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Autore: Saralasse    26/02/2012    11 recensioni
SPOILER! Insomma, mi sono chiesta perchè dopo tutto ciò che era accaduto tra loro prima del Torneo della Magia, Gajeel e Levy non si siano scambiati nemmeno uno sguardo. Questa è la mia versione :) Enjoy it!
Spoiler dai capitoli 265 e 268
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gajil Redfox, Levy McGarden
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Le protagoniste dei romanzi che era solita leggere avevano ragione, Levy doveva darne loro atto: rigirarsi nel letto in cerca della posizione giusta in cui dormire era del tutto inutile in quel frangente. Era inutile anche solo pensare di poter dormire quando era certa di ciò che aveva visto quella stessa mattina: era tornato.

Era tornato ma non l’aveva cercata, si era dileguato tra la folla dopo averle rivolto appena un fugace sguardo d’indifferenza. Levy si sforzò di ricacciare indietro le lacrime, dandosi mentalmente della stupida; in fondo, era di Gajeel che si trattava, come aveva solo potuto sperare che ciò che era accaduto sull’isola Tenrou avesse avuto un qualche significato per lui? Era stata lei a illudersi che tra loro fosse nato qualcosa e lo aveva aspettato, ansiosamente, per quelli che erano stati i tre mesi più lunghi della sua vita.

‘Stupida’.

 

Levy era giunta a Crocus assieme ai suoi nakama ma sperava che la scelta del master non ricadesse su di sé. Stranamente si era sentita sollevata quando le sue speranze erano state confermate: nutriva ancora scarsa fiducia nelle proprie possibilità e l’unica cosa di cui era certa era la sconfitta che avrebbe portato a Fairy Tail partecipando al Grande Torneo Magico.

Si era allontanata da loro con il pretesto di cercare una libreria. “Siamo nella capitale dopotutto, chissà quanti libri avranno che non ho mai letto!”, aveva detto mentre si incamminava lungo le vie del centro, con la sola compagnia dei suoi compagni di team. Nonostante li avesse pregati di lasciarla sola, erano stati irremovibili nella loro decisione di scortarla ovunque andasse.

La piccola maga aveva sorriso, nonostante tutto era grata per le loro premure, anche se avrebbe preferito restare sola per tentare di smaltire la delusione di non averlo visto. Sperava che Gajeel li raggiungesse dopo aver terminato quel misterioso allenamento a cui non aveva voluto che prendesse parte ma non si era presentato e nessuno lo aveva nemmeno nominato.

Il chiacchiericcio insistente di Jet e Droy faceva da sottofondo ai suoi pensieri mentre sfogliava distrattamente le pagine di un volume che faceva bella mostra di sé su una bancarella disposta lungo la strada. Guardava le lettere senza leggerle, seguendo con le dita quei tratti così scuri… neri come ala di corvo… neri come i suoi capelli…

“Basta!”, aveva esclamato chiudendo il libro di scatto e facendo sobbalzare Jet e Droy.

“L-Levy-chan…!”.

“Scusa, ti stavamo disturbando?”.

Levy era arrossita d’imbarazzo, sentendosi scoperta come se i suoi compagni avessero potuto leggerle nel pensiero, e aveva scosso la testa con decisione.

“No!”, si era affrettata ad aggiungere. “Niente affatto, è che… è che questo libro non mi piace!”.

Così dicendo aveva steso la mano per rimettere a posto il libro che però era finito malamente a terra. “Mi scusi!”, aveva detto con tono implorante al venditore, continuando mentalmente a maledire quella giornata: da come era iniziata, si sarebbe rotta una gamba prima di sera!

Mentre si rialzava, porgendo ripetutamente le sue scuse al padrone della bancarella, aveva sentito una presenza fin troppo familiare alle sue spalle e si era voltata, permettendo al suo naso di cogliere un profumo mascolino, ferroso e selvaggio, tutto ciò che aveva sempre associato a Gajeel.

Ignorando completamente Jet e Droy, e qualsiasi cosa le stessero chiedendo o dicendo, era corsa via, seguendo in mezzo alla folla una persona coperta da un lungo mantello scuro. Nessuno le avrebbe tolto dalla testa la sicurezza che si trattasse proprio di lui e lo aveva chiamato, tentando di fargli giungere la sua voce anche in quel marasma di urla e strepiti nel quale era finita; si era voltato, solo per un istante, solo il tempo di rivolgerle un’occhiata sprezzante prima di perdersi di nuovo in mezzo alla gente, sfuggendo allo sguardo di Levy.

 

Levy scosse la testa, tentando così di scacciare i pensieri che la accompagnavano da quella stessa mattina. L’indomani avrebbe dato il via al Grande Torneo Magico e lei avrebbe dovuto sostenere i suoi nakama. Con tutta se stessa. Anche se una parte di lei avrebbe desiderato soltanto sparire.

 

 

Era ormai quasi riuscita a scivolare nel sonno quando aveva avvertito un peso sul materasso e contemporaneamente due forti braccia afferrarla per la vita, costringendola a incrociare lo sguardo con quello cremisi di Gajeel.

“Ga-Gajeel…”.

“Ciao gamberetto”, disse il Dragon Slayer sollevando gli angoli della bocca in un accenno di sorriso e stupendo all’inverosimile la piccola Levy. Gajeel non sorrideva mai, lui sogghignava piuttosto; la maga pensò che forse la penombra le aveva giocato un brutto tiro.

“Non dici niente? Eppure di solito parli anche troppo”, continuò posandole due dita sotto il mento per richiuderle la bocca ancora spalancata per la sorpresa.

“Oggi eri tu, vero?!”, esclamò d’un tratto Levy.

“Si”.

“Perché sei andato via? Ti aspettavo da mesi, perché non ti sei fermato?!”.

Gajeel sbuffò di fastidio, volgendo lo sguardo altrove. “C’erano i tuoi amichetti, non eri sola”.

“Stupido Gajeel! Come puoi essere geloso di loro!”.

Levy fece per scansarsi da lui ma il Dragon Slayer non glielo permise e si voltò supino trascinandola su di sé.

“Lasciami Gajeel, lasciami andare!”, protestò picchiando i pugni sul suo torace solido.

“Quasi quasi ti preferivo ammutolita dalla sorpresa!”, grugnì Gajeel rafforzando la presa attorno al suo corpo e portando una mano fra i capelli azzurri di Levy, occhi negli occhi. “Sei un gamberetto, minuscolo e petulante… però mi sei mancata lo stesso”, ammise in un raro momento di tenerezza prima di avvicinarle con forza il viso al proprio e baciarla con brama.

Levy si distese in quel bacio, permettendosi di rilassarsi sul corpo di Gajeel, aprendo le mani che presero a vagare nei capelli nerissimi del mago; i dubbi potevano aspettare ora, le aveva appena confessato di aver sentito la sua mancanza e non avrebbe potuto dirle nulla di più bello.

Quando il bisogno d’aria li costrinse a separarsi, Gajeel cambiò di nuovo posizione, adagiando Levy sul letto e sollevandosi su un gomito per guardarla, confusa e arruffata con le gote imporporate dal piacere e le labbra tirate in uno splendido sorriso.

“Mi sei mancato anche tu Gajeel”.

Gajeel si chinò a baciarle la fronte e fece per alzarsi ma Levy lo afferrò per un braccio, trattenendolo. “Dove vai?”.

“Non posso restare qui, Levy”.

“Sì che puoi!”.

“Levy…”.

“Ti prego!”, implorò la maga, gli occhi lucidi delle lacrime che stava trattenendo. “Ti prego Gajeel, resta con me”.

Gajeel trattenne uno sbuffo, tornando a stendersi accanto a lei e stringendosela contro. In realtà, non esisteva nessuna regola che vietasse ai maghi delle gilde partecipanti al torneo di dormire insieme se lo desideravano… né di fare altro; ed era proprio di quell’altro che aveva timore. Levy era diventata troppo importante per lui – la amava ma non lo avrebbe ammesso nemmeno a se stesso – per pensare di poterle fare del male con la sua irruenza, ed era certo che non avrebbe resistito troppo se fosse rimasto in quella stanza con lei.

La voleva. Così tanto che si sentiva sul punto di perdere l’autocontrollo da un momento all’altro. E il fatto che Levy continuasse a far vagare le mani sul suo corpo non lo aiutava di certo. “Che diavolo stai combinando, gamberetto?!”.

“Spogliati”.

Gajeel inarcò un sopracciglio guardandola con scetticismo: era forse impazzita tutto d’un tratto? “Tu vaneggi”.

Levy scosse la testa, salendo a cavalcioni sullo stomaco di Gajeel. “Voglio stare con te”, disse chinandosi a baciarlo mentre armeggiava con i suoi indumenti. “In tutti i sensi”, aggiunse poi, fugandogli qualsivoglia dubbio.

Gajeel afferrò Levy per i polsi, senza stringere per timore di farle male. “Stai giocando col fuoco Levy”.

“Non sto giocando”, rispose lei, lievemente accigliata. “Voglio fare l’amore con te, io ti amo Gajeel!”.

Le sue parole lasciarono il mago stupito per qualche momento: lo amava? Levy davvero lo amava, proprio lui che le aveva fatto male più di tutti? Chiuse gli occhi e inspirò profondamente, prendendole il viso fra le mani.

“E’ uno sbaglio. Io non sono il tipo per te, tu meriti uno migliore”.

“E’ giusto invece. Io non voglio qualcuno migliore di te. Voglio te, solo te, non sogno il principe azzurro come le donne dei miei libri; preferisco di gran lunga un drago irascibile e ribelle”.

Gajeel tacque, limitandosi a stringerla più forte e d’altra parte non avrebbe saputo trovare le parole per spiegare quanto quella donnina che gli sorrideva fiduciosa gli avesse riempito il cuore: non si era mai soffermato troppo a indagare i propri sentimenti ma la voce dolce di Levy gli aveva appena fatto comprendere quanto in realtà fosse importante per lui essere amato per quello che era, semplicemente Gajeel Redfox, il Dragon Slayer di Ferro.

Levy sollevò il viso verso di lui, per poter incrociare il suo sguardo. “Non dici niente Gajeel? Gaj…”.

La zittì premendo le labbra sulle sue, coinvolgendola in un bacio che divenne via via più esigente e tra un bacio e l’altro, spedì i loro indumenti a coprire il pavimento. Quando vide Levy sotto di lui, nuda e scarmigliata per quei baci infuocati, Gajeel si chinò ad abbracciarla, stringendola forte come se temesse che se ne andasse.

“Dicevi sul serio?”.

E in realtà le stava chiedendo molte cose.

“Si”.

E lei rispondeva affermativamente a tutte.

Gli strinse le braccia al collo riportandolo su di sé, unendo ancora una volta le loro bocche mentre lui la accarezzava, tracciando scie immaginarie sul suo corpo delicato; Gajeel dimenticò del tutto i propri timori quando i gemiti di Levy gli riempirono le orecchie.

Scivolò dentro di lei prendendole il viso fra le mani e la baciò con dolcezza, spinto dal desiderio di proteggerla anche da quel lieve dolore che le contraeva il viso in una smorfia. Levy sorrise sulle sue labbra, grata di quella premura che Gajeel riservava solo a lei, e intrecciò le dita nei suoi capelli quando il fastidio divenne il piacere più intenso che avesse mai provato.

Ben presto, i movimenti di Gajeel si fecero più intensi e Levy non potè fare altro che assecondarlo completamente, circondandogli i fianchi con le gambe quando muoversi in sincronia sembrò non bastare più.

“Ti amo Gajeel…”.

“Ti amo anch’io gamberetto…”, riuscì a sentire prima che la mente tacesse.

 

 

Levy entrò nell’arena dove si sarebbe svolto il torneo assieme ai suoi nakama e prese posto sugli spalti a fare il tifo per quelli che avrebbero gareggiato. Gajeel non era con lei e in effetti non aveva idea di dove fosse ma quello non era più un problema. Non dopo la notte che avevano trascorso e quello che aveva scoperto esistere tra loro.

 

Levy si era svegliata all’alba, stretta fra le braccia di Gajeel, le gambe intrecciate alle sue. Aveva sorriso, costatando quanto fosse protettivo nei suoi confronti: anche nel sonno non allentava minimamente la presa attorno a lei.

Aveva approfittato di quella quiete per osservarlo, non vista, e si era sorpresa a pensare che… sì, lo trovava bello; forse le sue amiche le avrebbero dato della pazza per quell’affermazione ma a lei non importava affatto. Lo amava così com’era, con i piercing sul viso e i capelli ribelli che gli davano quell’aria da cattivo ragazzo.

Lo aveva stretto più forte, baciandogli delicatamente il petto e strusciandovi il viso, quando aveva avvertito le sue mani muoversi sulla schiena e aveva volto lo sguardo a incrociare il suo, ancora assonnato.

“Scusa Gajeel, non volevo svegliarti”, aveva detto con espressione contrita.

“Non scusarti per tutto, gamberetto! Tu perché non dormi?”.

Levy aveva sorriso a quell’appellativo che non riusciva proprio più a trovare offensivo e si era sollevata su un gomito, guardandolo dritto negli occhi. “Ti stavo guardando, perché sei bello. E perché sei mio”.

Lui per tutta risposta aveva sogghignato, rafforzando la presa attorno ai suoi fianchi. “E chi lo dice?”.

“Lo dice il fatto che sei venuto da me anche se eri geloso marcio di Jet e Droy”, aveva ridacchiato, vedendo la sua espressione irritata. “E poi… tu hai fatto l’amore con me, non era sesso”.

Gajeel aveva portato il viso vicino al suo collo, dandole un leggero morsetto. “Mi hai incastrato. Sei troppo intelligente tu”.

Levy aveva riso di cuore, adagiandosi completamente su di lui e lo aveva baciato con dolcezza, al sicuro fra le sue braccia. Quando si erano separati lo aveva guardato negli occhi, trovandovi quello che cercava, e gli aveva sorriso, posando la testa sulla sua spalla.

Si erano addormentati così, indivisibili e illuminati dai raggi del sole nascente.

 

Non fu meno stupita degli altri quando fu presentato il Team B di Fairy Tail; perse del tutto le parole quando fra loro vide proprio l’oggetto costante dei suoi pensieri.

Gajeel si voltò a guardarla e i loro occhi si incontrarono, incatenandoli ancora uno all’altra; durò solo pochi istanti, dopodichè tornò a prestare attenzione all’arena ma Levy sorrise comunque.

Le aveva appena sorriso anche lui. Adesso sapeva perché Gajeel non lo faceva mai: il suo sorriso era speciale e riservato a lei, la sola che potesse vederlo.

Era per questo che risiedeva nei suoi occhi.

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Buonasera ^^

Sono tornata, di nuovo alla carica con una GajeelXLevy, non posso farci nulla, li adoro quasi quanto Natsu e Lucy!

Ribadisco, possibile che dopo tutti gli indizi che Mashima ci ha lasciato perché potessimo fangirlare come pazze, questi due si rivedono dopo tre mesi (e vi ricordo che lei avrebbe voluto seguirlo) e nemmeno si guardano? E’ un po’ strano, non trovate? In effetti penso di essere stata pesantemente OOC con Gajeel ma mi piaceva l’idea che fosse tenero una volta tanto!

Un’ultima cosa poi vi lascio commentare (sempre se vi va), vi siete chieste anche voi perché Gajeel chiami Levy proprio “gamberetto”? Vi dico la mia personale idea: la traslitterazione del nome di Levy perché possa essere letto in giapponese è “Rebi”, mentre la parola giapponese per gambero è “ebi”; ho pensato che Mashima abbia voluto semplicemente giocare sulle parole e quindi da Rebi togliendo la R iniziale, ebi. Se poi ci mettete che Levy è davvero piccolissima, fate un po’ voi XD

E niente, dovevo dirlo a qualcuno u.ù

Grazie davvero per aver letto e se vi va fatemi sapere cosa ne pensate :)

  
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