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Autore: Josie Walking_Disaster Vengeance    27/02/2012    13 recensioni
Da dietro l’angolo, Brian, vide un ragazzino correre mezzo sfiatato verso il giardino di casa sua con dietro altri tre ragazzi più o meno della sua età, che se la ridevano di gusto e gli correvano dietro.
“Vai Baker corri!”
“Più veloce o ti raggiungiamo!”
A quelle parole, Brian vide il ragazzino strizzare gli occhi e con enorme sforzo correre più veloce. Una volta svoltato l’angolo arrivò davanti al cortile di casa sua e si nascose dietro un cespuglio, quasi ritrovandosi in mezzo ai rovi per paura di essere scoperto.
[Synacky]
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Synyster Gates, Un po' tutti, Zacky Vengeance
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ff venged sevenfold cap 23 Aaallora u.u Il capitolo è un po' lunghetto, però è l'ultimo, quindi godetevelo e ci si becca giù in fondo ;)









DUE SETTIMANE DOPO



Erano ormai le nove e mezza di mattina quando Brian si decise a levarsi le coperte di dosso e a scendere in cucina, dove già si tovava Jimmy.  Quest'ultimo sembrava sorpreso di vederlo in piedi così presto:
"Buongiorno Bri" lo salutò, non appena lo vide comparire sulla soglia della porta.
"'Giorno" mormorò Brian con la voce ancora impastata dal sonno.
Si lasciò cadere su una sedia e appoggiò braccia e testa sul tavolo. Jimmy si avvicinò e, come di abitudine succedeva da un paio di settimane, gli versò una dose abbondante di caffé su quella che ormai era diventata la sua tazza personale.
"Grazie"
Prese a bere tenendo lo sguardo perso chissà dove, ma in realtà stava pensando a come poter dire una cosa importante a Jimmy. Infatti, era da molti giorni che pensava di lasciare il suo lavoro e tornare a vivere li, a Huntington Beach, l'unico posto in  cui nel corso della sua breve vita si era sentito davvero a casa. Era certo che l'altro non avrebbe avuto da ridire su quello, però doveva anche chiedergli un favore.
"Senti Jim" cominciò attirando l'attenzione dell'altro, che aveva le braccia immerse fino ai gomiti dentro il lavandino, mentre sciacquava piatti, bicchieri e quantaltro usati la sera prima.
"Dimmi"  fece, asciugandosi le mani e raggiungendo l'altro al tavolo, sedendosi di fianco a lui.
"Ho pensato di rimanere a vivere qui" disse Brian, senza tanti giri di parole. "Non qui a casa tua"  si affrettò ad aggiungere per evitare che fraintendesse "rimarrò qui a Huntington penso"
"E' una notizia fantastica!" esultò Jimmy, alzandosi e abbracciandolo.
Brian si lasciò abbracciare, contento della reazione dell'amico.
"Si però avrei bisogno anche di un favore..." azzardò, guardandolo negli occhi per fargli capire che era serio.
"Spara"
"Mi servirebbe di rimanere qui per un altro po' di tempo... non molto, solo finché non trovo un altro posto" concluse torcendosi le mani. Gli sembrava davvero troppo chiedergli una cosa del genere, ma non vedeva soluzione migliore. E poi sarebbe stato solo per poco tempo.
"Solo questo? Dalla tua espressione pensavo chissà cosa avrei dovuto fare" fece Jimmy scoppiando a ridere.
"Che succede qui di così divertente?" chiese Johnny spuntando in cucina.
"Brian rimarrà qui con noi per un altro po'!" gli spiegò Jimmy allegro,  lasciandogli un bacio sulla guancia.
"Non per molto, non preoccuparti" fece Brian, con un sorriso stiracchiato. Johnny era tornato ormai da qualche giorno e lui cominciava a sentirsi davvero d'impiccio.
"Preoccuparmi? Scherzi, più siamo meglio è"
Brian si sentiva davvero grato e soprattutto fortunato ad avere degli amici come Jimmy e Johnny, che sopportavano la sua presenza in casa, che mandava  allegramente a  farsi fottere la loro privacy.
"Ehy, Matt mi ha chiamato al cellulare cinque volte" annunciò Johnny, una volta sedutosi a fianco di Brian, dopo aver tirato fuori il telefono. Aveva l'espressione leggermente preoccupata.
"A voi ha chiamato?"
"Io ho il cellulare scarico" rispose Brian.
"Il mio cellulare si rifiuta di funzionare da almeno una settimana" intervenì Jimmy.
"Wow... certo che se ci fosse un emergenza saremmo super-rintracciabili" fece sarcastico Johnny.
"Senti richiamalo, che così mi fai preoccupare. E poi conoscendolo ci starà già maledicendo tutti"
Al consiglio di Jimmy, Johnny si affrettò subito a comporre il numero dell'amico, che rispose dopo soli due squilli.
"Johnny!"
"Dimmi Matt..." fece Johnny un po' timoroso "che è successo?"
"Apri questa cazzo di porta!"
Sul viso di Johnny comparì immediatamente un'espressione di totale confusione.
"Apro che?"
In risposta alla domanda del più piccolo, il campanello di casa prese a suonare.
"Che tempismo!" fece Jimmy andando ad aprire la porta e trovandosi davanti un Matt piuttosto arrabbiato.
"Ciao Mattie. Qual buon vento?"
Per tutta risposta, Matt scansò malamente Jimmy e irruppe in casa come un tornado.
"E' qui vero? Ditemi che è qui!" impolorò dopo essersi guardato intorno, mentre Brian e Johnny raggiungevano gli altri due all'ingresso.
"Cosa?" domandò Johnny.
Matt lo squadrò come a cercare di capire se quell'espressione innocente fosse vera o se, invece, gli stesse mentendo.
"Chi semmai. Non è neanche qui Zack?"
"No, perché dovrebbe essere qui?"
"Perché non è da nessun'altra parte..." rispose Matt grattandosi la testa "comincio davvero a preoccuparmi. Ieri sera è uscito... in realtà esce tutte le santissime sere, però poi la mattina verso le quattro o cinque torna, invece sta volta ancora non si è fatto vedere"
"Non preoccuparti, sarà fuori a gironzolare come al solito" lo consolò Jimmy, circondandogli le spalle con il braccio "però se ti aiuta a calmarti possiamo andare a cercarlo"
"No, non importa. Sicuramente sono io che mi preoccupo troppo come al solito... aspettiamo fino a dopo pranzo e se non si è ancora fatto vivo vediamo che fare" propose Matt, anche se non sembrava pienamente convinto delle sue stesse parole.

Verso le sei del pomeriggio i quattro se ne stavano sbragati nel divano, Matt e Jimmy presi a giocare alla play e Brian e Johnny dietro di loro che li guardavano facendo il tifo chi per uno chi per l'altro. Piazzare Matt davanti i suoi adorati videogiochi era stata un' idea geniale, ovviamente di Jimmy. Avevano cominciato verso le due e avevano continuato per tutto il pomeriggio, in modo da tenerlo sempre distratto.
Ora però era Jimmy che cominciava ad essere preoccupato. Senza farsi vedere da Matt aveva detto a Johnny di porovare a chiamare Zack a intervalli di mezz'ora, ma ancora il ragazzo non aveva risposto a neanche una delle telefonate. Probabilmente doveva essersi scordato il cellulare a casa o qualcosa del genere, perché non era da Zack farli preoccupare così. Jimmy ormai era talmente con la mente altrove da non prestare più la minima attenzione al gioco, cosa che Matt non si lasciò sfuggire.
"Che ore sono?" chiese infatti, lasciando a terra il joystick e stiracchiandosi le braccia.
"Quasi le sei e mezzo" rispose Brian.
"Notizie da Zack?"
Johnny scosse la testa.
"Direi che è proprio ora di uscire a cercarlo" fece Matt alzandosi in piedi.
"Sono d'accordo" concordò Jimmy "tu Matt  prova da te, dato che vive più a casa tua che nella sua. Io e Johnny invece proviamo da lui, tu Brian vai a dare un'occhiata in giro. Il primo che ha notizie avverte gli altri, ok?"
I quattro ragazzi annuirono e uscirono di casa, ognuno diretto per la propria strada.




Zack camminava  con passo andante, le mani nelle tasche, senza una meta precisa. A un certo punto aveva cominciato a sentire i piedi sprofondare fra i granelli di sabbia, il venticello salmastro accarezzargli il viso e solleticargli il naso.  Non si era stupito più di tanto di essersi ritrovato in spiaggia. I suoi piedi lo avevano condotto li inconsciamente, anche se ormai quella di fare lunghe camminate in spiaggia era diventata un' abitudine. Soprattutto quando aveva milioni di pensieri che gli affollavano la mente e dato che ciò accadeva spesso, ormai sapeva quale strada avrebbe intrapreso. O almeno lo sapeva il suo inconscio.
In ogni caso, non stava facendo particolare attenzione a dove si dirigeva. Aveva talmente tanti pensieri in testa che non riusciva quasi a pensare a niente. Se avesse dovuto fare un resoconto di tutto quello su cui aveva ragionato nelle ultime ore probabilmente non ne sarebbe uscito fuori niente. La sua mente era una miscela di pensieri, immagini e ricordi che si sovrapponevano l'uno sull'altro senza dargli la possibilità di poterli mettere a fuoco singolarmente. La sola cosa che li accomunava era il soggetto di quei pensieri, facile capire di cosa, o meglio di chi, si trattasse...
Il ritorno di Brian lo aveva scosso, non poteva negarlo. Ma forse ciò che più  gli faceva perdere la testa era che pensava di averlo dimenticato, invece era tutt'altro che così...
Quando un paio di settimane prima se lo era trovato così vicino era stato sopraffatto da una moltitudine di sensazioni contrastanti fra loro, che lo avevano portato a reagire in modo violento. Una parte di lui voleva vederlo soffrire come Brian lo aveva fatto soffrire in tutti quegli anni. Un'altra parte di lui, quando erano talmente vicini da sentirsi i respiri sulle labbra, bramava un contatto con l'altro che era perso ormai da tempo, ma ben vivido nella mente di entrambi. Ma non avrebbe potuto farlo e perciò non aveva ceduto. Anche se per trovare la forza di non cedere aveva dovuto colpirlo e aveva così scoperto che vedere il volto sofferente dell'altro non gli aveva causato nessun sollievo, nessun senso di vendetta, ma anzi, gli aveva causato più dolore di quanto non ne sentisse già.
Tastò le tasche dei pantaloni per cercare il cellulare, dato che non aveva idea di che ora fossero e gli sembrava di essere fuori da una vita, ma a quanto sembrava doveva esserselo dimenticato a casa. Sbuffò e riprese a camminare. Non aveva la minima voglia di tornarsene a casa in quel momento. In più il suo cellulare poteva rimnanersene dove voleva dato che non aveva intenzione di sentire nessuno. Era uscito proprio per poter starsene per conto suo... anche se sapeva perfettamente che se gli altri avessero voluto trovarlo, quello sarebbe stato il primo posto in cui sarebbero andati a cercarlo, ma scacciò via quei pensieri. Poi il suo sguardo venne catturato da delle luci in lontananza e riconobbe il solito locale in cui aveva giurato di non mettere più piede. Il sole era ormai scomparso dietro la linea dell'oceano, ma il cielo rimaneva ancora luminoso, nonostante questo quelle luci lo attiravano come le lampade al neon attirano le zanzare nelle loro trappole mortali.
Aveva giurato che non ci sarebbe più andato, ma infondo lo aveva giurato a chi? A chi realmente importava di lui, chi prima o poi non lo avrebbe abbandonato come aveva fatto Brian? Senza trovare risposte a queste domande s'incamminò, con i granelli di sabbia che gli si infilavano nelle scarpe solleticandogli i piedi.

Verso le otto di sera Matt e Brian avevano raggiunto Johnny e Jimmy a casa di quest'ultimo, ma nessuno dei quattro era riuscito nell'intento di trovare l'amico.
"A casa sua non c'era" disse Johnny informando gli altri "abbiamo provato anche a fare un giro nei dintorni, ma niente"
"Io sono stato per tutto il tempo a casa mia in caso tornasse, ma non si è fatto vedere" fece Matt preoccupato.
"Anche tu niente, Brian?" chiese Jimmy voltandosi verso l'amico che scosse la testa.
"Non sono riuscito a trovarlo neanche io"
In fondo era sollevato di non averlo incontrato. Dopo quello che era successo un paio di settimane prima aveva capito che l'altro non gradiva la sua presenza. Non che si fosse aspettato il contrario... ma gli avrebbe fatto incredibilmente male rivederlo, almeno per ora.
"Dove hai cercato?" gli chiese Jimmy, sedendosi sul divano e venendo poi imitato dagli altri.
"Un po' in giro..." rispose Brian vago "sono passato anche per il centro commerciale, ma stava chiudendo quindi non credo fosse li. Sono passato per un po' di bar, per il parco, dappertutto"
"Hai provato in spiaggia?"
Brian scosse la testa "non andrebbe mai li. Sa che sarebbe il primo posto in cui andremmo a cercarlo"
"Forse vuole essere trovato"
"E perché sarebbe scappato se poi vuole essere trovato?" chiese ingenuamente Johnny, un po confuso.
"Tutti vogliono qualcuno che li trovi. Dovresti andare a cercare la, Bri" gli suggerì Jimmy.
Brian ci pensò un attimo su. Non era sicuro che Zack avrebbe voluto essere trovato, soprattutto da lui. Ma Jimmy sembrava sicuro di quello che diceva e lui si fidava di Jimmy.
"Si, vado" fece alzandosi  "Ma ci sono chilometri e chilometri di spiaggia, non so neanche da dove iniziare..."
"Forse io so dove puoi cominciare a cercarlo" disse Matt serio, rivolgendosi per la prima volta a Brian senza usare un tono di voce intriso d'odio.

Aveva passeggiato per un'altra ora buona prima di entrare ma, nonostante non fossero neanche le nove, una volta entrato all'interno del locale Zack fu investito dalle luci colorate che innondavano l'interno e dalla musica assordante. Ma non ne fu tanto stupito, quel posto non si spegneva mai... 
Già solo quelle luci e la musica a tutto volume bastavano per dargli un senso di stordimento. Ma era una sensazione abbastanza piacevole, gli dava l' illusione che il suo cervello stesse lentamente lasciando fluire fuori quei dannati pensieri che lo avevano tormentato fino a pochi minuti prima. Però  non era ancora abbastanza, voleva svuotarsi completmanete, non ne poteva più di sentire sempre la testa in procinto di esplodere. Andò al bancone del bar con il preciso intento di cercare un suo vecchio amico.
"Ciao Ron" salutò, una volta individuato il giovane bar-man al di la del bancone.
"Il piccolo Zackary!" esclamò questo quando lo riconobbe "pensavo che quella dell'altra volta fosse stata una visita occasionale. Invece è un piacere rivederti qui amico, ti aspettavo"
Zack annuì pensando che probabilmente sarebbe dovuta andare come Ron aveva detto, ma quel luogo riusciva a renderlo vulnerabile. Si sentiva come se si trovasse in un'altra dimensione, fuori dalle leggi dello spazio e del tempo che regolano l'universo. Un luogo immerso nel nulla e fine a sé stesso. Tutto ciò che era fuori spariva. Lo riconduceva al periodo più buio della sua vita senza che provasse sconforto per quei ricordi.
E poi che cosa voleva dire Ron dicendo che lo aspettava?
"Ti porto il solito?" chiese il ragazzo, che senza aspettare risposta stava già andando a preparargli il suo solito drink. Un miscuglio allucinante, non lo sapeva neanche lui cosa ci buttavano dentro.
Ron tornò con un bicchiere dalle dimensioni non propriamente piccole, con all'interno ghiaccio e un liquido verde-azzurrino. Zack rimase a fissare per un po' il colore fluorescente finché non fu richiamato alla realtà dalla voce dell'amico.
"A proposito" fece Ron avvicinandosi il più possibile a lui con tono confidenziale "immagino che tu sia venuto qui come al solito per... divertirti un po'"
Zack buttò giù il primo sorso e annuì, sorridendo con occhi spenti.
"Allora sarai felice di sapere che di la potrai trovare tanto sano divertimento, se capisci ciò che intendo"
Ovviamente Zack capiva cosa intendeva, ma a Ron piaceva spesso finire le frasi in quel modo, per chissà quale motivo.
"Si, credo di averne proprio bisogno"  disse, lasciando il bicchiere ancora pieno per più della metà sopra il bancone.
Ron si esibì in un' esclamazione di gioia che venne però coperta dalla musica a tutto volume e Zack si diresse facendosi strada fra la moltitudine di persone, senza più guardarsi indietro, nell'antro più buio e appartato dell'intero locale, dove di solito avveniva il "divertimento".
Sentiva la musica diventare sempre più ovattata e i suoi occhi provavano sollievo man mano che l'ambiente si faceva sempre più scuro.
Chiuse gli occhi e sentì piano piano ogni pensiero che prima era riuscito a scacciare via sfondare di nuovo le barriere del suo cervello e affollargli ancora un volta la mente.
Si prese per un attimo la testa fra le mani, come se stesse per esplodere.
Gli tornarono alla mente le parole che un giorno, qualche anno prima, Ron gli aveva  detto come se gli stesse svelando uno dei più grandi segreti dell' universo: "quando vuoi far uscire ogni pensiero dalla testa e svuotare la mente ci sono solo tre cose che  puoi fare: sesso, droga e Rock'n Roll. E possibilmente tutte e tre insieme!" A quel punto si ricordava di Ron che scoppiava a ridere, probabilmente strafatto.
Sicuramente lo aveva detto per scherzare, ma Zack aveva, da quel momento in poi, stranamente preso sul serio quel consiglio.
Comunque quello sarebbe stato l'ultimo posto in cui avrebbe potuto trovare del rock e tantomeno aveva intenzione di prendere qualche droga. Rimaneva solo la terza opzione. E quella, in quel posto, l'avrebbe facilmente trovata.
Brancolò in avanti nella semi-oscurità finché non si scontrò con qualcosa di troppo morbido per essere un muro, perciò dedusse di essere finito addosso ad una persona. Non gli importava chi fosse, in quel momento aveva bisogno solo di una cosa e se quel ragazzo si trovava li doveva voler la stessa cosa.
Si avvicinò al ragazzo in questione, appoggiando le mani sul suo petto e senza dargli tempo di far altro le fece scorrere fino al basso ventre, premendo la mano sul suo membro attraverso la stoffa dei jeans, per fargli capire in modo chiaro quali fossero le sue intenzioni. Ma prima che potesse far altro, si sentì afferrare per le spalle e spingere indietro, finché entrambi non si ritrovarono sotto la luce fioca proveniente da una lampadina posta proprio sopra di loro, che  illuminò il viso del ragazzo di fronte a lui.
Zack riconobbe subito quegli occhi nocciola che lo guardavano severi e sentì le gambe tremare sotto il peso di quello sguardo.
"Cosa ci fai qui?" chiese con filo di voce appena udibile.
"Ti abbiamo cercato per tutto il pomeriggio"
Il tono accusatorio che Brian aveva usato, colpì Zack.
"Non mi pare di avervi chiesto niente!" disse scostando le mani dall'altro e cercando di divincolarsi, ma Brian lo teneva forte per le braccia e non sembrava intenzionato a lasciarlo andare.
"Stai fermo" fece esasperato Brian e subito Zack smise di divincolarsi, guardandolo negli occhi "ti stavamo cercando solo perché eravamo preoccupati..."
A quelle parole a Zack venne quasi da ridere "tu che ti preoccupi perché non sai dove sono? Mi prendi in giro?"
Brian rimase in silenzio, nonostante si fosse aspettato una reazione simile.
"Non sono stato chiaro l'altro giorno? Ti ho dimenticato e ora vattene" lo intimò, ma notò con fastidio sempre più crescente che la sua voce tremava. Ed era perfettamente normale, perché neanche lui credeva alle sue stesse parole.
"Non saresti venuto qui allora"
"Non sono affari tuoi dove vado" fece riuscendo a liberarsi con uno strattone dalla presa di Brian "Non lo sono più da tempo ormai" disse e fece in tempo a fare qualche passo che si sentì bloccare di nuovo.
"Zack ascoltami... ti giuro che non ti farò più del male e non permetterò che tu o altri te ne facciano. Mai più" disse Brian tentando di farsi ascoltare, mentre l'altro cercava ancora di sfuggirgli.
Zack si girò infuriato verso Brian, che lo aveva afferrato per un braccio, ma non ebbe la forza di dire nulla. Si trovavano a pochi centimetri l'uno dall'altro e Zack sentì di nuovo quelle sensazioni contrastanti che aveva provato quel giorno a casa di Jimmy. Voglia di fargli del male e  di proteggerlo  allo stesso tempo. Proteggerlo da se stesso.  Stava per reagire nello stesso modo, averlo vicino gli suscitava una profonda collera mista a frustrazione. Si sentiva come se al suo interno avesse due anime, due personalità perfettamente contrastanti che cercavano di uscire, prevalando l'una sull'altra. Proprio come era successo qualche giorno prima. Solo che questa volta non riuscì ad affondare di nuovo il pugno nel corpo dell'altro, così chiuse gli occhi e le dita su se stesse e andò a colpire con tutta la forza che aveva in corpo il muro di fianco a sé. Ma  invece di sentire l'impatto duro con il cemento  sentì qualcosa di morbido attutire il colpo.
Aprì gli occhi stupito e con lo sguardò andò subito sul proprio braccio ancora proteso. Fra  il suo pugno e la parete al suo fianco c'era la mano di Brian, che aveva fatto in tempo a mettersi in mezzo prima che potesse farsi del male. Non ti farò più del male e non permetterò che tu o altri te ne facciano. Mai più.
Ancora più sorpreso di quanto lo fosse nel momento in cui aveva compreso di non aver colpito il muro, Zack rimase a bocca aperta quando girandosi verso Brian per cercare nel suo sguardo una qualche risposta, vide i suoi occhi umidi e le lacrime a rigargli il viso.
"Perché fai così?" chiese con voce incrinata.
Zack rimase immobile, il respiro che cominciava a farsi pesante, mentre il cuore minacciava di uscirgli dal petto.  Non lo aveva mai visto piangere e non poteva credere che la prima volta che lo vedeva cedere alle lacrime, era perché aveva paura che si stesse facendo del male.
Brian chiuse le dita intorno alla mano di Zack, intrecciandole con le sue e  spostandole lontano dal muro, come se avesse paura che l'altro cercasse di ferirsi di nuovo.
Zack era completamente intontito da quella situazione, non riusciva più a capire cosa stesse succedendo, ma si ritrovò a stringere forte la mano di Brian, quasi  come fosse stato un riflesso involontario. Era così semplice stringere quella mano, come era capitato tante volte...  Sotto le dita sentì qualcosa di caldo. Se le portò vicino al viso e vide che le nocche della mano di Brian erano ferite e del sangue le bagnava.
I ricordi di quando stavano insieme presero a fare a botte con quelli del lungo periodo in cui era stato solo e si ritrovò a mettere una mano sulla spalla di Brian per spingerlo lontano, ma questo causò solo un breve allontanamento dopo di che Brian lo afferrò di nuovo e lo strinse a sé ancora più vicino.
"Non mandarmi via" disse all'orecchio con un sussurro appena udibile, ma la voce era tornata ferma come al solito "ti prego"
Zack si scostò quel tanto che bastava per poter guardare l'altro in viso. Gli occhi non erano più lucidi e niente avrebbe lasciato intendere che Brian aveva versato lacrime  se non fosse stato per le due scìe bagnate che percorrevano le sue guance. Prese delicatamente l'altro per la maglietta e lo fece abbassare fino alla sua altezza, poi appoggiò per un istante la fronte contro la sua. Posò le labbra sulla sua guancia destra e leccò via una lacrima che sostava ostinata ancora all'altezza dello zigomo.
Brian si ritrovò a chiudere gli occhi indeciso se potersi permettere di credere che quello che gli stava asciugando le lacrime fosse davvero colui che era stato l'amore della sua vita, che  gli stesse tenendo un braccio intorno al collo e l'altra mano intrecciata alla sua.
Accarezzò con il dorso della mano il viso di Zack e poi, sempre stringendogli la mano, lo trascinò fuori da quel locale, da quelle luci accecanti e quella musica assordante.
Prese a percorrere a falcate la spiaggia, ormai immersa nel buio, con Zack a un passo dietro di lui, fino a che non sentì la musica essere troppo lontana per venire udita, poi si bloccò voltandosi verso il più piccolo. Ora erano solo loro due, niente musica, niente luci stroboscopiche. Solo loro, il silenzio e il buio.
Questa volta non fu Brian a tirarsi a sé l'altro, ma fu Zack ad avvicinarselo e abbracciarlo.
"Mi sei mancato" fece Zack, soffocando la voce sulla spalla dell'altro.
 A quelle parole il battito di Brian accellerò. Sembrava gli avesse pesato dirglielo, ma finalmente vedeva  quel muro che si era alzato fra loro crollare davanti ai suoi occhi.
Con la mano libera alzò piano il viso dell'altro perdendosi nel verde dei quegli occhioni da bambino e posò le sue labbra sulle sue, assaporando ogni secondo e ogni movimento di quel gesto e affondando le mani nei suoi capelli.
In un attimo quei cinque anni che li avevano tenuti divisi sembrarono svanire nel nulla, come se avessero ancora diciassette anni e stessero per darsi appuntamento  l'indomani per andare a scuola insieme. Invece quei cinque anni c'erano stati ed entrambi sapevano quanto quel tempo, nonostante tutto, avrebbe pesato su di loro.
Nessuno dei due sembrava voler mettere una fine a quel bacio, ma l'esigenza di introdurre aria all'interno dei polmoni si fece sentire.
"Non sarà tanto facile lo sai?" domandò Zack appoggiando la fronte su quella di Brian.
"Piano piano ce la faremo" fece Brain facendo spallucce "insieme" disse facendo cenno alle loro mani ancora intrecciate. Cosa che causò un flashback a Zack.
"Ti piace proprio tenermi la mano eh?" chiese ridacchiando.
"A che ti riferisci?" domandò Brian confuso e divertito allo stesso tempo.
"Non ricordi? La prima volta che l'abbiamo fatto ti ho dovuto tenere la mano"
Brian avvampò immediatamente per  l'imbarazzo di quel ricordo, mentre Zack scoppiò a ridere.
"Avevi paura?" lo schernì usando un ridicolo tono di voce.
"Sta zitto piccoletto"
"Non sono più tanto piccoletto ormai"
"Sì che lo sei" lo prese in giro Brian, cercando di dissimulare l'imbarazzo, a cui Zack reagì dandogli un pugno sul braccio.
"Vedi di non prendere questa brutta abitudine di picchiarmi!" fece Brian massaggiandosi il punto colpito.
"Mmmh non so. Ho scoperto che mi aiuta molto a sfogarmi" disse mettendosi a ridere.
Brian evitò di replicare, preso com'era ad ascoltare finalmente la risata vera e cristallina di Zack, dopo anni di dolore e distanza.
Senza nessun avvertimento lo attirò a sè e lo baciò ancora, promettendosi che da quel momento in poi avrebbe fatto di tutto per vedere la risata negli occhi del suo amore.









Ok, credo che ci siamo o.o
E' l'ultimo capitolo e davvero non avrei mai creduto di arrivarci. Sono davvero molto contenta di esserci riuscita, credo che per una volta mi cooncederò il lusso di essere soddisfatta di me stessa ^^"  Ma devo ammettere che un po' mi mancherà scrivere questa storia... mi è stata molto d'aiuto dato che nel periodo in cui l'ho scritta (c'ho messo precisamente un anno e due giorni :')) sono successe molte cose e soprattutto sono avvenuti molti cambiamenti, ma nello scrivere questi capitoli ho sempre trovato un po' il mio rifugio ( e magari ne avrei avuto bisogno per un altro po' ^^)... e sicurmente  un grande, anzi grandissimo, aiuto mi è stato dato da tutte voi che leggete, perciò il mio grazie più immenso va a voi! Giuro che non ce l'avrei fatta senza le vostre parole che mi hanno sempre spronato ad andare avanti ^^
E spero anche il finale non vi abbia deluso :/  Alla fine ho lasciato l'Happy Ending anche se all'inizio ero molto indecisa se metterlo, ma perché separare quei due? Sarebbe una tortura per me T__T Lascia il finale così un po' aperto, con i miei due adorati pronti per un nuovo inizio li dove erano rimasti :D anche perché continuarla ancora mi sarebbe sembrato superfluo :)
Comunque, onde evitare di scrivere le note d'autore più lunghe della ff stessa xD, passo a ringraziarvi singolarmente:

Il solito sentitissimo grazie a chi ha recensito lo scorso capitolo, ovvero: Vengeance_AS, friem, Choking_On_This_ecstasy, Amy Takashima Nezumi Vee, AlisGee, IWalkAlone e Two_Dollar_Bill <3   Sempre un grazie speciale per voi :')


Grazie a chi ha messo fra le preferite:

1 - AlisGee
2 - Black is the new Black
3 - Charlotte_Insane
4 - Commiserating
5 - Dayana McKagan
6 - EchelonGD
7 - foREVerA7X
8 - G u i l l o t i n e
9 - Gayaxxx
10 - JettSullivan
11 - livvaable
12 - lucius89
13 - LunaRed7
14 - mary85
15 - MicroCosmos
16 - miniredapple2
17 - OdeToSolitude
18 - Rossaa
19 - Shads
20 - TristanDementia
21 - Vengeance_AS
22 - Wek


Grazie a chi ha messo fra le ricordate:

1 - CamiWay
2 - Frankie Echelon
3 - Naomi_A7X


Grazie a chi ha messo fra le seguite:

1 - AibellVenom
2 - alexxx_fire_inside
3 - C a m i l l a
4 - Chiallola
5 - Choking_On_This_Ecstasy
6 - Crying Lightning
7 - DirkW
8 - Errore
9 - feeltheromance
10 - Fluorescent
11 - foREVerA7X
12 - GAiiiiiA
13 - Gayaxxx
14 - Gont
15 - Hariken
16 - iRen_
17 - itsemotion
18 - IWalkAlone
19 - keei_revenge
20 - KibaInuzuka
21 - ladybaker
22 - ladysynacky
23 - LetShizueGo
24 - Lilla Wright
25 - livvaable
26 - LizLoveSyn
27 - Madame Plague
28 - MangakA_BakA
29 - roby_way92
30 - rocket_cookie
31 - Shelby_
33 - thankyouforthevenom
34 - the_queen_of snow
35 - TristanDementia
36 - two_dollar_bill
37 - Val DemolitionLover
38 - Vany_6661
39 - yayachan18
40 - yuke
41 - _Mardy Bum


Ecco, ci tenevo a ringraziarvi tutte, anche chi magari non è mai uscito allo scoperto attraverso le recensioni :)

Ci si sente presto,  un abbraccione <3

Josie :)








   
 
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