c'era sempre un po' di imbarazzo, quando si ritrovavano abbracciati dallo stesso lato del materasso. Ma Lavi, l'imbarazzo, lo scioglieva sempre con un sorriso un po' nostalgico, un bacio a fior di labbra, magari una carezza; e decideva che valeva la pena litigare con Yu solo per quella rughetta d'apprensione che gli si apriva in mezzo agli occhi e che, in un qualche strano modo, lo supplicava di fare la pace.

  
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