Autore: Kagome
Prologo:
…Lunga
e diritta correva la strada, l’auto veloce correva
la
dolce estate era già cominciata
vicino
lui sorrideva, vicino lui sorrideva…
…Cadesti
a terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che il tempo non ti sarebbe bastato
per chieder perdono di ogni peccato…
…Cadesti a terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che la tua vita finiva in quel giorno
e non ci sarebbe stato ritorno…
…Avevi
scritto già il mio nome…
(a te, Nicola, perché il tuo nome sarà
scritto per sempre nel mio cuore)
AVEVI SCRITTO GIA’
Era partito il giorno
prima, cioè il 28 Giugno, dal Giappone, con grande gioia di Hanamichi, perché
doveva partecipare ad un torneo di Basket per beneficenza, assieme ad una
rappresentativa dei migliori giocatori a livello mondiale…certo, ‘pel di
carota’ era geloso, ma gli era bastato pensare che l’odiato rivale sarebbe
stato lontano per un po’ sia dalla squadra che da Haruko per rallegrarsi…
A malincuore uscì dalla
doccia e si gettò sul letto, subito, complice l’afoso caldo, scivolò in un
sonno profondo…
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Inoltre, ne era certa, alla sede dell’associazione ci sarebbe stato un caos indescrivibile…tutti i giocatori erano arrivati lì a Roma, e Giacomo, l’uomo meno dotato di pazienza che lei avesse mai conosciuto, già aveva organizzato da tempo il calendario degli incontri…
Cristina sorrise ancora, con i soldi guadagnati forse avrebbero dato una mano a tutte quelle famiglie colpite dal ‘grande male’…e avrebbero aiutato la ricerca…e chissà, si sarebbe trovata una cura meno dolorosa della Chemioterapia…
Prese le chiavi, baciò il fratellino sul capo e uscì.
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-CRISTINA!-
tuonò Anna Rossi, la presidentessa dell’associazione contro la leucemia
-HAI FATTO
T-A-R-D-I!- scandì con voce irritata, la ragazza interpellata si fece più
piccola, fino quasi a sparire…
Rukawa
osservò quella che doveva chiamarsi Cristina…aveva dei lunghi capelli rossi
(come Sakuragi..no!Anche qui!) che incorniciavano un viso roseo impreziosito da
due splendidi occhi verdi.
Le gambe,
scoperte, erano perfette, e terminavano con due sottili caviglie.
Anna sorrise
nel vederla rossa dalla punta dei piedi alla testa, e lasciò perdere, le si
avvicinò e disse
-Cristina, è
arrivato anche l’ultimo giocatore, dal Giappone…sono lieta di presentarti Kaede
Rukawa-
La ragazza
allungò la mano verso quella di lui, che evidentemente, vinto dall’emozione, la
strinse troppo forte, perché le scappò un gemito di dolore.
-Scusa-
mormorò lui tingendosi di rosso, ma Cristina e il suo sorriso lo
tranquillizzarono.
-molto
lieta!- disse con voce vellutata, quando stacco la mano da quella di lui, Kaede
quasi ne provò dispiacere.
Si
ritrovarono vicini, poco dopo, e cominciarono a parlare, il ragazzo le chiese
il perché della sua presenza nell’associazione…fu la prima e l’unica volta i
cui vide i suoi occhi verdi assumere una venatura triste
-Mio padre è
morto di leucemia…e mia madre, poco dopo, l’ha seguito, spirando dal
dispiacere…- mormorò a fil di voce…
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Non sapeva spiqgarsi il
perché di quell’invito, Cristina, sapeva solo che quel ragazzo gli sembrava
diverso, parlando aveva scoperto che il suo vero amore, la cosa per cui
esauriva le sue energie, era il Basket, e le erano semrati simili, perché anche
lei, nella vita, aveva una sola preoccupazione, Nicola.
Appena udita la voce
della sorella il piccolo fece capolino dalla stanza da letto, era ancora in
pigiama benchè fosse già pomeriggio…Cristina molte volte l’aveva preso in giro,
dicendogli che forse per lui era più comodo per il riposino pomeridiano, visto
che era un gran dormiglione…come risultato non le parlò per tutto il giorno,
fino a quando lei, per farsi perdonare, non gli aveva offerto un mega
gelato...somigliava tanto alla sorella, sia per colore di capelli che per
espressione e dolcezza, l’unica differenza fra i due era il colore fegli occhi,
verdi quelli di lei, grigio chiaro quelli di lui.
La ragazza lo vide e
sorrise, poi si rivolse a Kaede
-questo è mio fratello
Nicola, Nicola saluta Kaede!-
-Ciao…- mormorò il
piccolo nascondendosi dietro di lei, per vergogna…Rukawa calcolò che doveva
avere più o meno 5 anni, mentre lei, aveva scoperto prima, ne aveva 18.
Durante la sua permanenza
in quella casa Cristina gli raccontò della sua vita, del dolore per la morte
dei genitori…
Il ragazzo, affascinato,
l’ascoltò e rimase incantato da come i suoi occhi bruciavano dalla determinazione,
quando raccontava che le zie volevano sottrargli il piccolo e che lei,
litigando e facendo valere i suoi diritti, era riuscita a tenerlo con sé
-sarò un egoista…-
mormorò –ma gli voglio troppo bene per lasciarlo…-
Nicola, intanto, ligio al
suo dovere di pelandrone, era andato a fare il suo riposino pomeridiano, e già
potevano udire il suo respiro regolare provenire dalla camera adiacente…anche
quel rumore, quel misero rumore, a Cristina pareva una musica fatata, una
musica capace di salvare, di calmare…una musica capace di tutto.
Kaede la guardò, poi
sussurrò –no, non sei egoista…anzi…sei generosa, generosa e forte- poi le prese
una mano e la avvicinò alla sua guancia.
-Kaede..io..- esordì lei
timorosa, ma lui non le diede il tempo di continuare, perché l’attirò a sé e la
bacio con dolcezza, accarezzandola piano per paura di farle male…
Cristina sospirò, e si
lasciò vincere da quel bacio pieno di dolcezza…era la prima volta che…che un
uomo la baciava…e non se ne vergognava minimamente, fin’ora il suo unico ‘uomo’
era stato Nicola, l’uomo di cui prendersi cura, l’uomo che assorbiva tutto il
suo tempo…non avrebbe mai creduto di poter amare un altro uomo, di poter
concedere ad un altro uomo una parte (seppur piccola) del suo cuore…
Invece, con Rukawa,
adesso, sentiva di poter condividere tutto…anche Nicola, si, anche l’affetto di
Nicola…lei voleva condividere tutto con lui…e si chiese se non fosse questo
l’amore di cui la gente tanto parlava…
Kaede, dal canto suo, la
stringeva piano…lei era un angelo…un angelo forte…era proprio come lui, forte e
determinata, ma allo stesso tempo dolce e fragile…da proteggere…per
nessun’altra il ragazzo aveva provato questo…questo…sentimento così
forte…questa voglia di dare e avere…di proteggere e di venire accudito e
coccolato…
La strinse un po’ più
forte a sé, per paura che scomparisse e lo lasciasse, e lei gli mise le mani
dietro il collo e cominciò a giocherellare con i suoi capelli…poi le loro
bocche si lasciarono e si guardarono a lungo negli occhi
-Cristina…- sussurrò lui,
poi la baciò ancora, un bacio lieve questa volta, che lei accettò con gioia.
-Kaede…io…non mi era mai
successo…- ma lui la zittì posandole un dito sulle labbra
-neanche a me era
successo tesoro…forse era solo perché ci stavamo cercando…e adesso ci siamo
trovati…non lasciarmi mai, Cristina, sei entrata come un fulmine nella mia
vita, ed io non saprei immaginarla più senza di te…-
La ragazza sorrise, poi
però pensò a Nicola, nella stanza vicino, e si allontanò da lui.
-Io…credo di volerti bene
Kaede, bene davvero, ma ho Nicola con me, è…è come un figlio, e non so se…-
sussurrò senza avere il coraggio di guardarlo…fissava con insistenza il
pavimento e aspettava una sua risposta, che forse in cuor suo già
conosceva…nessun’uomo si sarebbe preso cura di un figlio non suo, nessuno…
Kaede le accarezzò il viso
-Chi credi che sia?So che
dovrò sempre contendermi il tuo amore con Nicola…- disse ridendo –ma anche tu
dovrai fare la stessa cosa, perché è un bambino dolcissimo, e non mi
dispiacerebbe stare con lui…come una famiglia…-
-Ma…ci conosciamo da
poche ore…come puoi dire una cosa del genere?Mi stai prendendo in giro forse?-
ribattè lei seria, sempre guardando il pavimento, lui con un dito le sollevò il
viso e la guardò profondamente negli occhi
-Non so cosa mi sia
successo, davvero non lo so, ma l’ultima cosa che farei è prenderti in giro,
Cristina…credimi…io…forse è troppo presto per dirlo…ma credo di amarti…-
Lei, con gli occhi velati
dal pianto, sorrise e si strinse di nuovo a lui, cominciando a piangere
-No dai…su…Cristina…non
fare così…cosa ho detto?- chiese Kaede preoccupato di averla ferita, le poggiò
una mano sul capo e accarezzò i suoi moribidi capelli.
-No…no io…sono così
felice Kaede…davvero…- disse lei fra i singhiozzi, al che lui la baciò ancora.
-Adesso tesoro devo
andare…credi di esserci stasera alla partita…?- mormorò lui prima di baciarle i
capelli.
-Si che ci sarò…verremo
con Nicola…e faremo il tifo per te…- rispose Cristina.
Lo seguì fino alla porta,
e con un ultimo bacio si congedarono.
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Li riaccompagnò a casa sul tardi, Nicola già dormiva fra le braccia della sorella, Kaede guardava ora l’uno ora l’altra con lo sguardo carico d’amore.
Lo prese in braccio e lo portò su in casa, poi assieme a lei, lo mise a letto, e tornarono in salone.
-bene allora vedo che la parte del papà ti si addice…- disse scherzosamente lei, Kaede la fece sedere in braccio a sé sul divano e le sussurrò all’orecchio –ed è una parte che non vedo l’ora di fare a tempo pieno…-.
Cristina arrossì, poi lo abbracciò forte e si baciarono ancora, con passione sempre crescente, fino a quando non si trovarono stesi uno sull’altra. Rukawa, delicatamente, le posò una mano sul seno, ma lei lo respinse
-Ecco…vedi…non credo di sentirmi pronta…- balbettò insicura, lui sorrise
-quando lo sarai, voglio essere il primo a saperlo eh!- disse cercando di smorzare la tensione, e ci riuscì bene percè lei rise forte e lo baciò ancora, e ancora…
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Kaede, però, non aveva nessuna
fretta, anzi assaporava ogni istante stupendo che questo regalo inaspettato del
cielo gli dava, i piccoli baci, le tenerezze, le finte liti fatte solo per
avere il gusto di fare pace…erano tutte cose che conosceva solo ora, ma non gli
dispiaceva, perché le aveva conosciute con Cristina…la sua Cristina.
Di solito Kaede era molto
nervoso alla vigilia di una sfida importante, ma questa volta era
diverso…questa volta sapeva che aveva già vinto, in ogni caso, qualcosa di più
importante di una partita…aveva vinto perché aveva aiutato della povera gente,
ed aveva vinto perché aveva trovato l’amore della sua vita.
Quella sera, si fermò ancora
da Cristina e Nicola a cena, e dopo mangiato assieme si sedettero sul divano a
parlare, Nicola comodamente seduto sulle gambe di Rukawa.
-Ehi Nicola…dimmi, che ne
diresti di vivere in Giappone?- chiese ad un certo punto il ragazzo, Cristina
strabuzzò gli occhi, sopresa
-Siii!Così vedrò Goku!- disse
Nicola entusiasta, e corse nella sua cameretta per leggere il giornale di
Dragon ball che poco prima aveva comprato con la sorella.
-Non dovresti illuderlo così
Kaede…- disse Cristina, ma il ragazzo la bloccò
-Non stavo scherzano…venite
con me…in Giappone!Io non posso vivere senza di te…e lo sai…ma non posso vivere
nemmeno senza la mia squadra…-
Cristina la guardò male
-e perché io dovrei rinunciare
ai miei amici, alla mia vita Kaede…- disse con le lacrime agli occhi…si rendeva
conto di essere ingrata con lui ma…era così difficile…!Dannazione!
-Non voglio una risposta ora Cristina…me
la darai domani…dopo la finale…va bene?- sussurrò Kaede, poi la baciò
lievemente ed andò via.
Lei si prese il viso tra le
mani dopo aver visto la porta richiudersi dietro di lui.
-Mamma, papà…cosa devo
fare?Cosa?- singhiozzò.
Nicola uscì dalla sua cameretta
-Cri…perché piangi…?- chiese
piano
-non vuoi vedere Goku anche
tu?-
Cristina sorrise forzatamente
e lo abbracciò…
-si che lo voglio vedere
Goku…si che lo voglio vedere…-
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-pronto Kaede…sono Cristina…-
Non c’era bisogno che lei lo
dicesse…l’aveva già riconosciuta…era lei! Il cuore di Rukawa andava a mille, le
sue mani sudavano…cosa sarebbe stato di lui se lei avesse rifiutato? Ci aveva
pensato…forse…forse poteva giocare anche in Italia…l’importante era stare con
lei…
-ci ho pensato Kaede…ed ho
deciso di venire con te in Giappone…ti amo e non voglio perderti e poi…posso
sempre telefonare agli amici no?- disse lei ridendo,anche Kaede rise, rise e
pianse insieme
-Oh Cristina è fantastico…ti amo
così tanto…-
-e poi…e poi credo che domani,
dopo la partita…Nicola potrebbe restare con Anna mentre noi…facciamo le
valige…- continuò con voce suadente…
-Io sono pronta Kaede…- terminò.
Era vero, era pronta, aveva
deciso che voleva vivere per sempre con Kaede…per sempre, che brutta parola…non
l’aveva mai usata…ma adesso si sentiva pronta a fare anche questo…
Kaede Rukawa sorrise…la donna
che amava…l’unica donna che avesse mai amato…aveva deciso di seguirlo…di unirsi
a lui in tutti i sensi…
-Cristina, ti amo…ci vediamo
domani allora…- rispose con la voce che tremava
-a domani- disse lei, poi
riattaccò.
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Kaede l’amava.
E amava Nicola.
Era così felice! Andò nel garage
e prese l’auto, una piccola utilitaria verde, chiamò Nicola e chiuse la porta
di casa.
-Su dai pelandrone!Hai fatto la
valigia?- chiese mentre avviava il motore, il piccino annuì con il capo, tutto
eccitato all’idea di conoscere Goku
-forse dovrei dirgli la verità
ma…perché disilluderlo…oh…non so cosa fare…- pensò Cristina, ma poi si disse
che fra poco avrebbe visto Rukawa, e tutto sarebbe passato, e forse avrebbero
deciso insieme e poi…a fare le valige!
Arrossì lievemente…
La partita volgeva ormai alla
fine, ma Cristina non si vedeva…si voltò con aria preoccupata verso Anna, in
tribuna, ma questa lo tranquillizzò con un cenno che voleva dire ‘non
preoccuparti, fa sempre tardi!’
Kaede si calmò, non vide che
qualcuno entrò e chiamò Anna con sé.
Avevano una musicalità
così…coinvolgente…e la voce del cantante era davvero un potente calmante, ed
era proprio di un calmante che adesso aveva bisogno!
Premette il pulsante ‘Play’ e
poco dopo le note riempirono l’abitacolo…questa canzone era la sua preferita…in
realtà non era dei Nomani ma di Guccini però…era bella lo stesso.
l’auto veloce correva
la dolce estate era già cominciata
vicino lui sorrideva…vicino lui sorrideva…
Era vero…l’estate era cominciata e Nicola
sorrideva…l’estate…ed ora andava verso Kaede, verso l’amore…era così felice!
Forte il motore
cantava
Non lo sapevi che
c’era…
-Nicola!- disse solo.
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Notò che anche Anna era sparita,
ma poco dopo la vide avvicinarsi…cosa succedeva?Perché aveva gli occhi rossi e
gonfi?
Cristina…
-Ma come stanno?Come sta
Nicola???COME STA CRISTINA ANNA!- urlò prendendo la donna e scuotendola.
Anna guardò a terra
-Nicola sta bene…ha solo qualche
graffio perché…Cristina l’ha protetto con il suo corpo ma lei…lei è…-
-Non voglio sentirlo!NO!- disse
Rukawa portandosi le mano alle orecchie
Anna, dolcemente, allontanò le
mani, e prima di ricominciare a singhiozzare, disse solo
-lei è morta Kaede…-
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Ma a Kaede no, non era
bastato…
Perché?L’unica ragazza che
avesse mai amato…l’unica…era morta così…
Al funerale, lui e Nicola,
erano seduti al primo banco.
Il coro cantò, su sua
richiesta…
l’auto veloce
correva
la dolce estate
era già cominciata
vicino lui
sorrideva, vicino lui sorrideva…
forte il motore
cantava
Non lo sapevi che
c’era la morte
quel giorno che
ti aspettava, quel giorno che ti aspettava…
quando la strada
è impazzita?
Quando la macchina è uscita di lato
e sopra un’altra
è finita…
quando lo
schianto ti ha uccisa
quando anche il
cielo di sopra è crollato
quando la vita è
fuggita, quando la vita è fuggita
vivere, amare,
soffrire
spendere tutti i
tuoi giorni passati
se presto hai
dovuto partire, se presto hai dovuto partire
pensare che
ancora vivi
voglio pensare
che ancora mi ascolti
e come allora
sorridi, e come allora sorridi…
il mio nome lassù nel cielo
avevi scritto
già
la mia vita
insieme a te
avevi scritto
già di me
[…]
Se ieri non
sapevo
oggi ho
incontrato te
e la mia
libertà
è il tuo
disegno su di me….
non cercherò
più niente perché
Tu mi
salverai…
Poi, lacrime.
‘Canzone per
un’amica’
di F.Guccini
‘Viaggio nella
vita’
musica sacra