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Autore: NoemiSognatrice    27/02/2012    2 recensioni
è la mia prima storia e spero piacerà. è una storia un pò diversa e spero l'apprezziate. All'inizio non è tanto drammatica.
Maria lavora in un locale privato. Maria la sera balla il Burlesque perchè non ha di che vivere. Maria non ha più una dignità. Maria sono io. Questa è la mia storia...
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Maria, due minuti sul palco- una voce maschile mi distrae dai miei viaggi mentali. -Ok- sbraito.
 
Sono Maria una ragazza di 20 anni. In questo momento sono conciata con più piume di una gallina, è il mio lavoro. Mi metto un velo di rossetto e via in scena. Una luce accecante mi punta e io esco, faccio un'inchino tra sbraiti e urla di uomini con il testosterone a mille. Prendo il palo da lap dance e inizio a far roteare il mio corpo attorno a quel palo. Poi mi metto al centro del palco e per prima cosa mi inizio a togliere i guanti a ritmo di musica e urla della folla. Tolgo tutto molto lentamente per far aver voglia a quegli uomini di me. Alla fine rimango in mutande e reggiseno, se così si possono definire quei pezzi di stoffa che avvolgono quelle mie intimità.

Il padrone mi dice di scendere  e che devo finire lo spettacolo davanti ad un'uomo per il suo addio al celibato. Solita prassi. 
Scendo e vado sul loro tavolo e mi faccio desiderare da quei ragazzi, poi scendo e mi metto sulle gambe del 'festeggiato' inizio a spettinarlo tutto e ha sbottonarlo. Non noto tanto lui quanto uno dei suoi amici. Ha un'aria triste, è cupo. Ha degli occhi verdi stupendi e quando mi fissa mi sento nuda, non nuda senza vestiti ma nuda con solo la mia anima. Dopo il balletto e un pò di bollicine il capo mi chiama. 

- Devi andare nella saletta privata, mi raccomando Maria mi fido di te- dice -Farò del mio meglio- dico con una vocina smielata. 
Andai in quella piccola stanzetta con addosso un vestitino nero trasparente che mostrava tutto ormai di me. 
Mi sedetti sul divanetto e cercai di far eccitare quegli uomini che erano lì per vedere me. L'impresa non era delle più ardue visto che erano con il testosterone a mille. Tanti erano lì per qualcosa di più di un semplice balletto ma io non mi vendevo.

All'improvviso entrò lui, il mio 'occhi verdi' -Ciao- dissi mordendomi il labbro -cosa vuoi che faccia per te- lui mi prese e senza darmi spiegazioni mi diede un bacio. Io non mi mossi e non chiamai nemmeno la sicurezza come di solito facevo in questi casi.
-Perchè? - dissi staccandomi dalle sue labbra -perchè penso di averti capito. lo guardai in modo strano 
-Tieni- disse porgendomi una banconota
-Non li voglio hai già pagato per stare con me- risposi, presi un pennarello e scrivetti il mio numero di cellulare su un suo polso -quando hai bisogno chiamami- dissi mentre lui se ne usciva da quelle tende nere. 
Non sapevo il perchè delle mie azioni, ma quel brivido interno mi faceva stare bene. Tanto la mia vita non era tutta un brivido? 
   
 
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